Adorazione eucarística per la
vita del mondo
II parte/dicembre 2013
Rvdo. Don Roberto Pedrini
Aspetto antropologico:
l’Eucaristia rivela l’uomo
all’Uomo
Blaise Pascal diceva:
• “l’uomo supera infinitamente l’uomo”.
Aristotele aveva già
intuito lo stesso e san
Tommaso lo seguiva,
Anima quodammodo
omnia, cioè l’anima è in
qualche modo tutto.
• Vuol dire che l’uomo trascende se stesso
immensamente.
• Sente il bisogno di autotrascendersi verso
un Altro che è immensamente più grande.
Forse la formula di S.
Agostino nelle
Confessioni indovina la
formula migliore:
• “Inquietum est cor nostrum donec
requiescat in Te”.
Anche la cultura moderna riconosce la verità
della grandezza dell’essere uomo, sebbene
spesso neghi formalmente l’esistenza di Dio;
tutto ciò è riflesso, in un certo senso, del mistero
della nostalgia della pienezza della vita di Dio,
della sua santità, per la quale siamo stati pensati
e creati da Dio.
Proprio la solennità di Maria Immacolata che
abbiamo celebrato da pochi giorni, ci ha portato
su questa pista, in quanto a partire da quella
nostalgia di Dio provocata dal peccato dei
progenitori, in Maria si apre il cammino che ci
porta alla visione stessa del volto di Dio.
Quindi questo anelito,
costitutivo come lo è
della persona umana,
mostra e sottolinea
una domanda che non
si può nascondere
perché sorge dal
cuore umano stesso, e
cioè,
dove e come
troviamo quello
Massimo, anzi
quello Semprepiù-Grande?
Ecco la vera
domanda.
Visitatori in Asia vedono spesso delle
popolazioni che praticano, al loro
modo, una latria verso le loro immagini
religiose. S’inclinano oppure
s’inginocchiano col capo a terra verso
forme concrete e offrono doni preziosi.
E’ certo una maniera che esprime lo
slancio primario verso il Sempre-piùGrande, ed esprime questa voglia
costitutiva dell’uomo di riconoscere la
sua dipendenza da un Altro.
• Questo ci dà una prospettiva per
comprendere il significato umano
dell’adorazione.
“Gesù vi ha amati e per
noi ha sacrificato se
stesso a Dio, quale
oblazione e sacrificio di
soave odore” (5,2).
Il Figlio invisibile del
Padre invisibile diventa
uomo, ed essendo uomo e
visibile lascia se stesso
totalmente presente sotto
le specie eucaristiche.
Un poeta irlandese scrisse: “ O Cristo,
è questo che hai fatto: in una briciola
di pane tutto il mistero”.
(Patrick Kavanagh).
Il fondatore dei Sacramentini, San
Pietro Giuliano Eymard, ha vissuto una
vita che era una specie di continua
scoperta degli infiniti tesori
nell’Eucaristia. E’ lui che ha detto la
famosa frase, “il nostro secolo è malato
perché non si adora”.
Per vivere una vita
autenticamente umana e
cioè in sintonia con ciò
che siamo da creature
dipendenti da un Altro,
che è il Sempre-piùGrande, bisogna adorare.
Adorando Gesù
Eucaristia diventiamo ciò
che siamo!
Questo argomento è stato più volte
toccato dal cardinale di Bologna
Carlo Caffarra, sottolineando come
nell’adorazione l’uomo esprime la
più profonda verità della sua
persona, riconosce infatti di essere
creatura e che Dio è il suo principio e
il suo fine ultimo.
“Dio ha fatto tutti gli uomini a sua
immagine, li ha formati uno ad uno”
(Origene, commento al vangelo di
Giovanni, 13, 28; PG 14, 468).
Ne deriva invece che: “chi non
compie questo riconoscimento
compie una sorta di
automutilazione della sua
umanità, si imprigiona dentro alla
sua breve giornata terrena”.
Chi nega questa verità circa se stesso,
continua il cardinale, finisce col
pensarsi abbandonato ad un
impersonale destino, avendo come
meta finale il nulla eterno (…….sono a
mio parere parole molto forti!).

A questo punto si capisce chiaramente quanto segue: la domanda
che la samaritana rivolge al Signore in Giovanni – dove bisogna
adorare Dio - è tutt’altro una domanda priva di senso! Nella
risposta che Gesù dà alla donna, Egli ci rivela che è venuto per
rendere possibile all’uomo la vera adorazione di Dio, l’adorazione
“in spirito e verità”, anzi Gesù dice perfino che Dio “cerca tali
adoratori”.
Questo tema in vista dell’inizio del Natale è di massima
urgenza, perché Gesù è venuto perché potessimo adorare Dio
in “spirito e verità”, dove per spirito per l’evangelista non si
intende una realtà che si oppone al nostro corpo o qualcosa di
invisibile contrario da quello che tocca i nostri sensi.
Lo Spirito è la
stessa realtà divina
che ci rigenera
La Verità è la
nella nostra
rivelazione che Dio
umanità,
ha fatto di se stesso
sollevandoci dalla
nella storia, nella
nostra miseria e
persona di Gesù.
introducendoci in
un vero rapporto
con Dio.
“E il Verbo si fece
carne e venne ad
abitare in mezzo a
noi” (Gv 1,14 a).
Per questo l’adorazione
“in spirito e verità” si
esprime in modo
eminente nella
celebrazione eucaristica
e nel suo naturale
prolungamento, vale a
dire nel culto eucaristico
fuori della messa.
• “E noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito del
Padre, pieno di grazia e di
verità” (Gv 1,14b).


Veramente l’adorazione di
Dio conferisce all’uomo la
sua più alta dignità.
Benedetto XVI il 21.8.2005 alla
Conferenza Episcopale
tedesca, in occasione della
GMG di Colonia:
• “Padre Delp una volta ha
affermato che nulla è più
importante dell’adorazione.
Blaise Pascal:
• “L’uomo supera infinitamente l’uomo”.
Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, nella parte introduttiva
sulla
• “gioia che si rinnova e si comunica”
Riprende questo concetto di Pascal dicendo che:
• “Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando
permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro
essere più vero”.
Continua papa Francesco dicendo che
• “lì sta la sorgente dell’evangelizzazione”.………ma di questo argomento, del
rapporto quindi tra l’adorazione eucaristica e l’evangelizzazione, ne parleremo
un’altra volta.
www.opera-eucharistica.org
www.adorazioneperpetua.it
www.evangelizaciondigital.org
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