Gli interventi a favore della
diversificazione e della qualità della vita
nelle aree rurali e l’approccio Leader
Lo sviluppo rurale in Italia: fabbisogni e strategia
d’intervento
Palermo, 23 Aprile 2008
a cura di Serena Tarangioli - INEA
I fabbisogni d’intervento
• Infrastrutture,
• servizi,
• invecchiamento e
spopolamento,
• abbandono dell’attività
primaria,
• disoccupazione,
• mobilità sociale.
Gli obiettivi dell’Asse III in Italia
Obiettivi prioritari
Miglioramento dell’attrattività dei territori
rurali per le imprese e la popolazione
Mantenimento e/o creazione di opportunità
occupazionali e di reddito nelle aree rurali
OSC
Creazione delle
opportunità di lavoro
e delle condizioni
per la crescita
Miglioramento dell’attrattività dei territori rurali
per le imprese e la popolazione
Miglioramento del contesto sociale ed
economico delle aree rurali finalizzato:
 Alla creazione di nuove attività economiche
 Al miglioramento della qualità della vita
Attraverso le seguenti azioni chiave
Miglioramento dell’attrattività dei territori rurali
per le imprese e la popolazione




Valorizzazione e tutela del paesaggio, del
patrimonio storico, culturale e naturale;
Marketing territoriale che associ tradizioni,
prodotti e attratività dei territori,
Realizzazione infrastrutture e di infrastrutture ICT;
Servizi all’economia e alla persona.
Mantenimento e/o creazione di nuove opportunità
occupazionali e di reddito in aree rurali
Incentivare investimenti in attività economiche
esistenti o da creare.
Azioni chiave
 Creazione di attività volte alla diversificazione
economica;
 Mantenimento e sviluppo di microimprese
 Mantenimento e sviluppo di iniziative nel campo
del turismo rurale
Mantenimento e/o creazione di nuove
opportunità occupazionali e di reddito in
aree rurali
Modalità di attuazione:
 Concentrazione degli interventi a livello
territoriale (aree rurali intermedie e aree rurali
con problemi complessivi di sviluppo);
 Combinare tipologie d’interventi differenti
attorno ad un tema catalizzatore (integrazione
settoriale);
 Azioni di accompagnamento (formazione e
informazione).
Il peso finanziario dell’asse 3
% Asse III
% Asse IV
% Sviluppo rurale
Abruzzo
11,0
5,0
16,00
Basilicata
10,0
6,0
16,00
Bolzano
9,0
5,0
14,05
Calabria
10,0
6,0
16,00
Campania
15,0
5,0
20,00
Emilia Romagna
10,4
5,1
15,54
Friuli Venezia Giulia
10,0
6,5
16,50
Lazio
11,3
6,0
17,28
Liguria
12,5
0,0
12,47
Lombardia
8,9
4,0
12,95
Marche
9,0
6,0
15,00
Molise
14,1
5,0
19,10
Piemonte
7,4
6,5
13,89
15,3
6,3
21,55
Sardegna
1,4
13,6
15,00
Sicilia
7,5
6,0
13,54
Toscana
10,5
10,0
20,50
Trento
11,5
6,7
18,24
Umbria
9,0
5,0
14,00
Valle d'Aosta
6,8
3,9
10,76
Veneto
5,0
11,0
16,01
Totale
9,7
6,6
Puglia
16,34
Totale
Ita lia
United Kingd
om
Swed en
Spain
Slove nia
Slova kia
Portuga l
Poland
Netherland s
Lu xembo urg
Lithua nia
Ireland
Hungary
Gre ece
Ger many
France
Finland
Estonia
Czech Repub
lic
Cypru s
Belgium
Austria
Il peso delle misure di “sviluppo
rurale” in Europa
30,00
25,00
20,00
15,00
Asse 3
10,00
Asse 4
5,00
0,00
Le risorse per Regione e misura
Il Leader e le novità previste nel FEASR
 inserisce organicamente il metodo LEADER nella programmazione ordinaria dello
sviluppo rurale, attraverso la definizione di una sezione ad hoc;
 nel contempo conserva le caratteristiche costitutive del metodo (piani locali,
approccio ascendente, partenariato pubblico-privato, approccio multisettoriale e
innovatore, cooperazione, reti tra gli attori locali) senza alterarle e, anzi, le estende
potenzialmente a campi di intervento prima preclusi al LEADER (ad esempio, il
rafforzamento della competitività delle imprese);
 stabilisce una soglia minima di dotazione finanziaria per l’implementazione del
metodo LEADER (5% dell’intera dotazione del piano di sviluppo rurale), per far sì che
tutti i programmi contemplino obbligatoriamente l’uso del metodo con una copertura
finanziaria adeguata;
 contempla la possibilità di utilizzare, all’interno del piano locale, l’intero menu delle
misure ammesse a finanziamento dal regolamento, da quelle più tradizionalmente
“agricole” a quelle di diversificazione economica (il Leader non solo immateriale).
Definizione dell’approccio Leader
a) strategie di sviluppo locale territoriali;
Orientamenti CE Priorità vincolanti
Miglioramento
governance
Mobilitazione del
potenziale di
sviluppo endogeno
b) partenariato pubblico-privato sul piano locale
(GAL);
c) approccio dal basso verso l'alto, con GAL dotati di
potere decisionale in ordine all'elaborazione e
all'attuazione di strategie di sviluppo locale;
d) concezione e attuazione multisettoriale della
strategia basata sull'interazione tra operatori e
progetti appartenenti a vari settori dell'economia
locale;
e) realizzazione di approcci innovativi;
f) realizzazione di progetti di cooperazione;
g) collegamento in rete di più partenariati locali.
Le misure di leader
(410) strategie di sviluppo locale;
(411) competitività;
(412) gestione dell’ambiente/del territorio;
(413) qualità della vita/diversificazione;
(421) cooperazione interterritoriale e transnazionale;
(431) gestione dei gruppi di azione locale, acquisizione
di competenze, animazione.
Le Reazioni delle Regioni
a) I Conservatori - pongono un’enfasi sul ruolo di sperimentazione e
promozione dell’innovazione nelle aree rurali. Si tratta del ruolo più
“classico”, promosso nelle precedenti edizioni dell’Iniziativa
Comunitaria;
b) Gli assuefatti - vedono l’Asse IV come un metodo di gestione
ordinaria delle risorse, diverso da quello tradizionale e basato sulle
caratteristiche essenziali del LEADER e/o su alcune varianti di
questo;
c) Gli sfiduciati - considerano il LEADER come un approccio già
sperimentato, ma con un peso residuale e marginale, dettato solo ed
esclusivamente dalla necessità di rispettare un obbligo del
Regolamento comunitario.
Il Leader nei PSR
Qualità progettuale
Le risorse Leader sono destinate (in media):
• 54% Asse III;
I PSL possono attingere
dalle misure previste nei
tre assi
• 15% Asse I;
• 10% Asse II;
• 6% alla cooperazione;
• 15% attività di animazione e gestione del GAL
Al fine di aumentare
l’efficacia degli interventi
la strategia dovrebbe
concentrarsi su pochi
temi, con contenuti ben
definiti e strettamente
legati agli obiettivi prioritari
dei programmi regionali
La scelta dei temi prioritari viene nella maggior
parte dei casi rimandata alle proposte progettuali
dei GAL.
Alcune Regioni assegnano un ruolo forte alle
Province che partecipano attivamente alla
definizione delle strategie locali
Le misure attivate con il Leader
Rilasciare qui i campi pagina
codice_misura
Somma di spesapubb
100%
80%
60%
40%
Regione
Veneto
Valle d'Aosta
Umbria
Trento
Toscana
Sicilia
Sardegna
Puglia
Piemonte
Molise
Marche
Lombardia
Liguria
Lazio
Friuli
Campania
Calabria
Bolzano
Basilicata
Abruzzo
0%
Emilia Romagna
20%
511
431
421
413
412
411
410
341
331
323
322
321
313
312
311
227
226
225
223
222
221
216
215
214
133
132
131
Integrazione territoriale
Progetti d’area
Affrontano tematiche specifiche e
trasversali: Risorse idriche, Ambiente,
Infrastrutture, ecc.
Territorializzazione: Aree C e D
Proponenti: Operatori pubblici
Risorse: 3 Assi + Altri Fondi
Progetti integrati
Sviluppo integrato dei territori rurali
Territorializzazione: aree rurali non
Leader
Proponenti: Partenariati pubblicoprivati
Risorse: 3 Assi, prevalenza asse III
Per concludere



Temi e strumenti di sviluppo rurale hanno
ancora un valore residuale nei PSR,
Concentrazione e tematismi di intervento
sono un buon elemento per l’efficacia
dell’intervento,
Diversificazione e qualità della vita sono temi
chiave anche per lo sviluppo settoriale e per
l’ambiente.
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