Romualdo Chiesa Romualdo Chiesa nasce a Roma il 31 agosto 1922 da Angelo e da Lina Polvani. È il maggiore di undici figli. I suoi primi studi all’istituto San Giuseppe sono di impronta cattolica. Terminata la scuola media comincia a frequentare il liceo ginnasio E. Q. Visconti, dando subito prova di serietà nello studio e disciplina. Entra in contatto con i professori Gigli e Persichetti, attivissimi allora nella resistenza politica, che lo guideranno nel suo percorso di studente e antifascista convinto. Romualdo in famiglia non parla molto della sua vita fuori casa, ovvero del suo impegno politico, ma tutti i suoi familiari sono a conoscenza del suo precoce avvicinamento agli ideali di libertà, uguaglianza e indipendenza, che animavano allora le anime più elette, quelle pronte a lottare contro la dittatura. All’interno del Visconti entra a far parte del gruppo dei Cattolici Comunisti. Dopo il liceo inizia a partecipare ad azioni di protesta contro il regime: in occasione della visita di Hitler a Roma con un suo compagno lancerà dei volantini con su scritto “abbasso Mussolini - abbasso Hitler - evviva la Libertà”. Romualdo perciò viene imprigionato e deferito al Tribunale speciale. Diventa un “detenuto politico” . Tuttavia durante il periodo trascorso in carcere ha modo di conoscere Trombadori e alcuni membri della famiglia Giolitti: a quel momento risale il suo avvicinamento al mondo della sinistra. Dopo circa sette mesi viene assolto. Una volta tornato a casa supera in poco tempo gli esami del biennio di ingegneria. Durante l’occupazione tedesca della città continua a mettere a repentaglio la propria vita, lavora imperterrito per la liberazione della patria, partecipa all’organizzazione delle operazioni di rivolta contro il regime. Il 23 febbraio del 1944 esce di casa: non ci tornerà più. Viene rinchiuso nel carcere di via Tasso. I contatti con la famiglia sono controllati dai nazisti. Romualdo nasconde l’ ultimo messaggio destinato ai suoi cari in una minuscola striscia di carta cucita in un nodo quasi invisibile di un fazzoletto, recapitato poi alla madre, dove c’è scritto “ Sto bene, baci. Romualdo ”. Accecato durante le torture a cui è sottoposto dai tedeschi nel carcere di via Tasso, viene ucciso il 24 marzo del 1944 alle Fosse Ardeatine. Un telegramma scritto in tedesco comunica alla famiglia la morte di Romualdo e invita i parenti a ritirare i suoi effetti personali presso il carcere di via Tasso. Carcere di via Tasso. ROMUALDUS CHIESA LYCEI NOSTRI PAULO ANTE ALUMNUS A TEUTONIS CUM SECTATORIBUS FASCIUM SAEVIENTIBUS IN URBE DIRA IN CARCERE FORTIFER PASSUS DIE XXIV MARTII ANNI MCMXLIV AD VIAM ARDEATINAM IN TENEBROSIS SPELUNCIS PLUMBO CONFOSSUS ILLORUM ITALICAE LIBERTATIS ADSERTOR ILLUXIT TRADUZIONE: ROMUALDO CHIESA FINO A POCO TEMPO PRIMA ALUNNO DEL NOSTRO LICEO DOPO AVER TENACEMENTE PATITO IN CARCERE TORTURE ORRIBILI DA PARTE DEI TEDESCHI E DEI FASCISTI CHE SFOGAVANO A ROMA LA LORO FEROCIA IL GIORNO XXIV MARZO DELL’ ANNO 1944 TRAPASSATO DAL LORO PIOMBO ALLE FOSSE ARDEATINE RIFULSE QUALE DIFENSORE DELLA LIBERTA’ D’ ITALIA . L’abitazione di Romualdo Chiesa. Via della Panetteria 9 ( Roma ) QUESTA ISCRIZIONE E’ COLLOCATA NEL NOSTRO ISTITUTO ACCANTO ALL’EPIGRAFE DEDICATA AL PROFESSOR RAFFAELE PERSICHETTI. UNISCE DUE EROI DELLA RESISTENZA ROMANA: UN DOCENTE E UN ALLIEVO. Romualdo Chiesa nella foto di classe al Liceo Ennio Quirino Visconti. Romualdo Chiesa in visita al foro con la scuola. - Romualdo negli anni della giovinezza fa parte di diversi partiti tra cui quello dei cooperativisti sinarchici. - è tra i fondatori del primo nucleo del Movimento dei Cattolici Comunisti e del Partito della sinistra cristiana. - nel maggio del 1941 partecipa alla cosiddetta “beffa delle stelle filanti”, una manifestazione organizzata dai gruppi fascisti universitari (GUF) che si concluderà invece con la distribuzione di manifesti antifascisti e con il lancio di stelle filanti con scritte anti-mussoliniane. - l’8 e il 9 settembre Chiesa guida gruppi di studenti in difesa della capitale: a porta San Paolo si combatterà la battaglia più cruenta, dove cadrà da eroe il professore Raffaele Persichetti. Raffaele Persichetti Raffaele Persichetti nasce a Roma il 12 maggio 1915 da una famiglia di profonde tradizioni cattoliche. Frequenta il ginnasio nell’istituto E. Q. Visconti ed il liceo nel Collegio di S. Apollinare. Consegue la licenza liceale all’istituto T. Mamiani nell’anno 1933. Si laurea in lettere e ottiene l’abilitazione per la docenza della storia dell’arte (che insegnerà per quattro anni al liceo Visconti). Dopo la laurea diventa “ allievo ufficiale di complemento ”, animato da una profonda e radicata insofferenza verso la tirannide. Nel 1941 Raffaele guida una spedizione in Grecia e torna in patria invalido. Si ritrova incluso nell’elenco degli indiziati per attività antifascista poiché non esita a mettere la sua penna a disposizione del giornale, allora clandestino, “ Il Popolo ”. Il 10 settembre del ’43 i suoi granatieri si schierano a Porta S. Paolo: Raffaele si unisce a loro per sostenere quel tentativo di difesa messo in atto contro le colonne tedesche. In quel giorno si perdono le sue tracce. Solo il 13 settembre si saprà la verità: la salma di Raffaele è stata portata nella sala mortuaria dell’ Ospedale del Littorio, insieme ad altri sei corpi di militari caduti nella stessa battaglia. Due immagini di Porta S. Paolo nel giorno della sua morte Roma 9 settembre 1943. Gli ufficiali dei granatieri e dei carristi discutono con i volontari civili sull’organizzazione della difesa intorno alle mura Aureliane, a destra in abiti borghesi il professore Persichetti che cadrà poche ore dopo nel tentativo di respingere i tedeschi. Nel 1940, quando insegna storia dell’arte al Liceo Visconti, un gruppo di sgherri del rinnovato squadrismo penetra nella scuola costringendo professori ed alunni a sospendere le lezioni per poter partecipare ad una dimostrazione in favore della guerra fascista. Raffaele con la sua consueta generosità corre in aiuto del collega di religione minacciato dagli squadristi. Mentre scende dallo scalone è colpito a tradimento con una bastonata sul capo da un giovinastro del manipolo degli aggressori. QUESTA ISCRIZIONE E’ COLLOCATA ALL’INTERNO DELLA NOSTRA SCUOLA ACCANTO ALL’EPIGRAFE DI ROMUALDO CHIESA. UNISCE DUE EROI DELLA RESISTENZA ROMANA: UN DOCENTE E UN ALLIEVO. RAPHAEL PERSICHETTI IN LYCEO NOSTRO MAGISTER NONDUM IUVENILES EGRESSUS ANNOS TEUTONIS AGGREDIENTIBUS URBEM AD PORTAM OSTIENSEM DEVOTUM MORTI PECTUS OPPONENS SOCIOSQUE SIBI DURO IN CERTAMINE ADIUNGENS DIE X SEPT. MCMXLIII LIBERE PUGNANDO OCCUMBERE MALUIT QUAM SERVITUTE FOEDARI. TRADUZIONE: RAFFAELE PERSICHETTI DOCENTE DEL NOSTRO LICEO NEL FIORE DEGLI ANNI MENTRE I TEDESCHI SFERRAVANO IL LORO ATTACCO ALLA CITTA’ PORTA OSTIENSE OPPONENDO IL SUO PETTO VOTATO ALLA MORTE UNENDOSI AI COMPAGNI NELL’ASPRA LOTTA IL 10 SETTEMBRE 1943 PREFERI’ MORIRE COMBATTENDO IN MODO DEGNO DI UN UOMO LIBERO CHE ESSERE DISONORATO DALLA SOTTOMISSIONE POLITICA. Dall’archivio del liceo risulta che il professore Raffaele Persichetti fosse poliglotta dalle elette doti morali e intellettuali. La signora Vittoria Ottolenghi (critica e scrittrice) , sua allieva, lo ricorda non solo come un docente capace e illuminato, carico di fascino, ma anche come un “ meraviglioso ufficiale ” dei granatieri, spesso in divisa, alto un metro e novanta, elegantissimo. Luca Canali, scrittore e pregevole traduttore, allievo di Raffaele, lo descrive così: “ … durante le sue lezioni non seguiva schemi, spaziava nella letteratura, ci insegnava a conoscere Baudelaire, Rilke, Montale, ad amare la cultura come una cosa viva, una forza comune a tutti e che tutti rende simili, poveri e ricchi, e degni di essere uomini …” Ricorda le sue dissertazioni in campo politico che beffavano il fascismo, che servivano ad indicare a tutti la via della libertà. Raffaele cadrà in un corpo a corpo, colpito da una raffica di mitra alla testa. “… gesti come il suo non sono né eroici né dissennati: sono fatti che riguardano solo il singolo che li compie. Nei grandi bivi della storia si trova sempre un uomo che muore, che vuole morire, pur amando la vita, per indicare la strada ai fratelli …” (da Il sorriso di Giulia, Luca Canali) Si ringraziano per la cortesissima collaborazione le signore E. Chiesa e A. Persichetti – Sterbini. Il materiale relativo allo studente Romualdo Chiesa è stato raccolto dagli alunni: Marta Buccellati Federica Bufano Ginevra Iorio Giacomo Lanza Sarah Nicolucci Giorgia Sciotti Il materiale relativo al professore Raffaele Persichetti è stato raccolto dai seguenti alunni: Enrica Beccalli Francesco Bianchi Gloria Citoni Marco Cristell Berenice Della Porta Gaia Marnetto Claudia Tiano Giuliano Zautzik Hanno collaborato alla realizzazione del video: Cecilia Exacoustos Priscilla Lazzari Ludovica Ottaviani Veronica Zacchini docente referente: Annarita Ferronetti