Fiscalità e famiglia
Massimo Baldini
CAPP, Centro di analisi delle politiche
pubbliche,
Dipartimento di Economia Politica,
Modena
5 maggio 2007
Perché il sistema tributario dovrebbe tener conto del
contesto familiare in cui il contribuente è inserito?
In che modo e in quale misura tenere conto del costo dei
figli?
Perchè le famiglie con figli dovrebbero pagare meno tasse
di quelle senza figli?
Quali sono i criteri in base ai quali impostare una politica
fiscale nei cfr della famiglia “giusta” ed “efficiente”?
Due criteri di base:
Equità
Efficienza
A proposito dell’equità:
Premessa generale: perché il sistema fiscale deve essere
progressivo (cioè redistributivo dai redditi alti a quelli bassi)?
Cornice teorica normativa dell’utilitarismo: bisogna redistribuire se
ciò aumenta il benessere sociale complessivo
Ragione chiave: l’utilità marginale del reddito è decrescente
Se trasferiamo un euro da un ricco ad un povero, la riduzione di
benessere del ricco è inferiore all’incremento di benessere del
povero  il benessere sociale aumenta
Ma questo criterio condurrebbe ad eguagliare i redditi netti…
 Trade-off tra equità ed efficienza:
La redistribuzione può provocare una riduzione del benessere
sociale:
• Riduzione dello sforzo lavorativo dei soggetti a reddito
medio-alto
• Riduzione dello sforzo lavorativo dei beneficiari dei
trasferimenti
L’ottimo sociale non prevede l’eguaglianza dei redditi netti.
Il grado ottimale di redistribuzione dipende da:
* Avversione sociale verso la diseguaglianza
* Elasticità dell’offerta di lavoro
L’equità ci impone di considerare il reddito familiare nel fissare la
struttura dell’imposta personale, perché per valutare il benessere
individuale (e quindi la sua utilità marginale nel ricevere un euro
in più) dobbiamo tenere conto delle risorse di tutti i membri della
famiglia
Infatti, se considerassimo solo il reddito individuale:
a) Dovremmo trasferire reddito a favore della moglie casalinga di un
ricco professionista
b) Dovremmo tassare allo stesso modo due contribuenti con uguale
reddito, anche se uno dei due ha cinque figli, e l’altro nessuno.
In altre parole, il benessere individuale dipende dalle caratteristiche
(redditi, composizione) della famiglia in cui si vive
Per realizzare una imposta sul reddito equa, dobbiamo quindi
tassare meno chi ha carichi familiari, a parità di reddito
E’ importante disegnare un sistema di tax benefit molto
sensibile a problemi di equità anche perché l’Italia è uno dei
paesi europei a più elevata povertà minorile.
Quota di bambini in povertà relativa (Lis):
Italia
16.5%
Francia
7.9%
Germania 9.0%
Olanda
9.8%
Spagna
16.1%
UK
17.0%
Svezia
4.2%
USA
22%
Austria
7.8%
Belgio
7.7%
E l’efficienza?
Posizione liberale: nelle società moderne i figli sono desiderati e
pianificati, quindi se un adulto decide responsabilmente di procreare
significa che il suo benessere dopo la nascita del figlio è aumentato 
lo Stato non deve aiutarlo con riduzioni di imposta.
Però i figli generano esternalità positive:i benefici sociali dei bambini
sono superiori ai benefici privati goduti dai genitori, quindi questi ultimi
“producono” una quantità di bambini inferiore a quella ottimale (perché
considerano solo i benefici privati, non quelli sociali):
• In futuro i bambini pagheranno tasse e contributi, quindi sosterranno
gli adulti di oggi quando saranno vecchi.
• I genitori possono sotto-investire nel capitale umano dei loro bambini
Ulteriore argomento di efficienza a favore di politiche pro-natalistiche:
* Tutte le indagini dicono che il numero di bambini desiderato supera
quello effettivamente realizzato
Sono possibili anche esternalità negative:
* congestione, sovraffollamento, sfruttamento eccessivo dell’ambiente
Se riteniamo che le est. positive siano più rilevanti di quelle negative,
anche considerazioni di efficienza spingono per una riduzione del
carico fiscale sui contribuenti con figli a carico.
Altrimenti, se motivi di efficienza spingono per politiche antinatalistiche, c’è contrasto tra la politica ottimale in termini di equità e
quella ottimale in termini di efficienza
In ogni caso, anche ragioni di efficienza inducono a considerare il
reddito e le caratteristiche della famiglia nel disegno delle politiche di
tax-benefit
In sintesi:
equità
Ridurre il carico fiscale sui soggetti
con minore tenore di vita
(reddito più basso, più carichi
familiari a parità di reddito)
Contrastare il rischio
di povertà minorile
efficienza
Favorire il raggiungimento
del numero desiderato (dalla società e
dalle famiglie) di bambini
Favorire l’offerta di lavoro femminile
Ma se è opportuno considerare il reddito familiare, dobbiamo
optare per una base imponibile familiare o per una base
imponibile individuale, che tenga comunque conto in
qualche modo della presenza di carichi familiari?
Il dilemma di fondo nella scelta dell’unità impositiva:
Se l’imposta è progressiva, non è possibile disegnare una
imposta che soddisfi contemporaneamente questi due
obiettivi di fondo:
a) Non influenzi la scelta di sposarsi
b) Imponga lo stesso prelievo a famiglie con uguale reddito
totale, ma con diversa distribuzione del reddito tra i
coniugi
L’unità impositiva familiare (il cumulo dei redditi):
Non soddisfa a) perché disincentiva il matrimonio
Soddisfa b) perché tassa allo stesso modo famiglie con
uguale reddito totale
Mentre l’unità impositiva individuale:
Soddisfa a), perché la tassazione rimane individuale
anche dopo il matrimonio
Ma non soddisfa b) perché, a parità di reddito familiare,
tassa di più le famiglie in cui il reddito è molto
concentrato su uno dei coniugi
Rimedi:
-La tassazione familiare può diventare neutrale nei
confronti della scelta del matrimonio con lo splitting o
con il quoziente familiare
-La tassazione individuale può correggere la
penalizzazione della famiglia monoreddito con una
deduzione/detrazione per coniuge a carico
Però:
Nella tassazione individuale, è davvero giusto
correggere la penalizzazione di cui soffrono le
monoreddito?
A parità di reddito familiare, una famiglia monoreddito
ha un tenore di vita superiore a quello della bireddito
(minori spese di produzione del reddito, maggiore
auto-produzione di beni e servizi di cura), quindi è
giusto che paghi una imposta più elevata rispetto ad
una coppia in cui entrambi lavorano
Inoltre, la tassazione familiare disincentiva l’offerta di
lavoro del familiare con reddito più basso (cd
secondary earner, tipicamente donna)
Motivo: il reddito secondario viene sommato a quello
del coniuge, quindi finisce spesso per essere
soggetto ad una aliquota marginale superiore a
quella che si applicherebbe nel caso di tassazione
individuale
L’effetto disincentivante è tanto più forte quanto più
alto è il reddito del coniuge
Nel dibattito in corso, si confrontano le seguenti
opzioni sugli strumenti fiscali per ridurre il carico
fiscale sulle famiglie con figli:
Tassazione familiare con quoziente familiare
Riduzione aliquote Irpef sul lavoro femminile
Tassazione individuale con detrazioni/deduzioni per
carichi familiari
Il quoziente familiare:
Oggetto di tre proposte di legge, due del centrosinistra
Per ogni famiglia, si calcola una scala di equivalenza, sommando i
coefficienti associati a ciascun componente, ad esempio:
Primo adulto 1
Secondo adulto 0.6 (economie di scala)
Primo figlio 0.5
fecondità)
Ogni figlio oltre il primo, 1 (incentivo alla
Il redito familiare viene diviso per la scala. Al risultato si applica la
struttura delle aliquote per scaglioni, e il risultato viene moltiplicato per
la scala
Imposta familiare = scala x T (reddito familiare / scala)
dove T(.) = struttura delle aliquote Irpef
Che effetto avrebbe sull’irpef pagata dalle famiglie
l’introduzione del quoziente familiare?
Applichiamo il quoziente usando le stesse aliquote dell’Irpef
2007 (eliminiamo le detrazioni per figli)
Coppia bireddito con 2 figli
var. imposta da
irpef 2007 a
quoziente
reddito fam.
irpef 2007
irpef con
quoziente
10000
0
2300
+2300
3680
+3680
4600
+4600
6900
+4058
40000
Per i redditi0
0
bassi e medi
l’imposta2842
aumenta5949
9200
+3251
50000
8997
11610
+2613
60000
12604
14310
+1706
17010
+199
19710
-1308
16000
20000
30000
70000
80000
16811
I veri beneficiari
21018 alti
sono i redditi
100000
29433
26408
-3025
120000
37813
34008
-3805
140000
46158
41608
-4550
150000
50331
45408
-4923
160000
54704
49208
-5496
180000
63449
57011
-6439
200000
72195
65211
-6984
Monoreddito con coniuge e due figli a carico
reddito fam.
irpef 2007 fam.
imposta con
quoziente
5000
0
1150
+1150
8000
0
1840
+1840
10000
0
2300
+2300
15000
1364
3450
+2086
20000
2881
4600
+1719
25000
4369
5750
+1382
6900
+764
8050
-153
9200
-1070
10350
-2074
30000
35000
40000
45000
La famiglia
6136
monoreddito
ricca8203
beneficia
10270
degli
sconti più
rilevanti
12424
var. imposta da irpef
2007 a quoziente
50000
14577
11610
-2967
60000
18867
14310
-4557
70000
23140
17010
-6130
80000
27512
19710
-7802
90000
31812
22608
-9204
100000
36112
26408
-9704
Ovviamente può essere introdotta una clausola di salvaguardia, che
però:
•aumenta decisamente la perdita di gettito
•Non modifica il risultato di base per cui a beneficiare davvero della
riforma sarebbero i ricchi
Oppure su potrebbe applicare il quoziente solo fino ad un certo livello
massimo di reddito
In conclusione:
Il quoziente familiare produrrebbe una grande redistribuzione di risorse
a favore dei contribuenti abbienti con figli e soprattutto di quelli ricchi
con coniuge a carico.
Visto che la scala è indipendente dal reddito, il risparmio fiscale a fronte
di un figlio cresce al crescere del reddito familiare. In altre parole, il figlio
di un ricco vale di più (in termini di risparmio di imposta) rispetto al figlio
di un povero.
Benefici minimi per le classi medie
La priorità non è aiutare le monoreddito ricche, ma le coppie con figli in
cui entrambi i coniugi lavorano con redditi medi e bassi
Nessun rimedio al problema dell’incapienza
 NO al quoziente familiare,
Proposta Alesina-Ichino:
Poiché l’elasticità dell’offerta di lavoro femminile al salario netto è
molto superiore a quella degli uomini, l’efficienza impone di
applicare alle donne aliquote Irpef inferiori a quelle degli uomini
Risultato atteso: aumento dell’offerta di lavoro delle donne, senza
perdita di gettito per lo stato
Problemi:
Legittimità costituzionale
Nell’Italia centro-settentrionale il tasso di occupazione femminile è
già a livelli europei, mentre è molto basso al Sud, per la mancanza di
posti disponibili
Forse è più importante incentivare non l’offerta, ma la domanda di
lavoro da parte delle imprese (sgravi contributivi, incentivi al part
time, semplificazioni burocratiche, ecc. )
Incapienza
Molti sostengono che bisogna affrontare il problema
dell’incapienza introducendo l’imposta negativa
Ma noi in Italia abbiamo già un’imposta negativa:
0
10000
20000
30000
40000
L’Assegno al Nucleo Familiare
0
10000
20000
30000
reddito complessivo familiare
reddito disponibile familiare
40000
reddito complessivo familiare
Se vogliamo ridurre il carico fiscale sulle famiglie con figli, ci sono
altri strumenti, diversi da quoziente familiare, che evitano di
concentrare le risorse disponibili sulle famiglie più ricche:
* Aumento detrazioni
* Aumento ANF per le famiglie con reddito medio-basso e per gli
incapienti
La combinazione di questi due strumenti permette di ridurre il
costo dei figli per le famiglie con reddito medio e basso.
Irpef 2007: dalle deduzioni alle detrazioni
Problemi delle detrazioni decrescenti rispetto al yc:
a) Aliquota marginale effettiva superiore a quella formale.
b) Il reddito complessivo Irpef non è una buona proxy del “vero”
reddito: erosione, elusione, evasione, mancano i redditi da
capitale.
c) Il reddito individuale non è un buon indicatore del tenore di
vita familiare
d) Incapienza
e) Non è coerente fissare le detrazioni in funzione del reddito
familiare, e l’Anf in funzione del reddito familiare
Possibile soluzione:
lasciare in Irpef solo una detrazione costante per figli, non molto
elevata, motivata da considerazioni di efficienza ed equità orizzontale
Costruire un trasferimento monetario ai figli:
* universale: esteso a tutte le famiglie, non solo a quelle con reddito
>0
e non solo ai dipendenti
* selettivo: erogato in funzione decrescente di un indicatore della
condizione economica familiare (Ise riformato?)
E una soluzione realistica, perché compatibile con i vincoli di bilancio,
con la necessità di non concentrare tutte le risorse sui trasferimenti
monetari a scapito dei servizi, coerente con la Finanziaria 2007
Rischio: eccessiva concentrazione sulle famiglie povere, mentre occorre
sostenere di più anche i carichi familiari del ceto medio
L’effetto in termini di maggiore equità verticale (riduzione
diseguaglianza, aumento tenore di vita dei bambini) sarebbe garantito,
mentre dubbi restano sull’impatto in termini di efficienza:
- Offerta di lavoro femminile: il beneficio si riduce all’aumentare del
reddito familiare
-Incentivo alla natalità: l’evidenza disponibile all’estero suggerisce che
in genere le politiche di tax-benefit pro-natalistiche hanno sulla fertilità
effetti positivi ma modesti.
In generale, è sbagliato pensare che le politiche tributarie possano avere
un effetto decisivo sulle scelte riproduttive.
In altre parole: è arduo pensare che in Italia si fanno pochi figli a causa
di un sistema di tax-benefit troppo avaro nei confronti dei carichi
familiari
Un fisco amichevole nei cfr della famiglia può essere solo una piccola
componente di un programma assai più articolato per favorire la
ripresa della fertilità:
• Asili nido (numero e organizzazione)
• flessibilità nell’organizzazione del lavoro,
• congedi parentali,
• riforma dell’università,
• politiche abitative.
• Aumento posti di lavoro disponibili
 Favorire una migliore compatibilità tra vita privata e lavoro
Se si vuole aumentare la fertilità, per l’Italia è centrale accelerare
l’uscita da casa dei giovani e ridurre l’età al primo parto.
2
1.8
francia
norvegia
finl
1.6
uk
bel
1.4
port
svi austria
ger
spa
italia
1.2
tfr
sve
olanda
20
22
24
26
eta' a cui i maschi escono di casa
28
La fertilità nei prossimi anni dovrebbe comunque aumentare, anche
senza nuove politiche, semplicemente a causa delle migliori
condizioni del mercato del lavoro che trovano le coorti dei giovani di
oggi, numericamente assai più ridotte rispetto a quelle dei loro
genitori.
Rischio che l’enfasi sulle tasse e sui trasferimenti monetari finisca
per non lasciare sufficienti risorse allo sviluppo dei servizi
Per contrastare il processo di invecchiamento, servono politiche
credibili e di lungo periodo, non interventi estemporanei o basati su
facili slogan.
Interventi di entità modesta (100 mil. / anno per nidi) rischiano di
avere efficacia nulla, perché la gente non percepisce il cambiamento
Perché negli Usa la fertilità è molto alta, malgrado lo scarso
impegno delle politiche pubbliche?
Scarica

2 - Paolo Natali