Il medico competente dopo il D.Lgs 106/2009: addetto alle visite o Consulente
globale per la tutela della salute in azienda?
Auditorium CTO
Azienda Ospedaliero - Universitaria Careggi
Firenze - Mercoledì 25 maggio 2011
COME VALUTARE IL RISCHIO NELLE
PICCOLE IMPRESE: RUOLO DEL MC
Loretta Montomoli, Giorgio Dileone, Giuseppe Petrioli, Matteo Marco
Riva, Giovanni Mosconi
I presupposti
Linee Guida per la Valutazione del Rischio - SIMLII volume 9
“La VdR e’ una misura generale di protezione della salute perno
intorno al quale deve ruotare l’organizzazione aziendale della
prevenzione” quindi anche la sorveglianza sanitaria e’ funzione
della VdR!
“il MC con la sua formazione clinica tossicologica igienisticoindustriale ed epidemiologica … e’ l’unica figura in grado di
valutare complessivamente i vari contributi degli indicatori
utilizzati per misurare i singoli aspetti considerati nel processo di
VdR”
Linee Guida per la Valutazione del Rischio - SIMLII
volume 9
“Nelle attività di sintesi… va esercitata una funzione critica, che
deve essere tipica del MC, che metta in discussione la qualità dei
dati disponibili e sia capace di fare una integrazione tra le misure
ambientali e biologiche e ta gli indicatori di dose ed
effetto/danno (Mutti,1990)”
Programma di mandato SIMLII 2011- 2014
“Bisogna invece mirare ad un riconoscimento
formale di un nuovo ruolo del MC come consulente
globale in tema di tutela della salute e della
sicurezza, da coinvolgere per quanto di competenza
in tutte le fasi e momenti della vita aziendale…”
Cosa dice la norma
INQUADRAMENTO NORMATIVO
(D.Lgs. 81/08)


Art. 28 (Oggetto della valutazione dei
rischi): La valutazione deve riguardare
tutti i rischi per la sicurezza e la salute
dei lavoratori
Art. 29 (Modalità di effettuazione della
valutazione dei rischi): Il datore di
lavoro effettua la valutazione ed elabora
il documento … in collaborazione con … il
medico competente, nei casi di cui
all’articolo 41
Art. 25 (Obblighi del medico competente)
Il medico competente:
a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di
prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi,
anche ai fini della programmazione, ove necessario,
della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della
attuazione delle misure per la tutela della salute e
della integrità psico-fisica dei lavoratori, all’attività di
formazione e informazione nei confronti dei
lavoratori, per la parte di competenza, e alla
organizzazione del servizio di primo soccorso
considerando i particolari tipi di lavorazione ed
esposizione e le peculiari modalità organizzative del
lavoro. …….
Rivalutazione a seguito della sorveglianza
sanitaria:







Artt. 181 e 185: agenti fisici
Art. 190: rumore
Art. 202: vibrazioni
Art. 209: campi elettromagnetici
Art. 216: radiazioni ottiche artificiali
Art. 223: agenti chimici
Art. 279: agenti biologici
Vi è differenza nella norma sulla
collaborazione del MC tra
grande impresa e PMI?




No
Nella P.M.I. aumentano le difficoltà per
il M.C.
Nelle imprese fino a 10 dipendenti
possibile l’autocertificazione
L’adozione di criteri standardizzati per
la V.R sarà possibile fino a 50 dipendenti
Questioni aperte




Il DL autocertifica, ma non è presente alcun documento. Il MC ha
necessità dei livelli di esposizione sui quali fondare il protocollo di
sorveglianza sanitaria e da riportare in cartella (All. 3 A)
In presenza di autocertificazione da parte del DL, il MC può
liberamente farsi “la propria” VDR sulla quale fondare il protocollo
di sorveglianza sanitaria?
Gli obblighi del medico competente relativamente alla valutazione
dei rischi dove si fermano?
- definire il protocollo di sorveglianza sanitaria?
- Contribuire alla valutazione di tutti i rischi sui quali ha
competenza professionale?
E’ diverso il contributo del medico competente se è già incaricato
quando viene effettuata la V.R o se viene incaricato
successivamente?
Questioni aperte
Cosa deve fare il medico competente se si rende conto che la
valutazione dei rischi è inadeguata?
 Cosa deve fare il medico competente se capisce che il D.L. rifiuta
la collaborazione
 Come deve comportarsi il MC quando in corso di visita medica
emergono situazioni che meriterebbero una nuova VDR da parte
del DL?
 E se il DL non collabora?
 In quale maniera interviene l’Organo di vigilanza nei confronti del
M.C. se emerge che il MC non ha collaborato alla V.R
- Lo sanziona sempre?
- Lo sanziona solo se ha rifiutato la collaborazione richiesta?
- Lo sanziona anche se la VR non è stata effettuata?

Aspetti normativi di rilevanza sul tema



Deve esservi attestazione formale del
contributo dato
Il protocollo sanitario deve essere
coerente con il DVR
Il MC, se presente, deve dare sempre il
proprio contributo
LA SENTENZA DEL
TRIBUNALE DI PISA
… al di là della sentenza,
risulta che:



Si richiama fortemente il ruolo del MC
quale consulente a tutto tondo nei confronti
del DL
Si richiama fortemente la necessità che il
MC collabori con il DL per la valutazione dei
rischi (e che il DL si avvalga realmente della
professionalità del MC)
Si ribadisce fortemente la necessità che il
MC fondi il protocollo di sorveglianza
sanitaria sul documento di VDR
Le piccole imprese
Le specificità delle piccole imprese
–Datore di lavoro e spesso anche RSPP (CORSO DI 16 ORE),
– frequentemente è mal informato sul tema della VdR. Le sue
fonti di informazione sono i “consulenti del lavoro” o, nella
migliore delle ipotesi, le associazioni imprenditoriali…
– Il DVdR è quasi sempre una autocertificazione,
Il MC è probabilmente l’unico specialista della
prevenzione presente in azienda!
L’Agenzia Europea riconosce, per le piccole imprese, i seguenti motivi di
“debolezza”:
1.
2.
3.
4.
Ridotta conoscenza di rischi e normative
debolezza nella formazione professionale
minor tempo e risorse dedicate
ridotti contatti con organi di controllo e
esperti istituzionali in OSH
5. assenza di servizi interni
6. non adeguata stima dei costi diretti e
indiretti di infortuni e malattie
professionali
Nelle PMI, sempre secondo l’Agenzia Europea
La Prevenzione è vista più come costo che come
beneficio
Il DL è spesso esposto agli stessi rischi, se non di
più, del lavoratore dipendente (e non ha obblighi –
“ha facoltà”- in merito a formazione e sorveglianza
sanitaria)
Pericolo di essere destinatari di “trasferimenti di
rischi”
Nelle PMI sono più frequenti gli infortuni e le
Malattie Occupazionali
“la maggior parte delle piccole imprese ha bisogno di assistenza
per far fronte ai propri obblighi di sicurezza e salute.
…difficile attirare l’attenzione delle PMI e spingerle ad agire….
Hans-Horst Konkolewsky - direttore dell’Agenzia Europea
per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro
RUOLO DEL MC NELLA VdR
Linee Guida per la Valutazione del Rischio - SIMLII volume 9
OBIETTIVO DELLA VDR è quello di verificare la possibilità o
quantificare la probabilità che si realizzino effetti avversi o
almeno indesiderati per la salute
VDR IL PROCESSO CONOSCITIVO (LG CEE- percorso
necessariamente multidisciplinare) COMPRENDE:
•L’NDIVIDUAZIONE DEGLI AGENTI DI RISCHIO
•L’INDIVIDUAZIONE DEGLI ESPOSTI
•LA VALUTAZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
DELL’ESPOSIZIONE
•LA CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO  stima della
probabilità che gli effetti sulla salute possano verificarsi
•UN GIUDIZIO SULLA NECESSITA’ O MENO DI
INTERVENTI PER PREVENIRE O RIDURRE IL RISCHIO
COME SI CONCRETIZZA IL RUOLO CONSULENZIALE DEL
MC NELLE IMPRESE DI PICCOLE DIMENSIONI
PROPOSTA -> UN PERCORSO in 3 fasi:
1.Informare il DL sui suoi obblighi e sulla utilità di una corretta
VdR (obblighi normativi, aspetti formali, responsabilità…)
2.Assisterlo nella valutazione preliminare, identificazione dei
FdR, e consigliarlo su eventuali approfondimenti (quale FdR da
stimare e come effettuare le indagini e a chi affidarle,
premappatura)
3.Assisterlo nella gestione delle collaborazioni finalizzate alla
VdR (laboratori esterni, consulenti in igiene industriale,
ergonomi…) e supportarlo nella interpretazione dei risultati e
su eventuali interventi di bonifica e/o scelta dei DPI
(FORMAZIONE)
COME SI VALUTA LA QUALITA’ DEL DVdR? (vedi requisiti minimi)
POSSIBILE TRACCIA:
Relazione sui rischi: è completa? Tutti i fdr e tutti i posti di lavoro
sono stati indagati? Sono adeguatamente descritti gli ambienti? I cicli
tecnologici? I materiali utilizzati? Il personale e l’organizzazione del
lavoro?
Criteri utilizzati: sono adeguati i metodi di raccolta elaborazione dei
dati? L’indagine è stata effettuata da personale qualificato? Sono stati
coinvolti i lavoratori o i RLS e MC? Sono state utilizzate metodiche
standardizzate? Sono stati applicati criteri di valutazione
scientificamente corretti?
Misure di prevenzione: le misure preventive sono coerenti ed
adeguate alla valutazione? Sono chiare e a disposizione dei lavoratori? La
ss è adeguata? La formazione ed informazione è adeguata? La scelta dei
DPA e DPI è coerente con l’entità dei rischi?
Programma di prevenzione: sono state rispettate le gerarchie di
gravità e diffusione del rischio? Della fattibilità tecnica ed organizzativa?
Sono stati stabiliti tempi e metodi di controllo e manutenzione nel tempo ?
Quali sono LE COMPETENZE DEL MC NELLA VdR?
Il contributo del MC nella VdR è funzione delle sue
competenze. Le stesse possono essere generali o specifiche in
funzione dei rischi da valutare.
A) COMPETENZE GENERALI del MC: la conoscenza dello
stato di salute (sorveglianza sanitaria) e delle abitudini di vita
della popolazione esposta, la conoscenza degli effetti sulla
salute dell’esposizione a rischio in funzione della natura, entità
e durata della esposizione ai vari FdR professionali, dei rischi
correlati ad esposizione plurime (esposizione a rumore ed
esposizione ad una sostanza ototossica), delle modalità di
prevenzione ambientali (generiche) e personali (specifiche),
indicatori biologici di esposizione e di effetto sulla salute,
collabora alla Valutazione (definizione dell’accettabilità o non
accettabilità della esposizione) e alla gestione del rischio
(indicazioni su bonifica e protezione ambientale e personale)…
Quali sono LE COMPETENZE DEL MC NELLA VdR?
B) COMPETENZE SPECIFICHE (esclusive o prevalenti) del
MC in funzione del rischio. Esempio: nella VdR CHIMICO
Le conoscenze tossicologiche, classificazione delle sostanze,
interpretazione dei dati della letteratura e delle schede
tecniche e di sicurezza, il MB, i DPI specifici e di protezione in
genere, risultati della sorveglianza sanitaria e giudizi di
idoneità con limitazioni (lavoratore allergico…), la conoscenza
delle modalità di stima (misura) del rischio chimico (IA e DP),
gestione del MB …
RUOLO DEL MC NELLA VdR
GLI STRUMENTI: sopralluoghi, le banche dati, LG di
riferimento, Valori limite di agenzie internazionali,
premappatura, la relazione sanitaria, le riunioni periodiche …
LE COLLABORAZIONI: oltre che con DL/RSPP, con igienista
industriale (ed altri specialisti) nello stabilire che cosa, dove,
come, quando e a chi posizionare i Dosimetri Personali,
interpretazione dei risultati ed eventuali approfondimenti …
I BISOGNI (del MC): di formazione ed aggiornamento su
cicli tecnologici, su modalità di misura, sugli effetti da
esposizioni plurime, sull’uso degli indicatori biologici di
effetto, sulle modalità di effettuazione del sopralluogo …
Strumenti: esempio la premappatura
A.P.
E
LA PREMAPPATURA DEI DISAGI E DEI
PERICOLI PROFESSIONALI
E LA VALUTAZIONE E GESTIONE DEL
RISCHIO DA SOVRACCARICO
BIOMECCANICO
Autori
DANIELA COLOMBINI epm Research Unit
GIORGIO DI LEONE ASL Bari
ENRICO OCCHIPINTI EPM- Fondazione Policlinico Milano
LORETTA MONTOMOLI : Istituto di Medicina del Lavoro di Siena
ANGELA RUSCHIONI SPSAL-Ancona
MAURIZIA GIAMBARTOLOMEI SPSAL-Ancona
SERGIO ARDISSONE SPRESAL ASL-Asti
MICHELE FANTI Centro Italiano Ergonomia
LUCIA FANTOZZI Centro Italiano Ergonomia
ENRICO MAGGIORE ortopedico
SOFIA PRESSIANI-Asti
MARCO PLACCI epm Research Unit
MARCO CERBAI epm Research Unit
.
Ma che strumento usare?
LA GLOBALITA’
TIPO DI
APPROCCIO
la lettura globale degli elementi di disagio del
lavoratore, siano essi derivanti dal posto che dall’ambiente
di lavoro.
SEMPLICITA’
REQUISITO
ESSENZIALE
La metodologia si concretizza in un modello di raccolta delle
informazioni, facilmente utilizzabile perché già previsto su
supporto informatico (Excel).
SCALA DI PRIORITA’ PER I SUCCESSIVI ADEMPIMENTI
VALUTATIVI
OBBIETTIVO
PRINCIPALE
Per tale fase descrittiva si utilizzano domande a risposta
chiusa: i risultati (ottenuti automaticamente dal software e
facilmente leggibili attraverso istogrammi) aiuteranno non
solo nell’individuazione dei problemi ma anche nell’offrire
una scala di priorità per i successivi adempimenti
valutativi.
IEA-WHO ad hoc group for developing a “toolkit for MSD prevention”.
PRIMO LIVELLO DI INTERVENTO: key enters
Identificazione rapida e complessiva della presenza di possibili induttori di rischio
attraverso l’uso di KEY-ENTERS
Globalità e semplicità nella prima lettura delle caratteristiche del posto di lavoro
Movimentazione
carichi
NO
SI
Movimenti
ripetitivi
SI
NO
Posture
NO
SI
Rumore
Microclima
Agenti
chimici
organizzazione
del lavoro
SECONDO LIVELLO DI INTERVENTO: quick evaluation
Identificazione rapida della presenza di rischio ASSENTE, elevato (CONDIZIONI CRITICHE)
attraverso l’uso di QUICK EVALUATION
ASSENTE
CONDIZIONI CRITICHE
DA VALUTARE
TERZO LIVELLO DI INTERVENTO. Valutazione analitica del rischio
Se dopo la quick evaluation la postazione non risulta ne a rischio assente ne in condizioni critiche
procedere con la VALUTAZIONE ANALITICA DEL RISCHIO
attraverso l’uso dei modelli di analisi proposti dagli Standard
Ecc.
SPERIMENTAZIONE PREMAPPATURA
Criticità
- In aziende con più mansioni sono necessarie più schede
(deve essere utilizzata per analizzare le singole mansioni (gruppi omogenei),
consentendo così di concentrare l’attenzione non sull’intero ciclo lavorativo
ma su specifiche situazioni di pericolo)
- Le parti relative ai movimenti ripetitivi e alla MMC
possono creare difficoltà di compilazione a non esperti
- La parte relativa al Rischio chimico dovrebbe forse
essere meglio sviluppata
- Difficoltà a reperire le schede tecniche per la
definizione del rischio chimico
- Completezza dei FDR? Necessità di integrazione?
- Si tratta di uno strumento molto sensibile e poco
specifico.
- Tende a sovrastimare le situazioni di pericolo
SPERIMENTAZIONE PREMAPPATURA
Vantaggi
- La parte relativa al Rischio chimico permette una
prima stima della presenza o meno di inquinanti
- Strumento di facile utilizzo. Occorre un PC
portatile (o anche solo un palmare)
-Serve ad individuare potenziali situazioni di pericolo
che devono essere oggetto di successive valutazioni
analitiche secondo gli standard di riferimento. Non
rappresenta una valutazione dei rischi.
Esercitazione
ESERCITAZIONE
Scopo dell’esercitazione è quello di dare contenuto al ruolo del
MC nelle varie fasi che caratterizzano il processo di VdR,
considerando le finalità della stessa, le difficoltà organizzative
e gestionali che caratterizzano le imprese di piccole dimensioni,
ma soprattutto valorizzandone le competenze professionali nel
rispetto della norma e dell’obiettivo strategico della SIMLII di
definire il ruolo di “consulente globale” del MC aziendale in tema
di tutela della salute e sicurezza.
ORGANIZZAZIONE
DELL’ESERCITAZIONE
Fase a) Tre gruppi in aule separate, con 3 relatori che
presentano la stessa introduzione e le modalità di
effettuazione della esercitazione: 20’ /30’
Fase b) Esercitazione (durata 60’): organizzare in sottogruppi
di 10 (?), che dovranno in via preliminare nominare un
coordinatore, a cui viene assegnato il compito di descrivere per
un FdR (ES: agenti chimici, cancerogeni, Rumore, vibrazioni e
scuotimenti, biologici, da fattori psicosociali, da disergonomie)
il contributo del MC nella VdR secondo lo schema prestabilito.
Fase c) presentazione dei risultati delle elaborazioni da parte
dei coordinatori e discussione con il gruppo allargato (durata 45’)
Preso atto del seguente processo di VDR:
1. L’NDIVIDUAZIONE DEGLI AGENTI DI RISCHIO
2. L’INDIVIDUAZIONE DEGLI ESPOSTI
3. LA VALUTAZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
DELL’ESPOSIZIONE
4. LA CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO  stima della probabilità
che gli effetti sulla salute possano verificarsi
5. UN GIUDIZIO SULLA NECESSITA’ O MENO DI INTERVENTI PER
PREVENIRE O RIDURRE IL RISCHIO
6. UN GIUDIZIO SULLE PROCEDURE DI CONTROLLO E
MONITORAGGIO NEL TEMPO (SORVEGLIANZA SANITARIA)
DEFINISCI IL RUOLO DEL MC INDIVIDUANDO, PER OGNI
FASE E PER FdR, DOVE NECESSARIO O POSSIBILE:
LE COMPETENZE
GLI STRUMENTI
LE COLLABORAZIONI
I BISOGNI FORMATIVI
Scheda per l’esercitazione
SINTESI
Quello che emergerà dai gruppi di lavoro
sarà oggetto di valutazione e di sintesi da
parte dei coordinatori con l’impegno di una
restituzione ai corsisti e di una
presentazione al Direttivo Nazionale
SIMLII quale base di discussione per la
produzione di un documento di consenso o
...
BUON LAVORO
Note bibliografiche
Bartolucci e coll. “Linee Guida per la valutazione
del rischio”. SIMLII vol. 9 - 2004
Med. Lav. 2011; 102,1. Monografia dedicata alla
Premappatura
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Diapositiva 1 - Ispettori Sanitari