Sviluppare un tessuto di imprese innovative Forum europeo L’INNOVAZIONE PER LO SVILUPPO Esperienze a confronto Reggio Calabria, 25 novembre 2005 Andrea Bonaccorsi Università di Pisa Indice della relazione Lo sviluppo economico delle regioni in Europa, 19952002 La “regione imprenditoriale” Quali elementi per una strategia regionale per l’innovazione Le politiche per le nuove imprese innovative Il benchmarking delle regioni italiane Fonte: Centro Studi Confindustria, a cura di A.Bonaccorsi e G.Gallo (2005) Il benchmarking delle regioni italiane Media PIL pro capite Cluster 1 1569.2 4722.5 9885.6 2002 10531.7 2644.1 7435.1 16370.5 8.6% 0.8% 7.5% 10.4% 1995 6768.5 1586.0 4750.6 9693.2 2002 9739.2 2228.9 6764.2 13709.5 6.3% 0.6% 5.2% 7.4% 1995 10080.1 3871.6 4544.4 16416.8 2002 18320.6 7157.6 8248.5 31232.4 11.7% 0.9% 9.8% 12.9% 1995 10703.6 1424.5 6057.7 12659.5 2002 14044.3 2054.8 7917.2 16226.1 4.4% 0.9% 1.8% 5.5% 1995 11502.0 1319.4 9310.6 14456.2 2002 17281.7 1969.9 14083.5 21537.8 7.2% 0.6% 5.9% 8.9% crescita Cluster 4 (Cam, Pug, Bas, Cal, Sic) crescita Cluster 5 Max 6558.0 crescita Cluster 3 Min 1995 crescita Cluster 2 St. dev. crescita N reg 15 18 9 27 29 Il benchmarking delle regioni italiane PIL pro capite (continua) Cluster 6 (Abr, Mol, Sar) 12584.9 17186.1 2002 19723.3 1736.4 16095.4 23059.7 4.6% 0.6% 2.8% 5.4% 1995 16248.2 1679.2 13730.9 21759.1 2002 23069.0 2347.2 19269.4 30197.2 6.0% 0.6% 5.2% 7.1% 1995 18646.4 2213.7 14538.6 23912.5 2002 23345.6 3362.1 17027.3 30028.0 3.6% 0.9% 1.1% 4.9% 1995 19177.3 3051.0 15423.0 27222.4 2002 30204.6 5455.9 24113.4 45026.0 8.2% 0.7% 7.1% 9.3% 1995 28157.5 6184.3 22936.5 42089.4 2002 38794.2 10625.4 31672.5 66760.9 5.3% 1.2% 4.1% 8.4% crescita Cluster 10 (Bolzano) Max 1244.7 crescita Cluster 9 Min 14890.3 crescita Cluster 8 (Pie, VdA, Lom, Trento, Ven, FVG, Ero, Tos, Umb, Mar, Laz) St. dev. 1995 crescita Cluster 7 (Lig) Media crescita N reg 36 46 50 13 11 Il benchmarking delle regioni italiane Pil 1995-2002 12,00% tasso crescita annuale 1995-2002 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% 0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000 40000 45000 Pil 1995 cluster 1 cluster 3 Cam-Pug-Bas-Cal-Sic cluster 6 cluster 7 cluster 8 cluster 9 Bolzano cluster 2 cluster 4 cluster 5 Abr-Mol-Sar Lig Pie-VdA-Lom-Trento-Ven-FVG-Ero-Tos-Umb-Mar-Laz custer 10 LOESS Fit (degree = 1, span = 0.3000) .14 GDP_GROWTH_ANNUAL .12 .10 .08 .06 .04 .02 .00 0 10000 20000 30000 GDP_1995 40000 50000 Implicazioni Le regioni italiane sono tutte collocate “nel fondo della pentola”: presentano bassi tassi di crescita a prescindere dalla situazione di partenza. In Europa, al contrario, sono presenti almeno due percorsi di crescita sostenuta: - alcune regioni in ritardo di sviluppo (in Irlanda, Galles, Scozia, Spagna, in misura minore Portogallo e Grecia) investimenti in capitale fisso e rapido aumento dei tassi di attività (“catching up”) - le regioni intorno alle aree metropolitane forti del Centro Europa alta intensità di innovazione struttura produttiva terziaria Per le regioni meridionali il dilemma è molto severo A- Valorizzare la struttura produttiva esistente • Internazionalizzazione • Innovazione tecnologica nelle PMI tradizionali • ICT • Cambiamento organizzativo e successione familiare • Crescita dimensionale PMI qual è il potenziale di crescita? Per le regioni meridionali il dilemma è molto severo/2 B- Favorire la trasformazione strutturale • Attrazione di investimenti dall’estero • Creazione di nuove imprese innovative • Settori ad alta tecnologia e servizi ad alto valore aggiunto • Capitale di rischio • Rapporti università-imprese quanto tempo è necessario per la trasformazione? Regional entrepreneurship A livello europeo si va consolidando un ruolo crescente dei governi regionali, sia nei paesi a tradizionale ordinamento federale (es. Germania) che nei paesi unitari (es. Spagna), e persino in paesi fortemente centralistici come la Francia, per lo sviluppo economico. Aumentano le competenze delle Regioni in materia di ricerca, sviluppo e innovazione e si parla di “sistemi regionali di innovazione”. Il governo regionale assume un ruolo centrale di raccordo delle istanze locali e di coordinamento di vari soggetti per promuovere lo sviluppo locale basato sulla innovazione “regione imprenditoriale” capacità imprenditoriale del sistema regionale di innovazione Elementi di una 1. Visione a lungo termine 2. Intelligenza strategica 3. Capacità di selezione 4. Consensus building e comunicazione 5. Implementazione e deciso orientamento ai risultati Creazione di nuove imprese innovative Le politiche per la creazione di nuove imprese innovative devono offrire un integrato: pacchetto - servizi - finanza innovativa - networking Le politiche per la creazione di nuove imprese dovrebbero essere distinte rispetto agli interventi per le imprese esistenti (PMI, settori tradizionali) innovative Aumento della produttività attraverso la creazione di nuove imprese innovative Crisi della produttività nel declino industriale Italia. L’aumento di produttività può derivare dal turnover, ovvero dall’ingresso dal basso di nuove imprese caratterizzate da livelli di produttività più elevata rispetto agli incombenti. Le imprese nuove con produttività più elevata (dati OCSE) sono presenti nei: - Settori ad alta tecnologia - Business services Numero di nuove imprese science based 2338 2334 2500 2128 2000 1500 1000 347 356 500 0 Anni 1999- 2000-2001 Nuove imprese con addetti Nuove imprese con dipendenti 358 Numero di nuove imprese high tech 724 2001 3684 716 2000 3406 716 1999 3558 0 500 1000 1500 Nuove imprese con addetti 2000 2500 3000 Nuove imprese con dipendenti 3500 4000 Numero di nuove imprese high tech nei paesi scandinavi. Anno 2001 Svezia Finlandia Danimarca Norvegia Spinoff companies 311 115 166 135 Greenfield 334 247 189 195 Altre 294 183 197 93 Totale 939 545 552 423 Fonte: Nas e Sandven (2005) Recenti evidenze sui paesi scandinavi • Circa il 10% delle nuove imprese nei paesi scandinavi opera in settori ad alta tecnologia. • Nel caso delle imprese spinoff, la quota sul totale è circa il 20%. • All’interno delle nuove imprese, la componente più importante è il Greenfield- imprese che partono con nuclei imprenditoriali non provenienti da un’unica impresa madre o da un’unica organizzazione Il problema della crescita L’effetto di aumento della produttività si ottiene tuttavia quando, superata la soglia di sopravvivenza (2-3 anni dalla nascita) le imprese danno luogo a processi di crescita dimensionale. In un campione di nuove imprese nate negli anni 1999 e 2000 e intervistate nel 3° anno dalla nascita, solo il 4,71% è cresciuta dimensionalmente in modo significativo (oltre 2 addetti in più e oltre il 30% della dimensione iniziale) (Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere). Appare dunque fondamentale capire sotto quali condizioni crescono le nuove imprese (post-entry growth). Principali risultati • Il livello di educazione dell’imprenditore non gioca alcun ruolo nello spiegare la crescita della nuova impresa • L’esperienza professionale dell’imprenditore è un fattore importante ma solo se combinato con la “conoscenza del processo produttivo”- un elemento piuttosto tradizionale • Il livello di investimento nel capitale iniziale è un forte predittore della crescita dimensionale- ruolo critico della finanza • L’esperienza familiare non aiuta la crescita • Le motivazioni psicologiche (desiderio di indipendenza, autonomia etc.) inibiscono la crescita. Fonte: Bonaccorsi e Giannangeli (2005) Nuova imprenditorialità innovativa? • Nuova imprenditorialità ancora legata alla riproduzione del modello di sviluppo precedente (basso livello di istruzione, mercati locali o di nicchia, bassa capitalizzazione, self-employment) • Flusso di nuove imprese innovative: importante ma ancora modesto come entità • Scarso orientamento alla crescita • Necessità di rafforzare l’imprenditorialità innovativa con politiche integrate Limiti delle imprese spinoff da ricerca • I fondatori hanno forti competenze tecnologiche ma deboli competenze commerciali. • Invece di cercare soci con competenze complementari preferiscono soci provenienti dallo stesso ambiente accademico. • I fondatori continuano a svolgere attività di ricerca a tempo pieno ma non delegano la gestione dell’impresa ai collaboratori. • Il tasso di crescita è il più basso tra le start up ad alta tecnologia . Fonte: Colombo e Grilli (2005) Criticità Orientamento alla crescita (a) problema strutturale - consulenza - software custom - prodotti scientifici (b) problema organizzativo/ culturale - attitudine al controllo diretto - competenze professionali per gestire la crescita - scarso orientamento commerciale Criticità Cultura degli imprenditori (a) accettazione ruolo del capitale di rischio (b) business plan come formalità vs business plan come contratto con il finanziatore (c)protezione proprietà intellettuale come vicenda interna (d)trasparenza e comunicazione Scouting Supporto al Due Incubazione business plan diligence Exit Seed capital Accelerazione Second round financing Formazione Il nodo del deal flow delle nuove imprese Il recente provvedimento del Ministero per l’Innovazione Tecnologica (MIT), d’intesa con i Ministeri dell’Economia e delle Attività Produttive, per un fondo pubblico di capitale di rischio da circa 100 milioni di euro per le regioni meridionali va nella giusta direzione. Tuttavia rischia di sottovalutare l’enorme difficoltà che gli operatori privati di capitale di rischio possono incontrare: - nell’identificare opportunità di investimento (scouting) - nel supportare i potenziali imprenditori nello sviluppo del business plan - nel ricevere piani di business orientati alla crescita e al rapporto maturo con il capitale di rischio (deal flow) Uno spazio per iniziative su scala locale Si apre un grande spazio di collaborazione per progetti su scala locale che siano esplicitamente orientati al mercato del capitale: - accordi con università per lo scouting e l’incubazione di nuove imprese innovative - servizi di supporto - percorsi di accelerazione altamente professionali - percorsi di internazionalizzazione precoce delle nuove imprese - soft finance Conclusioni Nella competizione mondiale non c’è spazio per regioni che non riescano a: - rendere più innovativa la base produttiva tradizionale - operare una trasformazione strutturale verso nuovi settori e nuovi modelli di impresa Ciò richiede grande intelligenza strategica, lucidità, chiarezza di idee, capacità di selezione e di consenso Le politiche per la creazione di nuove imprese innovative devono essere concepite come un pacchetto integrato e avere una autonomia gestionale I soggetti locali sono attori chiave delle nuove politiche