TECNICA AMMINISTRATIVA
Modulo VI
Lezione n. 8 del 15/2/2010
Attività e Patrimonio delle Aziende di
Erogazione
Aziende erogazione
• Le Aziende di Erogazione producono beni e servizi che non sono
destinati allo scambio. Loro scopo è soddisfare le esigenze dei
soggetti che fanno parte dell’azienda o soddisfare esigenze di
carattere pubblico.
• 3 SETTORI:
- AZIENDE DI CONSUMO: famiglie, circoli ricreativi e sportivi,
associazioni culturali. Tali aziende soddisfano le esigenze di coloro
che ne fanno parte.
- AZIENDE COMPOSTE A FINI EROGATIVI: presentano
contemporaneamente i caratteri delle aziende di produzione e delle
aziende di erogazione (ad es. Stato, Regioni, Province, Comuni).
- AZIENDE DI EROGAZIONE IN SENSO STRETTO: Enti di assistenza, di
beneficenza, di ricerca. Svolgono una attività destinata a soddisfare
le esigenze di persone esterne all’azienda.
Aziende erogazione (2)
• SOGGETTO GIURIDICO:
- AZ. EROGAZIONE PUBBLICHE: es. aziende di
enti territoriali, az. di enti istituzionali, aziende
pubbliche di servizi alla persona.
- AZ. EROGAZIONE PRIVATE: es. aziende
familiari, associazioni e fondazioni private,i
comitati.
Aziende erogazione (3)
• In base alla FONTE da cui traggono i MEZZI per la loro
attività:
1) le AZIENDE FAMILIARI si distinguono in
- AZ. DOMESTICHE
- AZ. PATRIMONIALI
- AZ. DOMESTICO –PATRIMONIALI
2) Le altre Aziende si distinguono in:
- CORPORAZIONI
- FONDAZIONI
Associazioni
• ASSOCIAZIONI: Possono essere
- RICONOSCIUTE – atto costitutivo redatto in forma pubblica; dopo il
riconoscimento da parte dell’autorità governativa acquistano la
Personalità Giuridica; non è previsto un limite minimo per il Patrimonio
che deve essere, però, adeguato al raggiungimento dello scopo (non
lucrativo: Altruistico o Ideale) per il quale l’associazione nasce. Nascono
per contratto: significa che più persone si accordano, decidono di aderire
all’atto costitutivo o ad uno Statuto nei quali vengono fissati lo scopo e le
regole di funzionamento dell’associazione. Gli organi principali sono:
Assemblea, Consiglio di Amministrazione, Organo di Controllo. La struttura
è APERTA cioè chi intende aderire può presentare un domanda che gli
Amministratori possono rigettare solo per motivi leciti.
- NON RICONOSCIUTE: si basano su un contratto stipulato tra gli associati ,
non assumono la Personalità Giuridica, sono dotate di un Fondo Comune
costituito dai contributi apportati dagli associati, godono di autonomia
patrimoniale imperfetta e non possono accettare donazioni, lasciti ed
eredità
FONDAZIONI
• Nascono per volontà di un soggetto chiamato
Fondatore dell’Ente il quale destina un
patrimonio per raggiungere un determinato
scopo che risulta essere dominante per la
fondazione e non può essere modificato. Nasce
per mezzo di un Atto Unilaterale che può essere
Pubblico oppure Testamento. Assumono
Personalità Giuridica ; non c’è l’assemblea, ma c’è
un Organo il cui compito è di raggiungere, sotto il
controllo dell’Autorità Governativa, lo scopo
fissato dal Fondatore.
Organizzazioni di Volontariato
• Regolate dalla legge n. 266 del 1991.
• Attività Gratuita ed incompatibile con qualsiasi forma di
lavoro subordinato o autonomo.
• Attività Prestata in modo personale spontanea.
• Organizzazione: Senza fine di lucro, Democraticità della
struttura, Elettività delle cariche associative, Gratuità delle
prestazioni fornite dagli aderenti.
• Risorse: provengono dai contributi degli aderenti, di privati
o da Enti Pubblici, da donazioni o lasciti testamentali.
• Prive di Personalità Giuridica, ma possono acquistare beni
mobili e immobili.
• Iscritte negli appositi registri tenuti dalle Regioni e dalle
Province Autonome.
Settore No-Profit o III Settore
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Costituito da aziende private che non hanno fine di lucro.
Le principali Aziende sono:
Associazioni di Volontariato
Cooperative sociali
Onlus.
Tali aziende possono avere o meno (es. sindacati e partiti) la Personalità Giuridica.
Nel caso che siano dotate di tale Personalità, allora hanno Autonomia Patrimoniale
Perfetta, per cui esiste una separazione tra i diritti e gli obblighi dell’Ente e quelli
dei partecipanti. Ai fini del riconoscimento della personalità giuridica è necessario
che siano soddisfatte tutte le condizioni previste dalla legge, che lo scopo sia
possibile e lecito, che il patrimonio risulti adeguato alla realizzazione dello scopo
per il quale l’azienda nasce. La personalità giuridica di diritto privato è riconosciuta
dal Prefetto , così come il Prefetto approva le modifiche dell’atto costitutivo. Presso
gli Uffici territoriali del Governo è stato inoltre trasferito il registro delle Persone
Giuridiche che prima era tenuto dalle Cancellerie dei Tribunali.
CLASSIFICAZIONE ECONOMICO-AZIENDALE:
AZIENDE NO PROFIT PURE: svolgono solo attività di erogazione
AZIENDE NO PROFIT COMPOSTE: svolgono sia attività di erogazione, sia attività di
produzione.
Settore No-Profit (II)
Le aziende no profit si distinguono dalle Famiglie (perché non sono istituti naturali),
dagli Enti della PA (perché non basano la loro attività su mezzi che vengono raccolti
attraverso imposte, tasse e contributi obbligatori), dalle Imprese (perché non
hanno come finalità la remunerazione dei fattori produttivi impiegati).
Si diffondono a causa della crescente crisi dello stato sociale e dell’ accentuarsi delle
differenze tra poveri e ricchi. Nasce così il concetto di Impresa Sociale. Si intende
l’organizzazione privata senza scopo di lucro che esercita in via stabile e principale
una attività economica di produzione e scambio di beni e servizi di utilità sociale.
Il carattere sociale di una impresa viene definito sulla base di quattro elementi
fondamentali:
- Prestazione di beni e servizi in materie di particolare rilevo sociale
- Divieto di ridistribuire anche in modo indiretto utili e avanzi di gestione
- Obbligo di reinvestire gli utili e gli avanzi di gestione nello svolgimento di attività
istituzionale
- Le caratteristiche ed i vincoli della struttura proprietaria o di controllo.
PRINCIPALI TIPOLOGIE DI AZIENDE NO PROFIT:
Le Cooperative Sociali:
Attività disciplinata dal legislatore. Scopo principale è il perseguimento dell’interesse
generale della comunità e l’integrazione sociale dei cittadini.
Attività svolte: Gestione di servizi socio-sanitari ed educativi, svolgimento di attività
diverse che hanno come obiettivo l’inserimento nel mondo lavorativo di persone
svantaggiate (invalidi fisici e psichici, ex degenti di istituti psichiatrici,
tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazione di difficoltà
familiare, condannati ammessi a misure alternativa alla detenzione: NB devono
costituire almeno il 30% dei lavoratori occupati nella cooperativa)
I soci, oltre a quelli previsti dalla normativa, possono anche essere volontari che
svolgono la loro attività gratuitamente, ottenendo solo il rimborso delle spese
sostenute e documentate.
Ottengono agevolazioni contributive  aliquote per l’assicurazione obbligatoria
previdenziale assistenziale sono minime
Possono essere ammesse come soci anche persone giuridiche pubbliche e private nei
cui statuti sia previsto il finanziamento e lo sviluppo di attività di queste
cooperative.
La costituzione: depositare Statuto che prevede la denominazione, la sede, l’oggetto
sociale, gli organi e le relative funzioni, i requisiti diritti e obblighi dei soci, il
capitale sociale, le modalità di presentazione del bilancio.
PRINCIPALI TIPOLOGIE DI AZIENDE NO PROFIT (II)
• Associazioni di volontariato:
Attività di volontariatoprestata in modo personale, spontanea e gratuita, tramite
l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza scopo di lucro. Al volontario possono
essere rimborsate le spese sostenute; la qualità di volontariato è incompatibile con qualsiasi
altro rapporto di lavoro subordinato o autonomo.
Forma giuridica libera. Sono però previste alcune regole relative all’atto costitutivo ed allo Statuto
che devono prevedere: l’assenza di fine di lucro, la democraticità della struttura, elettività
delle cariche associative, gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti, le regole di
ammissione, obbligo di formazione del bilancio.
Possono assumere dipendenti esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento.
I fondi provengono dai contribuiti degli aderenti, contributi di privati, contributi dello Stato,
contributi di organismi internazionali, donazioni e lasciti testamentali.
Carta della donazionePubblicata nel 1999, la Carta della Donazione è il 1° codice italiano di
autoregolamentazione per la raccolta e l’utilizzo dei fondi nel Nonprofit. La Carta sancisce
un’insieme di regole di comportamento per favorire la corretta, trasparente ed efficace
gestione delle risorse disponibili, ottenute a fronte di un’attività di raccolta fondi, che
l’organizzazione nonprofit (Onp) sostiene per conseguire i suoi scopi di solidarietà,
promozione sociale e culturale.
PRINCIPALI TIPOLOGIE DI AZIENDE NO PROFIT (III)
•
ONLUS: Organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
•
Sono: Associazioni, comitati, fondazioni, società cooperative ed altri enti di carattere privato, con o senza personalità giuridica, i cui Statuti vengono
redatti nella forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata,
Requisiti:  svolgimento di almeno una delle seguenti attività:
assistenza sociale assistenza sociale e socio sanitaria , assistenza sanitaria , beneficenza , istruzione , formazione, sport dilettantistico , promozione e
valorizzazione dei beni culturali, tutela e valorizzazione dell'ambiente, promozione della cultura e dell'arte, tutela dei diritti civili, ricerca scientifica di
particolare interesse sociale, come definita da DPR 135 del 14 giugno 2003
b) l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale;
c) il divieto di svolgere attività diverse da quelle menzionate alla lettera a) ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse;
d) il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'organizzazione, a meno
che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per legge, statuto o regolamento
fanno parte della medesima ed unitaria struttura (non profit);
e) l'obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse;
f) l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'organizzazione, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altre organizzazioni non lucrative di
utilità sociale o a fini di pubblica utilità,
g) l'obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale;
l) l'uso, nella denominazione ed in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico, della locuzione "organizzazione non lucrativa di
utilità sociale" o dell'acronimo "ONLUS".
Per le tipologie istruzione, assistenza sanitaria, formazione, sport dilettantistico, promozione della cultura e dell'arte e tutela dei diritti civili si
considerano esistenti le finalità sociali quando le attività siano rese nei confronti di terzi (come persone svantaggiate, o componenti di collettività
estere) e non dei soci, fondatori, organi amministrativi di controllo, coloro i quali operino su mandato dell'organizzazione.
I soggetti espressamente esclusi sono:
enti pubblici, società commerciali, diverse da quelle cooperative, fondazioni bancarie, partiti e movimenti politici , sindacati ,associazioni dei datori di
lavoro e di categoria
La categoria delle ONLUS è destinataria di un regime tributario di favore per quanto riguarda:
Esclusione dalle imposte sui redditi ; Esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) ; Esenzione da altre imposte indirette quali quelle su donazioni;
Registrazione a tassa fissa degli atti costitutivi; Detrazioni fiscali per chi effettua donazioni a favore delle onlus (entro determinati limiti).
Entro 30 giorni dall’inizio delle attività devono dare comunicazione alla Direzione Regionale delle Entrate; i dati affluiscono successivamente
all’anagrafe delle onlus tenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze
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Patrimonio delle aziende no-profit
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Il patrimonio è costituito dall’insieme dei beni che sono a disposizione di diritto e di fatto
dell’azienda il quale deve essere conservato ed incrementato nel tempo in modo tale da
raggiungere gli obiettivi per i quali l’organizzazione è sorta.
Il patrimonio è costituito da elementi attivi (o attività) e da elementi passivi (o passività).
Le attività sono rappresentate da: beni di reddito, crediti di finanziamento, partecipazioni,
beni di uso durevole, beni di uso immediato, crediti di regolamento, disponibilità liquide.
Le passività sono costituite da: debiti di finanziamento, debiti di regolamento, debiti per TFR,
fondi oneri futuri e rischi.
Differenza tra attività e passività determina il Patrimonio Netto.
Nelle Aziende di Produzione il Patrimonio Netto di funzionamento e il Risultato Economico di
Esercizio vengono determinati contemporaneamente alla fine del periodo amministrativo. Il
Risultato di esercizio è influenzato dal criterio adottate per la valutazione degli elementi che
fanno parte del patrimonio.
Nelle Aziende di Erogazione il Risultato Economico è invece in gran parte indipendente dalla
valutazione del patrimonio. I Proventi delle associazioni, ad esempio, sono rappresentati
dalle quote di contribuzione degli associati; nelle fondazioni, invece, i proventi derivanti dagli
investimenti patrimoniali sono indipendenti dai valori che vengono attribuiti ai singoli beni
BILANCIO DI ESERCIZIO DELLE AZIENDE
NO-PROFIT
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Devono tenere le scritture contabili – redigere alla fine dell’esercizio amministrativo il Bilancio
Le Onlus devono redigere, entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio, un documento che evidenzia la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica.
Non vengono applicati gli articoli del codice civile che regolano il bilancio di esercizio delle Società Capitali in quanto queste ultime hanno scopo lucrativo. Una
apposita Commissione incaricata dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commerciali ha predisposto uno schema base per quanto riguarda il bilancio delle aziende noprofit. Tale bilancio è rappresentato dallo Stato Patrimoniale, dal Rendiconto Gestionale, dalla Nota Integrativa e dalla Relazione sulla Gestione del Consiglio di
Amministrazione. Inoltre deve essere accompagnato dalla relazione dell’Organo incaricato del controllo.
Lo schema dello Stato Patrimoniale delle Aziende NoProfit risulta uguale a quello previsto per le aziende di Produzione tranne che per alcune differenze. Più
precisamente si tratta sempre di uno schema a due sezioni contrapposte: la sezione di sinistra è chiamata ATTIVO, la sezione di destra è chiamata PASSIVO.
ATTIVO: diviso in 4 partiA) Crediti v/ Associati per versamento quote; B) Immobilizzazioni; C) Attivo Circolante; D) Ratei e Risconti
PASSIVO: diviso in 5 parti A) Patrimonio Netto (formato da Patrimonio Libero, Fondo di dotazione dell’Ente, Patrimonio Vincolato; B) Fondi per Rischi e Oneri; C)
TFR per lavoro subordinato; D) Debiti; E) Ratei e Risconti
Il Rendiconto Gestionale per le aziende no-profit corrisponde al Conto Economico delle aziende lucrative.
Il Risultato Economico prende il nome di Risultato Gestionale che può essere positivo o negativo e si ottiene dalla differenza tra il Totale dei proventi e il Totale degli
Oneri.
I proventi vengono classificati a secondo dei soggetti di provenienza e per aree gestionali.
Gli oneri vengono classificati per destinazione alle funzioni aziendali.
All’interno di queste classificazioni proventi ed oneri vengono rilevati per Natura e per Competenza Economica.
Vengono individuate le seguenti Aree gestionali: Attività tipica o di Istituto, Attività promozionale di raccolta fondi, attività accessoria, attività di gestione finanziaria e
di attività patrimoniale, attività di natura straordinaria, attività di supporto generale
Il Rendiconto Gestionale è un prospetto a sezioni contrapposte. Nella sezione di sinistra si riportano gli Oneri, in quella di destra i Proventi.
Gli oneri si suddividono in 7 parti: Oneri da attività tipiche, Oneri promozionali e di raccolta fondi, Oneri di attività accessori, Oneri finanziari e patrimoniali, Oneri
Straordinari, Oneri di supporto generali, Altri Oneri.
I Proventi sono divisi in 6 parti: Proventi da attività tipiche, Proventi da raccolta fondi, proventi da attività accessorie, proventi finanziari e patrimoniali, proventi
straordinari, altri proventi.
Risultato Gestionale Positivo: Proventi > Costi ---- Risultato Gestionale Negativo: Costi> Proventi
La Nota Integrativa serve per illustrare ed integrare i dati e le informazioni contenuti nello Stato Patrimoniale e nel Rendiconto Gestionale
La Relazione sulla Gestione: Costituisce il cosiddetto Conto Morale. Con tale relazione l’Organo Amministrativo dà tutte le informazioni sulle modalità di svolgimento
dell’attività, sulle fonti di finanziamento, sugli impieghi, sulle operazioni straordinarie, sui programmi e le prospettive future. Consente ai destinatari del bilancio
piena conoscenza dei risultati raggiunti in termini qualitativi e quantitativi.
Per le aziende No Profit di Piccole Dimensioni è previsto un Rendiconto Gestionale Semplificato di Cassa. E’ di tipo finanziario invece che economico; redatto a sezioni
sovrapposte con esposizione delle Entrate e delle Uscite. Praticamente gli incassi e i pagamenti si sommano algebricamente all’ammontare iniziale dei fondi finanziari
in modo tale da determinare i fondi al termine del periodo amministrativo.
Lo schema del Rendiconto Gestionale Semplificato di Cassa :inizia con i Fondi Finanziari di inizio periodo; poi si mettono le Entrate; si fa il Totale Entrate; poi le Uscite;
si fa il totale Uscite; si determina l’avanzo della gestione (entrate>uscite) o il disavanzo (uscite>entrate); alla fine otteniamo i Fondi Finanziari di Fine Periodo.
Stakeholders
• Per le aziende noprofit è importante: ottenere Fiducia,
Rendere evidente il proprio impegno, affermare l’importanza
delle attività compiute e renderne conto a tutti i suoi
stakeholders
• Con il termine stakeholders si individuano i soggetti "portatori
di interessi“ economici e non nei confronti di un'iniziativa
economica, sia essa un'azienda o un progetto.
• Fanno parte di questo insieme: INTERNI ed ESTERNI.
Ad esempio i dipendenti voloi e soci, clienti, i fornitori, i
finanziatori (banche e azionisti), i collaboratori, gruppi di
interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all'azienda
o gruppi di interesse locali, la Pubblica Amministrazione.
BILANCIO SOCIALE
•
BILANCIO SOCIALE: non è obbligatorio per legge, ma permette all’azienda
di comunicare efficacemente con la comunità in cui opera.
• Può essere redatto disgiuntamente rispetto al Bilancio di esercizio oppure
può essere integrato nel bilancio di esercizio. Si preferisce la prima
soluzione perché la redazione separata consente una maggiore chiarezza
sulle informazioni relative all’assetto istituzionale, i valori di riferimento, i
collegamenti tra i valori dichiarati, politiche, scelte compiute.
• La struttura del bilancio sociale: non è rigida; ripartita in 3 parti:
1. Identità aziendale
2. Produzione e distribuzione del valore aggiunto
3. Relazione sociale
Aspetto finanziario della gestione
•
•
1)
2)
3)
Si fa riferimento alle entrate ed alle uscite.
3 FASI:
FASI delle Entrate
FASI delle USCITE
RISULTATI Finanziari.
FASI DELLE ENTRATE
•
Le fasi delle entrate sono:
a) la previsione
b) l’accertamento
c) la riscossione
d) il versamento
Una entrata è prevista quando è iscritta in un Bilancio finanziario di Previsione.
Una entrata è accertata quando nasce il credito, cioè il diritto a riscuotere una somma
da una determinata persona ad una determinata scadenza.
Una entrata è riscossa quando si ha l’atto materiale dell’entrata del denaro.
Solitamente la riscossione è preceduta da un ordine di riscossione chiamato Reversale
con il quale si autorizza il cassiere (Tesoriere) a riscuotere l’importo. A volte la
riscossione avviene tramite un Esattore, persona estranea all’azienda.
Una entrata è versata quando l’esattore dopo aver riscosso versa l’importo presso il
tesoriere.
Alla fine dell’esercizio si possono avere dei Crediti (entrate accertate e non riscosse
oppure entrate accertate, riscosse dall’esattore ma non versate al tesoriere)
chiamati Residui Attivi
FASI DELLE USCITE
•
Le fasi delle uscite sono:
a) Previsione
b) Impegno
c) Liquidazione
d) Ordinazione
e) Pagamento
Una uscita è prevista quando è iscritta in un apposto Bilancio Finanziario di Previsione.
Una uscita è impegnata quando esiste una delibera che autorizza lo stanziamento.
Una uscita è liquidata quando sorge il debito, cioè l’obbligo giuridico verso una
determinata persona per un determinato importo e per un determinato momento
Una uscita non può essere pagata (atto materiale di uscita del denaro) se non esiste
l’ordine dato al cassiere di pagare. Tale ordine consiste in un documento chiamato
Mandato .
A fine esercizio si possono avere dei Debiti chiamati Residui Passivi . Derivano da
uscite impegnate per le quali non è stati ancora dato l’ordine di pagamento (il
Mandato) o da uscite impegnate ordinate che non sono state ancora pagate.
Risultati Finanziari
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Le fasi delle entrate e delle uscite possono manifestarsi separatamente o possono coincidere nel tempo.
E’ opportuno tenere distinte le Fasi di Diritto dalle Fasi di Adempimento.
Le fasi di diritto sono costituite dall’accertamento delle entrate, dall’impegno e liquidazione delle uscite.
Dette fasi determinano Entrate di Competenza ed Uscite di Competenza.
Le fasi di adempimento sono costituite dalla riscossione e versamento delle entrate e dall’ordinazione e
pagamento delle uscite.
Tali fasi determinano Entrate di Cassa ed Uscite di Cassa.
La differenza tra entrate ed uscite determina il risultato finanziario dell’esercizio preso in considerazione.
Tale risultato può essere un AVANZO (entrate>uscite), un PAREGGIO o un DISAVANZO (uscite>entrate)
Quando si considerano le fasi di Diritto il risultato si determina confrontando le Entrate e le Uscite di
COMPETENZA. Allora si parla di Risultato Finanziario di Competenza.
Quando vengono prese in considerazione le fasi di Adempimento allora il risultato si calcola mettendo a
confronto le entrate e le uscite di CASSA. Allora si parla di Risultato Finanziario di Cassa.
I due Risultati non coincidono in quanto le entrate riscosse in un periodo possono riguardare non solo le
entrate accertate nell’esercizio ma anche i residui attivi. Analogamente le spese pagate in un periodo
possono riguardare non solo le uscite impegnate in un esercizio ma anche i debiti residui.
Gli avanzi, i disavanzi o i pareggi di competenza o di cassa sono risultati che derivano a flussi finanziari
ossia dai movimenti finanziari di un periodo amministrativo.
Fondi Finanziari
• Fondo di Cassa: valori esistenti in cassa in un determinato momento.
• Fondo di amministrazione: dato dalla somma algebrica del fondo di cassa,
dei residui attivi, dei residui passivi esistenti in un determinato momento.
Tale fondo, a seconda del segno, viene detto Avanzo o Disavanzo o
Pareggio di amministrazione.
• Differenze tra Risultato finanziario e Fondo Finanziario: il risultato
finanziario è un dato di PERIODO mentre un fondo è un dato di
MOMENTO.
• Il fondo può essere calcolato considerando anche il fondo esistente
all’inizio del periodo e quello esistente alla fine del periodo. Quindi:
FONDO DI CASSA FINALE = FONDO DI CASSA INZIALE + AVANZO (oppure –
DISAVANZO).
Il fondo di amministrazione di fine esercizio = fondo di amministrazione
iniziale + Avanzo di Competenza (oppure – disavanzo di competenza).
Controllo nelle Aziende di erogazione
•
Controllo esercitato:
a) Secondo Modalità previste dalla legge se si tratta di Aziende Pubbliche
b) Secondo le modalità stabilite dallo Statuto se si tratta di aziende private.
In tre momenti diversi:
1)
PREVENTIVO: attuato con approvazione del Preventivo Finanziario denominato Bilancio
2)
CONCOMITANTE: attuato con la rilevazione delle operazioni man mano effettuate.
3)
SUSSEGUENTE: attuato con l’approvazione del rendiconto nel quale si confrontano le previsioni con i consuntivi.
Nelle aziende di erogazioni pubbliche quando si parla di bilancio si fa riferimento al bilancio di previsione finanziario, mentre nelle
aziende di produzione ci si riferisce al bilancio di esercizio ossia al rendiconto essenzialmente a contenuto patrimoniale
ed economico anche se da informazioni finanziarie.
La gestione delle aziende di erogazione presenta carattere di maggiore stabilità rispetto a quelle delle aziende di produzione in
quanto i fatti gestionali sono più prevedibili perché sono note le fonti da cui derivano le rendite cioè i ricavi e i proventi,
si conoscono gli oneri da sostenere. Le previsioni nelle aziende di erogazione consentono di calcolare i mezzi di cui
l’azienda potrò disporre e i bisogni che dovrà soddisfare. Servono anche per programmare l’attività da svolgere,
costituiscono un mezzo di controllo antecedente di merito, devono infine essere continuamente confrontate.
A seconda dell’oggetto le previsioni riguardano: l’aspetto finanziario, l’aspetto economico e l’aspetto patrimoniale
I rendiconti sono consuntivi accompagnati da relazioni di commento redatte dagli amministratori denominate Relazioni Morali
(comprendono spesso tabelle, grafici e statistiche circa i risultati raggiunti). A secondo dell’oggetto i rendiconti si
distinguono in: RENDICONTI FINANZIARI, RENDICONTI ECONOMICI, RENDICONTI PATRIMONIALI.
I rendiconti sono anche alla base dei preventivi successivi necessari alla programmazione delle azioni future.
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