VIII Edizione CAPRI PEDIATRIA Ospedale e Territorio: obbiettivo comune 28 – 30 aprile 2015 Le Emergenze in Otorinolaringoiatria Pediatrica Nicola Mansi U.O.C. di OTORINOLARINGOIATRIA LE URGENZE IN OTORINOLARINGOIATRIA PEDIATRICA • URGENZE INDIFFERIBILI O EMERGENZE • URGENZE RELATIVE O DIFFERIBILI • URGENZE “ NON URGENTI “ ovvero “INAPPROPRIATE” “Il naso, l’orecchio e la gola sono da sempre visti come spazi “ristretti” allo specialista ORL, tanto che spesso il medico di medicina generale, per giustificate ragioni di prudenza “ SCEGLIE DI NON TRATTARE LE PATOLOGIE DI TALE DISTRETTO ” Consulenze ORL di PS Sospensione guardia attiva orl Attivazione codici bianchi nei weekend ANELLO MANCANTE : GESTIONE DI QUELLE URGENZE/NON URGENZE O URGENZE DIFFERIBILI CHE POSSONO E DEVONO ESSERE TRATTATE SUL TERRITORIO E’ FONDAMENTALE L’ORGANIZZAZIONE DI QUESTI INCONTRI “ Di fatto alcune patologie acute della sfera ORL sono tranquillamente affrontabili in regime ambulatoriale a fronte di un’adeguata preparazione e conoscenza della materia ” • • • • • MINORE CONGESTIONE DEI PS OSPEDALIERI MINORE DISAGIO PER I PAZIENTI ED I LORO GENITORI MINOR NUMERO DI RICOVERI IMPROPRI RIDUZIONI DEI COSTI DELLA SANITÀ EDUCAZIONE “SANITARIA” CON PERCORSI ORGANIZZATIVI APPROPRIATI PROTOCOLLO ORGANIZZATIVO URGENZE NON DIFFERIBILI (EMERGENZE) URGENZE RELATIVE O DIFFERIBILI Otorino in Ospedale Pediatra/Medico di famiglia URGENZE NON DIFFERIBILI (EMERGENZE) Otorino in Ospedale CONDIZIONE DI STRAORDINARIA GRAVITÀ E DI ESTREMA RAPIDITÀ EVOLUTIVA CHE VIENE AD IDENTIFICARSI IN UN EQUILIBRIO CLINICO CRITICO, CARATTERIZZATO DA UN IMMEDIATO PERICOLO DI VITA CHE IMPONE INTERVENTI IN TEMPI ESTREMAMENTE RISTRETTI EMERGENZE RESPIRATORIE DISPNEE ACUTE IN GENERE INSPIRATORIE • MALFORMAZIONI LARINGOTRACHEALI • INALAZIONI DI CORPI ESTRANEI • TRAUMI CRANIOFACCIALI CON OSTRUZIONE • MALFORMAZIONI CRANIOFACCIALI • FLOGOSI DISPNEIZZANTI LARINGOTRACHEALI Laringomalacia Stenosi sottoglottica Angiona sottoglottico Papillomatosi Trauma Laringeo Corpi estranei LT TRACHEOTOMIE a) crico-tiroidea b) sopraistmica c) transistmica d) sottoistmica a b c d TRACHEOTOMIA CRICOTIROIDEA cortisonici SORDITA’ IMPROVVISA OTI EMERGENZE CHIRURGICHE • EMORRAGIE POSTOPERATORIE • F.L.C. E FRATTURE ESPOSTE • ASCESSI FARINGEI • GRAVI EPISTASSI IRREFRENABILI (COAGULOPATICI , MALATTIE SISTEMICHE ETC.) • OTOMASTOIDITE ACUTA • COMPLICANZE ORBITARIE E ENDOCRANICHE Protocollo emorragia post-adenotonsillectomia TRIAGE accerta la presenza di una emorragia post-adenotonsillectomia e chiama immediatamente il chirurgo di guardia CHIRURGO • confermata la diagnosi chiama immediatamente l’otorino (specie se reperibile) • provvede ad assicurare un accesso venoso • controlla le condizioni cardiocircolatorie ed ove necessario provvede ad una terapia antishock (reidratanti, cortisonici, coagulanti ect.) • fa praticare gli esami ematologici (emocromo completo, PT e PTT, emogruppo e fattore Rh) • in caso di emorragia profusa con anemia marcata, deve allertare il rianimatore ed eventualmente tamponare la loggia tonsillare con un tampone ancorato al klemmer fino all’arrivo in camera operatoria OTORINO • confermata la diagnosi e valutate le condizioni del paziente, deve sempre disporre il ricovero (ripresa dell’emorragia !!!) • seguire l’evoluzione del quadro clinico e provvedere ad eventuale emostasi chirurgica in sala operatoria ASCESSO PERITONSILLARE ADENOFLEMMONI E ASCESSI FARINGEI ASCESSO RETROFARINGEO ASCESSO LATEROFARINGEO URGENZE RELATIVE O DIFFERIBILI Pediatra/Medico di famiglia QUADRI CLINICI CHE SE ANCHE RICHIEDONO UNA INIZIALE E RAPIDA VALUTAZIONE, CONSENTONO COMUNQUE UNA CERTA ATTESA È POSSIBILE INTERPORRE UN CERTO LASSO DI TEMPO TRA LE TEMPESTIVITÀ DELL’INTERVENTO DIAGNOSTICO E QUELLO TERAPEUTICO PATOLOGIA TRAUMATICA IL BAMBINO NON E’ UN PICCOLO ADULTO PER I DIVERSI ASPETTI ANATOMO-FUNZIONALI strutture in crescita, elasticità, edema, cavità ristrette etc.) PER I DIVERSI ASPETTI TERAPEUTICI anestesia generale, tracheotomia, guarigioni spontanee etc.) PER L’INFLUENZA CHE EVENTUALI ESITI POSSONO AVERE SULLO SVILUPPO (ferite retraenti, fratture del setto nasale etc.) TRAUMI DELL’ORECCHIO OTORRAGIA Fuoriuscita di sangue dal condotto uditivo esterno Trauma diretto sull’orecchio esterno Membrana timpanica Condotto uditivo esterno Evoluzione perforazione detersione e disinfezione pomata antibiotica Terapia chirurgica pach immediato Terapia medica Guarigione spontanea MPL non prima di 6 mesi Trauma indiretto da un trauma cranico DD ferita c.u.e. (trauma mento) Inquadramento audiologico successivo ipoacusia trasmissiva • da emotimpano che si risolve in 3 settimane • da perforazione o STO (MPL dopo 6 mesi) frattura della rocca petrosa (trauma cranico chiuso) Inquadramento con ricovero in NCH Ipoacusia neurosensoriale danni diretti coclea e labirinto BAROTRAUMA banali squilibri pressori secondari a disfunzione tubarica (starnuti, soffiate di naso) variazioni pressorie rapide • > 1 bar (onde di soffio) (scoppi, schiaffo) Ipoacusia trasmissiva – perforazione MT • < 1 bar (impulsi sonori) (traumi acustici) Ipoacusia neurosensoriale, acufeni vertigini LESIONI DEL PADIGLIONE AURICOLARE Possono determinare sia un danno estetico che un rischio infettivo : infatti l’eventuale esposizione della cartilagine richiede un’attenzione particolare volta ad individuare il minimo segno evolutivo verso una pericondrite OTOEMATOMA • Reimpianto entro 6 ore • Coprire sempre la cartilagine FERITE TESSUTI MOLLI Nel bambino in caso di perdita di sostanza potrebbe essere utile la guarigione per seconda intenzione (stiramento nella crescita ed alterato sviluppo dell’osso sottostante) Labbro : • sutura in 3 strati • attenzione al vermiglio! Naso: • le cartilagini vanno sempre suturate prima della cute • attenzione alle stenosi della narice ! • controllare l’osso sottostante ed il setto TRAUMI DENTALI • Quando isolati vanno trattati precocemente • Incisivi superiori nell’ 80% • Traumi denti decidui: nessuna conseguenza tranne se determinano lesioni indirette dei germi dentari. La lussazione si risolve spontaneamente in alcuni mesi • Traumi denti definitivi: in caso di contusione non bisogna far nulla. Nella lussazione è necessaria la riduzione con successiva immobilizzazione Nell’avulsione reimpianto entro 2 ore (siero intiepidito, o latte o saliva) LUSSAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE • è la più frequente lussazione dopo quella scapolo-omerale • incapacità da parte del paziente di chiudere la bocca ma con la possibilità di aprirla di più. • traumi sul mento o lassità capsulare o legamentosa dell’ATM FRATTURE NASALI RUOLO MOTORE DEL SETTO NASALE CARTILAGINEO NELL’ACCRESCIMENTO FACCIALE NEI TRAUMI SULLA PIRAMIDE NASALE DEL BAMBINO LA CONDOTTA TERAPEUTICA DOVRA’ TENER CONTO DELL’ INTERESSAMENTO O MENO DELLA CARTILAGINE QUADRANGOLARE DEL SETTO IMPOSSIBILITA’ DELLA RIDUZIONE INCRUENTA ORTOPEDICA DELLE OSSA NASALI MODIFICA NEL TEMPO IN SENSO PEGGIORATIVO DELLA CORREZIONE PRATICATA IN URGENZA SUGGERIMENTI ISPEZIONE > DEFORMITA’ DELLA PIRAMIDE NASALE VALUTAZIONE DELL’ASSE PERPENDICOLARE SIMMETRIA DELLA PIRAMIDE NASALE PROIEZIONE DELLA PUNTA SULLA LINEA MEDIANA PALPAZIONE ESTERNA > PUNTO DOLOROSO, SCALINO, ASIMMETRIA, CREPITIO, AVVALLAMENTO …suggerimenti tranquillizzare i genitori per l’ EPISTASSI presente anche in caso di semplice contusione o trauma cranio-facciale lieve SVILUPPO ANOMALO DEL SETTO NASALE per traumi misconosciuti che determinano negli anni una sofferenza traumatica di una zona di accrescimento settale RINOSCOPIA ANTERIORE attenzione ai traumi sulla punta > ematoma dl setto EMATOMA DEL SETTO NASALE QUANDO FARE LA RX OSSA NASALI ? NO NON VI È CORRELAZIONE TRA IL TIPO DI FRATTURA ED I DATI RADIOGRAFICI DATI RADIOGRAFICI DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE (L’OMBRA DELLE IMPRONTE VASCOLARI SI CONFONDE CON LA LINEA DI FRATTURA) NON DICE NULLA SUL SETTO NASALE SI MOTIVI MEDICO-LEGALI VALUTAZIONE DEL TIPO DI FRATTURA (SCOMPOSTA, INFOSSATA, PLURIFRAMMENTATA ETC.) PROGRAMMAZIONE TERAPEUTICA NON PRATICHIAMO LA RX POST-OPERATORIA FRATTURE COMPOSTE FRATTURE SCOMPOSTE ESITI FRATTURE LA PRESENZA DI EDEMA “AD OCCHIALE” IMPONE UN BILANCIO CRANIOFACCIALE COMPLETO PER LA POSSIBILITA’ DI FRATTURE ESTESE ALLA REGIONE ETMOIDOFRONTALE O ORBITARIA FRATTURA OSSA NASALI +ORBITA FRATTURA ETMOIDE NO OSSA NASALI QUANDO INTERVENIRE ? IN EMERGENZA FRATTURA APERTA EPISTASSI GRAVE EMATOMA DEL SETTO IN ELEZIONE TRATTAMENTO ORTOPEDICO CHIUSO NEI CASI DI FRATTURA SCOMPOSTA DELLE OSSA NASALI SENZA LESIONI DEL SETTO IN ANESTESIA GENERALE CON TAMPONAMENTO NASALE E CONTENZIONE ESTERNA CON CEROTTI TRATTAMENTO CHIRURGICO (RINOSETTOPLASTICA) NEI BAMBINI AL DI SOPRA DEI 5 ANNI CON FRATTURA SETTALE IMPORTANTE CRITERI CONSERVATIVI PROPRI PER L’ETA’ PEDIATRICA TRAUMI OROFARINGE FERITE DELLA LINGUA sono in genere dovute o all’azione diretta dei denti in seguito ad una caduta accidentale per l’abitudine dei bambini di correre con la lingua fuori della bocca, ovvero ad una ferita da taglio determinata da un oggetto tagliente la sede, insieme alla necessità di ricorrere ad una anestesia generale, condizionerà il nostro comportamento terapeutico f.l.c. del dorso attesa 8-10 giorni f.l.c. del bordo sutura immediata FERITE DEL PALATO E DEL FARINGE • sono quasi sempre dovute alla penetrazione accidentale di un corpo estraneo in orofaringe durante una caduta • anamnesi: natura dell’oggetto, sede e limiti, presenza di lacerazioni o contaminazioni (incuneamento dell’oggetto) lesioni delle strutture del collo nelle lesioni laterali Terapia chirurgica • revisione per sospetta ritenzione • formazione di lembo a cerniera • fistola oro-nasale Guarigione per seconda intenzione LESIONI DA AGENTI CHIMICO-FISICI sono essenzialmente legate all’ingestione di cibi o bevande calde ovvero all’introduzione accidentale nella bocca da parte dei bambini di sostanze caustiche (alcali e acidi) L’ispezione è estremamente importante in quanto il rilevamento di lesioni da caustici nel cavo orale piuttosto che in faringe, condizionerà il comportamento diagnostico e terapeutico successivo in caso di interessamento del faringe Cavo orale Ospedalizzazione immediata Lesioni da caustici del cavo orale • Tipo di lesione I grado in caso di semplice reazione eritematosa II grado nel caso sono presenti bolle III grado nel caso si riscontrano necrosi nella parte colpita con formazioni di escare • diminuzione dell’intensità del dolore e delle reazioni tissutali con la somministrazione di antidolorifici e steroidei; • arginare i danni a carico della mucosa con lavaggi della zona interessata con soluzione fisiologica per diluire le concentrazioni della sostanza caustica e somministrare antibiotici per evitare infezioni sovrapposte OTALGIA / OMA Linee Guida Italiane sulla OMA del 2010 - Tabella 5 Sintesi della strategia terapeutica dell’OMA non complicata* * non otorrea, non complicanze intracraniche, non storia di ricorrenza Diagnosi Lateralità Severità sintomi CERTA bilaterale Monolaterale grave Lieve grave lieve Età < 6 mesi Antibiotico immediato Antibiotico immediato Antibiotico immediato Antibiotico immediato Età 6 – 24 mesi Antibiotico immediato Antibiotico immediato Antibiotico immediato Attesa vigile Età > 24 mesi Antibiotico immediato Attesa vigile Attesa vigile Attesa vigile Raccomandazione 15. La gestione terapeutica dell’OMA deve valutazione dell’otalgia e la sua cura [I/A] prevedere una Raccomandazione 16. Il trattamento cardine dell’otalgia è rappresentato dalla somministrazione di antidolorifici a dosaggio adeguato per via sistemica (paracetamolo o ibuprofene) [I/A] Raccomandazione 17. Nei bambini oltre i 3 anni di vita è accettabile la somministrazione topica di soluzioni analgesiche (lidocaina 2%) in soluzione acquosa, in aggiunta alla terapia antalgica sistemica, nelle prime 24 ore dalla diagnosi di OMA con otalgia da moderata a severa, in assenza di perforazione timpanica [II/B] Raccomandazione 18. Alla luce dell’insufficienza dei dati disponibili, è’ sconsigliato l’uso di preparati analgesici a base di estratti naturali [II/D] OTITE ESTERNA ACUTA • sintomi riferiti (otalgia violenta, piscina, periodo estivo, dolore all’apertura della bocca,) • esame obiettivo (restringimento del c.u.esterno, dolore all’introduzione dell’otoscopio, secrezione rappresa all’orifizio uditivo est.) Dirimente il dolore violento alla pressione sul trago antidolorifico per via generale, pomata antibiotica e cortisonica locale, antibiotico e cortisonico per via generale se presente febbre astenersi da qualsiasi manovra sul condotto evitare contatto con l’acqua per almeno 5 giorni ORECCHIO OTTURATO OTOSCOPIA !!! Tappo di cerume instillazione di gocce emollienti per 5 giorni Otosalpingite (autofonia, acufeni, vertigini, testa confusa, iperemia del manico del martello) gocce decongestionanti nasali antinfiammatori e/o antistaminici per via generale CORPI ESTRANEI NEL CONDOTTO UDITIVO ESTERNO NON RAPPRESENTA UN’URGENZA IN QUANTO NON PUÒ PROGREDIRE OLTRE LA M.T. • tranquillizzare la madre • solo se presente dolore (per manovre di estrazione improprie) instillazione di gocce auricolari e antidolorifico per via generale • astenersi dall’estrazione del corpo estraneo ! EPISTASSI NEL BAMBINO L’EPISTASSI È QUASI NELLA TOTALITÀ DEI CASI LEGATA AD UNA FRAGILITÀ CAPILLARE DELLA MUCOSA DEL SETTO NASALE (VARICI) O ALL’ASSUNZIONE DI FARMACI ANTINFIAMMATORI (AC. ACETILSALICILICO) O A MALATTIE VIRALI (ESANTEMATICHE, INFLUENZA) SI RISOLVE IN GENERE DOPO I 12 ANNI SI ACCENTUA NEI PERIODI CALDI O IN CORSO DI RAFFREDDORE EPISTASSI IN ATTO • far soffiare il naso per rimuovere eventuali coaguli • flettere verso il basso la testa • tamponare la narice sanguinante con cotone imbevuto di coagulante o acqua ossigenata • premere con il dito l’ala del naso (la zona sanguinante si trova di solito nella parte anteriore del setto) per almeno 2 minuti • in caso di persistenza dell’epistassi, tamponamento della fossa nasale con Merocel o Clauden EPISTASSI PREGRESSA tranquillizzare i familiari sulla banalità dell’evento consigliare uno screening emocoagulativo prescrivere capillaroprotettori TUMEFAZIONE LATEROCERVICALE E/O SOTTOMANDIBOLARE • escludere la presenza di una faringotonsillite acuta • valutare il grado di colliquazione • valutare la cute soprastante • valutare le condizioni generali COLLIQUATA NON COLLIQUATA DRENAGGIO CHIRURGICO INQUADRAMENTO PEDIATRICO Linfoadenite di origine odontogena Adenopatia aspecifica non suppurata Cisti mediana del collo suppurata Linfoadenite suppurata TUMEFAZIONE PAROTIDEA NEL BAMBINO NON RIVESTE MAI CARATTERE DI URGENZA parotite epidemica (valutare la bilateralità) parotite ricorrente benigna dell’infanzia (valutare la ricorrenza) cisti parotidea (monolaterale e non dolente) linfoadenite aspecifica (attenzione alle forme suppurative) calcolosi (accentuazione del dolore ai pasti, monolateralità) • tumori