• • • • • • Ilula è una comunità, che racchiude trentasette villaggi. La popolazione vive di allevamento (polli, capre e maiali) e agricoltura (si produce grano, mais e canna da zucchero). La cultura della salute è estranea alla comunità. Si assiste ad un processo di emarginazione dei disabili e dei malati mentali, a causa di pregiudizi legati a tradizioni magiche ancora presenti nel Paese. Si registra un problema legato all’emergenza sanitaria: morte per HIV (l’80% della popolazione ne è affetta); donne per infezione post partum e bambini per malaria cerebrale. Presenti, inoltre, malattie legate alla scarsa accessibilità all’acqua (mancata igiene personale e degli ambienti precari) e malnutrizione. Si registra un’elevata presenza di bambini con piedi torti congeniti e paralisi cerebrali infantili. Non esistono strutture adatte per la cura e la diagnosi delle malattie ortopediche: a Ilula è presente solo un ospedale, specializzato in ostetricia. A Ilula è presente un dispensario, gestito da Mons. Filippo Mammano, sacerdote missionario della Diocesi di Nicosia, che lavora a Ilula da trent’anni. I progetti svolti dalla chiesa cattolica fino ad oggi sono prevalentemente educativi: creazione di una scuola di agraria; falegnameria; cucito; istruzione primaria dalla prima alla settima. Inoltre sono stati creati: - un centro di accoglienza per disabili e orfani, che accoglie minori tra i due e i quindici anni di età; - tre asili nelle comunità di Ikuvala, Vitonu e Ilula dove sono presenti 500 bambini. La gestione del centro di accoglienza è svolta da ragazzi, ex ospiti del centro. I progetti di Padre Filippo hanno dato lavoro a molti abitanti del posto: pulitori, cuochi, assistenti per disabili e bambini orfani, guardiani, falegnami, muratori, imbianchini. Le scuole di formazione lavoro rilasciano un attestato riconosciuto a livello nazionale. Vicino al centro di accoglienza è stato costruito “Il villaggio della gioia” dove sono presenti un centro di fisioterapia ed una palestra e dove sono partiti alcuni primi progetti di riabilitazione motoria. Nello specifico, durante il mese di agosto del 2008 è stata svolta dal sottoscritto una iniziale opera di sensibilizzazione e formazione sulle principali tecniche riabilitative e sulla cura in generale; un periodo che si è rivelato di fondamentale importanza al fine di raccogliere quante più informazioni possibili riguardo la frequenza e il conseguente bisogno di cura delle patologie ortopediche endemiche. Il periodo trascorso nel villaggio di Ilula è stato altresì utile per comprendere quali siano le difficoltà di realizzazione di un progetto di formazione in tecniche riabilitative, quali siano le reali necessità in fatto di cura della comunità locale e per insegnare ad una terapista locale alcune semplici metodiche di diagnosi e trattamento. Un’opera iniziata per la formazione di una sola persona ma che sarà sviluppata in maniera più approfondita dal sottoscritto, in lingua swahili, nei mesi di luglio, agosto e settembre 2009 e rivolta ad un numero più consistente di operatori locali, i quali, a loro volta, saranno allo stesso tempo i terapisti e i formatori in terapia della riabilitazione negli anni a venire in quel di Ilula. Padre Filippo, responsabile della missione di Ilula scrive così sul suo sito: “A proposito dei disabili, aumentano i bambini che dai villaggi vicini vengono a fare gli esercizi di fisioterapia per correggere certi difetti presenti dalla nascita. Questo è segno che il nostro lavoro di sensibilizzazione nell’ambito delle famiglie incomincia a portare frutti e cambiare la mentalità fatalista presente nell’ambiente riguardo a certi difetti fisici. Speriamo che al più presto coloro che si stanno preparando per l’assistenza ai disabili possano rendersi disponibili in modo che facciamo questo spostamento dalla missione al Villaggio della gioia o villaggio San Felice. Siamo molto grati a tutti gli amici che da diverse parti d’Italia vengono per vivere con noi un breve periodo (un mese, due mesi) della loro vita per aiutare i nostri bambini. Inoltriamo l’invito a tutti coloro che con amore vogliono venirci a trovare per condividere la nostra vita e fare un’esperienza di vero amore di donazione ai fratelli” (lettera di Padre Filippo, pubblicata sul sito www.ilulamission.splinder.com). • Promuovere e sviluppare la cultura della salute, dell’igiene di vita e della cura nella comunità di Ilula. • Sensibilizzare la comunità e le famiglie riguardo la possibilità di risolvere determinate problematiche di carattere fisico, scoraggiando conseguentemente l’abbandono della persona disabile. • Garantire la possibilità di accesso alla cura. • Sono previste lezioni una volta al giorno, preferibilmente al mattino (per motivi di luce) con la durata di 5 ore. • Il corso si struttura in due fasi: • 1) la prima teorica con lezioni di anatomia umana, della fisiologia, diagnostica differenziale e tecniche riabilitative; • 2) la seconda pratica d’insegnamento delle materie tecniche di riabilitazione motoria e di confezione dei gessi (apparecchi gessati e di contenzione). • Metodologia: è previsto l’utilizzo di cartelloni, immagini e dispense tradotte in lingua swahili. • Formazione su trattamento della patologia del “piede torto”, relativamente alla fase del gesso e post gesso. • Trattamento dei traumatismi (fratture, affezioni di carattere ortopedico, ecc.). • Il corso di formazione in tecniche di riabilitazione in ambito ortopedico sarà svolto da un fisioterapista ed è rivolto a quattro persone della comunità locale, tra cui una persona già impegnata nella cura dei disabili. • Il materiale previsto per la formazione e per il trattamento di riabilitazione comprende: • • • • • • • • • • • • cartelloni, dispense, gessi, sega oscillante per gessi, bende, pinze per rimozione, elettrostimolatore, guanti in lattice monouso, ortesi e sussidi (protesi, tutori, apparecchiature ortopediche,ecc.), quaderni, penne biro, lavagna magnetica.