Fenomenologia delle disfunzioni visive
Valeria Ferrari e Marco Pucci
Scopo del progetto è la definizione di un seminario collaterale al corso di
Progettazione Multimediale del Prof. Paolo Rosa.
Nel ciclo di lezione proposte si
andranno ad esaminare le diverse problematiche legate ad alcune patologie della
vista nell’essere umano; una prima fase sarà dedicata all’esposizione di alcune
problematiche legate alla vista attraverso la descrizione scientifica delle stesse e la
rappresentazione che ne è stata fatta in opere cinematografiche, artistiche o teatrali.
In un secondo momento si proporrà agli studenti una fase progettuale che prevederà
la realizzazione di lavori artistici che espliciteranno quanto trattato a livello teorico. Le
opere
che
ne
risulteranno
dovranno
rendere
in
modo
efficace
e
poetico
rappresentazioni di situazioni visive alterate. A conclusione del seminario una
selezione delle opere verrà esposta in una mostra.
Lezione 1: “Vedere e non vedere”
La prima lezione prende spunto dal racconto “Vedere e non vedere”, tratto dal libro “Un antropologo
su Marte” di Oliver Sacks.
-Lettura di brani tratti dal libro
-Proiezione di scene dal film “A prima vista” di Irwin Winkler
-Studio dei casi
Qui ck Ti me ™ an d a
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a re ne ed ed to s ee th i s p ic ture.
In “Vedere e non vedere” Oliver Sacks narra la storia vera di Virgil Adamson
che, cieco dalla nascita, acquista la vista a quarantacinque anni al seguito di
un’operazione alla cataratta. Al cospetto dell’acquisizione di un senso mai
avuto ci si immagina una forte gioia e commozione, ma cosa vedrebbe
effettivamente una persona che non ha mai conosciuto prima di allora le luci,
i colori, le prospettive, i movimenti?
Sarebbe sbagliato credere che la visione che ci restituiscono gli occhi sia una
visione oggettiva. Di fatto attraverso gli occhi noi abbiamo una visione
estremamente parziale e provvisoria che il cervello rielabora mettendo
insieme una seri di informazioni che possono anche essere contraddittorie tra
loro. La forma di un oggetto muta continuamente quando si trova in
movimento, ma anche rispetto alla prospettiva dell’osservatore.
Approfondimento 1:
Un’ipotetica scena successiva all’operazione potrebbe essere simile a quella del cieco di Batdàida,
descritta da Marco nel Vangelo (Marco, 8;22). Ma anche secondo l’Evangelista il cieco non fu in grado
di usufruire completamente della vista, infatti in un primo momento il miracolato disse: “Vedo degli
uomini, perché vedo come degli alberi che camminano”.
Approfondimento 2:
Ray Jackendoff, “Linguaggio e natura umana”, Il Mulino, Bologna 1998- Studio degli aspetti
psicologici, cognitivi e linguistici dell’apprendimento.
Paolo Legrenzi, “La mente”, Il Mulino, Bologna- Studio dei processi percettivi e cognitivi.
Approfondimento 3:
Irwin Winkler, “A prima vista” (At first sight), tratto da “Vedere e non vedere” di Oliver Sacks
Lezione 2: “L’occhio che inganna”
Il tema della seconda lezione è l’agnosia visiva, disturbo della percezione che non permette il
riconoscimento di oggetti, forme, visi, ecc…
Per questo argomento verranno proposti alcuni brani del libro di Oliver Sacks “L’uomo che scambiò
sua moglie per un cappello”.
-Descrizione scientifica della patologia
-Lettura dei brani tratti dal libro
-Proiezione di scene dello spettacolo teatrale “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”
-Dibattito
“L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” racconta la strana
malattia che colpisce il Dottor P. Come ogni altra persona egli vede i
colori, le forme, vede le linee e i movimenti. Eppure il Dottor P è del
tutto incapace di riconoscerli. In altre parole non riconosce le persone, i
luoghi, gli oggetti comuni e familiari. Il suo mondo visivo ha perso di
senso, è diventato un modno strano, caotico, del tutto astratto.
Qu i ck Ti me ™ an d a
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are n ee de d to s ee th is pi ctu re .
Approfondimento 1:
“L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”
Da “The man who mistook his wife for a hat” di Oliver Sacks. Opera da camera: libretto di Oliver
Sacks, musica di Michael Nyman.
Approfondimento 2:
L’agnosia è un disturbo della eprcezione caratterizzato dal fallace riconoscimento di stimoli sensoriali
(oggetti, persone, suoni, forme, odori) già noti, malgrado l’integrità delle funzioni sensoriali
elementari e in assenza di disturbi della memoria.
Può presentarsi separatamente in relazione a ciascuno dei cinque sensi e per ogni senso sono
riscontrabili diversi tipi di agnosia (prosopoagnosia, agnosia musicale, stereoagnosia o agnosia
tattile, agnosia visuo-motoria, ecc…). Negli esempi pratici la persona affetta da tale malattia po’
utilizzare una forchetta invece di un cucchiaio pensando di aver scelto il cucchiaio, oppure una
scarpa al posto di una tazza o un temperino invece della matita. Spesso è associata a lesioni
riguardanti aree posteriori del cervello.
Lezione 3: “Essere e essere percepiti”
Esistiamo se veniamo percepiti. Dunque non è semplicemente la morte ad annullarci, bensì è
l’annichilimento della percezione che gli altri hanno di noi e naturalmente noi di noi stessi.
Il tema della terza lezione è tratto da “Film”, scritto da Samuel Beckett, diretto da Alan Scheneider e
interpretato da Buster Keaton.
-Visione del film
-Approfondimento sulla percezione visiva
-Dibattito
Samuel Beckett “Film”
http://it.youtube.com/watch?v=5keZfirB8gE
La vicenda narra di un uomo, interpretato da Buster Keaton, che
cerca di fuggire lo sguardo della cinepresa che insistentemente lo
segue in ogni suo movimento. Il protagonista non vuole essere
guardato ed evita perciò ogni tipo di sguardo. Un’ossessione che lo
spinge perfino a coprire con un panno lo specchio della sua
camera che potrebbe riflettere la sua immagine.
Nell’Immagine-movimento Gilles Deleuze, recuperando una
celebre espressione del vescovo Berkeley dà, dell’opera
beckettiana, un’interessante lettura: “Esse est percipi, essere è
essere percepiti”. L’artista irlandese identifica l’esistenza con la
percezione; quindi, la propria esistenza con la percezione di sé.
L’assunto di partenza è anche il punto d’arrivo del discorso
beckettiano: esistiamo se veniamo percepiti; dunque, non è
semplicisticamente la morte ad annullarci, bensì è l’annichilimento
della percezione che gli altri hanno di noi, e naturalmente di noi
stessi.
“The eye” era il titolo della prima stesura del soggetto di Film e
“eye”, “occhio” in inglese, è omofomo di “I”, “io”, e quindi
dell’io/soggetto/individuo, protagonista della percezione.
Approfodimento 1:
“Esisterei nell’assenza di questi sguardi? Posso vivere nella loro presenza?”
Franco Rella, “Ai confini del corpo”, p.24
Approfondimento 2:
Lacan e il concetto di “corp morcelé”
Lezione 4: “La vista infantile”
-Analisi della nascita della percezione visiva nei primi mesi di vita di un essere umano. Come
cambia il modo di vedere il mondo che ci circonda, la scoperta dei colori e del movimento.
-Approfondimento sulla visione infantile.
-Dibattito
La vista del neonato
Alla nascita ogni bambino reagisce alla luce e al buio ma non è in grado di percepire i colori. Il suo
mondo è grigio, la luce lo attira e qualche volta lo disturba, il buio lo può spingere al sonno o
disturbarlo e indurlo al pianto.
A un solo mese la vista del bambino è attratta da fonti luminose e da oggetti o persone in
movimento davanti a lui, ma non li segue con gli occhi. Non può ancora farlo ma fissadoli, anche per
un istante, dimostra il suo interesse per quel qualcosa di nuovo percepito, la luce e il movimento,
che cominciano a far parte della sua vita. In effetti la fissazione è incostante. Iinsegue per un breve
tratto poi tende a deviare lo sguardo non essendo ancora bene sviluppato il coordinamento dei
movimenti: si tratta essenzialmente di movimenti riflessi e di una dissazione a scatti e non come
modo continuo.
Verso la fine del secondo mese inizia ad osservare i movimenti delle proprie mani; non ha però
ancora la visione dei colori.
Fra il secondo e il quarto mese il bambino comincia a seguire per un po’ le fonti di luce in
movimento davanti ai suoi occhi: inizia a comparire il senso stereoscopico (visione tridimensionale).
A cinque-sei mesi il neonato acquisisce anche la competenza agnosica: riconosce il viso della madre
dai volti sconosciuti.
Al sesto mese finalmente vede i colori e matura una visione in cui gli occhi collaborano
adeguatamente tra loro al fine di attivare una percezione simultanea alla fusione delle immagini e a
una visione steroscopica.
Lezione 5: “Patologie della vista nell’essere umano”
Lezione di carattere scientifico. Verranno analizzate e studiate alcune tra le più particolari
disfunzioni della visione.
-Disfunzione visiva nei bambini autistici
-Degenerazione maculare senile
-Mancanza del senso stereoscopico
Approfondimenti vari di carattere scientifico
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