• Descrizione del territorio carignanese • La rete idrografica del territorio di Carignano • Morfologia del territorio • Il concentrico di Carignano nel 1813: proprietà e destinazione dei siti 1682 DESCRIZONE DEL TERRITORIO CARIGNANESE «...A sette miglia da Torino, verso mezzogiorno, assai vicino al re dei fiumi, il Po, si trova la città di Carignano che le antiche carte chiamavano “Carignanum”. Essa è ricca, celebre e popolata. Un tempo era circondata da mura e da un fossato, ma la guerra ha rovinato ogni difesa. Può darsi che il nome delle città derivi dall’imperatore Carino figlio di Caro e fratello di Numeriano. Il territorio di Carignano confina con quelli di Moncalieri, Pancalieri, Racconigi e Carmagnola, è considerato tra i più fertili di tutto il Piemonte e abbonda talmente di frumento, vino…che ha sovente nutrito interi eserciti. Produce lino, canapa e seta; e neppure manca l’abbondante pesca nel Po. La salubrità dell’aria, bellissimi campi, verdi prati, sorgenti e canali vi rendono assai gradevole il soggiorno. Il numero degli abitanti, compresi quelli delle campagne, supera le seimila anime. Essi sono molto ricchi ed abitano in case eleganti, principalmente posti intorno la piazza del mercato e in centro. Negli edifici ornati di marmo, dipinti, con giardini, abitano dei nobili. Il castello di Carignano fu risparmiato dalle distruzioni...» Tratto da “Theatrum statum regiae celsitudinis sabaudiae ducis pedimonti principis, cypri regis” (Amsterdam) (Traduzione a cura Marco Carassi) 1763 «...La città di Carignano si trova in un clima temperato. E’ situata verso il Levante sopra le rive del fiume Po. Ci sono quattro torri, dette delle guardie, esistenti: una in città, la quale serve alla parrocchia come campanile e le altre tre chiamate di Marghiccio, di Valsorda e di Ceretto...» Tratto da: “Relazione generale dello stato della città e territorio di Carignano” A cura di Giuseppe Agosta. 1836 «...Carignano è una bella e piccola città che siede in feracissimo suolo al sinistro lato del Po. Le appartengono le frazioni chiamate: Brassi, Tetti Pautassi, Tetti Peretti, Tetti Bagnolo, Gorra, Ceretto, Biellant, Campagnino, Sesseno e Correa. Vi è salubre il clima : le campagne intorno, intersecate dalle vie, che sorgono a vicini castelli e villaggi, ed a non lontane città, sono feconde di cereali di legumi, di frutta, di canapa e di legname: il prodotto, ed il commercio della seta vi è copioso: le amene praterie, innaffiate da spesse fonti e da vari canali, alimentano numeroso bestiame...» Tratto da: “dizionario geografia storico statistico commerciale degli stati di s. m. il re di Sardegna (Torino) A cura di Goffredo Casalis. LA RETE IDROGRAFICA DEL TERRITORIO CARIGNANESE ANGIALE (bealera) La sorgente è nella campagna a sud di Vigone. Nel territorio di Carignano prende il nome di RIVO VUOTASACCO e confluisce nel Po. L’Angiale dagli Osasiesi viene chiamata Bialera del Mulin perché la sua acqua era sfruttata per il funzionamento di un mulino in località BORGONUOVO (attivo fino a metà degli anni ’50). Era usato per macinare i cereali, pestare le mele, la menta e la canapa. OITANA Proseguimento del Lemina. In prossimità della frazione BALBO si divide in due rami: il canale artificiale noto come GORA dei MOLINI che confluisce in Vuotasacco e l’OITANA (propriamente detta) che sfocia nel fiume CHISOLA nei pressi di La Loggia. PANCALERA Nel 1455 durante le opere di bonifica del territorio il Signore di Osasio fece scavare il canale artificiale della PANCALERA che percorre le campagne tra Pancalieri, Osasio,Lombriasco e Brillante. Fu ottenuta deviando nei pressi di Pancalieri parte delle acque dell’Angiale. La rete idrica artificiale, creata a compensazione di quella naturale, per una più razionale distribuzione delle acque, appare connessa con la dislocazione degli insediamenti rurali. E’ pensabile che l’integrazione della rete idrica naturale con derivazioni artificiali su aree da queste non raggiunte, abbia contribuito ad intensificare lo sfruttamento agricolo del territorio, con il conseguente sviluppo di certi stanziamenti rurali. L’interferenza delle stesse strutture, naturali e artificiali, agisce sensibilmente sulla disposizione degli appezzamenti. VUOTASACCO • Il Vuotasacco, solo nella parte superiore del corso interessante il territorio in esame, può alimentare la rete irrigua, mentre più a valle, per il basso livello di scorrimento, può esclusivamente ricevere acque di scarico. La linea blu evidenzia il tratto del corso d’acqua nel territorio a sud di Carignano, fino alla sua confluenza nel fiume Po. (rielaborazione da Google Heart) OITANA L’Oitana, tramite l’artificiale bealera Vittona alimenta una complessa canalizzazione e altresì il canale artificiali dei Molini. Quindi si scarica nel Vuotasacco, ad Est dell’abitato. Scavata tra il 1455 e il 1457 la bealera Pancalera, derivante dal territorio dal territorio di Pancalieri, irriga con le sue diramazioni il territorio carignanese, a mezzogiorno del Vuotasacco e quindi scavalca questo e il canale dei Molini, per servire la zona compresa tra quest’ultimo e l’Oitana. Due immagini che raffigurano il rio Oitana: la prima, nella zona prospiciente le scuole elementari dove vi era il lavatoio la seconda, in una rara immagine, ricavata da una cartolina, che lo raffigura in via Salotto MORFOLOGIA DEL TERRITORIO L’orografia e l’idrografia, strettamente collegate fra loro, danno alcune indicazioni fondamentali sulla struttura naturale del territorio. Il Po segna un taglio netto fra due parti ben differenziate: quello ad ovest di esso (sponda sinistra) e quello ad est; quest’ultima per la quasi totale estensione è interessata dai diversi percorsi effettuati nel tempo dal Po. Immagini del concentrico di Carignano Immagini del Po a Carignano • Lungo la riva sinistra si snodava, a sud di Torino, fin da epoca romana una strada che favorì nel sito dell’attuale Carignano il sorgere di vari insediamenti. Qui la facile valicabilità del fiume consentì l’affermarsi di un transito che, in alcuni momenti, poté assumere particolare importanza politica e commerciale. Il Po non precluse la sponda destra agli insediamenti, che trovarono le loro maggiori coagulazioni ne La Gorra ed in Tetti Faule. Immagine tratta dall'opera "Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis Pedemonti Principis Cypri Regis" stampata nel 1682 ad Amsterdam. IL CONCENTRICO DI CARIGNANO NEL 1813: PROPRIETA’ E DESTINAZIONE DEI SITI Dalla mappa catastale desunta dalla planimetria del 1810 (catasto Napoleonico) e dalla mappa del catasto Rabbini (1869) si nota come in tutto l’800 e parte dell’inizio del secolo seguente, i canali delimitassero il contorno del concentrico, oltre a penetrarvi con percorsi in gran parte a cielo aperto in direzione OVEST-EST, secondo la pendenza del suolo, per poi affluire al canale Vuotasacco. Questi canali, dopo aver irrigato ampie porzioni del territorio rurale ad OVEST della città, venivano impiegati per azionare impianti meccanici nell’attraversamento dell’abitato: la “Pista da canapa” in via Ressia; il “Martinetto” ( maglio) e il Mulino “delle ripe” presso la chiesa della misericordia, il Mulino Basso, la Molinetta sul Vuotasacco, presso la confluenza col Po Piccolo. Attualmente, spariti i molini e interrati molti canali, se ne può leggere ancora il tracciato nascosto sotto un viale nella periferia a levante, viale che nasconde appunto l’antico tracciato del Vuotasacco e di Po Piccolo. Rimane tuttora visibile a cielo aperto l’ingresso cittadino del canale Oitana, nella zona di ponente.