MOSTRA “A SCUOLA CON IL DUCE. L’ISTRUZIONE PRIMARIA NEL VENTENNIO FASCISTA”. Nelle prime giornate di febbraio la Scuola Secondaria di 1° grado “F.Anzani” ha ospitato la mostra “A SCUOLA COL DUCE. L’ISTRUZIONE PRIMARIA NEL VENTENNIO FASCISTA” La mostra è stata proposta e organizzata dall’ ISTITUTO DI STORIA CONTEMPORANEA PIER AMATO PERRETTA di Como ed è stata visitate da tutte le classi della scuola Essa è il risultato di un lungo e paziente lavoro di ricerca iniziato nel 1999 attraverso il recupero e l’analisi diretta dei testi scolastici e dei quaderni della scuola elementare del tempo. Uno studio serio e approfondito sulla storia della scuola italiana, essenziale per la comprensione di qualunque dittatura, non solo di quella fascista. Mussolini seppe fare della scuola un mezzo a sua esclusiva disposizione per plasmare i giovani in cui dovevano essere coltivati gli ideali del fascismo. L’istituzione scolastica diventò un potente veicolo di propaganda del regime, il più efficace strumento per l’organizzazione del consenso di massa. La mostra è composta da 30 pannelli esposti seguendo un percorso tematico (i valori del fascismo, la fascistizzazione della scuola, l’Opera Nazionale Balilla, il Testo Unico di Stato, la propaganda delle iniziative del regime, la guerra d’Etiopia e la fondazione dell’Impero, razzismo e antisemitismo, verso la guerra). Riproducono illustrazioni a colori, fotografie e testi ripresi dai libri di scuola e dai quaderni degli scolari dell’epoca, attraverso cui vengono ripercorsi i momenti più significativi della scuola elementare fascista. Perché è proprio la scuola elementare il primo e fondamentale gradino di quel lungo processo di irreggimentazione e indottrinamento il cui obiettivo primario era quello di costruire futuri soldati, uomini ciecamente pronti a “credere, obbedire e combattere”. Nonostante l’indottrinamento, il miracolo del sangue guerriero non si compì, tutto quell’imponente complesso creato per preparare i ragazzi al futuro combattimento si sfasciò. Alla fine la scuola fascista fallì. L’educazione guerriera, con i manuali “manipolati”, le adunate, le marce, gli inni, i canti rivoluzionari, non lasciò traccia sulla crescita morale di buona parte della gioventù. Questa Mostra vuole contribuire “ad esaltare quella libertà dell’uomo che comincia difendendo i diritti del fanciullo in formazione nelle aule. Perché la libertà nasce nelle aule delle scuole elementari, dove per la prima volta al bambino viene consegnato un libro. Quel libro deve essere corretto e leale, senza dottrine devianti e senza falsi scopi, aperto all’ottimismo, chiaro, semplice: sarà poi la realtà della vita con tutte le sue asprezze a modulare il carattere d’ogni creatura a seconda di ciò che porta dentro, e non un’ uniforme o un canto di guerra”. (Elena D’Ambrosio, ricercatrice dell’Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta” )