CRISI ECONOMICA
E
CRISI DI IDENTITÀ
QUALE LEGAME
TRA LE DUE “CRISI”?
E, in che senso, “crisi”?
Dott. Daniele Benini
14 Aprile 2011
Questione soggiacente
(a qualsiasi altra):
«che fa l'aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?»
(Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia)
Questa è la vera questione, tutto ciò che si
può dire di vero vi gira attorno, senza mai
poter avere la risposta completa, definitiva.
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
Identità e identificazioni
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
Il sapiente non è colui che fornisce le vere risposte,
bensì colui che pone le vere domande.
(Claude Lévi-Strauss, «Il crudo e il cotto»)
Quadro d’assieme del mio intervento:
1.Fare un po’ di chiarezza sul termine “soggetto”.
2.Se si parla di “crisi” di identità quale aspetto del soggetto è in
causa?
3.Il termine “crisi” applicato alla economia ha necessariamente un
significato diverso dallo stesso termine applicato a identità. In questo
punto verranno presi in considerazione alcuni aspetti particolarmente
significativi della crisi economica.
4.Ritorno sulla questione del soggetto e sulla dialettica essere-avere
che ne costituisce il nucleo centrale (con, se possibile, una
brevissima storia del concetto di identità, in particolare sull’apporto
della linguistica prima e della psicoanalisi poi alla sua
chiarificazione).
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
Due proposte di lettura
«Intervista sull'identità»
Zygmunt Bauman
Ed. Laterza
Saggi tascabili Laterza 2009
L'identità nazionale è una costruzione storica e
il caso italiano ne è una lampante dimostrazione:
la globalizzazione la rende precaria. Ma precarie sono
tutte le identità del mondo di oggi. Un tempo si parlava
poco di questo tema, perché l'identità era garantita alla
nascita. La società ne forniva una da cui era difficile
uscire. Oggi invece è il luogo dell'ambivalenza.
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
«Identità e differenza»
Martin Heidegger
Ed. Adelphi
Piccola biblioteca Adelphi
È una sorta di compendio della questione filosofica per eccellenza: il principio
di identità, ovvero: A=A. Che come tale è fuorviante. Il legame tra A ed A è
l’autòs greco, ovvero lo Stesso (ovvero ancora l’idem latino su cui si forma il
termine identità nelle lingue neolatine). Chi o che cosa è l’uomo? La
domanda così veramente posta fa naufragare tutte le risposte che via via la
metafisica ha tentato di dare, non tutta la metafisica, ma quella che ha
sempre pensato di appoggiarsi su un fondamento cosiddetto inconcusso.
La scienza e la tecnica hanno portato all’estremo un tale suppositum
riducendolo all’uomo come soggetto rispetto ai suoi oggetti, senza di cui non
può fare a meno; altrimenti precipita nell’abisso mostrando così il limite
insormontabile del pensiero rappresentativo. Solo al di là di esso si può
cogliere la co-appartenenza dell’uomo (che pensa) all’essere da cui proviene
e verso cui probabilmente va, ma senza che ciò possa essere rappresentato
da un solo significante. L’identità o la si cerca nel cuore della differenza o non
c’è assolutamente alcuna speranza di incontrarla.
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
1° punto: Provare a fare un po’ di chiarezza
sulla nozione (più che concetto) di «soggetto»
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
Scienza e sapere
Scienza della crisi o crisi della scienza?
Questione soggiacente: dove è il soggetto?
All’inizio degli anni ’60 del secolo scorso Karl Jaspers scrisse:
«Quel che noi stessi siamo è tanto misterioso come il mondo.
Se la nostra conoscenza delle realtà del mondo si è enormemente
ampliata nei millenni e specialmente negli ultimi secoli, oggi sappiamo
tanto poco ciò che noi stessi siamo, quanto lo sapevamo prima».
(K. Jaspers, La fede filosofica di fronte alla rivelazione, München, Verlag, 1962;
MI, Longanesi & C., 1970, p. 21)
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
2° punto:
Crisi economiche / crisi politiche /
crisi socio-culturali
‐ Crisi anzitutto finanziaria, poi
(successione solo cronologica
causale?).
economica
o anche
‐ Analogie e differenze con crisi 1929-1933.
‐ Incidenza della globalizzazione della finanza
sugli scambi economici.
‐ Crisi economica e ricadute sul soggetto.
‐ Analisi del termine “crisi”.
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
«Legittimationsprobleme im Spätkapitalismus»
(J. Habermas,1973)
Lett.: «Problema di legittimità nel tardo-capitalismo»
L’edizione italiana ha modificato il titolo in:
«Crisi
di razionalità nel capitalismo maturo» (Laterza, 1975)
I sistemi non vengono concepiti come soggetti; unicamente
i soggetti […] possono essere coinvolti nelle crisi. Solo nel
momento in cui i membri della società vivono i mutamenti
strutturali come critici per la sussistenza e sentono
minacciata la propria identità sociale, solo allora noi
possiamo parlare di crisi. Le perturbazioni dell’integrazione
del sistema minacciano la sua sussistenza solo nella
misura in cui è in gioco l’integrazione sociale, ossia nella
misura in cui la base consensuale delle strutture normative
è pregiudicata al punto che la società cade nell’anomia (in
nota il doveroso riferimento a E. Durkheim).
Habermas, op. cit., p.6
(correttamente citata anche da F. Chicchi nel suo
«Derive sociali», Angeli, MI, 2001, p. 15)
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
“Crisi”, concetto da mettere
in crisi nel suo senso comune
• Crisi: esso deriva dal latino crisis, che a sua volta deriva dal greco krìsis,
sostantivo formatosi sul verbo krìnein, che significa “giudicare”,
particolarmente in una causa, ma prima ancora “distinguere”, “scegliere”,
“discernere”, separare, prendere una decisione in una situazione confusa.
• Solo in un secondo tempo il termine “crisi” acquista anche il significato di
subitaneo cambiamento in una situazione precedentemente normale, o
supposta tale, che implica quindi una comprensione dell’accadimento e
successivamente una decisione sul da farsi.
• Nel binomio “crisi economica” il termine “crisi” ha perciò più la valenza di un
accadimento che ha provocato il precipitare di una situazione in precedenza
ritenuta normale, o supposta tale, con la conseguenza di doversi interrogare
sulle ragioni che l’hanno determinato e su come agire per ritornare ad una
situazione di normalità.
• Il soggetto chiamato a comprendere e poi ad agire è il complesso degli
individui umani che più o meno istituzionalmente si trovano nelle condizioni di
poter operare nel “campo” – introduciamo quest’altro concetto di “campo”,
inteso come campo dell’agire umano o campo della realtà, da distinguere dal
reale – delle relazioni umane.
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
3° punto: Ritorno
sul soggetto
• Chi vive all’estero cammina su un filo teso in
alto nel vuoto senza la protezione offerta dalla
propria terra dove ci sono la famiglia, i colleghi,
gli amici, dove ci si può facilmente far capire
nella lingua che si conosce dall’infanzia.
• A Praga Tereza dipendeva da Tomàš solo nelle
cose del cuore. Qui dipende da lui in tutto.
• Se lui l’abbandonasse, che ne sarebbe di lei?
Deve dunque passare tutta la vita con la paura
di perderlo?
(Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, Adelphi, MI, 1989, p. 81)
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
L’uomo a cui si tenta
di sottrarre l’inconscio
Francisco Goya
«Saturno che divora uno dei suoi figli», 1820-23,
Madrid, Museo del Prado
Saturno (per i Romani)-Crono (per i Greci),
rappresenta il tempo, ed è proprio questo il
significato iconografico dell’opera: il tempo che
divora i suoi figli, il tempo visto come un uomo
dallo sguardo allucinato, che in preda ad una
foga distruttiva divora, letteralmente distrugge le
sue creature, come viene sottolineato dal corpo
in brandelli del bambino (qui rappresentato come
un adulto).
Il prevalere del presente ad opera del mercato
annienta il tempo dell’Altro o tempo simbolico e
divora l’uomo nella sua relazione a Autrui.
(«Il tempo e l’Altro», E. Levinas, Il Melangolo, GE, 1997)
(«Le sacre du présent», Zaki Laϊdi, Paris Flammarion, 2000)
14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
Immagine attuale del mito di Crono
VIK MUNIZ
«Saturno divora uno dei suoi figli»,
da Francisco de Goya Lucientes,
stampa cromogenica, ritratti di rifiuti.
Verona, Galleria d'Arte moderna, Palazzo Forti.
A significare quanto sia divorante la
società contemporanea che ha assunto,
a livello sociale, una forte immagine di
Altro materno, con crescente latitanza
della funzione paterna.
I rifiuti che ci sovrastano non sono solo
quelli di Napoli, siamo anche noi stessi o
una buona parte di noi stessi, divorati dalla
logica del capitalismo “maturo” e dalla sua
etica del consumare ininterrottamente, fino
alla (tendenzialmente) totale consumazione
dell’uomo stesso come soggetto.
- Grazie per l’attenzione 14 Aprile 2011
Dott. Daniele Benini
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"Crisi economica e di identità" 14-4-11