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Le scuole del nostro territorio sono chiamate ad accogliere una presenza sempre
più numerosa di alunni stranieri. Essi provengono da nazionalità diverse, con
differenze culturali e sociali notevoli, con storie e vissuti a volte molto complessi. In
una realtà multiculturale quale è la nostra, compito degli insegnanti è di
promuovere l’educazione interculturale e i processi che mirano alla piena
integrazione degli alunni stranieri operando nella concretezza quotidiana delle
situazioni per incontrare, conoscere, comprendere, accettare e rispettare le
diversità.
La diversità deve essere intesa come risorsa, arricchimento, straordinaria
opportunità di scambio, cooperazione e stimolo alla crescita personale di ciascuno.
L’educazione interculturale nasce dall’incontro consapevole di soggetti e identità
culturali differenti che si muovono insieme verso la costruzione di una nuova
convivenza civile.
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• Nel nostro Istituto sono presenti bambini provenienti dall’
Albania, dalla Romania e dall’Isola di Mauritius. Alla loro
integrazione e all’arricchimento culturale che ne determina
per gli altri alunni dell’Istituto, si è orientata l’azione
progettuale dei Docenti e degli Esperti. È stata presa in analisi
la letteratura di questi paesi, con particolare attenzione alle
“fiabe”, risorsa inesauribile dal punto di vista educativo, per
poi approdare alla conoscenza di questi paesi dal punto di
vista culturale, geografico, sociale, politico.
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La bandiera dell’Albania ha il
fondo rosso: al centro
campeggia un’aquila nera a
due teste che richiama l’eroe
Skanderberg che lottò
contro i Turchi che avevano
invaso la sua terra. L’aquila a
due teste era anche il
simbolo dell’Impero
Bizantino.
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DATI GEOGRAFICI
Nome ufficiale: RepubliKa e Shqiperisé
Superficie: 28.250 kmq
Popolazione: 3.134.000
Tasso di mortalità infantile: 28,3%
Aspettativa di vita:71 anni
Capitale: Tirana
Moneta: Nuovo Lek
Lingua: albanese e forme di dialetto
Religione: musulmana 70%, ortodossa
20%, cattolica 10%
Scolarizzazione Universitaria: 11,1% della
popolazione
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Territorio
L’ Albania è una piccola nazione, la cui superficie è vasta
circa un decimo di quella dell’Italia ed è situata nella parte
meridionale della penisola balcanica. L’Albania è bagnata
dal mar Adriatico e dal mar Ionio. Le sue coste
fronteggiano la Puglia e il canale d’Otranto, largo solo 80
km, la separa dall’Italia. A nord confina con il Montenegro,
a est con la Macedonia e a sua con la Grecia.
Il fiume Buna che si trova in territorio albanese è l’unico
fiume navigabile dei Balcani. Circa il 70% della superficie
albanese è coperto da montagne o da colline. Il territorio
albanese è prevalentemente montuoso e questo fattore
fisico ha ostacolato la comunicazione tra gli abitanti. Le
cime più alte di quelle che si definiscono Alpi albanesi
superano i 2500 metri.
Il clima sulla costa è mediterraneo, nell’interno, le estati
sono asciutte e calde mentre gli inverni sono freddi e
piovosi con punte di freddo intenso.
La popolazione attuale è di circa 3.134.000 abitanti. Quasi
altri 3.000.000 di albanesi vivono fuori della Repubblica di
Albania, nei Paesi limitrofi, come il Kosovo, il Montenegro
e la Serbia.
Ci sono, inoltre, comunità albanesi disseminate in diverse
parti del mondo: Grecia, Italia, Croazia, Romania, Francia,
Germania, Stati Uniti.
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Da molto tempo il villaggio ai piedi della montagna
era in balia del feroce Katallani e la vita di tutti i
suoi abitanti era in pericolo. Il tiranno, un gigante
vestito di pelli con dei lunghissimi capelli ispidi e
neri, era in grado di trasformare le persone in
animali, grazie ad una frusta magica che teneva
sempre con sé.
Molti ormai avevano fatto questa fine, persi nei
boschi fitti o lungo le rive del fiume e non erano
più tornati a casa. Katallani viveva nel suo palazzo
impenetrabile e aguzzo, posto sulla cima della
montagna di vetro,in compagnia di un terribile
falco che poteva vedere tutto a miglia di distanza.
L'uccello rapace si precipitava ogni giorno dall'alto
della montagna sul villaggio per rubare agnelli e
altri animali, seminando paura e terrore.
fallito?
Tutti gli uomini del villaggio a turno avevano
cercato di sconfiggere il mostro ed il suo falco ma
nessuno mai era tornato vincitore e molti erano
stati trasformati in animali.
Favola albanese
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Un giorno, dopo l'ennesimo furto, il ragazzo più piccolo del villaggio si fece avanti: "Padre
lascia che sia io a tentare di liberare il villaggio. Stanotte mi apposterò in mezzo al gregge e
aspetterò il falco. " A queste parole i suoi fratelli e i vicini si misero a ridere: "Ma come? Tu,
il pelato, il più piccolo e debole vuoi provare dove altri, molto più forti di te hanno
Il ragazzo era soprannominato il
Pelato perché non aveva i capelli
folti come gli altri e tutti lo
canzonavano per questo e per la
sua bassa statura. Anche il padre
era molto dubbioso, ma lo lasciò
provare. Venne la notte, il
ragazzo si nascose in mezzo al
gregge, rendendosi invisibile tra
la lana delle pecore. Così quando
all'alba arrivò il falco, riuscì ad
avvicinarsi senza essere visto e
gli strappò una piuma dalle ali. Il
falco si sollevò puntando verso il
palazzo ma il suo volo era
stentato e incerto: la sua forza
era ormai ridotta a causa della
piuma rubatagli dal ragazzo.
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Katallani si arrabbiò moltissimo e, per punire il ragazzo, rapì suo padre e i suoi fratelli, li legò
alla porta del palazzo e li trasformò in asini. Allora il piccolo Pelato si mise in cammino verso
il palazzo, deciso a liberare la sua famiglia. Portava con sé la piuma strappata al falco e un
po' di cibo. Dovette superare colline e montagne, dormire al gelo della notte e sopportare il
caldo del giorno.
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Lungo la strada incontrò un pastore che gli indicò la direzione e gli diede un sasso magico in
cambio di un po' di pane dicendogli:
"Se riuscirai ad avvicinarti a Katallani, prova a tirargli questo sasso mirando alla mano in cui tiene
la frusta magica." Più avanti si fermò a dissetarsi e a riposare ad una cascata. Mentre dormiva,
fece un sogno. La cascata divenne una bellissima donna che gli promise di aiutarlo nella sua
impresa e gli diede un flauto: "Ma attenzione " gli disse “Dovrai usarlo solo quando sarai in
presenza del gigante, dopo che l'avrai colpito con il sasso." Il ragazzo si svegliò ma la donna era
sparita e al suo posto c'era la cascata e lì vicino era posato un flauto, come quello del sogno.
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Dopo un altro pezzo di cammino il ragazzo arrivò al palazzo di Katallani, riconobbe i suoi
famigliari trasformati in asini e cercò di liberarli. Ma il cielo si oscurò e comparve il gigante con
il falco al suo fianco. “Restituisci la piuma che hai rubato" tuonò facendo tremare le montagne
e le foreste. Il ragazzo si avvicinò timoroso e appoggiò la piuma per terra. "E ora libera mio
padre e i miei fratelli!" Katallani si mise a ridere e fece per avvicinarsi minaccioso al ragazzo
ma questi lanciò il sasso magico contro la frusta che cadde nel precipizio
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Poi si mise a suonare il flauto ricevuto
in sogno e anche il gigante cadde nel
burrone insieme al falco. La magia
finì: il padre e i fratelli del Pelato,
tornati uomini lo abbracciarono. Tutti
gli uomini trasformati in animali
ripresero il loro aspetto e fecero
ritorno al villaggio.
Da quel giorno nessuno più prese in
giro il ragazzo che aveva liberato il
villaggio dal feroce gigante.
(da Voci del mondo in gioco, Carthusia editrice)
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Peperoni ripieni
Prendere una pentola media, versare
l'olio d'oliva, tagliare le cipolle in modo
fine, farle friggere poi aggiungere carne
macinata di manzo. Unire metà bicchiere
di riso, sale, pepe e un po’ di brodo per
far cuocere il riso.
A parte prendere due peperoni grossi,
lavarli, tagliarli a metà, metterli in una
teglia e riempirli con la miscela di carne e
riso, sistemare la rimanente parte intorno
ai peperoni, aggiungere un po’ d'acqua e
mettere i peperoni in forno a 180 gradi
per mezz'ora.
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La bandiera della Romania è un tricolore
composto da tre bande verticali uguali blu
(dalla parte dell'asta), gialla e rossa. I colori
risalgono a quando la Romania nacque
dall'unione tra la regione di Moldavia e
quella di Valacchia che già dal 1834 avevano
dei loro colori e stemmi. Quando si decise
l'unità nel 1848 i colori furono riuniti in
quella che oggi è l'attuale bandiera con tre
bande verticali di ispirazione francese.
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Dati geografici
ABITANTI: 23.000.000
CAPITALE: Bucarest.
LINGUA UFFICIALE: rumena.
RELIGIONE: ortodossa.
MONETA: leu nou.
FESTE UFFICIALI: 1-2 gennaio Capodanno; 2 giorni di
festapasquale ( si dipingono le uova e le donne in età da
marito si spruzzano il profumo); 1 maggio, festa nazionale; 2526 dicembre Natale.
PAESAGGIO: 31% montuoso ( Monti carpazi)
36% collinare
33% pianeggiante
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Il territorio
POSTI DA VISITARE : le montagne Fagaras e
Apuseni; il castello Bran ( dracula); il
castello Peles del primo re della
Romania; la chiesa nera; il monastero
Voronet, famoso per il suo colore
azzurro e tanti altri monumenti.
MONTAGNE: La cima più alta è il monte
Moldoveanu, alto 2.544 metri; nelle
foreste circostanti vivono l’orso bruno, il
lupo, il daino, la lince e il camoscio.
CLIMA: temperato continentale. La
primavera è mite con notti fresche e
giorni caldi; l’estate è calda e asciutta;
l’autunno è fresco; l’inverno è freddo,
soprattutto in montagna, nevica da
dicembre a metà marzo.
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C’era una volta un imperatore chiamato imperatore Rosso.
Era molto triste perché alcuni giganti avevano rubato il Sole e la Luna.
L’imperatore promise che avrebbe dato sua figlia in sposa a chi avesse
sconfitto i giganti e riportato il Sole e la luna; a chi non fosse riuscito
nell’impresa, sarebbe stata tagliata la testa.
Molti giovani non riuscirono nell’impresa e persero la vita.
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Finalmente si presentò un eroe molto conosciuto a quell’epoca di nome
Greuceano.
L’eroe ricevette dei poteri magici con i quali riuscì a sconfiggere i giganti,
tagliando loro la testa e a riportare il Sole e la Luna in cielo.
L’imperatore rosso lo ringraziò e mantenne la sua promessa: Greuceano
sposò sua figlia e i festeggiamenti durarono tre settimane
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Ingredienti
6/8 mele golg
250 gr di zucchero a velo
100 gr di burro
4 uova
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di olio di semi
6 cucchiai di farina 00
4 cucchiai d acqua
1 pizzico di sale
Preparazione
Sbucciate le mele, privatele del torsolo facendo un buchino al centro, fate sciogliere lo zucchero a
velo a fuoco lento su uno stampo da forno a bordo alto, appena sciolto posizionare le mele all
interno cercando di rivestirle con lo zucchero sciolto e fate cuocere una decina di min. Mettere un
po di burro e marmellata all interno dei buchini delle mele. In una terrina sbattere i tuorli con 2
cucchiai di zucchero, aggiungere la farina, l olio, il sale, il burro rimasto fuso, 4 cucchiai di acqua
mezza bustina di lievito e per ultimi gli albumi montati a neve. Amalgamate tutto e versate il
composto nello stampo sopra le mele, cuocete a forno caldo per una mezz oretta. Appena cotta si
può spolverare di zucchero a velo o essere decorata con la panna.
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La bandiera di Mauritius è
stata adottata nel 1968. La
bandiera è composta da
quattro bande orizzontali;
dall'alto verso il basso i
colori sono rosso, blu, giallo
e verde.
I colori della bandiera di
Mauritius simboleggiano le
diverse religioni presenti
sull'isola. La banda rossa
rappresenta gli indù; il blu i
cristiani, il giallo i tamil e il
verde i musulmani.
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Dati geografici
Nome ufficiale: Republic of
Mauritius
République de Maurice
Continente: Africa
Lingue ufficiali:inglese, francese,
Morisyen
Capitale: Port Louis
(135.371 ab. / 1996)
Forma di governo: Repubblica
Superficie totale: Kmq1.860
Popolazione Totale: 1.261.643 ab.
Moneta: Rupia mauriziana
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•
Il territorio
Mauritius fa parte delle Isole Mascarene, un arcipelago
di origine vulcanica che potrebbe appartenere a una
catena sommersa che comprende anche le Seychelles e
Réunion.
•
L'isola è caratterizzata da un altopiano centrale che ha il
suo punto più alto nel sudovest a Piton de la Petite
Rivière Noire, 828 m s.l.m. Verso nord, l'altopiano
degrada dolcemente; verso sud, invece, la discesa verso
la costa è ripida.
•
Mauritius è nota per la sua eccezionale bellezza
naturalistica. Nel suo diario di viaggio Following the
Equator, Mark Twain annotò che "si ha l'impressione
che sia stata creata prima Mauritius e poi il paradiso, e
che il paradiso sia stato copiato da Mauritius". È
circondata dalla barriera corallina, che ha prodotto nel
tempo la sabbia bianca delle spiagge.
•
Le terre colorate
Charmel si trova al centro dell’isola, sul versante sudoccidentale. Le morbide ondulazioni del terreno
presentano un ampio spettro di colori che vanno dal
giallo al viola, a seconda dell'incidenza dei raggi solari.
Dato il carattere vulcanico dell'isola, le terre colorate
sono probabilmente dovute alle rocce vulcaniche
raffreddatesi a diverse temperature e trasformatesi, nel
corso degli anni, nelle attuali sabbie colorate.
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• Idrografia
Il fiume più lungo dell'isola è il grande
rivière sud-est lungo 39,4 km.
• Clima
Il clima dell'isola è tropicale, con venti
che soffiano da sudest; l'inverno,
caldo e secco, è da maggio a
novembre; l'estate è calda e umida. Il
fenomeno dei cicloni è piuttosto
frequente da novembre ad aprile.
• La più grande città dell'isola è la
capitale, Port Louis, situata nel
nordovest. Altre città importanti sono
Curepipe, Vacoas, Phoenix, Quatre
Borners , Goodlands , Rose Hill e Beau
Bassin.
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Tanto ma tanto tempo fa, nel paese di
Mauritius c’ era un re che aveva una gran
vasca .
Là dentro lui faceva il bagno tutte le
mattine , per il motivo che il dottore gliel’
aveva ordinato.
Ecco che giorno arriva alla riva della vasca :
l’acqua è sporca!
Non è possibile fare il bagno .
Il re chiama il guardiano e gli fa una
predica.
Il giorno dopo, l’acqua è ancora sporca; il
terzo giorno l’acqua è ancora sporca.
Il re prende il guardiano per il collo, lo
scrolla, e gli dice:
“Ehi tu figlio di un cane , vuoi che io mi
pigli la rogna in quell’ acqua lì ?
Se domani la vasca non è pulita vedrai se
non ti gonfio !”
Il guardiano ha paura.
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Venuta sera, prende il fucile e si nasconde tra le foglie ai bordi della vasca; la notte era nera, non c’era la luna.
Quando il cannone spara , sente venire qualcuno : tic, tic, tic: era una lepre !
Prima che il guardiano abbia il tempo di alzare il fucile, la lepre viene diritto da lui e gli dice: <<Buon giorno, buon
giorno, guardiano!Come sono contento di trovarti !
Era proprio tanto tempo che cercavo di incontrarti, perché ho qualcosa di veramente buono da darti .
Assaggia questo miele che mia figlia mi ha mandato da Trois Ilòts! Poi mi dirai se hai già provato del miele come
questo, o no>>.
Il guardiano prende la zucca e manda giù una golata:
<<E’ proprio vero! Che sapore!>>
Il guardiano resta attaccato alla zucca, la vuota.
Ma non so che specie d’ erbe ci avesse mischiato la lepre a quel miele : il guardiano non ha neppure il tempo di
allungarsi sul bordo della vasca che il sonno lo prende, e russa. La lepre ride, si toglie i vestiti e salta nella vasca.
Quella lepre e la malizia erano la stessa cosa. Quando ne ha abbastanza, esce dalla vasca, rompe un lungo bastone,
rimesta il fango e fa diventare la vasca come una tazza di cioccolato. E poi se ne va.
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Di mattina, prestissimo, arriva il re. Gli basta un’ occhiata all’acqua: se non e rabbia quella non so
che cosa sia! Il guardiano era ancora addormentato in riva all’ acqua. Il re acchiappa quel bastone
che la lepre aveva usato per smuovere l’acqua e salta addosso al guardiano, lo pesta, lo gonfia,
mamma mia! Il guardiano ci mette poco ad alzarsi, gli spuntano le ali, a momenti vola ; si rifugia
nel bosco e non si e mai visto tornare. Il re fa suonare la tromba: - si richiede un guardiano per
sorvegliare una vasca, otto piastre al mese, mezza balla di riso acquisto vivere allo spaccio. Ma nel
caso che il guardiano lì lasci che qualcuno rimescoli l’acqua della vasca, gli tagliamo il collo.
Gli animali sentendo gridare così, hanno tutti paura ; nessuno si presenta a far domanda per quel
posto. Il gallo ha paura, il cane a paura, l’oca a paura. Passarono tre giorni. La lepre va a fare il
bagno, e rimescola l’acqua. Il re non riesce a decidere cosa fare. Il corpo gli incomincia a prudere
forte; da sette giorni non ha potuto fare il bagno. Il quarto giorno l’ufficiale del re gli viene a dire
che c’è là qualcuno che fa domanda per il posto di guardiano della vasca; il re dice: fallo entrare.
Era una tartaruga da niente. Il re la guarda, e comincia ad arrabbiarsi: saresti tu quella che
impedirà alla gente di sporcarmi l’acqua?
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“ Sì, mio Re. Sono proprio io.”
“Conosci le condizioni: se l’acqua è torbida io ti faccio saltare la testa dal collo”
Sì , mio re, conosco le condizioni;e anzi dato che la carne di tartaruga è buona da mangiare, con me avrai la
possibilità di farti un buon curry. Ma non credo mica che mi potrai assaggiare per questa volta; sarà meglio che
tu dica al cuoco di spiumare una bella gallina”.
“Va bè, comare, domani mattina vedremo. Prendi servizio stasera”.
La tartaruga esce. Va da una sua amica e si fa impiastrare dappertutto col catrame. Quando il sole tramonta essa
arriva ai bordi della vasca e si nasconde sul sentiero dove dovrà passare la lepre, e aspetta.
Tic, Tic,Tic, la lepre viene. La lepre trova qualcosa di nero in mezzo al sentiero, si ferma e guarda. La tartaruga
aveva ritirato la testa sotto il guscio: niente si muove. Tic, Tic, Tic, la lepre si avvicina piano piano: niente si
muove. La lepre pensa; gira ,rigira lì intorno, guarda e riguarda: per un bel po’ resta tranquilla, tranquilla; la
tartaruga è come un sasso.
Questa volta il cuore della lepre smette di battere forte; non ha più paura e dice: “Allora questo è proprio un
sasso! Adesso lo vedo. Ehi voi! Questo re è proprio un brav’uomo. Di sicuro questo è un panchetto che lui ha
ordinato al suo servitore di portare in riva alla vasca perché io possa sedermi nel levarmi i calzoni per andare a
fare il bagno nella sua acqua”.
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La lepre ride e si siede sul sasso. Il sasso , chiamiamolo così, si muove un pochetto. La lepre se ne accorge e
dice : “Ecco in che modo i servitori lavorano alle Mauritius! Si sono dimenticati di fissare la mia poltrona”.
E subito vorrebbe scendere per mettere un fermo al suo panchetto: ma non c’è mezzo di muoversi. E’ rimasta
attaccata al catrame. La tartaruga mette allora fuori la testa dal guscio:
“Cosa ti credi, compare?Io per me credo che tu questa volta sia rimasto preso”.
La lepre ci resta secca. Ma deve pur cercare di salvarsi la pelle, e dice alla tartaruga:
“ Ehi tu comare, vuoi scherzare con me, eh? Guarda, te lo dico in bel modo: lasciami andare, lasciami andare
ti dico; non farmi arrabbiare”.
La tartaruga aveva già cominciato a muoversi per portare la lepre dal re, e dice soltanto: <<Se ti fa piacere ,
parla pure, se questo ti da sollievo>>. <<Una volta, due volte! Non vuoi lasciarmi andare? >>. BAM! La lepre le
allunga un colpo con la zampa di dietro: la zampa s’incolla . BAM! Anche l’altra zampa resta attaccata . La
tartaruga non se ne preoccupa, continua a camminare e segue la sua strada. La lepre le dice : << ehi , tu! Io
con le zampe davanti sono più forte, sai? Stammi a sentire : lasciami andare di buona voglia>>.La tartaruga
cammina e non risponde. BUM!un colpo della zampa sinistra. BUM! Un colpo della zampa destra. Incollata,
incollata!
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Ecco la lepre con le quattro zampe appiccicate come un maiale che i cinesi portano al
mercato . Ma il povero disgraziato deve provarci ancora. Fa lo sbruffone con la tartaruga e
le dice: << sentimi bene: parlo per l’ultima volta. Tutta la mia forza è nella testa, è come un
martello di ferro . Se io ti do un colpo sopra , ti schiaccio come una papaia matura.
Lasciami andare, lasciami andare ti dico>>. La tartaruga cammina , e non dice parola. La
lepre alza la testa più che può, raccoglie tutta la sua forza e picchia un colpo. BUM! La
testa s’incolla eccoli arrivati dal re. La tartaruga ride , la lepre piange. Quando il re vede la
lepre così incollata sopra la tartaruga,rabbia o non rabbia è obbligato a ridere.
La tartaruga gli dice:<<Eccolo qua, mio re . Non sarà tartaruga che mangerai per pranzo ,
ma mangerai lepre. Se la fai cuocere col vino e molto buona>> . Il re tira fuori la sciabola ,
fa saltar via la testa della lepre e la manda in cucina. Poi chiama il suo servitore:<< ehi,
tu! Io vado a fare il bagno. Vieni a fregarmi la schiena nell’acqua . Sono tutto sporco, sì!>>.
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Ingredienti:
1Kg. cosce di pollo; 1/2 tazza dio latte di cocco; 5
pomodori mondati; 2 spicchi di aglio; 4 cucchiai di
curry; 2 cm di zenzero; 1 cucchiaio di curcuma; 2
cucchiai di Garam Masala; 200 ml di brodo di pollo;
1 mazzo di coriandolo fresco; 3 cucchiai di olio di
semi.
Preparazione:
fare scaldare una padella con dell'olio. Marinate il
pollo con il curry, il masala, il curcuma, sale e pepe;
far saltare a fuoco vivo il pollo, togliendolo una volta
rosolato. In una pentola rosolare le cipolle tritate in
un po' d'olio, aggiungere lo zenzero e l'aglio tritati, il
pomodoro e il coriandolo. Bagnare con il brodo di
pollo e il latte di cocco. Versare il pollo e lasciar
cuocere per qualche minuto fino a cottura ultimata.
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