Reazioni psicologiche alla malattia, in che modo informare, quando informare 22 ottobre 2008 Biblioteca Medica Palazzo Rocca Saporiti Reggio Emilia Silvia Filiberti, Psicologa, U.O. Oncoematologia - ASMN Elisabetta Neviani, Psicologa, Progr. Cure Primarie - AUSL RE L’IMPATTO DELLA MALATTIA SUL PAZIENTE Il significato di minaccia esistenziale della malattia con costi psicologici elevati; Le conseguenze psicosociali (ad esempio, perdita del ruolo lavorativo o cambiamenti nel ruolo familiare e sociale); Le terapie chirurgiche (interventi invasivi o mutilanti) e farmacologiche e le loro conseguenze (effetti collaterali); Le conseguenze del processo morboso (ad esempio il dolore). L’IMPATTO DELLA MALATTIA SULLA FAMIGLIA L’assunzione di una posizione di responsabilità dei familiari nei confronti del membro malato; La concentrazione e l’impiego delle energie emotive e concrete per fronteggiare la nuova realtà; La creazione di nuove e spesso difficili relazioni tra la famiglia e le istituzioni sanitarie; Le modifiche delle priorità della famiglia (ciò che prima era importante può diventare marginale). Bisogni dei pazienti durante il percorso di malattia Bisogni fisiologici Bisogni di informazione Bisogno di presa in carico/cura Bisogno di sicurezza (negli operatori, nella struttura, x alleanza, vicinanza dei care giver) Bisogno di supporto psicologico(20-30%) Bisogno di adattamento In seguito alla comunicazione di diagnosi, nonostante il vissuto dei pazienti possa essere diverso, inizia per tutti loro, compresi i familiari, la fase di adattamento. In questa fase i diversi stili di coping sono molto importanti nel modulare sia le differenze individuali di reazione psicologica alla malattia, sia la qualità della vita dopo la diagnosi. Inoltre possono influenzare la risposta e la compliance ai trattamenti. Conoscere i bisogni per poter informare in modo corretto Per soddisfare i bisogni è importante la fase informativa perché può aiutare a superare alcune barriere alla relazione interpersonale L’informazione ha come obiettivo l’autonomia e l’autodeterminazione del paziente per un miglioramento della qualità di vita e risponde a precisi bisogni Attenua i vissuti emotivi Favorisce il controllo, attraverso la comprensione e la verifica Facilita il processo di adattamento alla malattia Migliora la compliance Accresce autostima Contrasta pregiudizi e convinzioni non realistiche Migliora la gestione dei sintomi I bisogni informativi del paziente dipendono dalle personali esigenze di controllo, dalla fase di malattia e dal suo background educativo e culturale le notizie fornite devono essere adattate al background culturale del paziente , alla sua disponibilità a conoscere una realtà personale emotivamente impegnativa e devono essere sintonizzate al suo stato emozionale Fornire informazioni in maniera adeguata, verificando che siano comprese, è il presupposto indispensabile per ogni forma di comunicazione efficace fra sanitari e pazienti. Ostacoli alla comunicazione: il paziente Timore nel porre le domande Timore di disconferma delle aspettative Mascheramento dei vissuti attraverso la descrizione dei problemi fisiologici Attuazione di messe in atto di difese psichiche Rischio di confermare lo stile del “paziente modello” La centralità della persona L’importanza della centralità della persona costituita dai suoi bisogni, dalle sue risorse e dalle sue aspettative. Persona che ha diritto di conoscere la sua situazione come quello di NON volerla conoscere, quindi di essere o NON essere informato. Cambiamento relazionale ed informativo: il passaggio dal modello bio-medico al modello bio-psico-sociale Informare nella relazione L’informazione si sviluppa all’interno di una relazione dove per relazione intendiamo ascolto e attenzione rispetto a quelli che sono i bisogni dell’altro, i vissuti emotivi,le risorse, le aspettative. Comprendere e capire i REALI bisogni informativi del paziente, così da evitare il rischio di soddisfare un NOSTRO bisogno comunicativo Informare nella relazione 2 Le informazioni sanitarie sono uno degli strumenti di base della comunicazione, danno “significato” e “importanza” agli eventi della vita di un malato; possiedono peso, specificità, significato, contenuto di verità. Vanno date da persone di fiducia del paziente, con molta precisione, gradualità, tempismo, preparazione ed entrando “in ritmo” con il paziente. Per concludere… Posso dare una informazione corretta SE E SOLO SE ho ascoltato l’altro rispettando i suoi tempi. Ascoltare l’altro ci giuda su cosa fare e dire; Verificare nel tempo la volontà del paziente di sapere o non sapere; Lasciare al paziente la possibilità di “aprire e chiudere” a seconda del momento, considerando che i bisogni cambiano; Avvalersi dell’aiuto di chi conosce la storia del paziente (MMG).