AMORE ODIO E IGNORANZA
NEL TRANSFERT
Renè Magritte - Les Amants (Gli amanti), 1928
Dott. Daniele Benini
18 marzo 2011
La cura analitica è inserita nel solco - aperto
nell’antichità greca - dal detto delfico:
[ gnôthi seautòn]
Conosci te stesso
Con l’avvertenza che dobbiamo stare attenti
a non attribuire al verbo “conoscere”
il significato che ha per noi oggi.
Daniele Benini
18 marzo 2011
DUE VERBI RENDONO IL SIGNIFICATO DI “CONOSCERE”:
IN ITALIANO: conoscere e sapere
IN GRECO: gignòsko e òida
(quest’ultimo formatosi dall’aoristo di éidomi: ho visto, dunque so)
Entrambi hanno a che fare con la presa del simbolico sul reale.
Socrate rivolto ad Alcibiade: “In luogo dell’apparenza, tu cerchi di acquistare la realtà del
bello e veramente mediti di scambiare oro con bronzo. Però sta attento e guarda meglio:
così che non ti sfugga che sono niente – e bada che l’occhio della mente incomincia a
vedere in modo penetrante quando quello del corpo inizia il declino – e tu sei ancora
lontano da questo”. (Lacan, Il transfert, p. 170).
«SAPERE»
«CONOSCERE»
E’ il risultato
Indica l’atto del
dell’atto, ma,
Parte del
conoscere, più
campo in cui il rispetto al
che il risultato
significato dei conoscere,
dell’atto, pur
possiede il
due verbi si
significando
«sapore»
sovrappone
anche
dell’aver
il risultato
conosciuto
Daniele Benini
18 marzo 2011
All’inizio degli anni ’60 del secolo scorso
Karl Jaspers scrisse:
Quel che noi stessi siamo è tanto misterioso come il mondo.
Se la nostra conoscenza delle realtà del mondo si è
enormemente ampliata nei millenni e specialmente negli
ultimi secoli, oggi sappiamo tanto poco ciò che noi stessi
siamo, quanto lo sapevamo prima.
K. Jaspers, La fede filosofica di fronte alla rivelazione,
München, Verlag, 1962;
MI, Longanesi & C., 1970, p. 21
Daniele Benini
18 marzo 2011
C’È QUALCOSA DI SOGGIACENTE AL
“CONOSCI TE STESSO”, SENZA DI CUI NON
È POSSIBILE ALCUNA CONOSCENZA DI SÉ:
epìmelei heautou
(curati di te stesso)
che nell’antichità classica - ma anche nell’antichità cristiana - erano inseparabili.
Lacan, facendo riemergere tale questione [quella del prezzo che
il soggetto deve pagare per poter dire il vero su se stesso] ha
provocato la riapparizione, proprio all’interno della
psicoanalisi, della più antica tradizione, della più remota
inquietudine, di quell’epimeleia heautou che ha rappresentato
la forma più generale della spiritualità.
•
Michel Foucault, L’ermeneutica del soggetto, corso al Collège de France (1981-82),
• trad. it., MI, Feltrinelli, 2003 p. 27.
Daniele Benini
18 marzo 2011
Il soggetto umano non si può concepire se
non in relazione agli altri e, insieme, all’Altro
L’enigma del sapere di non sapere socratico: “Affermo di
non conoscere altro che le cose d’amore” (Simposio, 177°).
Daniele Benini
18 marzo 2011
Presa sul reale
(DEL PROPRIO ESSERE DI SOGGETTO)
o attraverso il sapere o/e attraverso l’angoscia
DOMANDA del paziente:
Ignoranza (inscientia)
sapere
amore
[indirizzata a chi?]
Tra asse immaginario e asse simbolico:
•
Il desiderio del soggetto
(d = desiderio = metonimia della mancanza ad essere)
slitta di significante in significante:
S1→d→S2→d→S3 →d→S4 etc…
(nella catena simbolica, soggiacendo sotto di essa,
sub-jectum).
Daniele Benini
18 marzo 2011
La domanda del paziente viene continuamente reiterata, è la cosiddetta
ripetizione della domanda, alla quale l’unica risposta, dice Lacan, è la
Versagung freudiana, ovvero il rifiuto.
Altrimenti si resta bloccati al primo piano del grafo del desiderio e non
si riesce ad accedere al secondo, ovvero al vero e proprio transfert:
Daniele Benini
18 marzo 2011
Dal piano della domanda a quello del desiderio,
dall’oggetto comune all’àgalma, ovvero all’oggetto
prezioso nascosto nell’analista.
Daniele Benini
18 marzo 2011
Dall’àgalma
al soggetto supposto sapere
Sq
S
s (S1, S2, S3…Sn)
Chiave di decifrazione della cura analitica - e della presa
sul reale che essa consente – è la Bedeutung¹ del termine
“supposé”, “supposto”, suppositum medievale):
• ¹ Nel preciso significato con cui lo usa Lacan nello scritto “La significazione del
fallo”, scritto originariamente in tedesco: Die Bedeutung des Phallus
Daniele Benini
18 marzo 2011
La rivelazione dell’ignoranza:
Il frutto positivo della rivelazione dell’ignoranza è il
non-sapere, che non è una negazione del sapere,
ma la sua forma più elaborata.
Lacan, Varianti della cura-tipo, in Scritti, I volume, p. 353.
Evidente in questa frase l’elevazione dell’ignoranza come passione
dell’essere al posto della verità nel discorso, che non si può dire tutta, ed è
questa verità, nel senso dell’Alètheia greca, che parla nel soggetto (senza
che lui lo sappia). Sta qui tutto il potere dell’interpretazione da parte
dell’analista.
Daniele Benini
18 marzo 2011
L’analista:
Dall’A al Φ per finire a non
essere altro che a, l’oggetto scarto
Il San Giovanni Battista, di Leonardo da Vinci, a Milano
Daniele Benini
18 marzo 2011
L’enigma del “sapere di non sapere”
(ovvero, il legame tra l’ignoranza socratica e il
desiderio, che in Socrate prende il posto
dell’amore)
Affermo di non
conoscere altro
che le cose
d’amore
(Socrate)
• (Platone, Simposio, 177e)
Daniele Benini
18 marzo 2011
Il “diamante” che Lacan ci offre
a pag. 334 del sem. I
«Gli scritti tecnici di Freud»:
Méprise
(Svista)
Mensonge
(Menzogna)
Verneinung
(Denegazione)
g e
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Ve nde
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(C
Verd
r
(Rim ängung
ozio
ne)
Simbolico
Ig
no
r
Am anz
ore a
)
Odio
Ambiguité
(Ambiguità)
Immaginario
Reale
Grazie per l’attenzione
Daniele Benini
18 marzo 2011
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Gnothi seautòn (conosci te stesso) epìmelei heautou (curati di te