. Arciprete della basilica papale di San Pietro e Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Madre Teresa e il mare agitato della Chiesa di Sua Emminenza Cardinal Angelo Comastri Avanzamento automatico . Tratto dal libro 2012 Negli anni della mia seconda presenza a Roma (1968-1971) la misericordia di Dio mi regalò un incontro che ha segnato profondamente la mia vita. Avevo sentito parlare di Madre Teresa, ma non conoscevo alcun dettaglio della sua vita: sapevo soltanto che era una suora originaria dell’Albania e che era andata missionaria in India per dedicarsi a Soy alguien con quien soccorrere i moribondi, che raccoglieva dalla strada in mezzo ai rifiuti. convives a diario Quando seppi che era a Roma per visitare la prima comunità aperta in Italia, avvertii dentro di me il desiderio di conoscerla. Telefonai alla casa delle Suore Missionarie della Carità e andai a conoscerla. Da allora, dal 1969, ogni volta che Madre Teresa veniva a Roma, io cercavo di incontrarla: e fino al 5 Settembre 1997, data della sua morte, ho avuto da Dio la grazia di rivederla ogni anno. --Anónimo Nel 1968 l’enciclica Humanae vitae del Papa Paolo VI suscitò un’ondata di reazioni e di precisazioni e, talvolta, anche di vera e propria contestazione (per la prima volta nella storia della Chiesa). Il fatto mi turbò e fece nascere dentro di me il bisogno di chiedere a Madre Teresa nel 1970 che cosa provasse di fronte ad un simile terremoto ecclesiale. Dissi a Madre Teresa: “Perché tutte queste contestazioni? Perché questa tempesta inattesa e insidiosa proprio dentro la Chiesa? La Madre mi guardò con la saggezza di chi vede le cose dall’alto: dal pinnacolo della fede! Ed io fissai i miei occhi nei suoi, ricordando quanto mi diceva mia madre quando ero piccolo: “Se vuoi capire bene com’è una persona, scruta bene i suoi occhi”. Gli occhi di Madre Teresa sembravano finestre di limpidezza, finestre di bontà, finestre di totale trasparenza: facevano capire che di lei ci si poteva fidare. E ascoltai questa stupenda riflessione: “Certamente - disse – tu conosci l’episodio degli apostoli che stavano sulla barca di notte: il mare era scosso da una violenta tempesta … e Gesù non era con loro. Dovette essere una esperienza terribile, perché le tempeste fanno sempre paura. Ma, alle prime luci dell’alba, quando gli apostoli erano stremati dalla fatica, Gesù andò loro incontro camminando sulle acque: Dio può fare anche questo senza alcuna fatica! Gli apostoli - tu lo sai - inizialmente provarono spavento, perché pensavano che fosse un fantasma: come vedi non è sempre facile riconoscere Dio, quando ci viene incontro! Intervenne Pietro e disse: “Signore, se sei tu, comanda ch’io venga da te camminando sull’acqua”. La richiesta era un po’ singolare e quasi azzardata, ma Gesù volle ascoltare la richiesta di Pietro e gli disse: “Vieni pure!” Immagino - continuò Madre Teresa - che Pietro, essendo pescatore e conoscendo bene le insidie del mare, mise un piede sull’acqua e verificò che non affondasse. Sentendo che il mare era diventato prodigiosamente solido, appoggiò anche il secondo piede sull’acqua, tenendo però le mani appoggiate alla sponda della barca. Poi, preso dall’euforia, cominciò a camminare provando un’emozione che non aveva mai provato: Pietro, infatti, sapeva bene che nel mare si affonda! Ma ecco l’ora della prova: il mare improvvisamente si agita, diventa aggressivo e Pietro sente che i suoi piedi vacillano e sprofondano nell’abisso. Pietro ha paura: la barca gli sembra lontana e Gesù non gli sembra vicino. Forse si chiede: perché Gesù mi hai fatto questo? Ma, dalla profondità della sua anima buona esce un’invocazione, una preghiera accorata: “Signore, salvami!” E, in quel momento, Pietro sentì con immensa gioia la mano sicura di Gesù, che lo tira fuori dall’acqua insidiosa, mentre amabilmente gli diceva: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Io ascoltavo il racconto dell’episodio evangelico e mi sembrava di rivivere la scena, le cui sfumature erano leggibili nell’atteggiamento del volto di Madre Teresa. Ma la conclusione quale era? Fu Madre Teresa a tirare le somme e disse: “Vedi, quando Pietro camminava sull’acqua del mare non rappresentava la Chiesa. La Chiesa infatti non ha il potere di sfuggire le tempeste e di camminarci sopra: questo può farlo soltanto Dio! Pietro rappresentava la Chiesa quando affondava nell’acqua agitata: “Signore salvami!”. E Gesù lo tira fuori dal pericolo e, con lui, salva l’intera Chiesa”. Rimasi sbalordito di fronte a questa lettura del brano evangelico e, da quel momento, ogni volta che si presenta una bufera (e accade spesso!) ripenso alle parole di Madre Teresa: “Pietro rappresenta la Chiesa quando grida: “Signore salvami!”. E Gesù lo tira fuori dal pericolo e, con lui, salva l’intera Chiesa”. Quanto è bello stare alla scuola dei santi!. Poi, in riferimento alle mie paure dei terremoti ecclesiali ricorrenti che mi facevano stare male interiormente, mi sussurrò queste meravigliose parole aggiungendo: “Non avere paura! Il mare è agitato in superficie, ma in profondità è calmo. Stai tranquillo che Dio tiene in mano le redini della sua Chiesa: talvolta sembra che le lasci un po’ lente, ma non le cede a nessuno. È una garanzia che ci ha lasciato Gesù e noi dobbiamo fidarci di Lui ciecamente”. Queste parole mi trasmisero tanta serenità e, per un momento, mi sembrò che il fragore delle onde della contestazione si fosse improvvisamente placato. . Testo: S. E. Card. Angelo Comastri dal libro “Dio scrive dritto” Realizzazione e adattamento: Nicola Paradiso Musica: cover Eye in the sky – Alan Parsons Project Collaborazione per musica e grafica: Anna Maria www.veritatissplendor.org Versioni straniere: con testo inglese, spagnolo e francese (richiedere gratuitamente in mail a [email protected] ) Fine Cliccare ESC per uscire o attendere riapertura automatica Il presente pps non ha fini di lucro ed è stato realizzato per devozione in occasione del 15.mo anniversario della morte di Madre Teresa di Calcutta - 5 Settembre 2012 (Paderno Dugnano - Milano – Italia )