Pier Paolo Pasolini Breve biografia di Pier Paolo Pasolini Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna il 5 marzo 1922 da Carlo Alberto Pasolini (1892 – 1958), tenente di fanteria, di antica famiglia romagnola, e da Susanna Colussi (1891 – 1981), di famiglia contadina friulana. Il padre aveva un’indole orgogliosa e possessiva; il giovane poeta sviluppò con il padre un rapporto molto conflittuale. W.A.Mozart - Meditation - Classical Relaxation Vol. 10 - Concerto for Flute and harp (Andantino) La madre era mite e affettuosa. La famiglia era soggetta a frequenti trasferimenti dovuti alla professione militare del padre. Nel 1925 visse a Belluno dove nacque anche il fratello minore Guido. Nel 1929 la famiglia si trasferì a Sacile dove la madre un giorno gli mostrò una poesia e Pasolini a sua volta ne scrisse un’altra già di una certa levatura. Questi episodi particolari vengono raccontati dallo stesso Pasolini nella prefazione “Al lettore nuovo” che precedeva una raccolta di sue poesie del 1970. Nel 1933 il padre venne trasferito a Cremona dove la famiglia rimase fino al 1935. Nel 1936 la famiglia Pasolini si trasferì a Scandiano dove Pasolini iniziò il Ginnasio. Nel 1937 la famiglia Pasolini si trasferì a Bologna e Pier Paolo inizia il liceo Galvani dove conosce studenti che diventeranno suoi amici intimi. Pasolini trascorse la fanciullezza vagando da una città all’altra al seguito del padre; ma trascorse buona parte della sua giovinezza a Casarsa, casa materna, luogo felice dell’infanzia e fonte della sua prima precoce ispirazione letteraria. Nel 1939 un supplente d’italiano, un giovane poeta, Antonio Rinaldi, un giorno lesse in classe la poesia “Le bateau ivre” di Rimbaud; la lettura di questa poesia, costituì per Pasolini un momento di allontanamento dal fascismo, come afferma lo stesso Pasolini nella prefazione “Al lettore nuovo”: <<è vero che io non ero più fascista <<naturale>> da quel giorno del ’37 in cui avevo letto la poesia di Rimbaud>>. Nel 1939-1940 Pasolini si iscrisse all’Università di Bologna nella facoltà di lettere. Nel 1940 cominciarono le prime turbe giovanili omo erotiche che lui cerca di sconfiggere presentandosi agli altri suoi amici come un giovane <<virile e guerriero>>. In questi anni Pasolini lesse moltissimi poeti italiani e scoprì anche Freud. Nel 1941, insieme ai suoi amici Luciano Serra, Francesco Leonetti e Roberto Roversi, progettò una rivista letteraria con il titolo “Eredi” che non ebbe un seguito perché vi erano restrizioni ministeriali sull’uso della carta. La rivista sarebbe stata chiamata Eredi in quanto loro si consideravano eredi dell’ermetismo italiano, quindi di Ungaretti. Nel 1942 pubblicò la prima raccolta di versi “Poesie a Casarsa”, in dialetto friulano, a proprie spese. Tra il 1942 e il 1943, Pasolini scrisse diversi articoli su due riviste fasciste: “Il Setaccio” della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) e “Architrave” del GUF (Gioventù Universitaria Fascista). Negli articoli scritti per queste riviste, Pasolini mostra qualche considerazione critica verso il fascismo ma non si discosta dall’ideologia fascista. Il I° Settembre del 1943 venne arruolato, ma dopo l’8 settembre fuggì dal reparto e si rifugiò a Casarsa dalla madre. Nel 1944 per sfuggire ai bombardamenti aerei e ai rastrellamenti dei fascisti per l’arruolamento forzato nel nuovo esercito della Repubblica di Salò, si rifugiò in una frazione di Casarsa, a Versuta, dove affittò una stanzetta di un casolare. Qui aprì una scuola per i bambini del luogo dove insegnò, insieme alla madre, fino al 1947. Durante questo periodo si innamorò di un alunno, Tonuti Spagnol, che frequentava questa scuola con il quale rimase in collegamento epistolare per anni, che diventò il suo alunno preferito perché per Pasolini fu un vero e proprio amore. In tutti questi anni Pasolini continuò a scrivere poesie, riempiendo vari quaderni, e nel 1944 istituì presso Versuta una “Accademia in lingua friulana” alla quale dedicò una rivista nella quale scriveva le sue poesie; il primo numero della rivista uscì nel maggio 1944 con il titolo “Stroligùt di cà da l’aga” (“Lunario pubblicato al di qua dell’acqua”, cioè del corso del Tagliamento). Alla fine del 1944 il fratello Guido partì da Casarsa e si arruolò in una formazione partigiana “Osoppo” ma a causa delle rivalità con un’altra formazione partigiana comunista jugoslava, Guido fu fatto prigioniero e ucciso il 12 febbraio 1945. La notizia arrivò qualche mese dopo alla famiglia Pasolini e sia la madre che Pier Paolo rimasero choccati della tragica morte di Guido. Nel febbraio del 1945 Pier Paolo fondò un’altra accademia col nome l’”Academiuta di lenga furlana” che raccolse un piccolo gruppo di neo poeti. Nell’agosto del 1945 uscì il primo numero della nuova rivista con il titolo “Il Stroligut” che ricomincia la numerazione per distinguersi dai numeri precedenti. Il 26 novembre dello stesso anno Pasolini si laureò in letteratura, a Bologna, discutendo la tesi di laurea: “Antologia della poesia pascoliana: introduzione e commenti”. In questa occasione, il padre Carlo Alberto, fatto prigioniero all’inizio della guerra, incontrò Pier Paolo nella seduta di laurea. Nel 1946 Pasolini continua a insegnare nella scuola a Versuta e chiama alcuni suoi amici per collaborare con lui; si presenta come suo aiuto Silvana Mauri che lo raggiunge partendo da Milano. In questo anno Pasolini scrive le poesie che faranno parte del libro “L’usignolo della Chiesa Cattolica” che inviò a Gianfranco Contini. Nel 1946 scrive altre poesie che fanno parte del diario intimo chiamato “Quaderni rossi”. Nel 1947 Pasolini si iscrisse al Partito comunista italiano, diventando segretario della sezione di Casarsa e svolgendo una intensa attività politica. In questi anni si fanno sempre più evidenti le manifestazioni omosessuali e ne parlò per la prima volta in una lettera a Silvana Mauri del 1947. Alla fine del 1947 P.P. Pasolini ebbe l’incarico di insegnare materie letterarie nelle scuole medie di Valvasone. Nel 1948 il padre trasferisce da Versuta alla casa di Casarsa l’Accademia cambiandole il nome in “Academiuta di lenga furlana – Guido Pasolini”. Ma il padre comincia a bere e diventa alcolizzato facendo aumentare i contrasti con la moglie tanto che Susanna è costretta ad abbandonare il marito perché il delirio dura più notti. Pier Paolo dopo molti litigi tra i genitori è costretto a fare intervenire uno psichiatra di Udine per fare curare il padre. Il medico, che viene sbattuto fuori dalla casa dal padre, fa in tempo a diagnosticare al padre una “sindrome paranoidea”. L’affettuoso rapporto di Pasolini con la madre – figura centrale della sua vita – diventa ancora più forte, mentre peggiorano ulteriormente l’incomprensione e l’attrito con il padre reduce e infermo. Nel 1948 Pasolini comincia a leggere Gramsci e partecipa a diverse manifestazioni del PCI. Nel settembre del 1949 Pasolini è denunciato e condannato per corruzione di minori (omosessuale), in quanto il I settembre del 1949 si apparta con tre ragazzi a Ramoscello; il giorno dopo i tre ragazzi ne parlano in paese e viene scoperta la vera natura del poeta. Tutti in paese si scandalizzano di questo avvenimento e premono sui Pasolini affinché abbandonino Casarsa. Pasolini, espulso dal partito per “indegnità morale”, sospeso dall’insegnamento, si rifugia a Roma con la madre. Nel 1951 comincia a conoscere le altre borgate limitrofe e conosce Sergio Citti sulle rive dell’Aniene. Sergio Citti diventa un intimo amico di Pasolini e gli fa conoscere il dialetto romanesco, molto importante per il poeta, perché proprio sul dialetto romanesco e sulla vita di borgata scrive il suo primo racconto: “Il Ferro-bedò” che entrerà come un capitolo di “Ragazzi di vita”. Nel 1955 pubblica il romanzo “Ragazzi di vita” che gli dette subito notorietà in tutta Italia anche se il libro fu molto contrastato e non condiviso da molti critici, anche di sinistra, come Carlo Salinari. Il romanzo ottenne un grande successo di pubblico e vinse il premio Colombi Guidotti. Nel 1957 pubblica l’opera poetica “Le ceneri di Gramsci” e in agosto il libro viene premiato a Viareggio assieme al volume “Poesie”di Sandro Penna. Nel 1960 anche il romanzo “Una vita violenta” viene denunciato per oscenità. Lavora in altre sceneggiature per diversi film e prepara il film “Accattone” di cui sarà il regista. A maggio del 1964 pubblica l’opera poetica “Poesia in forma di Rosa”; tra aprile e giugno gira “Il vangelo secondo Matteo”. Il 4 settembre il film viene presentato alla mostra di Venezia e subito dopo ottiene molti premi in tutta Europa, anche se al solito suscita polemiche e scandalo. Tiene una conferenza con il titolo “Nuove questioni linguistiche”, il cui materiale è successivamente inserito nell’importante libro “Empirismo eretico”. Nel 1971, in aprile, pubblica il libro di poesie “Trasumanar e organizzar”; scrive la sceneggiatura del secondo film della “Trilogia della vita” traendola dai “Racconti di Canterbury” di Chaucer. Ninetto Davoli abbandona P.P.Pasolini perché si sposa con una donna e quest’abbandono crea un periodo di crisi a Pasolini che inizia a scrivere una raccolta poetica dal titolo “L’hobby del sonetto”. Nel 1972 pubblica una importantissima raccolta di saggi dal titolo “Empirismo eretico” e gira il secondo film della trilogia “Canterbury” e scrive la sceneggiatura del nuovo film “Mille e una notte”; comincia a scrivere anche l’ultimo romanzo, incompiuto, “Petrolio”. Nel 1975, a febbraio cominciano le riprese del suo ultimo film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”; inizia a scrivere altri articoli che saranno raccolti nel volume “Lettere Luterane”; pubblica anche “La Divina Mimesis”; in ottobre finisce di girare “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Nella notte tra il I e il II novembre, all’idroscalo di Ostia, viene trovato assassinato. La polizia ferma un ragazzo di 17 anni, Pino Pelosi, che guida la macchina di Pasolini e comincia così il processo contro di lui che viene condannato a 9 anni. Pasolini viene sepolto nel cimitero di Casarsa in Friuli. Le opere poetiche di Pasolini Opera n° 1 “Poesie a Casarsa” Opera n° 2 Opera n° 3 Opera n° 4 “La meglio gioventù” 1954; “Le ceneri di Gramsci” 1957; “L’usignolo della chiesa cattolica” 1958; Opera n° 5 “La religione del mio tempo”1961; Opera n° 6 “Poesia in forma di rosa” 1964; Opera n° 7 “Poeta delle ceneri” 1966; Opera n° 8 “Il PCI a giovani” 1968; Opera n° 9 “Trasumanar e organizzar” 1971; Opera n° 10 “La nuova gioventù” 1942; 1975. Opere letterarie (I Romanzi) Opera n° 1 “Ragazzi di vita” 1955; Opera n° 2 “Una vita violenta” 1959; Opera n° 3 “Il sogno di una cosa” 1962 Opera n° 4 “Teorema” 1968; Opera n° 5 “La divina mimesis” 1975; Opera n° 6 “Petrolio” (Postumo) 1993. Opere letterarie, saggi critici e opere teatrali Opera n° 1 “Poesia dialettale del Novecento” 1952; Opera n° 2 “Canto popolare” 1954; Opera n° 3 “Passione e ideologia” 1960; Opera n° 4 “Il sogno di una cosa” 1962; Opera n° 5 “Alì dagli occhi azzurri” 1965; Opera n° 6 “Edipo re” 1967; Opera n° 7 “Teorema” 1968; Opera n° 8 “Empirismo eretico” 1972; Opera n° 9 “Scritti corsari” 1975; Opera n° 10 “Lettere Luterane” 1977. Cinema Film n° 1 Film n° 2 “Accattone” “Mamma Roma” 1961; 1962; Film n° 3 “La ricotta” 1963; Film n° 4 Film n° 5 Film n° 6 Film n° 7 Film n° 8 “Il vangelo secondo Matteo” “Uccellacci e uccellini” “Medea” “Il Decameron” “I racconti di Canterbury” 1964; 1966; 1970; 1971; 1972; Film n° 9 “Il fiore delle Mille e una notte” 1974; Film n° 10 “Salò o le 120 giornate di Sodoma” 1975. A sinistra Carmelo Santaera e a destra Biagio Carrubba Questo lavoro è stato fatto per la parte informatica e di super visione al testo da Carmelo Santaera e per la parte letterariopoetica da Biagio Carrubba. Biagio Carrubba P.P. Pasolini e Pasolini non meritava una morte tragica e violenta come quella avuta. Ucciderlo è stato proprio un “delitto” perché altrimenti nella sua vita avrebbe ancora scritto tanti bei romanzi e poesie e girato altri bei film accantonando il genere eros-vitale a beneficio di altri generi. Ci avrebbe dato altri capolavori come “Il Vangelo secondo Matteo”. Modica, Mercoledì 12 Settembre 2007 Biagio Carrubba