XLVIII Riunione scientifica della S.I.E.D.S.
“150 anni di Statistica per lo Sviluppo del Territorio: 1861-2011”
(Roma, 26-28 maggio 2011)
L’AFRICA MEDITERRANEA: NUOVI ASSETTI E
MIGRAZIONI
Immacolata Caruso e Sabrina Greco
Lo studio
•
Lo studio si inserisce nella ricerca dell’ISSM “Migrazioni Mediterranee. Storia ed
Economia” nell’ambito del Progetto multilaterale strategico “Migrazioni” afferente al
Dipartimento di Identità Culturale del CNR.
•
L’obiettivo di questo studio consiste nell’analizzare i principali fattori che nel corso
degli anni hanno condotto verso i nuovi assetti dei paesi dell’Africa mediterranea,
attraverso i diversi livelli di evoluzione demografica, di sviluppo economico e di
modelli socio-culturali. Le logiche migratorie in un contesto globale segnato da
profondi cambiamenti, hanno influenzato gli odierni assetti di questi paesi (Algeria,
Egitto, Libia, Marocco e Tunisia) ma, anche i nuovi equilibri geo-politici ed
economici hanno a loro volta caratterizzato i flussi migratori.
•
L’Africa mediterranea è un’area che storicamente è stata segnata dai cambiamenti
intervenuti a partire dagli anni ‘60 sul piano demografico per l’influenza di fattori
come la fecondità, l’urbanizzazione, le migrazioni ecc.
•
“Il presente ed il futuro dell’UE e dei paesi dell’Africa mediterranea, sono
inestricabilmente legati” Chris Patten.
Piano della ricerca
•
La prima parte, illustra le differenti convergenze demografiche ed i
contrasti socio-economici che caratterizzano i paesi dell’Africa
mediterranea.
•
La seconda parte affronta in linea generale, le logiche migratorie che
hanno storicamente definito il sistema migratorio delle due sponde del
Bacino mediterraneo. Nel Maghreb (Algeria, Marocco e Tunisia) la
migrazione è sempre stato un fattore di regolazione economica (il ruolo
delle logiche post-coloniali).
•
Infine si osserva come l’intensificazione della mobilità è un aspetto della
globalizzazione che genera i nuovi assetti.
Evoluzione del tasso di crescita della popolazione
• I paesi dell’Africa mediterranea, negli ultimi cinquant’anni
hanno avuto una evoluzione demografica caratterizzata
da una comune crescita demografica, rapida fino agli
anni ’80 e che è andata successivamente rallentando.
Evoluzione del tasso di crescita della popolazione
L’aumento della popolazione urbana
• Parallelamente a questa crescita demografica, si è
verificata l’evoluzione del tasso di urbanizzazione.
• Questo fenomeno è da ricondurre principalmente agli
esodi rurali, infatti negli ultimi decenni è stata molto forte
l’attrazione delle città.
• Le migrazioni internazionali partecipano
all’intensificazione delle migrazioni interne.
Popolazione urbana
Le disparità socio-economiche
• I paesi dell’Africa mediterranea hanno conosciuto dei
profondi cambiamenti delle loro economie, che sono stati
il riflesso delle scelte politiche interne e della evoluzione
del contesto economico-politico internazionale.
• Accanto alle convergenze demografiche in questi paesi,
persistono delle forti disparità socio-economiche.
• Le disuguaglianze in termini di sviluppo umano tra questi
paesi espresse attraverso i valori di sintesi dell’ISU
consentono una efficace comparazione dei livelli medi di
sviluppo.
Indice di sviluppo umano
0,900
0,800
0,700
0,600
0,500
0,400
0,300
0,200
0,100
0,000
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
Libia
0,541
0,618
0,690
0,706
0,720
0,750
0,772
0,792
0,810
Tunisia
0,428
0,470
0,519
0,564
0,597
0,637
0,676
0,706
0,729
Algeria
0,426
0,478
0,532
0,581
0,614
0,628
0,659
0,695
0,712
Egitto
0,403
0,421
0,466
0,508
0,547
0,583
0,620
0,634
0,659
Marocco
0,346
0,376
0,427
0,461
0,485
0,510
0,545
0,588
0,618
Nel 2010 la Libia, l’Algeria e la Tunisia si situano nella categoria dei paesi ad alto sviluppo
umano, classificandosi rispettivamente al 53°, 84° e 81° posto; l’Egitto e il Marocco sono fra i
paesi a medio sviluppo umano, rispettivamente al 101° e al 103° posto.
Nel periodo 1970/2010 tutti i paesi, anche quelli con i valori più vicini, come Algeria e Tunisia,
hanno sperimentato differenti livelli di progresso nell’incremento dell’indice e delle sue diverse
dimensioni
La geografia dei migranti
•
I movimenti di popolazione fino a qualche tempo erano soprattutto circoscritti ad alcuni ben
individuati paesi di origine e di destinazione, spesso attraverso i loro antichi legami coloniali;
recentemente, invece, la globalizzazione dei flussi migratori ha dato origine a nuove reti a
livello intercontinentale ed altresì in più ristretti ambiti regionali (Wihtol de Wenden C.,
2003).
•
L’emigrazione, a seguito del cambiamento non solo del modo di produrre e quindi del mondo
del lavoro ma anche delle condizioni di sviluppo e degli orientamenti politici e giuridici in
atto in relazione alla gestione dei flussi, è diventata sempre meno uno spostamento definitivo
e si è trasformata spesso in una serie di soggiorni intermittenti, soprattutto nel caso di
prossimità geografica tra i paesi d’origine e di accoglienza.
•
Parallelamente, lo sviluppo e il mantenimento di interessi e legami sociali in diversi spazi
politici, economici e sociali, sono risultati potenzialmente più semplici.
•
Si è osservato così l’emergere di nuove possibilità per gli individui immigrati in termini di
mobilità, comunicazione e commercio, e lo sviluppo di reti transnazionali economiche e
sociali di migranti e di nuove identità transnazionali.
La geografia dei migranti
Dati FRONTEX: tendenze principali nel 2010
(European Agency for the Management of Operational Cooperation at the External
Borders of the Member States of the EU)
•
Il numero più alto mai di rilevato di passaggi illeciti attraverso le frontiere terrestri (piuttosto
che via mare) esterne dell‘ UE.
•
Un notevole incremento del numero di clandestini alle frontiere terrestri tra Grecia e Turchia,
in particolare di cittadini afgani.
•
La Turchia rimane il principale paese di transito per l'immigrazione illegale in Europa.
•
Negli ultimi sei mesi dell’anno, si rileva un aumento del numero di migranti nord africani che
hanno attraversato illegalmente il confine tra la Grecia e la Turchia. In particolare nell’ultimo
trimestre si é registrato un aumento di otto volte del numero di cittadini provenienti da paesi
del Maghreb rispetto al primo e secondo trimestre dell’anno.
•
Questo percorso, sebbene molto indiretto, si pensa sia il risultato dello spostamento dalla
precedente
rotta
mediterranea
dell’Africa
occidentale.
•
Aumento della percentuale di minori non accompagnati su alcune rotte, in particolare quella
via mare dall’Egitto nel sud Italia .
•
I punti più probabilmente ad alta pressione utilizzati come valichi di frontiera illegali nel
2012 saranno quelli lungo la costa del Mediterraneo e al confine terrestre con la Turchia, per
cui i flussi continueranno ad essere caratterizzati da migranti con un accesso relativamente
facile dalla Turchia o dal Nord Africa.
Fattori geopolitici che influenzano le migrazioni
•
Alcuni paesi della regione MENA (Libano e Algeria) sono stati identificati come ad alto rischio di
instabilità a causa delle crisi economiche in atto dal 2008.
•
I disordini politici e il conseguente rovesciamento in Tunisia e in Egitto di leader autoritari nel
gennaio e febbraio 2011 hanno messo in luce le vulnerabilità significativa del
regimi autocratici in Nord Africa.
•
Il
conseguente
vuoto
istituzionale
in
Tunisia,
il
conflitto
in
Libia
e
le
ondate di tunisini e non immigrati irregolari che arrivano a Lampedusa, hanno
chiaramente dimostrato l'importanza degli sforzi di paesi terzi nella gestione dei flussi di immigrati
irregolari via mare.
•
La maggior parte dei lavoratori migranti che fuggono la violenza in Libia vanno verso la Tunisia o
l'Egitto, attraversando le frontiere terrestri.
•
All'inizio del marzo 2011, circa 100 000 immigrati erano arrivati solo in Tunisia.
•
È importante sottolineare che la rapida fornitura dei mezzi di trasporto da parte dell’ Egitto e di diversi
Stati membri dell’UE con l'evacuazione di successo di una quota significativa di arrivo
lavoratori migranti (soprattutto in Egitto) hanno ridotto la dimensione di questa
crisi umanitaria in corso.
•
Al confine della Tunisia con la Libia, le condizioni di alloggio per i restanti
lavoratori migranti sono invece insufficienti, con un conseguente affollamento di lavoratori migranti
dell’Asia sud-orientale (principalmente Bangladesh) e in misura molto minore dell’Africa subSahariana.
Conclusioni
•
In un contesto di transizione demografica i giovani sono la categoria demografica più ampia con una
popolazione al di sotto dei 30 che supera il 50% e, in alcuni casi, il 60% del totale
•
Nonostante i miglioramenti notevoli ottenuti nella formazione e del tasso di partecipazione femminile, la
disoccupazione riguarda essenzialmente i giovani con una quota di disoccupati superiore al 50%
•
Anche il tasso di attività nel settore informale è molto alto
•
Nel corso di tutto il 2010, l’indice dei prezzi dei generi alimentari è salito, superando i picchi del 2008
riducendo in estrema povertà nei paesi in via di sviluppo più di 44 milioni di persone
•
Sebbene i prezzi dei generi alimentari non siano stati la causa principale che ha portato ai cambiamenti di
regime in Egitto e Tunisia, sono stati un importante fattore aggravante
•
Ulteriori fattori da considerare sono l’inadeguata protezione dei diritti umani e la vulnerabilità dei paesi al
degrado ambientale, tutti elementi funzionali ad un’intensificazione della mobilità umana.
•
DI CONSEGUENZA:
L’UE deve urgentemente elaborare una nuova strategia verso il Mediterraneo e il Medio Oriente,
appoggiando le trasformazioni in senso democratico delle società arabe, ma anche affermando la
necessità di nuove cooperazioni nella gestione dei flussi migratori in un’ottica transnazionale e di cosviluppo.
•
Il rapporto tra migranti e sviluppo dei paesi di origine e di accoglienza, a partire dallo strumento finanziario
costituito dalle rimesse o da quello olistico dello scambio di conoscenza, tecniche e culture, può essere un
elemento particolarmente promettente nella costruzione da parte dell’Unione Europea di una politica di
prossimità verso i suoi nuovi confini.
•
Tale politica, articolata attraverso la promozione di Partenariati Interregionali che colleghino l’UE con i
territori coinvolti dalle migrazioni si accorda infatti pienamente con i caratteri e la logica riscontrata nelle
migrazioni contemporanee e nella globalizzazione.
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ROMA_27_maggio_2011 - Istituto di Studi sulle Società del