Seminario sui Classici moderni della valutazione a.a. 2009/2010
Ciclo: Le revisioni sistematiche per lo sviluppo di politiche basate sulle
“evidenze”: analisi dei principali approcci e prospettive
Coordinatrice: Liliana Leone
17 giugno 2010
Pawson R., Reviewing inner mechanisms: youth mentoring
Relatrici: Laura Fantini e Daniela Ferrazza
Sommario
Prima parte (Daniela Ferrazza)
• Introduzione e concetti base
• Studi da 1 a 4
Seconda parte (Laura Fantini)
• Studi da 5 a 9
• Conclusioni
Prima parte
La costruzione dell’ipotesi iniziale e
l’inizio del confronto tra teoria ed
evidenze empiriche
Mentoring come sfida per la sintesi realista
Esemplificazione dell’impianto metodologico descritto nel
cap.4 attraverso la messa in pratica della revisione realista su
alcuni programmi e interventi che riguardano il“mentoring”
In cosa consiste il mentoring?
– I programmi di mentoring sono molti vari, flessibili, fluttuanti
– Mentoring è una ricetta che va bene in molti settori
– Non sempre – quasi mai – nei programmi vi è una definizione
operativa di ciò che si intende di volta in volta per mentoring, è
difficile per il revisore capire cosa succedere realmente
per questo è una valida sfida per sintesi realista
Mentoring, idee di base e perimetro della sintesi
Si impara dall’esperienza + si impara “dagli altri” = creare un relazione
con una guida “saggia” può contribuire a migliorarsi e/o ad uscire
da situazione di difficoltà
La relazione è il trattamento del mentoring, spesso è inserito in un
programma più ampio di attività
In questo capitolo Pawson approfondisce solo i meccanismi di
mentoring adulto/ragazzo escluso-deviante, la revisione completa
riguardava anche mentoring tra pari, mentoring sul posto di lavoro
e intervento di auto mutuo aiuto a supporto dei malati
Inoltre, qui non ci si occupa di tutto il percorso esposto nel cap 4, ma
specificatamente del processo di articolazione della teoria, test
della teoria e ridefinizione della teoria / rifinitura (la discussione
sulla ricerca e selezione del materiale è omessa)
Ri-costruire una teoria sullo Youth
mentoring
• Cosa si intende per mentoring?
– aiutare, guidare, orientare amichevolmente, legarsi, scambiare
aiuto, dare un orientamento, perorare la causa, dare fiducia,
“sitting by Nellie”, ecc…
• Troppe accezioni per poter ricavare lezioni e consigli per i
policy maker
È possibile individuare dei termini comuni, delle proprietà centrali,
un comune denominatore che identifica le relazioni di successo?
Nel modello realista, l’ambizione primaria della sintesi è la
costruzione di spiegazioni. Lo scopo è articolare la teoria
del programma sottostante e, con essa, interrogare
l’evidenza per verificare quali teorie siano pertinenti e
fruttuose.
Le proposte della letteratura
Kram and Isabella’s (1985)
• Career mentoring , finalizzato a trasmettere competenze professionali, La cassetta degli
attrezzi
• Psycho social mentoring , finalizzato a ristabilire un equilibrio emotivo del mentee
• Role modeling mentoring, finalizzato a ottenere un cambiamento più complessivo /del ruolo,
attraverso i meccanismo del “seguire un leader” e del “guidare dando l’esempio”
Noe, 1988: Formal mentoring and Unformal mentoring e Freedman, 1993: volontarietà è
l’ingrediente vincente del mentoring
Phillip and Hendry (2000) and Colley (2004)
• Achievement mentoring, supporta gli “avanzamenti” di status fornendo aiuto per
l’acquisizione di competenze professionali e quindi l’aumento dell’occupabilità
• Identity mentoring, opera attraverso la relazione amicale ,il support emotivo al mentee
cercando di portare alla luce e sviluppare la sua idea di se stesso
• Engagement mentoring, è una combinazione dei due e mira a ottenere miglioramenti sia
professionali che identitari
La rielaborazione del revisore
Obiettivo iniziale: ricostruire un’ipotesi, uno schema
esplicativo iniziale da mettere a confronto con le
evidenze empiriche.
In quali modi il revisore “confronta” teoria ed
evidenze?
• juxtaposing
• adjudicating
• reconciling
• consolidating
• situating
Interrogativo di partenza
Che forma deve assumere la relazione di
mentoring per riuscire nell’obiettivo di
includere l’escluso (socialmente)?
C
M
R
Gli “ingredienti” della relazione
In letteratura si fa riferimento a tre concetti
fondamentali per spiegare perché alcune
relazioni funzionano più di altre:
1.La differenza di status tra gli attori (mentore e
mentee)
2.I rispettivi gruppi di riferimento
3.Il meccanismo di mentoring
1. Differenza di status
L’attore sociale occupa una certa posizione nella società (status)
da cui derivano un insieme di aspettative nei suoi confronti
(ruolo atteso) con riferimento a comportamenti, atteggiamenti,
opinioni (Linton R., Merton R.K e Parsons T.)
Le iniziative di mentoring sono in genere finalizzate ad ottenere
un cambiamento nello status e/o nel ruolo del beneficiario.
In tal senso, si può riflettere su similarità e differenze in termini
di status/ruolo che sussistono tra i due membri della relazione
(Cosa funziona meglio e quando?)
Considerando che ciascun partner può essere: Insider, Marginal,
Outsider
2. Gruppi di riferimento
Cosa induce il mentee a cambiare status/ruolo ?
«[…]gli uomini, nel formare il loro comportamento e le loro valutazioni, si orientano di
frequente verso gruppi diversi dai propri, e sono appunto i problemi che
riguardano questo orientamento verso gruppi di non appartenenza a costituir il
particolare oggetto della teoria dei gruppi di riferimento». (Merton, 1968, tr. it.,
2000, p. 377).
La teoria dei gruppi di riferimento sistematizza gli atteggiamenti e le disposizioni del
“nuovo” membro rispetto al gruppo di riferimento preso in considerazione:
• aspirante, vuole il cambiamento
• indifferente
• ostile, osteggia il cambiamento
In che modo il mentore “guida” verso questo cambiamento? Può assumere vari tipi di
atteggiamento:
• proselitismo
• autonomia
• ostruzionismo
3. Meccanismi di mentoring
Cosa succede/deve succedere tra i due attori affinchè si inneschi il
cambiamento desiderato?
Dalla Sintesi della letteratura emerge la seguente tipologia di base dei
meccanismi di mentoring:
• Mentoring as befriending, il mentore offre risorse affettive per instaurare
un legame amicale finalizzato a far comprendere al mentee l’esistenza e il
valore di altri punti di vista
• Mentoring as direction setting, il mentore offre risorse cognitive e si pone
come guida nella maturazione delle scelte del mentee, allo scopo di
considerare e riconsiderare i propri valori e orientamenti
• Mentoring as coaching, il mentore offre risorse pratico-conoscitive (skills)
e incoraggiamento, che dovrebbero facilitare il mentee ad entrare a far
parte del nuovo gruppo di riferimento (mainstream)
• Mentoring as sponsoring, il mentore offre risorse di rete, si offre come
sponsor del mentee, lo introduce nella propria rete di contatti o nel
circuito istituzionale
Modello iniziale di engagement mentoring
Caratteristiche del
mentee
Tipo di
mentoring
Ipotesi su condizioni
“limitanti”
Impiegato, formato,
membro
sponsoring
Disoccupato, formato,
aspirante
coaching
Disoccupato, non
formato, aspirante
Disoccupato, non
formato, indifferente
Disoccupato,
non formato,
antagonista
direction setting
befriending
Il successo di ogni passo si compie
solo se la relazione è in grado di
assolvere la relativa funzione e
quindi innescare il rispettivo
meccanismo;
L’innesco del meccanismo
sbagliato/inappropriato per quel
livello di relazione può determinare
risultati negativi;
Il successo di tutto il percorso è
incrementale, bisogna fare tutti i
passi, non c’è possibilità di
scorciatoie;
L’intera sequenza è simbolica di una
vera e proprio “cambio di vita”, quindi
si potranno verificare stati intermedi
nei casi concreti;
È probabile che il singolo mentore
non abbia le risorse/qualità per
assolvere le funzioni di tutti i passi
previsti;
Per via della limitatezza delle proprie
risorse il mentore potrà avere
bisogno di essere supportato da altri
attori/agenzie che dispongono di
mezzi diversi dai suoi.
Le evidenze: 9 studi di caso
Disclaimer
Gli studi presentati in questo capitolo, che è una
sintesi di un report più ampio e articolato,
intendono sottoporre a “verifica” unicamente
gli aspetti che riguardano ciò che Pawson
definisce le dinamiche del coinvolgimento (dei
giovani) nei meccanismi di mentoring, quindi
in questa sede altri aspetti legati ad esempio
al corretto match tra mentore e mentee sono
tralasciati
Studio 1
Studio di caso 1 A
Titolo
Programma
Obiettivi del
programma
Target
Profilo mentori
Tipo di mentoring
Altre
caratteristiche del
mentoring
de Anda, D. (2001) ‘A qualitative evaluation of a mentor program for at-risk youth: the participants’
perspective’, Child and Adolescent Social Work Journal, 18(2): 97-117.
project RESCUE (Reaching Each Students Capacity Utilizing Education).
Offrire un modello di adulto che potesse:

incoraggiare li sviluppo emozionale del giovane;

contribuire a migliorare la motivazione del giovane rispetto allo studio o alla carriera;

ampliare le esperienze di vita del giovane;

re-indirizzare i comportamenti a rischio;

supportare lo sviluppo dell’autostima.
18 diadi mentori e beneficiari di una comunità della città di Los Angeles caratterizzata da alti tassi di
criminalità e criminalità giovanile
Volontari
Pompieri
Befriending, direction setting, coaching, advocacy
Non c’è una spiegazione precisa del modo in cui fosse articolato il mentoring (quante h settimanali,
cadenza, eventuali altre attività) si desume dai report che si trattasse di una relazione che idealmente
comprendeva varie attività – amicizia, confidenza, guida, sponsor)
Studio 1
Studio di caso 1 B
Metodo
valutazione
Quality
appraisal
Evidenze
sintesi
Diagramma
della
per
la
Valutazione di taglio qualitativo, con interviste di gruppo e studi di caso
 Non c’è tentativo di misurazione di risultati e impatti
 Complessivamente riporta in modo superficiale (sciocco nella traduzione letterale) risultati sempre
positivi, e sempre secondo l’ottica del ricercatore
 Lo studio offre una ricostruzione delle “sequenza” del meccanismo di mentoring così come è descritto
nella figura 6.1
Raramente di verifica la “sequenza completa”, smentita.
Il mentore, da solo, non può avere le risorse per gestire tutti i livelli , i tipi di mentoring, smentita
Profilo del mentore e giusto abbinamento
Una comunità di base bene identificata
Specifiche connessioni interpersonali (tra mentore e mentee)
Programma olistico
C+M=O
Molto contesto
Un po’ di meccanismo
Risultato debolmente descritto
Studio 2
Studio di caso 2 A
Titolo
Programma
Obiettivi
del
programma
Target
Profilo mentori
Altre
caratteristiche del
mentoring
Tipo di mentoring
Colley, H. (2003) ‘Engagement mentoring for socially excluded youth: problematising an ‘holistic’
approach to creating employability through the transformation of habitus’, British Journal of Guidance
and Counselling, 31(1): 77-98.
New Beginnings (UK Government scheme)
?
?
?
Il mentoring è concepito come una delle attività – poco incisiva in termini di n° di ore – a disposizione dei
destinatari, accanto a corsi di formazione basilari e professionali. La teoria del programma parte
dall’assunto che le problematiche dei ragazzi sono complesse e dunque è necessario intervenire con un
programma multiattività
Befriending, Direction setting e Advocacy (fallito)
Studio 2
Studio di caso 2 B
Metodo
valutazione
Quality
appraisal
Evidenze
sintesi
Diagramma
della
per
la
Raccolta di storie “qualitative”
 L’approccio etnografico è correttamente realizzato e produce resoconti maggiormente aderenti alle
visioni degli stakeholder rispetto allo studio 1 (incentrato sul punto di vista del ricercatore)
 le interpretazioni del ricercatore però si impongono nel trarre le conclusioni sull’efficacia del
programma; a partire da due casi negativi si sostiene che il meccanismo del mentoring non è mai efficace
rispetto all’obiettivo dell’aumento dell’occupabilità dei destinatari  Vi è comunque l’ammissione che
quella del ricercatore è una delle possibili interpretazioni
 Il ricercatore sceglie casi in cui i mentori assumono un impegno ‘person – centered’ che antepone i
propri punti di vista a quelli del programma.
Interpretazione del ricercatore: lo studio esemplifica come il mentoring non sia MAI efficace in termini di
aumento dell’occupabilità dei beneficiari (teoria marxista femminista)
Interpretazione di Pawson: lo studio evidenzia le difficoltà che ostacolano la realizzazione della
“sequenza completa”, nonché la linearità progressiva di tale sequenza. Infatti dallo studio emerge la
possibilità che già la forma di aiuto amichevole possa instillare una riflessione nel beneficiario che serve a
riflettere/riconsiderare il proprio status di outsider (aggiunta di un’ipotesi supplementare, in quali
circostanze il befriending riesce ad ottenere risultati dei “livelli” di mentoring superiori?, ci sarebbe una
sorta si specificazione)
C+M=R negativo (tratteggiato
C+M=R positivo
Studio 3
Studio di caso 3 A
Titolo
Philip, K., Shucksmith, J. and King, C. (2004) Sharing a Laugh? A Qualitative Study of Mentoring
Interventions with Young People. York: Joseph Rowntree Foundation, 60pp.
Programma
3 programmi scozzesi messi a confronto:

Education projects

Housing projects

Befriending projects
Education e Housing: reintegrare i beneficiari della società (main stream)
Befriending: offrire uno spazio di “tregua” dai problemi quotidiani per condividere attività con altri
giovani
Education projects:12 – 18 anni
Housing projects: 16 – 18 anni
Befriending projects: 5 – 8 anni
Nei casi 1 e 2 giovani mentori retribuiti (il che non ha influito, secondo il ricercatore sulla genuinità delle
relazioni, piuttosto ha creato problemi con altri professionisti coinvolti nel programma)
Nel caso 3 mentori volontari (considerato come condizione determinante per la buona riuscita della
relazione)
Education e Housing : planned mentoring (attività calendarizzata e retribuita)
Befriending: attività volontaria (non calendarizzata?)
Obiettivi
programma
del
Target
Profilo mentori
Altre
caratteristiche del
mentoring
Tipo di mentoring
Befriending, (Direction-setting), Coaching
Studio 3
Studio di caso 3 B
Metodo
valutazione
Quality
appraisal
Evidenze
sintesi
Diagramma
della
per
la
(un altro) Studio qualitativo concentrato sui resoconti fatti dai giovani ragazzi sulla loro esperienza di
mentoring nei contesti considerati
Lo studio riporta i punti di forza e debolezza tipici dell’approccio qualitativo.
È robusta dal punto di vista dei resoconti esperenziali dei protagonisti.
È debole in riferimento ad ogni tentativo di misurazione di risultati e impatti, di specificazione delle
dimensioni considerate.
Nonostante si trattino 3 studi, l’approccio comparativo è molto debole
“Befriending can only befriend”: parzialmente smentita. Pawson nota però che bisogna però
considerare i target diversi, nel befriending sono molto più giovani (riconciliazione)
“Mentoring goes on by steps”: confermata, anche nei progetti Housing e Education I “tipi” più avanzati
di mentoring – le relazioni professionali – si raggiungono a partire da una relazione amicale.
“A single mentor can’t do all the things”: smentita, grazie ad una particolare serie di condizioni (carichi di
lavoro leggeri, atteggiamento permissivo verso le altre autorità, radicamento nella comunità e passato
burrascoso) (Contesto; giustapposizione e consolidamento con lo studio 1)
“Stop/start mechanism”: è necessario un lungo periodo di tempo e di impegno da parte del mentore per
instaurare una relazione che faccia sentire il ragazzo “al sicuro” da inevitabili ricadute; confermata
l’ipotesi che il mentore guidi il beneficario da uno status di antagonista a quello di aspirante membro (del
gruppo mainstream) passando per lo status di indifferente.
“Building bridges with other agenzie”
C+M=(R)
Studio 4
Studio di caso 4 A
Titolo
Parra, G., DuBois, H., Neville, H. and Pugh-Lilly, A. (2002) ‘Mentoring relationships for youth:
investigation of a process-oriented model’, Journal of Community Psychology, 30(4): 367-88
Programma
Obiettivi
del
programma
Target
Profilo mentori
Altre
caratteristiche del
mentoring
Tipo di mentoring
Big Brother/Big Sister (BBBS)
?
7-14 anni (84% da famiglie monogenitoriali e 69% classificati come basso reddito)
?
?
befriending
Studio 4
Studio di caso 4 B
Metodo
valutazione
della
Quality
appraisal
Evidenze
sintesi
Diagramma
per
la
Studio quantitativo longitudinale (a 6 e 12 mesi) che esplora attraverso la path analisys il sistema di
relazioni tra variabili ipotizzate come dipendenti e indipendenti, per riuscire ad individuare quali fattori
incidono sulla qualità della relazione tra mentore e beneficiario e sulla sua buona riuscita (
Le misure di out come proposte non si riferiscono ad eventuali avanzamenti e/o miglioramenti in
termini di status, ma sono basati sui benefici percepiti dai partecipanti e sulla permanenza nel
programma
 Nel calcolo delle correlazioni la definizione delle variabili dipendenti/indipendenti è talvolta
tautologica
Lo studio ha il pregio di tentare una misurazione quantitativa dei meccanismi interni che gli studi
precedent hanno solo evocato (giustapposizione)
Il contatto regolare e prolungato incide positivamente sulla relazione (come nello studio 3)
Ad uno stadio iniziale (befriending) sono le attività condivise e non impegnative (sport, socialità) che
spingono i ragazzi a rimanere nel programma, e questa è una fase importante per costruire fiducia
necessaria per passare ai “livelli” successivi.
C+M=R
Studio 4
Table 6.1: Correlations between predictor measures reported outcomes
Predictor measure
Perceived benefit Relationship
Youth report
continuation
Quality of training
-.10
-.06
Mentor efficacy
.31*
.11
Programme staff support
.09
.21
Relationship obstacles
.04
-.19
Mentor/youth contact
.38**/.42**
.24/.18
Relationship closeness
.29*/.60***
.50***/.29*
Discussion – youth behaviour
.24/.19
.04/.15
Discussion – youth relationships
.16/.17
.17/.22
Discussion – casual conversation
.27/.14
.19/.27
Discussion – social issues
.18/.07
-.06/.23
Activities – sports/athletic
.13/.38**
.26/.31*
Activities – recreation/non-athletic
.29*/.32*
.27/.26
Activities – educational/cultural
.30*/.44**
.13/.26
The cells with dual scores refer to predictor variables that are rated separately by mentors/mentees.
Significance levels indicated by */**/***
Seconda parte
Altre evidenze tratte dagli studi (5-9)
Conclusioni e modello finale
5. St James-Roberts, I. and Singh, C. (2001) Can Mentors Help Primary School Children with
Behaviour Problems? Home Office Research Study 233. London: Home Office Research and
Statistics Directorate, 60pp
Nome programma
CHANCE
Obiettivo del
programma
Far intervenire il mentor prima che i problemi diventino irrisolvibili, per supportare e
reindirizzare i bambini fuori da comportamenti antisociali, dall’esclusione sociale e da
comportamenti criminali.
Target
Bambini con problemi comportamentali ed altri fattori di rischio della scuola
elementare. 97% maschi, 50% bianchi.
I bambini, oltre ad avere situazioni socio-economiche difficili, hanno anche gravi
problemi comportamentali.
Sono stati scelti dagli insegnanti, quindi costituiscono un target resistente al
cambiamento.
Profilo del mentor
Mentor volontari. 80% donne, per lo più bianche.
Training di 4 giorni per loro formazione.
Caratteristiche del
mentoring
Befirending + direction-setting
Il mentor interviene prima che i problemi diventino quasi irrisolvibili.
Meccanismo utilizzato: I mentor incontrano generalmente i bambini per 2-4 ore a
settimana, fino ad un max di 120 ore all’anno. Le attività più comuni sono: passeggiate,
sport, attività nel parco; cinema, teatro, zoo; attività in casa come cucinare, puzzle,
costruzione di cose, giochi al computer; visite a biblioteche e musei; chiacchiere. Pochi
mentor includono i mentee in attività con i propri bambini. La maggior parte dei
mentor hanno regolari contatti con le madri dei mentee.
5.
Metodo di
valutazione
Metodo misto: interviste semi-strutturate a tutti gli stakeholder + valutazione dei
risultati tramite gruppo di controllo di 25 bambini con gli stessi tipi di problemi
comportamentali.
Quality appraisal
Nell’analisi quantitativa probabilmente il gruppo di controllo, come accade spesso, è
nel sistema, e non fuori.
I mentor sono quasi tutte donne rispetto ad un target quasi tutto maschile
Usufruiscono di un training di soli 4 giorni e non hanno capacità sotto il profilo
cognitivo.
Evidenza della
sintesi
Dalla ricerca qualitativa emerge che la parte di befriending ha risultati positivi, quella
di direction-setting meno perché alcuni mentor non avevano chiaro come dovevano
attuare. Dalla ricerca quantitativa emerge che non vi sono differenze sostanziali tra i
due gruppi e i problemi continuano in entrambe.
Il profilo del mentor, il tipo di attività, e quindi anche di meccanismo, utilizzato con
un target resistente, risulta inappropriato e porta a risultati di insuccesso per il livello
di direction-setting.
(Consolidate)
Diagramma della
teoria
C+M+O tratteggiato
Risultati parzialmente negativi
C
M
O
6. Shiner, M., Newburn, T., Young, T. and Groben, S. (2004) Mentoring Disaffected Young People:
an Evaluation of ‘Mentoring Plus’. York: Joseph Rowntree Foundation, 92pp.
Nome programma
Mentoring Plus
Obiettivo del
programma
_
Target
Giovani ad alto livello di depravazione ed aggressività
Motivati a restare nel programma (in quanto è possibile uscirne in qualsiasi fase dello
stesso) .
Profilo del mentor
Volontario
Caratteristiche del
mentoring
Il mentoring è accompagnato da un preprogramma con un corso residenziale e un
programma parallelo educativo e di training, condotto da altro staff. Al beneficiario era
concessa la possibilità di ritirarsi in ognuna delle fasi di selezione per la partecipazione
al programma.
Modello: befriending – problem-solving – action-oriented (lavoro e educazione).
6.
Metodo di
valutazione
Metodo misto di un programma complesso.
Dalla ricerca qualitativa emergono le relazioni di mentoring, da quella quantitativa
emergono gli impatti .
Quality appraisal
Nella ricerca quantitativa c’è un problema nella selezione, perché il gruppo di
controllo diviene quello che volontariamente non ha voluto partecipare al
programma o ne è uscito dopo un po’ (questo falsa i risultati).
Evidenza della
sintesi
Lo studio evidenzia che i passaggi da uno step all’altro del meccanismo di mentoring
non sono automatici ed il processo è ciclico perchè vi possono essere dei punti di
crisi che fanno tornare indietro. Il progresso successivo dipende dal successo della
risposta a questi elementi di crisi. Dopo il primo livello di acquisizione della fiducia e
di una buona relazione, se il punto di crisi viene risolto con successo e la relazione
viene ripristinata, alcuni riusciranno a passare alla parte di azione sul piano
educativo e lavorativo.
L’evidenza dell’impatto mostra effetti su lavoro, training più che nelle relazioni
familiari, abuso di sostanze e comportamenti aggressivi. L’elemento plus ha risultati
più positivi del mentoring.
ll mentoring da solo non può promuovere il coinvolgimento in tutti gli stadi previsti
dal modello, vi dev’essere buona sinergia tra mentoring e elementi plus.
Il ruolo del mentor ha risultati positivi se facilitato da altro.
(Consolidate)
Diagramma della
teoria
C+M+O tratteggiato
7. Grossman, J. and Tierney, J. (1998) ‘Does mentoring work? An impact study of the Big Brothers
Big Sisters program’, Evaluation Review, 22(3): 403-426.
Nome programma
Big Brothers Big Sisters
Obiettivo del
programma
Diminuire la propensione all’uso di droghe ed alcool, aumentare il livello di frequenza a
scuola, raggiungere voti più alti, relazioni migliori con la famiglia e con i coetanei.
Target
L’80% dei giovani aveva dai 13 anni in giù.
Rispetto al genere ed alla razza: 23% donne appartenenti a minoranze, 34% maschi
appartenenti a minoranze, 15% donne bianche, 23% uomini bianchi.
Rispetto alla condizione sociale: 43% vivevano in case che ricevevano assistenza
pubblica, 39% aveva genitori divorziati o separati, 40% aveva storie di violenza
domestica, 21% aveva sofferto abusi emotivi, l’11,2% abusi fisici.
Non ci sono informazioni sul tipo di motivazione. Sappiamo solo che erano comunque
motivati ad entrare nel programma la cui adesione era volontaria.
Profilo del mentor
Mentor volontari
Caratteristiche del
mentoring
ll programma ha dettato una serie di requisiti per la partecipazione (tra cui la
motivazione sia dei giovani che delle famiglie) e lo studio ha posto una serie di
esclusioni (tra cui, la partecipazione dei giovani ad altri programmi).
Non vi sono informazioni sul meccanismo di mentoring.
7.
Metodo di
valutazione
Randomized Control Trial. Un campione di 959 volontari è stato suddiviso nel gruppo
sperimentale e nel gruppo di controllo in lista d’attesa del programma.
Quality
appraisal
E’ considerato lo studio più conosciuto del più conosciuto programma di mentoring. Le
sue conclusioni positive hanno la responsabilità della popolarità che hanno acquisito i
programmi di mentoring.
I requisiti richiesti tanto dal programma quanto dallo studio ne fanno uno studio non
troppo coraggioso in quanto si rivolge a giovani compiacenti e particolarmente
perseveranti, e che il tipo di risultati positivi raggiunto è più semplice con un target ben
motivato.
Gli impatti (che mostrano dei risultati in generale positivi rispetto ad una serie di
comportamenti) sono semplificati attraverso una serie di tavole. Ovviamente ci sono
delle fluttuazioni: ad es in termini di comportamenti antisociali il programma ha
generato una riduzione nell’uso di droghe e nel fumo, mentre non si rilevano risultati
nel furto e danni alle cose. Gli impatti sono riportati per sottogruppi ma vengono
differenziati solo nel rapporto razza/genere, mentre le variabili più direttamente
ricollegabili a deprivazione (es violenze domestiche) non sono utilizzate. Per cui,
nostante gli impatti riportati dalle conclusioni dello studio siano positivi in generale,
manca nell’analisi un test delle differenze tra coloro che hanno fatto grandi o piccole
oscillazioni nella scala dell’engagement.
P. segnala come limite dello studio che i dati sull’impatto siano stati raccolti tramite
autovalutazioni tramite sondaggio telefonico (gli autori giustificano la scelta
adducendo la validità dello strumento come accettabile dagli standard convenzionali
delle scienze sociali).
7.
Evidenza della
sintesi
Se da una parte lo studio fornisce le basi per dire che il mentoring funziona per attutire
una serie di problemi e per migliorare una serie di comportamenti, dall’altra però non
fornisce dati affidabili sulla misurazione degli outcome.
P. sottolinea che il tipo di risultati positivi raggiunto è semplice con un target ben
motivato.
P. contesta inoltre che il programma sopravvive da quasi un secolo ed ha una serie di
agenzie robuste e può godere di liste d’attesa enormi, quindi ha un’infrastruttura così
robusta da non poter generalizzare a tutti i programmi di mentoring i suoi risultati
positivi.
Juxtaposing. Lo studio menziona i risultati positivi e i prerequisiti ed il target group, ma
non sottolinea il meccanismo.
Diagramma
della teoria
C+O, outcome positivi, ma non misurati in maniera affidabile
Manca menzione del meccanismo.
C
O
8. Rhodes, J., Grossman, J. and Resch, N. (2000) ‘Agents of change: pathways through which
mentoring relationships influence adolescents’ academic adjustment’, Child Development, 71(6):
1662-71.
Nome programma
_
Obiettivo del
programma
_
Target
Adolescenti
Profilo del mentor
_
Caratteristiche del
mentoring
_
8.
Metodo di
valutazione
Analisi quantitativa multivariata su alcuni aspetti chiave della relazione di mentoring al
fine di dare evidenza del successo. Metodo di analisi: LISREL per arrivare ad un modello
statistico dei pattern del cambiamento in output e outcome legati alla partecipazione
al programma. (Nell’articolo non va nei tecnicismi statistici che si possono trovare
invece nella revisione completa)
Quality
appraisal
Nonostante normalmente siano gli studi qualitativi a fornire informazioni sul processo,
mentre quelli quantitativi sugli outcome, in questo caso P. rileva che gli studi
multivariati che esaminano una serie di cambiamenti associati ad un programma
possono fornire alcune chiavi sui pattern e le sequenze di questi cambiamenti e dare
indicazioni su come sono legati tra loro causalmente.
Tentativo di modellizzare i pathway dei cambiamenti.
Evidenza della
sintesi
Lo studio evidenzia che gli effetti del mentoring sono parzialmente mediati dalla
percezione che gli adolescenti hanno delle loro relazioni familiari.
Lo studio non dà spiegazioni su come funziona il processo: il pattern è statistico, coloro
che riportano un miglioramento in ambito educativo sono gli stessi che lo riportano
anche nelle relazioni a casa.
Quello che lo studio aggiunge all’ipotesi iniziale è che il processo di cambiamento
personale passa da una relazione esclusiva a due (mentor-adolescente) ad una
relazione a tre (mentor-adolescente-(in questo caso) altri membri della famiglia).
Il modello di befriending necessita di attori supplementari per arrivare al
coinvolgimento.
Juxtaposing perché si concentra sulla spiegazione dei pattern di outcome
Diagramma
della teoria
C+O Lo studio non dice nulla sul processo
9. DuBois, D., Holloway, B., Valentine, J. and Cooper, H. (2002) ‘Effectiveness of mentoring
programmes for youth: a meta-analytic review’, American Journal of Community Psychology,
30(2): 157-97.
Nome programma
Programmi di mentoring in USA presenti nella letteratura tra il 1970 ed il 1998
Obiettivo del
programma
E’ una revisione che ha l’obiettivo di analizzare gli effetti dei programmi di mentoring
rivolti ai giovani e di investigare gli impatti in relazione agli aspetti chiave del disegno e
dell’implementazione dei programmi.
Target
Giovani ad alto rischio e svantaggio “ambientale”, cioè derivanti dal contesto (povertà,
razza, situazioni familiari, ecc) (diverso dal rischio individuale: es. disagi
comportamentali, abuso di sostanze, attività criminali, vittime di abusi.)
Non ci dice nulla sulla loro motivazione e aspirazioni.
Profilo del mentor
Caratteristiche del
mentoring
Si desume che i programmi di mentoring inclusi nella revisione tocchino tutti i livelli del
mentoring (Befriending-Direction setting-Coaching-Advocacy)
9.
Metodo di
valutazione
Meta-analisi dei risultati di 55 valutazioni sperimentali e semi-sperimentali sui
programmi di mentoring in USA presenti nella letteratura tra il 1970 ed il 1998,
estrapolando 44 indicatori di outcome dagli studi primari.
Quality
appraisal
_
Evidenza della L’evidenza che emerge dalla revisione è che i programmi di mentoring sono efficaci ma
l’impatto è dichiarato “piccolo” o “modesto”.
sintesi
La base empirica più consistente mostra l’utilizzo del mentoring come intervento
preventivo per giovani il cui background include condizioni di rischio dettato
dall’ambiente e svantaggi significativi. Ne discende che il mentoring funziona meglio per i
giovani a più alto rischio derivante dal contesto. L’ipotesi della revisione per cui è raro il
coinvolgimento di giovani ad alto rischio con problemi comportamentali è validato.
Si hanno risultati positivi per la formazione e il rendimento scolastico.
Se il mentoring è solo o è parte di un programma con più componenti, l’effetto non è
molto diverso. Questo contrasta con altre conclusioni di studi precedenti. Se ne dà una
spiegazione metodologica: la meta-analisi finisce per fare un paragone categorizzando
riduttivamente in ogni valutazione il mentoring come “solo” o “multi componenti”.
Le relazioni di mentoring possono essere giudicate meglio ad un livello di relazioni
individualei anziché in assoluto
Diagramma
della teoria
Figura 6.3: Pathway del Youth Mentoring
Efficacia del
mentoring
Advocacy
Elementi di
recupero/soccorso I
Coaching
Risorse
supplementari
Work & Career
Elementi di
recupero/soccorso II
Honest-broking
Confidence Building
Direction Setting
Education & Training
Trouble-shooting
Resilience Building
Youth & Community
Befriending
Fence-mending
Trust Building
Family & Peers
Peace-making
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Pawson R., Reviewing inner mechanisms: youth mentoring