Adorare nel giorno di
Pasqua
Don Roberto Pedrini
Con questo
vangelo, si
prolunga il brano
della passione
secondo Matteo,
dopo tutto il
passaggio di
situazioni diverse
davanti alla croce
del Figlio di Dio.
Lettura di Matteo 28,1-10
Prima di tutto, Mt ci fa
vedere l’importanza della
risurrezione con espressioni
che fanno pensare a una
teofania, cioè a una
rivelazione di Dio;
l’aveva già fatto nel
racconto della
passione,
• “il velo del tempio si
squarciò in due……l
• a terra tremò,
• le rocce si spezzarono,
• i sepolcri si aprirono e
molti corpi di santi, che
erano morti,
risuscitarono” (27,52).
Anche il racconto con il quale
abbiamo iniziato il nostro incontro,
ha caratteri particolari, se lo si
paragona con gli altri vangeli.
Caratteri particolari
Il testo di stasera parla di un altro terremoto, di
domenica stavolta, dopo quello del venerdì:
“Ed ecco, vi fu un gran terremoto.
Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si
avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa (è
Dio/l’angelo la causa del terremoto, chissà cosa avrà
pensato la protezione civile di allora, con due terremoti
nel giro di tre giorni!). Il suo aspetto era come la folgore
(il fulmine) e il suo vestito bianco come neve” (vv 2 e 3).
Così l’apostolo ed evangelista Mt esprime
l’importanza straordinaria della risurrezione
di Gesù, che segna, unita alla croce, l’inizio
di una nuova creazione.
Dall’altra parte Mt non mostra Gesù nel
momento in cui esce dal sepolcro,
quando molti artisti presentano la
risurrezione con Gesù che esce
vittorioso, con le guardie che non sanno
come reagire o non reagiscono affatto,
• “Risurrezione” di Piero della Francesca (1463),
civico di Sansepolcro (Ar),
In realtà Mt ci vuole dire che la risurrezione è un evento misterioso
che non si può constatare in modo scientifico, è qualcosa di straordinario, perché è un passaggio da un modo di esistenza a un altro
completamente diverso!
l’inizio di una nuova creazione
La potenza di Dio/Gesù nella risurrezione è così
grande, che le guardie, “per lo spavento che
ebbero di lui (dell’angelo), furono scosse e
rimasero come morte” (v 4): chi si permette di
bloccare la vita/Gesù viene in automatico
schiacciato dalla Vita stessa perché non è stata
accolta!
Non è un caso che le donne (proprio loro che
sanno cosa vuol dire accogliere la vita), trovino
qui la loro giusta collocazione! Anzi, loro
vengono proprio in questo preciso momento a
visitare il sepolcro e l’angelo parla con loro: ”Voi
non abbiate paura! So che cercate Gesù, il
crocifisso”(v.5); a conferma di quanto dicevamo
prima, devono avere paura le guardie che
vogliono opporsi alla risurrezione, non le donne!
Potranno rimanere impressionate da questo
evento sconvolgente, senza paura, perché si
tratta di un evento positivo!
La potenza de Dio/Gesú
Così viene proclamata la risurrezione; Gesù non
è più nella tomba che è rimasta vuota, è risorto:
“Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto;
venite, guardate il luogo dove era stato
deposto”(v.6); l’angelo invita le donne a
constatare il fatto che Gesù è glorificato nella vita
ultraterrena.
Gesù è stato amato con fedeltà dalle sue
discepole, rimaste vicine anche nel giorno della
sepoltura; poi l’incontro tre giorni dopo con
l’angelo dove erano convinte di non sognare,
vicine a Gesù visitando il suo sepolcro la mattina
dopo il sabato e Gesù ricompensa questa loro
generosità con l’apparizione di Lui stesso!
Non è qui
Poi l’angelo dà alle donne una missione, di dire ai
discepoli che è risorto e che li precede in Galilea dove lo
vedranno, infatti Gesù aveva predetto ai discepoli che li
avrebbe preceduti in Galilea;……e le donne corrono “con
timore e gioia grande” (v.8), perché è la vittoria definitiva
di Gesù sul male e sulla morte; poi le donne fanno un
altro incontro, questa volta con Gesù stesso: la prima
apparizione del Risorto è riservata alle donne; tutti i
vangeli sono d’accordo su questo punto!
• Questo Gesù risorto è un
uomo vivo che a tutti gli effetti
parla, ha dei piedi poggiati per
terra a conferma che è proprio
vivo, le donne lo capiscono e
gli abbracciano proprio i piedi
facendo l’adorazione
eucaristica, perché la sua
risurrezione manifesta la sua
divinità.
• Poi, attenzione, perché il
Risorto ripete le stesse
parole dell’angelo:
“andate ad annunciare ai
miei fratelli che vadano
in Galilea: là mi
vedranno”(v.10).
• Queste parole di Gesù sono
parole di trionfo e parole che
annunciano un’altra missione,
perché in Galilea il Risorto, agli
undici, darà la missione di
ammaestrare tutte le nazioni:
“ammaestrate (= fate discepole)
tutte le nazioni battezzandole nel
nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo insegnando
loro ad osservare tutto ciò che vi
ho comandato.
Ecco, io sono con
voi tutti i giorni, fino
alla fine del mondo”
(Mt 28, 16-20).
Così la risurrezione non è
soltanto una consolazione
dopo una grande prova di
dolore, ma ha un aspetto
molto dinamico, l’inizio di un
cambiamento di tutte le
nazioni, di tutto il mondo.
Gesù risorto vuole comunicare
il Suo amore a tutta la
creazione, vincendo il male in
tutti i cuori e soprattutto dare a
tutti l’immensa gioia (“gioia
grande” al v.8) di essere in una
relazione di alleanza con Dio e
di comunione con i fratelli.
L´immensa gioia
Allora non è un elemento secondario
quello che lega l’adorazione delle
donne a Gesù risorto, unita
all’abbraccio dei suoi piedi; “ed esse si
avvicinarono, gli abbracciarono i piedi
e lo adorarono” (v.9).
I piedi nella loro giusta posizione dicono
che il Risorto non ha più la posizione del
morto, al quale non servono i piedi, visto
che i piedi sorreggono un peso di un
corpo vivo; i piedi dicono che Gesù
Risorto cammina; i piedi di Gesù sono
indispensabili per tutto il dinamismo che
dicevamo poc’anzi:
la direzione dei piedi di Gesù è
data dall’adorazione delle
donne.
Ancora meglio: per mezzo
dell’adorazione, il camminare delle donne
verso i fratelli, per dire loro che vadano in
Galilea, coincide con il camminare di
Gesù! C’è qui un‘adorazione che indica la
traiettoria/la linea giusta da seguire.

Una teologa ha detto che
l’angelo che appare alle
donne è messaggero di
Gesù Risorto e quindi
nell’angelo c’è già
un’apparizione anticipata
del Risorto e, mi sentirei di
aggiungere, non è un caso
che sia l’angelo che il
Risorto dicano le stesse
cose in riferimento ai
fratelli che devono
raggiungere la Galilea).

Insomma questa
adorazione nel giorno di
Pasqua è proprio una cosa
seria, a tal punto da
acquistare un significato
tutto particolare.
Il lunedì dell’Angelo di quest’anno
Alla luce di questo vangelo capiamo i punti
essenziali dell’intervento tenuto dall’allora
cardinale Bergoglio in occasione delle
Congregazioni generali che hanno preceduto
il conclave, in cui è stato eletto pontefice,
punti che sono spesso ripetuti nel suo
magistero: il testo per intero è stato
pubblicato sull’Osservatore Romano di
giovedì 28.3.2013:
Punti essenziali
“Si è fatto riferimento all’evangelizzazione. E’ la ragion d’essere della
Chiesa. “La dolce e confortante gioia di evangelizzare” (Paolo VI).
E’ lo stesso Gesù Cristo che, da dentro, ci spinge.
• 1) Evangelizzare implica zelo apostolico.
• 2) Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diviene
autoreferenziale e allora si ammala (si pensi alla donna curva su se stessa del
vangelo)……Però a volte penso che Gesù bussi da dentro, perché lo lasciamo
uscire.
• 3) La Chiesa, quando è autoreferenziale, senza rendersene conto, crede di avere
luce propria.
• 4) Pensando al prossimo Papa: un uomo che, attraverso la contemplazione di Gesù
Cristo e l’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le
periferie esistenziali, che la aiuti a essere la madre feconda che vive “della dolce e
confortante gioia dell’evangelizzare” (Paolo VI)”
…….attraverso l’adorazione! Vuol dire che
l’adorazione non è mai un optional ma una priorità, in
quanto là dove manca si spegne automaticamente
tutto il dinamismo del Risorto che vuole arrivare a
tutta l’umanità per portare vita! Senza ombra di
dubbio, quindi, là dove non c’è adorazione, si spegne
l’interruttore della vita per dare spazio solo alla morte!
L’adorazione non è mai un optional ma
una priorità
Prendere i piedi
adorabili del Risorto
significa lasciarsi
trainare nella giusta
direzione della Vita?
Quando, al
contrario, manca
l’adorazione, i piedi
del Risorto non si
possono afferrare e
di conseguenza si
cade invischiati
inevitabilmente nei
tentacoli del male.
Chi non adora Gesù
non crede che Gesù è
Dio;
non credendo che
Gesù è Dio non
crede che Lui è vita,
non crede nella vita
e quindi nella
Pasqua
escludendosi
totalmente da tutto il
dinamismo di vita
nuova che la
Pasqua immette!
Il compendio della
Chiesa Cattolica dice
al n.131 che “la
risurrezione è il
culmine
dell’Incarnazione e che
conferma la divinità di
Cristo”;
al n. 128 si dice
che “la
risurrezione è
l’entrata
dell’umanità di
Cristo nella gloria
di Dio”,
per cui non esiste
giorno più adatto per
l’adorazione del giorno
di Pasqua come
insegnano le donne,
essendo tra l’altro
l’eucaristia, “la
prova eminente
della risurrezione
di Gesù”
(S.Giovanni Paolo II).
Ricordate che abbiamo detto che.
• “Quando non si adora
Dio, il Signore, si
diventa adoratori del
male, come lo sono
coloro i quali vivono di
malaffare e di violenza”:
Sono queste le parole di
papa Francesco pronunciate
il 21 giugno scorso sulla
spianata di Marina di Sibari.
Conclusione della visita a Cassano
all’Ionio.
Una cosa ancora sul rapporto
Risurrezione e comunità, perché nel
vangelo di stasera il Risorto, a partire
dai suoi fratelli (la chiesa gerarchica)
vuole arrivare a tutta l’umanità, l’orbe
cattolico.
• Ma ciò che più importa è che occorre prendere nota del
rapporto stretto tra Gesù Risorto e la comunità.
Spesso, per non dire sempre, si parla di
comunità senza alcun riferimento alla
risurrezione e in tal modo ognuno si fa
la sua idea di comunità, ma in realtà le
cose non vanno così.
Papa Francesco in un’omelia a S. Marta
dello scorso aprile (vedi Osservatore
Romano di mercoledì 30 aprile 2014) ha
invitato a chiedersi se la comunità
cristiana “dà testimonianza della
risurrezione di Gesù Cristo:
• Questa parrocchia, questa comunità, questa diocesi
crede davvero che Gesù Cristo è risorto?”. Nel caso in cui
la risposta non è esplicita e decisa, “il cuore forse è
lontano” da questa certezza. Bisogna invece “dare
testimonianza che Gesù è vivo, fra noi”: solo così si può
verificare come va una comunità.
Arrivare a tutta l’umanità
Forse è il caso di recuperare il
concetto di vera comunità proprio
quando si partecipa all’eucaristia
e non quando si è fuori da essa,
come invece tanti addetti ai lavori
hanno l’abitudine di fare, creando
solo confusione.
E’ la liturgia della Chiesa, colonna e
sostegno della verità
(1 Tm 3,15), che ci fa capire questo:
• “Guarda (Padre) con amore e riconosci
nell’offerta della tua Chiesa la vittima immolata
per la nostra redenzione; e a noi, che ci nutriamo
del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la
pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in
Cristo un solo corpo e un solo spirito”
• (preghiera eucaristica III).
Concetto di vera comunità

“L’eucaristia è un sacramento dei vivi, cioè di
coloro che godono dell’unione con Cristo e con
la Chiesa”.
Lineamenta Sinodo 2005, 66
www.opera-eucharistica.org
www.adorazioneperpetua.it
www.evangelizaciondigital.org
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