Tabella sintetica
I 12 APOSTOLI (per discepoli si intendono tutti i
seguaci)
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3
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5
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9
10
11
12
12 sostituto di
Giuda
Iscariota
NOTE
Simone detto dal Maestro "Cefa" poi tradotto in Pietro. La chiesa di
S.Pietro a Roma.
Giacomo il maggiore, figlio di Zabedeo. La chiesa è a Santiago di
Campostella. La reliquia è nella chiesa di San Crisogono a Roma.
Gesù diede loro il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono. Evangelista
Giovanni fratello di
autore del "vangelo di Giovanni". La tomba è a Efeso (Turchia). Martirio
Giacomo Zebedeo
di S.Giovanni nella Chiesa San Giovanni in Oleo a Porta Latina.
Andrea fratello di
La Chiesa è ad Amalfi. La reliquia è a Patrasso (Grecia).
Pietro
Filippo
Chiesa Santi XII Apostoli a Roma.
Bartolomeo o Natanaele. La chiesa è a Benevento. Chiesa San
Bartolomeo
Bartolomeo all'isola a Roma.
Matteo dapprima chiamato Levi. Evangelista autore del "vangelo di
Matteo il
Matteo". La Chiesa è a Salerno. La reliquia è nella chiesa Santa Maria
pubblicano
Maggiore a Roma.
Tommaso detto Didimo cioè Gemello. La Chiesa è a Ortona. La reliquia è
Tommaso
nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma.
Giacomo di Alfeo (il Minore) (cugini di Gesù). La reliquia è nel Duomo
Giacomo di Alfeo
di Ancona. Chiesa Santi XII Apostoli a Roma.
Taddeo o Giuda di Giuda di Taddeo o Lebbeo (cugini di Gesù). La chiesa di S.Pietro a
Giacomo
Roma.
Simone il cananeo Simone il cananeo detto lo Zelote o lo Zelante. La chiesa di S.Pietro a
o lo zelota
Roma.
Giuda Iscariota
Giuda di Simone detto l'Iscariota
Simone chiamato
Pietro
Giacomo di
Zebedeo
Mattia
La Chiesa è a Treviri (Francia). La reliquia è nella chiesa Santa Maria
Maggiore a Roma.
I 4 EVANGELISTI
San Matteo
• Figlio di Alfeo, di professione pubblicano, ossia
gabelliere...Si crede comunemente che dopo
l'Ascensione del Salvatore egli abbia predicato la fede
nell'Etiopia, nella Persia e tra i Parti. Prima che partisse
dalla Giudea, fu inviato dai fedeli e dagli stessi Apostoli a
scrivere il suo Vangelo. Ciò avvenne circa l'anno ottavo
dopo l'Ascensione di Gesù Cristo, quarantesimo primo
dell'era volgare. Lo scrisse in lingua ebrea, e si vuole
che egli stesso, o san Giacomo Maggiore, l'abbia
tradotto in greco. La traduzione latina, che abbiamo noi,
è antichissima ed è approvata dalla Chiesa.
SAN MARCO
• Ebreo, e si crede comunemente che sia uno dei
settantadue discepoli del Salvatore. Fedele compagno di
san Pietro, lo seguì nei suoi viaggi fino a Roma. Gli fece
da segretario, da interprete, e lo coadiuvò a predicare la
fede in Roma. Per consolazione dei fedeli di questa città
scrisse, circa l'anno 44, il suo Vangelo in greco, lingua
molto conosciuta in quel tempo dai Romani. Compiuto il
lavoro, lo diede al suo padre spirituale e maestro San
Pietro, che lo approvò e lo diede a leggere alle chiese
come scrittura autentica. La più reputata versione del
Vangelo di San Marco rimanda ai primi tempi del
Cristianesimo, ed è la traduzione latina approvata dalla
Chiesa. (La Chiesa è a Venezia)
SAN LUCA
•
Di Antiochia, era medico di professione. Fu guadagnato alla fede da san
Paolo, di cui fu fedele compagno nelle lunghe e faticose peregrinazioni di
quel grande apostolo delle Genti. Predicò il Vangelo nella Dalmazia,
nell'Italia, nella Gallia e finalmente nella Macedonia e nell'Acaia. Qui in età
di ottantaquattro anni riportò la corona del martirio. Scrisse il suo Vangelo
l'anno 53 di Gesù Cristo raccogliendo le notizie avute da testimoni oculari e
dai racconti uditi da San Paolo. Si crede pure che la SS. Vergine gli abbia
narrato varie cose importanti. Di fatto, siamo debitori a San Luca di molte
preziose notizie riguardanti l'infanzia di Gesù Cristo ed alla stessa Beata
Vergine; delle quali cose nulla hanno scritto gli altri evangelisti. Alcuni
attribuirono a San Paolo il Vangelo di San Luca. Ma ciò, dice Tertulliano, si
deve intendere soltanto nel senso, che le opere dei discepoli si usa
attribuirle ai maestri. Quando San Paolo cita il suo Vangelo, intende il
Vangelo di San Luca, da lui approvato così da averlo in conto di opera sua.
(La chiesa è a Padova. La reliquia è a Praga)
SAN GIOVANNI EVANGELISTA
•
Figlio di Zebedeo e di Salomé, fratello di Giacomo il Maggiore. Nato in Betsaida esercitò con suo
padre la professione di pescatore, finché fu chiamato alla sequela del Divin Maestro in giovane
età. Fu da Gesù Cristo trattato con particolare affetto per l'innocenza dei suoi costumi, e per la
virtù della purità che conservò illibata. Per questo motivo il Salvatore pendente in croce diede
Giovanni per figlio a Maria, e Maria per madre a Giovanni. Nella persona di questo santo apostolo
sono rappresentati tutti i cristiani, di cui Maria è Madre pietosa. Dopo l'Ascensione del Divin
Maestro egli predicò specialmente nell'Asia Minore, e stabilì sua dimora in Efeso, che governò
come vescovo fino all'età di oltre 100 anni, dove morì nel 107. Mosso da divina inspirazione e
dalle preghiere dei fedeli, negli ultimi anni di vita scrisse il suo Vangelo contro alcuni eretici, che
negavano la divinità di Gesù Cristo. Di fatto egli preferisce soffermarsi ad esporre quelle azioni del
Salvatore, che lo fanno conoscere per vero Dio. Parla più volte di sé, ma senza mai nominarsi:
scrisse in greco, e narrò cose da lui vedute.
San Girolamo dopo aver parlato dei quattro evangelisti, conclude così: san Matteo si fa a scrivere
le azioni di Gesù Cristo come uomo, e ne tesse la genealogia chiamandolo figlio di Davide, figlio
di Abramo. San Luca comincia dal sacerdozio di Zaccaria. San Marco dalla profezia di Malachia e
di Isaia. Perciò il primo ha per simbolo la faccia di uomo; il secondo la faccia di vitello, che indica il
sacrificio solito a farsi dal sacerdote levitico; il terzo la faccia di leone a motivo della voce di san
Giovanni Battista, che gridava nel deserto: Preparate la strada del Signore, raddrizzate le sue vie.
San Giovanni poi ha per simbolo l'aquila, perché egli come aquila s'innalza in volo verso il cielo in
seno all'Eterno Padre, dicendo: Nel principio era il Verbo, ed il Verbo era presso Dio, e Dio era il
Verbo».
(da: San Giovanni Bosco, Storia Sacra, Torino, Sei, 1938; pp. 2, 186-187)
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