Percorso 1: Naturalismo e Verismo in Europa e in Italia nella seconda metà dell'Ottocento Eugenio Misurale, Andrea Pedemonte, Gabriele Zucco Naturalismo: definizione e datazione Il Naturalismo come movimento letterario nasce in Francia fra il 1865-70 per terminare nel 1890 circa (in Italia è più breve: fra il 1878 e il 1890). Dalla Francia poi tale movimento si svilupperà in tutt' Europa e pure negli U.S.A. e in Canada. Il termine “Naturalismo” è dovuto alla concezione deterministica che ispira questa poetica: l'uomo è determinato dalla natura, e cioè dagli istinti, dai bisogni materiali e dall'ambiente in cui vive. È evidente, in questa posizione l'influenza del Positivismo filosofico e del darwinismo. Dal Realismo al Naturalismo Il passaggio al Naturalismo si realizza attraverso il precedente movimento del Realismo che nasce da una tendenza antiromantica dopo i fatti del 1848-49. Mentre il romanticismo aveva dato ampio rilievo alla soggettività e agli ideali dell'autore (cfr. Balzac o Manzoni), ora si tende ad una rappresentazione oggettiva, che esclude il commento esplicito dell'autore e la manifestazione dei suoi sentimenti. Il realismo romantico tende dunque alla partecipazione (p.es. “il cantuccio” del Manzoni), il Realismo mira, invece, ad un'osservazione distaccata: il Realismo romantico preferisce dunque la “narrazione”, il Realismo invece la “descrizione”. Questo carattere particolare del Realismo è riscontrabile nella scrittura di Gustave Flaubert. In una lettera scritta nell'anno di pubblicazione di Madame Bovary (1857), Flaubert afferma, appunto, di aver cercato di seguire un <<metodo impietoso, la precisione delle scienze naturali>> e di essersi ispirato perciò ad un ideale di impersonalità consistente in questo precetto: <<Non bisogna scrivere di sè. L'artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile ed onnipotente; si deve sentire dovunque ma non si deve vedere>>. È presente inoltre un forte anti-romanticismo che si riflette nel personaggio di Madame Bovary, donna soffocata nella grigia e opaca vita borghese di provincia che sogna avventure e amori romantici. L'autore si serve di questa figura per criticare l'ambiente volgare della borghesia. Evoluzione successiva del Realismo sarà poi il Naturalismo con il suo primo testo di Edmond e Jules de Goncourt, Germinie Lacerteux (1865). Il Manifesto del Naturalismo Il primo autore a proclamarsi scrittore naturalista è Emile Zola, che dopo una intensa formazione filosofica darwinista, pubblica nel 1871 La Fortune Des Rougon (primo romanzo del ciclo Rougon-Macquart ). Con la prefazione si individua il manifesto del naturalismo: Zola dimostra come le leggi delle ereditarietà condizionino tutti i componenti di una famiglia e come una <<originaria lesione organica>> determini lo sviluppo dei singoli temperamenti combinandosi con l'influenza dell'ambiente sociale. (cfr. Evoluzione Sociale di Spencer ). Il romanzo sperimentale Tutte le teorie di Zola sul Naturalismo sono espresse nel suo saggio Il romanzo sperimentale. I punti fondamentali del libro sono i seguenti: rifiuto della letteratura romantica perchè basata sulla soggettività e sul sentimento; affermazione del metodo dell'impersonalità che esclude l'intervento soggettivo dell'autore nella narrazione; rifiuto dei canoni tradizionali del bello, poiché il vero è sempre bello e morale; impostazione scientifica della narrazione basata sia sull'osservazione sia sulla sperimentazione; primato del romanzo, unico genere che può seguire un metodo scientifico e dunque creare la moderna sociologia. Lo scrittore diviene dunque uno scienziato sociale in corrispondenza con l'ideologia diffusa del positivismo Il romanzo sperimentale Zola insomma segue i criteri del determinismo materialistico prodotto dall'ambiente, dall'eredità e dal momento storico. Lo studio diretto dei luoghi, dei costumi, degli ambienti sociali è dunque fondamentale nella sua ricerca artistica. Per quanto Zola tenda ad una scrittura oggettiva ed impersonale, e a far parlare direttamente il popolo (di qui lo scandalo anche linguistico prodotto dai suoi romanzi), non nasconde talvolta un atteggiamento di simpatia politica per la lotta delle masse popolari (ad es. in Germinàl). Gli autori del Naturalismo A seguire le teorie naturaliste de Il romanzo sperimentale nonché le concezioni del positivismo-deterministico del Naturalismo, saranno due importanti autori come Tolstoj (con Anna Karenina) e Dostoevskij (con il celeberrimo Delitto e castigo). In questi due libri i protagonisti maturano una profonda crisi interiore che li porterà ad incontrarsi con la morte: nel primo caso Anna Karenina si suiciderà, nel secondo Raskolnikov arriverà ad uccidere. In entrambi i testi la decisione del delitto, proprio o altrui, è dettata da una profonda influenza della società nell’interiorità dell’individuo: Anna è combattuta fra l’onestà in sé stessa e l’ipocrisia altrui; Raskolnikov reagirà invece alla sua situazione di infinita miseria. Il Verismo italiano Solo dopo l'uscita dell'Assommoir [L'ammazzatoio] nel 1877 e l'entusiastica recensione che ne fece Luigi Capuana sul <<Corriere della Sera>>, alcuni romanzieri e critici italiani cominciarono a ideare la nascita anche nel nostro paese del <<romanzo moderno>> ispirato agli stessi principi del naturalismo francese. Luigi Capuana tende a mettere in sordina l'aspetto scientifico della nuova poetica e a rivalutare il ruolo della fantasia nel lato creativo. Per lui il Verismo è un metodo di scrittura che si risolve soprattutto nel piano formale, nella scelta della <<perfetta impersonalità>> e l'adeguamento dello stile al soggetto. Giovanni Verga, invece, fa propria la concezione deterministica e la teoria della necessità di muovere dai livelli bassi della scala sociale per risalire a quelli più elevati (Ciclo dei vinti: cinque romanzi che, partendo dalla rappresentazione dei pescatori e dei contadini, giunge a quella delle sfere più elevate). Il Verismo italiano Questo gruppo di scrittori si riunisce a Milano fra la fine del 1877 e la primavera del 1878 e dà vita al movimento del Verismo. Il Verismo italiano accetta pienamente la cultura positivistica ma sottolinea con assai minore energia il momento scientifico e l'impegno sociale nella rappresentazione. I veristi italiani più rigorosi sono tre: Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto (Verga e Capuana erano a contatto con gli ambienti più avanzati della cultura scapigliata a Milano). Aderiscono al Verismo anche Matilde Serao (rappresentazione della situazione napoletana) e i toscani Renato Fucini e Mario Pratesi. Differenze tra Naturalismo e Verismo Pur condividendo la battaglia del Naturalismo francese, il Verismo italiano si distingue per i seguenti punti: riduce la teoria naturalistica a un metodo di scrittura, mettendo in secondo piano la concezione scientifica; sottolinea maggiormente l'aspetto tecnico-formale, concentrando l'attenzione sulle conseguenze stilistiche dell'impersonalità ed elaborando la teoria della omologia tra i livelli sociologici della materia narrativa e i livelli formali; attribuisce molto minore importanza all'impegno sociale implicito nella rappresentazione. Fonti ● Luperini…autori libro (La scrittura e l’interpretazione Volume 3 - Tomo I) Pagg. 60-69, 82-86 Letture Pagg. 68 – 92 – 122 ● Wikipedia (www.wikipedia.org) ● http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/zola.htm ● Fëdor Dostoevskij, Delitto e Castigo, 1866 • Gustave Flaubert, Madame Bovary, 1856 ● Lev Nikolaevic Tolstoj, Anna Karenina, 1877