•def. : il fenomeno abnorme nel quale alcuni costituenti dell’organismo
diventano bersaglio del proprio sistema immunitario con conseguente
comparsa di manifestazioni patologiche di vario tipo, che costituiscono le cosi
dette :
Azione svolta contro gli autoantigeni :
Autoanticorpi della classe IgG
(anticorpo mediata )
Linfociti T autoreattivi
(cellulo mediata )
Tutto ciò determinerà un processo flogistico che può culminare nella
distruzione tissutale.
REAZIONE IMMUNOPATOGENA DI TIPO V
• Anticorpo diretto contro il recettore (autoantigene)
• Il nostro autoanticorpo mima l’azione fisiologica del normale ligando
attivando l’azione svolta dal ligando :
• Malattie connesse :
• Morbo di Flajani , Basedow , Graves (autoanticorpi diretti contro i
recettori del TSH della tiroide .
• Conseguenze : iperplasia (gozzo, il recettore è cosi sempre attivo ,
ipertiroidismo (produzione di ormoni)
REAZIONE IMMUNOPATOGENA DI TIPO VII
• Si ha una inibizione del recettore
• Si ha quindi il blocco funzionale del recettore con la conseguente
incapacità del ligando naturale di legarsi
• Malattie connesse :
• Miastenia gravis ( autoanticorpi contro recettori per acetilcolina)
• Diabete mellito insulino resistente
Gli autoanticorpi della classe IgM e i linfociti T autoreattivi (NAA= Natural
AutoAntibodies) sono sempre presenti nel nostro organismo in piccole quantità
senza determinare stati patologici
HORROR AUTOTOXICUS : dogma ( immunologo Paul Ehrlich) secondo il quale
il sistema immunitaria è incapace di riconoscere fisiologicamente i costituenti del
proprio organismo perche non vengono prodotti anticorpi contro i costituenti di un
organismo (la teoria del self e del non-self)
Gli studi successivi: nel secolo scorso venne introdotta la teoria della
SELEZIONE CLONALE (Frank Macfarlan Burnet) . Con questa teoria si passa
dall’ipotesi che non venissero prodotti anticorpi contro il nostro sistema alla teoria
che venissero prodotti e successivamente eliminati.
L’eliminazione dei linfociti autoreattivi ( tramite apoptosi) avviene negli
organi linfoidi primari :
Secondo la teoria di Burnet, l’organismo seleziona per la sopravvivenza
solo le seguenti cellule :
Nell’organismo rimangono solo i linfociti autoreattivi che si trovano in uno stato
di incapacità di svolgere le loro azioni ( anergia clonale)
Def: Fenomeno mediante il quale i linfociti che vengono a contatto con delle
sostanze estranee ( antigeni ) diventano TOLLERANTI verso di essi , quindi
sono incapaci di rispondere.
TOLLERANZA DA ALTE E BASSE DOSI DI ANTIGENE
• Inoculazione di un antigene di natura proteica attraverso la via
sistemica
• Dosi superiori o inferiori alla dose ottimale
TOLLERANZA DA INOCULO DI LINFOCITI
• Inoculo in animali neonati
• Animali di stessa specie e ceppo diverso
• Trapianto in adulti della cute degli animali donatori dei linfociti .
Comunanza di epitopi tra
autoantigeni e antigeni
estranei
Espressione aberrante di
molecole MHC
Associazioni con lo MHC
Influenza dei geni non MHC
Influenza del network
idiotipico
Meccanismi
patogenetici
Alterazioni funzionali dei
linfociti T regolatori
Riduzione e perdita della
tolleranza centrale
Perdita della tolleranza
Riduzione della perdita della
tolleranza periferica (deficienza
anergia clonale)
Attivazione policlonale dei
linfociti
Riduzione della perdita della
tolleranza periferica (inattivazione
apoptosi)
Riduzione e perdita tolleranza centrale
• Non è stato dimostrato sperimentalmente
• Si ipotizza che negli organi linfoidi primari non vengono presentati alcuni
autoantigeni e quindi i linfociti sopravvivono.
Riduzione o perdita tolleranza periferica per anergia clonale
• E’ un meccanismo noto
• Si verifica presenza di autoantigene e di adiuvante che stimola nei macrofagi il
rilascio di molecole costimolatorie.
• Questo presuppone la presenza di linfociti autoreattivi
Riduzione o perdita tolleranza periferica per inattivazione
apoptosi
• Presenza di difetti genetici a carico del gene Fas( CD95, recettore della
superficie cellulare ) e del suo ligando ( fas ligando o fas L ) che interagendo
determinano apoptosi.
ATTIVAZIONE POLICLONALE DEI LINFOCITI
• Si hanno prove sperimentali solo sui topi
• Si ha produzione di autoanticorpi contro diversi autoantigeni in
seguito a trattamento con batteri o con LPS che attivano cloni
linfocitari autoreattivi.
COMUNANZA DI EPITOPI TRA AUTOANTIGENI ED
ANTIGENI ESTRANEI ( ANTIGENI ETEROGENETICI)
• Quando si verifica una risposta policlonale verso antigeni microbici ,
con epitopi presenti anche in alcune molecole dell’organismo , si ha
una reazione che può culminare in autoaggressività .
• Le cellule aggrediscono l’organismo ospite e le molecole self che
presentano i medesimi target.
• La comunanza di epitopi prende il nome di mimetismo molecolare
• Gli individui che presentano un determinato allele HLA possono sviluppare la malattia
autoimmune , eccezionalmente vengono colpiti i soggetti che ne sono privi .
• Probabilmente va ricondotto al modo che hanno le APC di presentare l’antigene ai linfociti
T.
Espressione aberramte di
molecole MHC
• Cellule interessate tireociti e cellule betapancreatiche
• Reazioni infiammatorie determinano il
rilascio di IFN-gamma e TNF-alfa che
provocano l’espressione in queste cellule
di MHC II che normalmente non vengono
espresse
• Una volta presentate alle Th autoantigene
le cellule vengono aggredite
Influenza di geni non MHC
• Individui che presentano deficit del
complemento ,C1 e C2 , hanno una
maggiore probabilità di ammalarsi malattie
autoimmuni.
• Non è nota la ragione
Alla base si ha un sistema di controllo :
•Quando l’insulto esterno è esaurito la riduzione degli anticorpi circolanti si
ha grazie alla formazione di anticorpi anti idiotipo di quelli presenti che
hanno fronteggiato l’insulto.
•Nel caso delle malattie autoimmuni si avrebbe una riduzione degli anticorpi
antiidiotipo con la conseguente permanenza in circolo di autoanticorpi .
Si ha una riduzione numerica o di efficienza dei linfociti T regolatori in pazienti
affetti da alcune malattie autoimmuni.
Esistono due famiglie di linfociti T regolatori:
•Esercitano una azione regolatoria nei confronti dei linfociti T e B
•Sono CD34+
•Esprimono il gene Fox P3
•Possono esprimere o meno il marcatore CD 25
•Fino ad oggi solo i CD25 + sono capaci di inibire la proliferazione
linfocitaria
•Mutazioni a carico del gene Fox P3 determinano il mancato controllo
da parte loro sulla proliferazione linfocitaria.
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