UN MUSEO PER AMICO Gapescello cerca casa LABORATORIO INTERDISCIPLINARE a.s. 2004 - 2005 e 2005 – 2006 CLASSE V SCUOLA PRIMARIA “GIOVANNI XXIII” OFFAGNA UNO STRANO INCONTRO Eccoci con le nostre maestre dentro al museo Paolucci: è un vero sballo! Tutti quegli animali così strani, sono una vera forza! Mentre ascoltiamo con attenzione la guida che ci spiega la struttura del museo, sentiamo un fruscio come un battito d’ali e un verso misterioso. Ci guardiamo intorno cercando di capire da dove provenisse. Ad un certo punto vediamo uno stravagante essere avanzare verso di noi: aveva la testa da gatto con il pelo scuro, il corpo era da pesce, con pois neri e pinne verdastre, sul dorso spuntavano due ali e aveva robuste zampe da uccello rapace. Con timore e un pizzico di curiosità gli andiamo incontro, ma non osiamo avvicinarci più di tanto. E’ lui allora che inizia a parlare: -Salve ragazzi, non abbiate paura di me, non sono né un gatto, né un pesce, né un uccello: io sono GAPESCELLO, e se vorrete ascoltare vi racconterò una storia indimenticabile, la mia!!! -Si, dai! -gridiamo in coro. AL FIUME -Milioni di anni fa, in una galassia fuori dal Sistema Solare, c’era un piccolo pianeta dove abitavo con esseri bizzarri. Un giorno questo pianeta ebbe un forte impatto con un asteroide e scoppiò. Noi siamo stati catapultati sulla Terra. Alcuni di noi caddero nei fiumi, altri nei mari, altri ancora sulle colline e sulle montagne. Tutti i miei amici si adattarono ai propri ambienti trasformandosi. Io ero molto piccolo e disorientato in quel luogo sconosciuto, mi avvicinai ad una gigantesca striscia di liquido trasparente: era un fiume. Lì incontrai degli animali che avevano squame e pinne come me. Allora pensai che quello fosse il mio ambiente, ma i pesci continuarono a nuotare imperturbabili. Provai un forte dispiacere nel cuore e molta tristezza. IN COLLINA Mi incamminai verso la collina. Vidi da lontano un animale che mi assomigliava: infatti aveva le orecchie a punta e pelose, dei lunghi baffi e dei denti aguzzi; era proprio come me! Cercai di fare amicizia con quella volpe, ma essa mi cacciò perché il mio corpo era goffo e non elegante come il suo. IN MONTAGNA Me ne andai sconsolato volando verso la cima di una montagna. Mi appoggiai sul ramo di un pino, che spezzandosi, mi fece cadere sulla neve, brrr…che freddo! Scese dall’alto un’aquila che, vedendo le mie ali, mi scambiò per un suo simile. Ma appena si avvicinò un po’ di più si accorse che il mio corpo e la mia testa erano diversi dai suoi. Mi allontanò intimandomi di non tornare più. Ancora una volta ero rimasto solo e senza amici. AL CIRCO Ma ecco che da lontano udii un’allegra musichetta e vidi un grosso tendone colorato con luci e scritte. Incuriosito, entrai e subito fui ingaggiato per gli spettacoli. Tutte le sere venivo esibito come un fenomeno da baraccone e la gente mi derideva. Mi sentivo terribilmente infelice, ma non avevo altro posto dove andare. IL MUSEO PER AMICO Un giorno un giovane collaboratore dello scienziato Luigi Paolucci vide la mia immagine sui manifesti del circo che avevano ormai tappezzato tutta la città. Il professor Paolucci era un grandissimo studioso che si occupava di veterinaria e di poesia. Era anche un collezionista di animali imbalsamati. Appena seppe della mia esistenza mi volle nel suo museo. In un lampo mi ritrovai ad Offagna dove fui finalmente oggetto di studi e dove trovai la mia identità. Gli animali che ancora oggi si trovano in questo luogo mi hanno accolto con gioia ed ho finalmente trovato un amico: il MUSEO!!! Qui finisce la mia storia. Per ringraziare Luigi Paolucci di avermi accolto nel suo museo di Offagna, gli dedicai questi versi, visto che lui amava non solo la natura, ma anche la poesia. Io sono il Gapescello non vivo nel ruscello né su un monticello. Una mattina provai anche in collina, ma nessuno mi voleva e a me tanto dispiaceva. Capitai sotto un tendone ma ohimé! Ero un fenomeno da baraccone! Da Paolucci fui salvato al suo museo son capitato, ma appaio come in ipnosi solo ai bimbi fantasiosi. Noi restiamo a bocca aperta e corriamo a chiamare le insegnanti: -Maestreee! Là c’è un simpatico animale, venite anche voi ad ascoltare la sua avventurosa storia! Le maestre non vedono nulla: - E’ uno dei vostri scherzetti, ragazzi? Qui non c’è nessuno. Rispondiamo: - Era qui poco fa, l’abbiamo visto ed ascoltato tutti! Ma… allora quell’animale era solo frutto della nostra fantasia… Che splendide avventure si possono vivere nei musei, il passato naconde davvero mille tesori! Attraverso la scoperta di cose, animali e fatti nuovi cresce la nostra immaginazione, la nostra curiosità e la nostra fantasia. Grazie museo Paolucci, verremo a trovarti ancora!!! GLI ALUNNI DELLA CLASSE V