LA DIMENSIONE TERRITORIALE NELLA
DIPLOMAZIA ITALIANA
L’Unità per il Sistema Paese e le Autonomie Territoriali
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STRUTTURA DELLA PRESENTAZIONE
I PARTE: I SETTORI DI ATTIVITA’ INTERNAZIONALE
DELLE REGIONI, LA DIPLOMAZIA DI SISTEMA DEL
MINISTERO DEGLI ESTERI
II PARTE: NECESSITA’ DI UNA NUOVA DINAMICA
ISTITUZIONALE
L’Unità per il Sistema Paese e le Autonomie Territoriali
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I PARTE
I SETTORI DI ATTIVITA’
INTERNAZIONALE DELLE REGIONI, LA
DIPLOMAZIA DI SISTEMA DEL
MINISTERO DEGLI ESTERI
I PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITA’ INTERNAZIONALE
DELLE REGIONI
•
•
•
•
•
promozione economica, commerciale, culturale;
cooperazione decentrata;
cooperazione territoriale;
rapporti con le comunità di corregionali all’estero;
gli accordi con Stati esteri, le intese ed i gemellaggi con Enti
omologhi.
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ACCORDI, INTESE E GEMELLAGGI
(2003-2009)
Regione
Intese ex
art. 6.2
Accordi ex
art. 6.3
Gemellaggi ex
art. 6.7
Abruzzo
Basilicata
Campania
Calabria
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto-Adige
Umbria
Veneto
Prov.Trento
Prov. Bolzano
Valle d’Aosta
Totale
6
7
13
0
17
24
12
9
43
6
0
15
4
3
8
11
0
6
35
9
3
6
237
0
1
0
0
4
2
1
1
4
2
0
1
2
0
0
4
0
0
1
1
0
0
24
5
3
16
2
17
9
31
10
31
7
1
20
11
4
11
37
0
4
37
0
0
1
257
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Una strategia per incentivare la leale
collaborazione
• Aspetti positivi e criticità dell’azione estera regionale:
contributo ad una più incisiva presenza del sistema
Italia e ampliamento gamma di contatti con partner
stranieri, particolare rilevanza della cooperazione
transfrontaliera regionale, non sempre supportati
tuttavia da informazioni adeguate sulle iniziative
intraprese, frammentazione, mancanza di continuità,
ridotta massa critica, talvolta sovrapposizioni di attività
fra diverse regioni.
• Necessità dunque di una strategia, che punti a
valorizzare azioni di sistema e favorisca una nuova
dinamica istituzionale.
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LA DIPLOMAZIA DI SISTEMA DEL MAE:LA RETE ESTERA
DEL SISTEMA ITALIA
Il primo punto di riferimento della diplomazia di sistema è rappresentato dalla rete
estera di soggetti pubblici e privati, che rappresenta e promuove interessi e valori
del paese:
•
•
•
•
•
•
Una rete diplomatica e consolare tra le più estese al mondo: con le nostre oltre
330 sedi tra Ambasciate, Rappresentanze, Consolati e istituti di Cultura, presenti in
oltre 146 Paesi, siamo al quarto posto dopo gli USA, il Regno Unito e la Francia (e
primi per il numero di Consolati). Alle sedi del MAE vanno affiancati i 117 uffici
dell’ICE in 87 Paesi (50% in integrazione logistica con le nostre Ambasciate);
140 Camere di Commercio in 48 Paesi;
oltre 100 sedi o antenne delle nostre Regioni, cui si aggiungono rappresentanze
estere di alcuni Ministeri e della Banca d’Italia;
26 Uffici dell’Enit in 22 Paesi;
rappresentanze delle Associazioni di categoria delle grandi e medie imprese italiane
e dei nostri istituti bancari;
ONG ed Associazioni di Connazionali all’Estero.
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DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DI AMBASCIATE E CONSOLATI
Ambasciate/Uffici Consolari: distribuzione per
aree geografiche
29
23
98
24
52
Europa
Americhe
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Mediterraneo
Africa Sub Sahariana
Asia e Oceania
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IL MINISTERO AFFARI ESTERI COME GESTORE DI RETE
•
•
•
Il MAE è impegnato a dare nuovo slancio al sostegno degli interessi
economici internazionali delle nostre Aziende e dei nostri territori:
Il MAE intende affermarsi nel ruolo di gestore di rete, “centro propulsore” in
grado di contribuire alla coerenza ed all’unitarietà d’azione dei soggetti istituzionali
e del mondo produttivo che si occupano della promozione economica del nostro
Paese;
Il MAE intende lavorare assieme al mondo dell’imprenditoria e agli altri Ministeri
ed Enti, con un nuovo spirito di partnership pubblico/privato, che vede la
Farnesina impegnata in un ruolo di coordinamento ed interfaccia con le espressioni
più significative del mondo imprenditoriale e con gli attori del sistema pubblico;
Si tratta di indirizzare la diplomazia economica verso le azioni di sistema
in modo da affiancare ed indirizzare aziende ed imprenditori proiettati
verso l’internazionalizzazione, sostenendone la competitività, non solo
come export, ma anche come capacità di attrarre investimenti produttivi
in Italia
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LE AZIONI DI SISTEMA DEL MAE: RAFFORZAMENTO DELLA
DIPLOMAZIA ECONOMICA E PROMOZIONE DEL TERRITORIO
•
•
•
•
Ruolo essenziale delle Direzioni geografiche, DGCE, DGIT, DGPC: i tavoli
geografici e tematici. Esempi recenti:
Russia, Giappone, Cina, Turchia, Brasile, Canada, Israele, Paesi Baltici,
Albania, Egitto, Canada; l’elaborazione di proposte per iniziative di
sistema in aree regionali (Balcani, Mediterraneo, America Latina, Africa).
“Cooperazioni rafforzate” con le Regioni (Sicilia, Campania, Marche,
Lombardia, Friuli Venezia-Giulia): incontri al MAE per iniziative congiunte
in Italia ed all’estero;
Organizzazione di eventi promozionali, quali azioni di marketing del
prodotto italiano, incontri di match–making tra imprese, e manifestazioni
con taglio scientifico-tecnologico o in sinergia con eventi culturali. I grandi
eventi integrati (Italia in Cina, Italia in Giappone, Primavera Italiana in
Vietnam, altri), “le settimane italiane”;
Collaborazione con MISE nei settori della promozione, dell’assistenza,
dell’informazione, dell’aggregazione delle comunità d’affari e della
promozione degli investimenti esteri in Italia.
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LA PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO
CABINA DI REGIA
Definizione
Si tratta di un nuovo metodo non burocratico di strettissima collaborazione ad alto
livello tra il Ministero degli Affari esteri, il Ministero dello Sviluppo economico
insieme all’ICE, la Presidenza del Consiglio, Confindustria, ABI, ed all’occorrenza
altre entità pubbliche – tra cui le Regioni – e private.
Obiettivi
L’obiettivo è quello di accrescere e rendere più efficace il sostegno istituzionale alla
presenza ed espansione delle imprese italiane sui mercati esteri ed all’attrazione di
investimenti dall’estero, orientando “il lavoro comune dei due Ministeri, attorno al
quale convogliare l’apporto di altri attori istituzionale e dell’imprenditoria”.
Azioni
La CDR pianifica, organizza e successivamente valuta gli esiti delle “missioni di
sistema”, cioè le grandi missioni imprenditoriali nelle quali, con le massime cariche
dello Stato o del Governo, si presenta il meglio della nostra imprenditoria e del
nostro settore bancario. Alcune “Missioni di sistema”: Vietnam ed Israele;
2009: Russia, Brasile e Cile)
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LA PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO
IL COMITATO STRATEGICO
Definizione
E’ un’iniziativa MAE/MISE, è composto da esperti di elevato profilo e presieduto dal
Segretario Generale della Farnesina.
Obiettivi
l’obiettivo in generale è quello di proteggere e promuovere gli interessi economici
italiani; il Comitato, in particolare, ha il ruolo di advisor del Governo sui temi
dell’azione dei “Fondi Sovrani” e sui fenomeni della globalizzazione
economica e finanziaria.
Ha i compiti di analisi, indirizzo, supporto e coordinamento nel campo dei fenomeni
economici complessi propri della globalizzazione, quali l’influenza dei fondi sovrani
e lo sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo.
Azioni
Primi risultati concreti: visite in Italia, su invito dei Ministri degli Esteri e
dello Sviluppo Economico, dei Responsabili della KIA – Kuwait
Investment Authority” (settembre 2009) e della CIC - China Investment
Corporation (febbraio 2010)
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LA PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO
Attrazione degli Investimenti Esteri
•
C’è molto da fare, molti passi in avanti devono essere compiuti, e molto
rapidamente, anche con un ruolo più attivo delle Regioni. Secondo dati
OCSE relativi al 2006, l’Italia, con soli 16.6 miliardi di dollari di
investimenti esteri, è dietro la Gran Bretagna, (139 miliardi), la Francia
(81 miliardi) la Germania (42,9 miliardi), la Spagna (40 miliardi). Gli
investimenti esteri in Italia sono quasi esclusivamente concentrati nel
centro-nord.
•
Un ruolo naturale per le nostre Regioni, interessante evoluzione della
normativa regionale in materia di rapporti internazionali e di
internazionalizzazione.
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LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA: LA NOVITA’ DEI GECT
(GRUPPI EUROPEI DI COOPERAZIONE TERRITORIALE).
•
•
•
Convenzione di Madrid sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità
territoriali (1980). I limiti della legge di ratifica n. 948/1984:
– stabilisce che gli accordi ed intese delle autonomie territoriali con enti stranieri sono
subordinati alla stipula di convenzioni bilaterali con gli Stati confinanti (finora tre
accordi conclusi con Francia, Svizzera e Austria);
– stabilisce un raggio di azione di 25 km dalla frontiera;
– impone il riconoscimento degli enti;
I e II protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Madrid, che regolano la costituzione di
organismi stabili di cooperazione. L’Italia non ha ratificato il I e non ha firmato il II
protocollo.
Ma mentre dottrina e amministrazione si affannavano a dimostrare che non si poteva
parlare di “Euroregioni”, nascevano, con regolamento comunitario, i GECT (Gruppo
europeo di cooperazione territoriale)
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IL RUOLO DEL MAE PER L’ATTUAZIONE DELLE NORME
NAZIONALI E LA COSTITUZIONE DEI GECT
•
•
•
Coinvolgimento del MAE nelle due diverse fasi che hanno caratterizzato la messa a
punto delle norme nazionali attuative del Regolamento comunitario (n.
1082/2006): fino alla redazione di un DPR (luglio 2007) e successivamente nel
percorso parlamentare della legge 88/2009 (legge comunitaria 2008). Una svolta
“epocale” per gli Enti territoriali, superamento dell’impasse sulla Convenzione di
Madrid.
Avviata istruttoria per autorizzazione alla costituzione dei seguenti 4 GECT: “AlpiMediterraneo”, (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Provence-Alpes- Côte d’Azur e
Rhône-Alpes); “Euroregione senza confini” (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Carinzia);
“Archimed” (Sicilia, Isole Baleari, Larnaca); “Territorio dei Comuni: Comune di
Gorizia con i comuni di Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba (Slovenia)”.
Emerse alcune criticità in relazione, fra l’altro, a:
– interpretazione normativa comunitaria e nazionale;
– leggi regionali di autorizzazione;
– redazione di statuto e convenzione;
– individuazione di obiettivi;
– autorizzazioni nazionali.
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segue: i GECT
• Il GECT copre l’intero quadro di azioni di
cooperazione, ad es., nel settore dei trasporti (strade
di collegamento tra regioni confinanti), in quello
sanitario (ospedali transfrontalieri), educativo, del
sostegno alle PMI, ambientale, culturale e della ricerca,
turistico.
• Dà un contributo di rilievo all’attuazione delle politiche
di coesione UE che tendono a canalizzare, in misura
crescente, le risorse della cooperazione transfrontaliera
verso organismi stabili ed ampi di cooperazione.
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II PARTE
NECESSITA’ DI UNA NUOVA DINAMICA
ISTITUZIONALE
NECESSITA’ DI UNA NUOVA DINAMICA STATO –
REGIONI
• Inadeguatezza dei meccanismi di raccordo istituzionale, di
coordinamento e gestione integrata delle attività di promozione
economica e di internazionalizzazione: il ruolo della Conferenza
Stato – Regioni e quello del CIPE.
• Necessità dunque di accrescere l’incisività dell’azione
internazionale del “Sistema – Paese” ed evitare sovrapposizioni di
competenze, dispersione di mezzi finanziari e conflitti tra Governo
ed entità sub-statali nel campo dell’azione estera.
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DUE STRADE POSSIBILI
MODIFICHE NORMATIVE
I tentativi fatti per modificare la legge La
Loggia (legge finanziaria 2007 su limiti
all’apertura di uffici regionali esteri), o
introdurre altre norme (ad es. nuova
disciplina della cooperazione allo sviluppo,
sportelli
unici
all’estero
per
l’internazionalizzazione) non hanno dato
finora i risultati apprezzabili.
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INTESA GOVERNO – REGIONI IN MATERIA
DI RAPPORTI INTERNAZIONALI
Volta a favorire “posizioni unitarie o il
conseguimento di obiettivi comuni”,
come previsto dall’art. 8, comma 6 della
legge La Loggia. Sei anni di stop-and-go, sei
mesi di accelerazione, firma nel dicembre
2008.
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INTESA GOVERNO-REGIONI IN MATERIA DI RAPPORTI INTERNAZIONALI,
SANCITA DALLA CONFERENZA STATO-REGIONI IL 18 DICEMBRE 2008
Strumento di “multilevel governance”, è l’inizio di un nuovo percorso, per lo
sviluppo dei nostri territori, per la loro internazionalizzazione, per valorizzare e
sostenere l’azione delle Regioni, nel quadro più vasto della politica estera del Governo.
Impegni
previsti
Per le Regioni
queste si impegnano a comunicare un quadro generale degli atti
deliberativi a carattere programmatorio concernenti le attività
internazionali, gli atti sottoscritti (e i loro seguiti) con altri Stati,
organizzazioni ed enti esteri, gli impegni assunti nel corso delle missioni
all’estero (e i loro sviluppi) e la programmazione degli interventi di cooperazione
decentrata
Per il Governo
che si impegna a comunicare le priorità geografiche e tematiche inerenti
alle relazioni internazionali dello Stato “con riferimento anche all’azione di
sostegno all’internazionalizzazione del Sistema Italia, di aiuto allo sviluppo ed
alla valorizzazione all’estero delle identità culturali e delle nostre collettività;
attività ed accordi bilaterali e/o multilaterali dello Stato che siano di
interesse per le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano”.
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GLI IMPEGNI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Il Ministero degli Affari Esteri si impegna a comunicare, in sede di Conferenza Stato –
Regioni, le finalità e gli indirizzi della politica di cooperazione allo sviluppo, “definiti
attivando anche forme di consultazione con le Regioni e le Province Autonome”.
Entrambe le parti collaboreranno in tutte le fasi di realizzazione delle missione
all’estero delle Regioni ed in quelle di interesse comune.
DUE STRUMENTI OPERATIVI PER L’ATTUAZIONE DELL’INTESA
• la costituzione, al Ministero degli Esteri, di una Banca dati sulle attività internazionali
delle Regioni a partire dai dati inerenti la cooperazione allo sviluppo;
•L’istituzione di un tavolo permanente per monitorare l’applicazione dell’Intesa e favorire
il coordinamento nell’azione internazionale dello Stato e delle Regioni.
A questi strumenti si aggiungono iniziative congiunte di formazione
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UN CONTRIBUTO ALLA GOVERNANCE DELLA COOPERAZIONE
TRANSFRONTALIERA: GLI INCONTRI ITALO-SVIZZERI
•
•
•
Realizzati tre incontri, tra il 2007 e il 2010, a livello di alti funzionari dei Ministeri
degli Esteri di Italia e Svizzera; in quello più recente, partecipazione anche dei
rappresentanti regionali (Piemonte e Valle d’Aosta) e cantonali (Grigioni, Ticino,
Vaud)
Applicato dalle due parti un metodo innovativo di consultazione preventiva e
successiva con le Amministrazioni centrali e regionali
Tra i risultati ottenuti:
– favoriti scambi di informazioni e coordinamento in materia di infrastrutture
ferroviarie e stradali;
– supporto al programma INTERREG di cooperazione transfrontaliera Italia –
Svizzera 2007-2013;
– contributo alla soluzione di alcune criticità nel settore ambientale e delle
risorse idriche;
– sostegno al superamento di problematiche nel settore della libera circolazione
dei servizi e delle merci;
– approfondimento delle tematiche fiscali e doganali relative al territorio
dell’enclave di Campione d’Italia;
– possibilità di replicare il formato della consultazione ad altri territori di confine
(ad esempio con Austria e Francia)?
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LA RIFORMA DEL MAE: UNA DIREZIONE GENERALE PER IL
SISTEMA PAESE
Un contributo di rilievo ad una nuova dinamica istituzionale è atteso anche dalla
riforma del MAE, in corso di esame da parte del Parlamento: sicurezza, globalizzazione,
promozione del sistema Paese, ma anche nuovi metodi di lavoro, innovazione e
attenzione alla sostenibilità ambientale. Su queste basi sono stati delineati un diverso
assetto e le nuove funzioni del MAE, con l’obiettivo di dotarsi di un’organizzazione più
vicina alle esigenze dei cittadini e del mondo delle imprese ed in grado di rispondere
meglio alle sfide del mondo contemporaneo.
Un articolato progetto di riforma che, pur abbracciando vari settori, si caratterizza per
una finalità comune: adeguare strutture, prassi e mentalità per cogliere prima degli
altri le numerose opportunità che una realtà internazionale fluida ed in continua
evoluzione offre al nostro Paese. Una visione del cambiamento e della Farnesina del
domani.
Tra le novità si segnala la riconfigurazione delle direzioni generali che passano da 13
ad 8: tra di esse quella per la promozione del sistema Paese, un’evoluzione rispetto
all’attuale Unità per il Sistema Paese e le Autonomie Territoriali.
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Vi ringrazio per l’attenzione.
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