Sviluppo, crescita, progresso: una serie interminabile di illusioni? Formazione volontari CMD 17 marzo 2012 Osserviamo e riflettiamo Carta di Arno Peters IL CONCETTO DI SVILUPPO: ’ dopo 50 anni di storia • Concetto nato nel 1949 dal discorso del presidente degli Stati Uniti Truman • Divisione del mondo in paesi del Nord e paesi del Sud, ovvero paesi sviluppati e paesi sottosviluppati • Visto inizialmente come aiuto che i paesi del Nord avrebbero dato ai paesi del Sud per raggiungere uno sviluppo economico • Teorie economiche: sviluppo = crescita • Nascita dello sviluppismo, secondo il quale è possibile ottenere la prosperità materiale per tutti Lo sviluppo in teoria e ... in pratica • Nella letteratura lo sviluppo viene definito come “la realizzazione dei desideri e delle aspirazioni di tutti e di ciascuno, al di là del contesto storico, economico, sociale e culturale” • Una condizione del genere non si è mai verificata in nessuna parte del mondo • Lo sviluppo reale pare piuttosto un processo che porta a mercificare i rapporti tra gli uomini e tra questi e la natura. Troppo spesso sviluppo ha coinciso con occidentalizzazione del mondo. Nascita di “nuovi sviluppi” Hunger MAP 1 billion people live in chronic hunger C’è qualcosa che non va……. Sviluppo lotta alla povertà Ma è stato ed è davvero così? Conseguenze “raccapriccianti” dopo 50 anni di sviluppo 1,1 miliardi di persone vive con meno di 1$ al giorno 2,8 miliardi di persone vive con meno di 2$ al giorno Dei 4,5 miliardi di persone nei Pvs, 2,7 miliardi non dispone di infrastrutture essenziali 968 milioni sono prive di accesso a fonti di acqua pulita 2,4 miliardi di individui sono privi di accesso ai servizi sanitari di base Disuguaglianze in via di sviluppo Le tre persone più ricche del mondo dispongono di un patrimonio superiore al PIL totale dei 48 paesi più poveri Il patrimonio delle 15 persone più ricche del mondo è superiore al PIL di tutta l’Africa Subsahariana Il patrimonio delle 32 persone più ricche del mondo è superiore al PIL dell’Asia del sud Il patrimonio delle 84 persone più ricche del mondo supera il PIL della Cina con il suo miliardo e mezzo di abitanti Contraddizioni reali • Lo sviluppismo si basa essenzialmente sulla teoria del trickle down effect (effetto sgocciolamento) in base alla quale la ricchezza arriverebbe goccia a goccia anche agli strati poveri della popolazione Andiamo a vedere i paradossi del ragionamento sviluppista … IL PARADOSSO DELLA CREAZIONE DEI BISOGNI • È attraverso la creazione di tensioni psicologiche e di frustrazioni che lo sviluppo e la crescita economica pretendono di soddisfare i bisogni fondamentali dell’umanità • L’economia quasi non può realizzarsi se non appoggiandosi necessariamente sulla povertà • L’immaginario economico inventa la scarsità di sana pianta e, per di più, la povertà stessa diventa una condizione di crescita: niente crescita senza bisogni e niente rimedio alla povertà senza affondare la popolazione nella miseria IL PARADOSSO ECOLOGICO DELLA CRESCITA • L’ossessione del PIL (Prodotto Interno Lordo)fa sì che vengano considerate positive TUTTE le produzioni e tutte le spese (comprese le produzioni nocive o addirittura distruttive) • Si continua a produrre qualsiasi cosa, anche a prezzi elevati, senza tenere conto del fatto che man mano che passa il tempo aumentano anche i costi per far fronte all’inquinamento ambientale • Non esiste altro sviluppo oltre quello realmente esistente • Lo sviluppo realmente esistente è il saccheggio senza limiti della natura, è l’occidentalizzazione del mondo e l’omologazione del pianeta, è il genocidio di tutte le culture differenti • Lo sviluppo e la mondializzazione sono macchine per affamare i popoli: prima degli anni ’70 in Africa le popolazioni erano “povere” rispetto ai criteri occidentali, nel senso che disponevano di pochi beni manufatti, ma nessuno, in tempi normali, moriva di fame. Dopo 50 anni di sviluppo la morte per fame è la norma. Alcune risposte allo sviluppo: • Cooperazione Internazionale • Decrescita • Localismo Politica di Cooperazione allo Sviluppo Ogni forma di intervento volto ad incidere nella sostanza non solo nei rapporti a livello internazionale fra il Nord e Sud ma anche nelle strutture economiche e sociali delle stesse aree arretrate. Processo politico sistematico e strutturale Decrescita • Rinunciare all’immaginario economico, cioè alla credenza che “di più” è uguale a “meglio” • Uscire dall’ottica della necessità dei bisogni socialmente costruiti • Bisogna mettere in discussione il dominio dell’economia sulla vita, ma soprattutto il dominio dell’economia sulle nostre teste • La decrescita ha come obiettivo quello di segnare il fondamentale abbandono del perseguimento della crescita per la crescita LOCALISMO • È necessario rivitalizzare l’humus locale sia nel Nord che nel Sud del mondo perché anche in un mondo globalizzato si vive localmente • Evitare che il “glocale” serva da alibi al proseguimento della desertificazione del tessuto sociale • In quei paesi esclusi dall’economia mondiale è riuscita a nascere un’altra economia (cosiddetta economia informale): i “naufraghi dello sviluppo” producono e riproducono la loro vita, al di fuori del circuito ufficiale, attraverso strategie relazionali ALCUNE CONCLUSIONI • I vari tipi di sviluppi “moderni” che ci hanno presentato dopo la crisi della cooperazione, altro non sono che un abbellimento linguistico • Gli “addetti ai lavori” continuano a prediligere uno sviluppo economico, dunque una mera crescita che produca semplicemente altra crescita • Forse la soluzione di tutto sta nel tornare al significato di “sviluppo”, senza tanti giri di parole, senza voler nascondere quelli che sono i limiti e i problemi dei Paesi in Via di Sviluppo Contraddizioni e punti interrogativi Quali prospettive per lo Sviluppo? Bisogna rinunciare a questa missione? Vale la pena di essere promotori di iniziative di aiuto ai Paesi Poveri? C’è un divario fra iniziative prese in nome dei poveri e ciò che questi pensano si dovrebbe fare?