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Dalla Diaspora alla Shoah
Il popolo della Bibbia
Diaspora
Diversi ma tollerati
Inizio delle persecuzioni
Perseguitati
La Seconda Guerra Mondiale
Shoah
Ebrei in Italia
Prime presenze
Diffusione sul territorio italiano
Prime dispute fra ebrei e cristiani
L'Italia unita porta agli ebrei libertà e uguaglianza
Prima Guerra Mondiale
Seconda Guerra Mondiale
Perseguitati
Accordo tra ebrei e Chiesa cristiana
Gli ebrei oggi
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Realizzato da….
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Il popolo della Bibbia: gli ebrei
Gli ebrei sono un popolo di pastori nomadi
organizzato in tribù guidate da un patriarca. La
loro storia inizia con uno di questi patriarchi:
Abramo.
Gli ebrei seguono un culto monolatrico, venerando
cioè un solo Dio, pur ammettendo l’esistenza di
altri dei.
Dalla Palestina essi emigrarono in Egitto.
Sotto i faraoni Ramsete II e Meneptah
diventarono vittime di una persecuzione e con
l’aiuto di Mosè decisero di tornare in Palestina
attraversando il deserto del Sinai. Qui Mosè da al
suo popolo una legge scritta.
Verso il 1200 a.C. sotto la guida di Giosuè
conquistarono prima Gerico e, dopo una lunga
lotta riescono a conquistare Gerusalemme sotto re
David.
Dopo la morte di Salomone, successore di David,
iniziò il periodo di decadenza del popolo ebraico.
Infatti il regno si divise in due parti: il Regno
d’Israele e il Regno di Giuda. Comincia così fin da
adesso la Diaspora.
Diaspora
Il termine diaspora riguarda la dispersione del
popolo ebreo avvenuta durante i regni di
Babilonia e sotto l’Impero Romano. La
diaspora ebraica ha avuto inizio intorno al XIII
secolo a.C. con la conquista degli antichi regni
ebraici e quindi l’espulsione programmata degli
schiavi ebrei dalle loro terre. Molti ebrei
furono espulsi dallo stato della Giudea, mentre
altri furono venduti come schiavi. Durante la
loro assenza, il tempio di Gerusalemme fu
distrutto per essere sostituito da una moschea,
“la Cupola della roccia”.
Dell’antico edificio religioso
semita è rimasto solo il muro
Occidentale, chiamato “muro
del pianto”.
Diversi ma tollerati
Stella di David e candelabro a nove luci
Molti ebrei dispersi si rifugiarono in
Europa soprattutto in Spagna,
Italia, Germania e Francia.
Successivamente con
l’affermazione del Cristianesimo in
Europa il popolo ebraico va
incontro a maggiori problemi, infatti
vengono accusati di deicidio poiché
la morte di Cristo, secondo i
cristiani, è stata causata dal popolo
ebraico. Agli ebrei vengono
attribuite le colpe di miscredenza e
deicidio, ma non c’è dubbio che essi
sono stati prima dei cristiani il
popolo eletto e che attraverso i loro
profeti Dio ha dettato l’Antico
Testamento.
Inizio delle persecuzioni
Il IV concilio Lateranense stabilisce che gli ebrei devono vivere in quartieri
separati (che prenderanno in Italia il nome di ghetti)
La peste nera che si diffonde in Europa nel
1348 è un nuovo motivo di persecuzione. Gli
ebrei sono infatti incolpati di diffondere la
malattia avvelenando i pozzi rimanendone essi
immuni. Se la prima accusa è falsa la seconda
nasce da un’osservazione probabilmente
fondata.
Gli ebrei vivono già raccolti e isolati in
un’unica zona della città (ghetto) e seguono
per motivi religiosi particolari e rigorose
norme alimentari ed igieniche. Così molti ebrei
fuggono dal centro Europa e trovano rifugio
anche nell’Italia settentrionale.
I pochi ebrei rimasti in Germania conducono
un’esistenza precaria ed agitata.
Perseguitati
Il razzismo antisemita prende nuovo vigore dopo la grande guerra (Prima
Guerra Mondiale), con manifestazioni particolarmente violente ed
irrazionali in Germania dove il nazionalismo stimolato dalla disfatta, addossa
agli ebrei e ai socialisti la responsabilità della sconfitta, aprendo la strada
alle farneticazioni di Hitler, che indica negli ebrei la causa di tutte le
disgrazie del paese. Gli ebrei, quindi, di nuovo, assumono il “ruolo” di capro
espiatorio: inizia cosi la seconda Guerra Mondiale.
Durante la seconda Guerra
Mondiale, iniziata il 1939, gli ebrei
vennero schedati e successivamente
rinchiusi nei campi di
concentramento. Questi per gli
“indesiderabili” erano disseminati in
tutta l’Europa, con nuovi campi
creati vicino ai centri con un’alta
popolazione “indesiderata”.
I campi di concentramento non
erano pensati solo per lo sterminio
sistematico; i prigionieri morirono a
causa delle terribili condizioni di vita
o a causa di esperimenti condotti su
di loro.
Alcuni campi, come quello di
Auschwitz-Birkenau,combinavano il
loro lavoro schiavistico con lo
sterminio sistematico. All’arrivo in
questi campi i prigionieri venivano
divisi in due gruppi: quelli troppo
deboli per lavorare, venivano uccisi
immediatamente nelle camere a gas e
i loro corpi bruciati, mentre gli altri
venivano impiegati come schiavi nelle
fabbriche situate dentro o attorno al
campo.
I nazisti costrinsero alcuni
dei prigionieri a lavorare alla
rimozione dei cadaveri e allo
sfruttamento dei corpi. I
denti d’oro venivano estratti
e i capelli delle donne
venivano riciclati per farne
coperte o calze. Il trasporto
dei prigionieri nei campi era
spesso svolto utilizzando
convogli ferroviari con posti
da carri bestiame, con un
ulteriore elemento di
umiliazione e di disagio dei
prigionieri.
La Seconda
Guerra
Mondiale
Shoah
Questo sterminio prese il nome di
Shoah che in lingua ebraica significa
“distruzione”.
La portata di quello che
accadde nelle zone controllate
dai nazisti non si conobbe fino
a dopo la fine della guerra.
Numerosi voci e testimonianze
di rifugiati diedero comunque
qualche informazione sul fatto
che gli ebrei venivano uccisi in
grande numero.
Ebrei in Italia
La storia degli ebrei italiani incomincia a Roma, forse nel 300
A.E.V, ma le prime tracce ufficiali della loro presenza risalgono al
168 A.E.V., quando la Giudea chiede al Senato romano
un'alleanza nella guerra contro i Seleucidi.
Tra il 168 e il 139 A.E.V. Gerusalemme manda a Roma diverse
ambascerie, e dietro gli ambasciatori vengono i mercanti, gli
artigiani, gli studiosi, i viaggiatori. A loro si aggiungeranno, dopo il
63 A.E.V., i prigionieri di guerra fatti da Pompeo nella campagna
militare romana conclusa con l'occupazione di Gerusalemme.
Gli ebrei presenti in Italia intorno a quegli
anni (forse 30.000 nella capitale e
40/50.000 in tutto il paese su una
popolazione globale di 4 o 5 milioni di
abitanti) hanno in comune non tanto una
"nazionalità", concetto che doveva farsi
strada nel mondo assai più tardi, quanto una
religione. Osservanti di precetti rigorosi là
dove è diffuso un certo lassismo, gli ebrei
costituiscono un interrogativo e un problema.
Interrogativo per quanto riguarda i loro usi e
costumi, così diversi da quelli romani,
problema per quanto riguarda, ad esempio,
l'osservanza del sabato, "luogo" sacro agli
ebrei, che include tra gli obblighi anche quello
di non effettuare alcun lavoro. Tuttavia gli
ebrei s'inseriscono bene nella società romana,
offrendo sostegno politico a Giulio Cesare,
che ricambia questa simpatia, e quando
assume il potere riconosce alla comunità
ebraica il diritto di osservare liberamente i
precetti religiosi e di seguire le norme
alimentari rituali.
Un cambiamento nella vita della comunità
ebraica italiana si produce nel 70, quando
cessa in Giudea ogni parvenza di sovranità.
Gerusalemme ribelle è rasa al suolo dalle
legioni di Tito e il Tempio è distrutto. I
Quando insorgono le prime dispute tra gli
prigionieri affluiscono a Roma a migliaia.
ebrei-cristiani (i primi adepti della nuova
La fine della Giudea trasforma gli ebrei da
religione sono raccolti più tra gli ebrei che tra
cittadini in profughi.
i pagani) e gli ebrei-ebrei, i disturbi provocati
all'ordine pubblico provocano l'espulsione da
Roma dei primi e dei secondi, senza
distinzione. Con Diocleziano la "carta dei
privilegi" di Cesare viene un po' alla volta
mutilata. Infine, se Roma politeista e pagana
poteva tollerare tutte le credenze, dopo
Costantino Roma monoteista e cristiana non
può accettare alcuna concorrenza, perché la
nuova religione rappresenta al meglio
l'elemento politico unificante di un impero
incrinato.
Incomincia così il lungo calvario ebraico nei
secoli.
A partire dalla metà dell'800 la storia degli
ebrei italiani si confonde sempre di più con la
storia d'Italia e non può meravigliare il fatto
che gli ebrei partecipino ai moti risorgimentali.
I patrioti italiani, come Mazzini e Cattaneo,
tendono all'abbattimento di un mondo chiuso,
reazionario, antisemita. È proprio Cattaneo,
con il suo Interdizioni imposte dalla legge
civile agli Israeliti, a denunciare l'insostenibile
condizione ebraica, anche se nel Regno di
Sardegna alcune delle conquiste civili degli
ebrei restano acquisite con lo Statuto
albertino.
L'Italia unita porta agli ebrei libertà e
uguaglianza. Nel codice del 1889 non c'è più
traccia della vecchia divisione tra religione di
Stato e culti tollerati. Tutti i culti ora sono
ammessi ed è punito il vilipendio di ogni
religione professata.
La guerra mondiale del 1914/18 (l'Italia vi
entra nel 1915) vede anche gli ebrei italiani al
fronte
Dopo il conflitto, per il quale l'Italia ha
pagato il prezzo altissimo di 600.000 morti, in
un clima di confusione e disordini, nel 1922
nel paese s'impone il fascismo, nei confronti
del quale la posizione degli ebrei non è
diversa da quella degli altri italiani: chi è a
favore, chi è contro, chi si rassegna
Alcuni ebrei italiani aderiscono a gruppi di
opposizione, naturalmente clandestina, al
regime
Nel marzo 1934 a Torino viene scoperta una
rete antifascista. I quindici arrestati sono in
gran parte ebrei.
Il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra a
fianco della Germania, ma anno dopo anno
matura il disastro, tanto che nel settembre del
1943 deve arrendersi. Anche la resa è
gestita tanto disastrosamente da trasformarsi
in catastrofe.
Il 26 settembre 1943 due esponenti
dell'ebraismo romano e italiano sono
convocati dal comandante della polizia
tedesca, il maggiore delle SS Herbert
Kappler, che chiede la consegna entro 36
ore di cinquanta chili d'oro, in cambio della
vita di 200 ebrei romani.
L'oro viene reperito, i tedeschi sembrano
placati, molti ebrei si tranquillizzano. Tra il 29
settembre e il 13 ottobre i tedeschi
penetrano negli uffici della Comunità, ne
asportano documenti e libri antichi.
Tre giorni più tardi, all'alba del 16 ottobre,
circondano il Ghetto di Roma e di colpo
irrompono nelle case. È razzia.
Per tutta la mattina di sabato 16 ottobre i
tedeschi strappano gli ebrei, uomini, donne,
bambini dalle loro abitazioni, li caricano su
camion, li avviano a una caserma di via della
Lungara. Da qui pochi giorni dopo gli oltre
mille ebrei catturati nella razzia vengono
gettati su treni piombati e avviati a Fossoli e
da qui ad Auschwitz, dove in gran parte
saranno uccisi subito (come i bambini e gli
anziani) e il resto, salvo un pugno di superstiti,
più tardi.
La razzia continua per tutta Roma nelle
settimane e nei mesi seguenti. In totale sono
deportati dalla capitale 2091 ebrei. In tutta
Italia (comprese le isole dell'Egeo) vengono
deportati tra il 1943 ed il 1945 oltre 8500
ebrei. Ne torneranno poche centinaia.
Nell'infausta geografia dei campi di
sterminio nazisti, uno si trova anche in
Italia, a San Sabba, vicino Trieste.
Una nuova Intesa con lo Stato è firmata
dall'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane nel 1987. In applicazione all'art. 8
della Costituzione rinnova il precedente
accordo e lo rende più compatibile con la
sensibilità democratica.
Anche i rapporti con la Chiesa registrano
cambiamenti. A rompere certi pregiudizi
antiebraici è per primo papa Giovanni XXIII.
La dichiarazione Nostra Aetate, al Concilio
Vaticano II del 1965, "riabilita", poi, il popolo
Le nuove direttrici della Chiesa saranno
ebraico dall'accusa di "deicidio".
clamorosamente portate all'esterno da un
altro papa, Giovanni Paolo II, che il 13 aprile
del 1986 si reca in visita al Tempio Maggiore
di Roma. L'evento è senza precedenti. Mai, in
tutta la storia, un pontefice aveva varcato la
soglia di una sinagoga. È un momento di
grandissima emozione. Dopo il gesto e le
parole di Giovanni Paolo II ai "fratelli
maggiori" ebrei, la strada della revisione
critica della Chiesa sembra irreversibile.
Oggi gli ebrei italiani iscritti alle 21 Comunità
del paese sono meno di 30.000 su una
popolazione di 57 milioni
Le varie Comunità, ognuna delle quali retta
da un Consiglio eletto dagli iscritti, sono
riunite nell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, che ha sede a Roma e le rappresenta
nei rapporti con il Governo e con le Istituzioni
pubbliche. L'Unione provvede poi al
Malgrado i molti problemi, malgrado la crisi
coordinamento delle esigenze culturali e
demografica, l'ebraismo italiano resta vivo e
cultuali delle Comunità ebraiche e al
vivace e rappresenta, in seno alla società
sostegno di quelle più piccole.
circostante, un elemento di stimolo, di
riflessione e di confronto
Dalla Diaspora alla Shoah
III C L “Marco Polo” Bari
Silvia Baffi
Elena Longo
Grazia Buonvicino
Gabriella Simeone
Marica Frappietri
Giusy Tullo
Pasquita Alberga
Ebrei in Italia
Angela Mitrani
Prof.ssa Lucrezia Ceci
Colonna sonora procurata da YouTube:
http://it.youtube.com/watch?v=_EyI4p0yjDQ
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