MECCANISMI DI
INTERAZIONE DELLE
RADIAZIONI
INTERAZIONE
RADIAZIONE-MATERIA
INTERAZIONE
CON I FOTONI
INTERAZIONE CON LE
PARTICELLE CARICHE
INTERAZIONE
CON I NEUTRONI
INTERAZIONE
RADIAZIONE
MATERIA
Interazione radiazione-materia
Le radiazioni propagandosi nello spazio possono
incontrare materia vivente e non, con la quale
interagiscono.
I meccanismi di interazione sono diversi a seconda
del tipo di radiazione, della sua energia e delle
caratteristiche del materiale attraversato.
Ne segue una diversa capacità di penetrazione dei
vari tipi di radiazioni nei vari materiali.
Potere di penetrazione dei diversi tipi di
radiazioni
α
β
γ
carta
alluminio
(5 mm)
piombo
(25 mm)
Assorbimento della radiazione
Interazione radiazione-materia
La radiazione interagisce con la materia trasferendo ad essa
energia attraverso ionizzazioni ed eccitazioni degli atomi e delle
molecole del mezzo attraversato.
A noi
interessa il
fenomeno
della
ionizzazione.
Interazione radiazione-materia
La più importante caratteristica delle radiazioni
ionizzanti consiste nel rilascio localizzato di una
grande quantità di energia.
Le radiazioni ionizzanti possono essere classificate in
direttamente e indirettamente ionizzanti.
DIRETTAMENTE IONIZZANTI: Particelle cariche
(elettroni, protoni, particelle alfa, ioni più pesanti)
INDIRETTAMENTE IONIZZANTI: raggi X, raggi
gamma, neutroni, etc.
Tipi di radiazioni
Ci sono quattro tipi fondamentali di radiazioni i cui processi
d’interazione con la materia sono classificabili in base alle
loro proprietà elettromagnetiche e alla loro massa
Cariche
particelle pesanti
Neutre

neutroni (n)

fotoni
protoni (p), muoni (μ), pioni (), …
elettroni
raggi X, raggi 
INTERAZIONE
CON LE
PARTICELLE
CARICHE
Interazione con le particelle cariche
Il passaggio di particelle cariche attraverso la materia produce
due tipi di interazioni:
· Collisioni anaelastiche con gli elettroni degli atomi che
compongono il materiale.
· Scattering elastico con i nuclei.
Gli effetti generati da queste interazioni sono:
· Perdita di energia da parte della particella , nel caso in cui sia
leggera si ottiene anche una deflessione della traiettoria.
· Eccitazione o ionizzazione degli atomi che compongono il
materiale.
Interazione con le particelle cariche
Le particelle a sono cariche e pesanti , interagiscono con la
materia prevalentemente tramite le collisioni anaelastiche,
dovute alla forza di Coulomb tra la loro carica positiva e la
carica degli elettroni presenti nelle shell atomiche.
In ogni singola collisione perdono una piccola parte della
propria energia cinetica, ma considerando la densità dei
materiali e il numero enorme di collisioni che avvengono
nell’unità di cammino percorso, la penetrazione delle
particelle a è molto bassa.
Anche le particelle beta e gli elettroni hanno una modesta
capacità di penetrazione nella materia, ma i loro percorsi
sono comunque assai maggiori di quelli delle particelle
cariche pesanti.
Stopping Power
Il cammino che compiono le particelle cariche è caratteristico
per ogni singolo materiale.
Definiamo stopping power “S” la quantità di energia persa,
dalla particella all’interno di un materiale, lungo il
corrispondente cammino percorso: S = - dE / dx
L’andamento della perdita di energia di una particella carica
leggera all’interno di un materiale è ben descritta dalla formula
classica di Bohr:
q2
ln
= 4 Ne e4
S =dx
me v2
dE
2 me v3
q e2 
(  = (1 - 2 )-1/2 )
Interazione radiazioni - materia
Particelle cariche: Range
non costituiscono problema
per irraggiamento esterno
N
qualche cm aria
Range alfa:
un foglio di carta
Range
spessore
 m aria
Range elettroni:  cm plastica
 1 mm Piombo
Sorgenti
radioattive
INTERAZIONE
CON I FOTONI
Interazioni dei  con la materia
• L’assorbimento delle radiazioni  (e X) nella materia
avviene in modo sostanzialmente diverso da quello degli
elettroni e delle particelle cariche, che rallentano
gradualmente attraverso molte simultanee interazioni con
gli atomi del mezzo, ed hanno percorsi ben definiti.
• I raggi , invece, non interagiscono sistematicamente, ma
con meccanismi probabilistici che non ne riducono
l’energia, ma li eliminano casualmente dal fascio di cui
fanno parte.
• I processi fondamentali d’interazione dei  con la materia
sono:
effetto Compton
effetto fotoelettrico
produzione di coppie
reazioni nucleari (trascurabili)
I tre effetti dei  con la materia
L’effetto Compton :
produce un parziale
trasferimento dell’energia
del fotone ad un elettrone
del mezzo, mentre il fotone
viene deviato di un certo
angolo.
Nell’effetto fotoelettrico e
nella produzione di coppie
il fotone scompare, e
trasferisce tutta la propria
energia rispettivamente ad
un elettrone o a un
elettrone e a un positrone.
Effetto Compton
Effetto fotoelettrico
I tre effetti dei  con la materia
La produzione di coppie è un effetto
a soglia (E >1022 keV), che è il
valore in keV della massa
dell’elettrone e del positrone che
debbono essere “creati”
Se nessuna di queste interazioni si
verifica, la radiazione può passare
attraverso il materiale.
La ionizzazione prodotta viene detta
secondaria, cioè si ha una limitata
produzione diretta di elettroni
(primari), che a loro volta cedono la
propria energia al mezzo,
producendo la maggior parte della
ionizzazione.
produzione
di coppie e+e-
Effetto Fotoelettrico
Assorbimento completo del fotone da parte di un elettrone
atomico  espulsione elettrone di energia E = h - Eb
 + A  e- + A+
energia di legame
dell’elettrone
emissione e-  creazione di uno ione con “vacanza” in una delle
shell  riempimento della vacanza da parte di un e- libero e/o
tramite riarrangiamento degli e- atomici  emissione di raggi X
N.B. - processo dominante per E = h < 100 keV
Effetto Compton
Diffusione del fotone da parte di e- quasi libero
(i.e la cui energia di legame può essere trascurata)
 + e-   + e-
Cinematica :
h’ =
h’
h
ε=
h
mec2
θ
h
1 + ε (1 – cos θ)
T
T = mec2
1 – cos θ
1 + ε (1 – cos θ)
ε2
Effetto Compton
CASI PARTICOLARI
θ = 0  ’ = 
ii.
θ =   h’ =
T=0
h
1+2ε
μ vs. E
(andamento
qualitativo)
T = h
μ (cm2 / g)
i.
2ε
1+2ε
(Compton
Edge)
100.0
Pb
10.0
1.0
N.B. - processo
dominante per E =
h ~ 1 MeV
0.1
0.01
0.001
0.01
0.1
1.0
10.0
100.0
E (MeV)
Produzione di Coppie
Creazione di coppia e+/e- per interazione del
fotone nel campo coulombiano di un nucleo
+N
 e+ + e- + N
N.B. - reazione inversa (crossing) della
bremmstrahlung e- + N   + e- + N
- processo a soglia: E > 2me (~ 1 MeV)
- processo dominante per E = h > 2 MeV
Interazione dei fotoni e numero atomico
Z5 (fotoelettrico)
Probabilità d’interazione  Z (Compton)
Z2 (produzione di Coppie)
Il numero di fotoni N(x), ancora presenti ad una certa
profondità x in un materiale è data da:
Nx  Noe x
dove , detto coefficiente di attenuazione, è legato alla
probabilità totale d’interazione nel materiale.
 = 1/ = libero cammino medio
Fenomeni casuali
Come nello studio dei decadimenti si definisce l’utile parametro
“tempo di dimezzamento”(T1/2), che rappresenta il tempo
dopo il quale una certa quantità di radionuclidi si dimezza,
così nello studio dell’attenuazione dei raggi X e g si definisce il
parametro “spessore emivalente” (HVL), che rappresenta
lo spessore di un materiale capace di dimezzare l’intensità
di un fascio di fotoni, cioè il loro numero.
L’analogia tra i due fenomeni dipende esclusivamente
dalla loro natura casuale
La loro descrizione è assolutamente la stessa, a patto di
scambiare il tempo con lo spazio.
Uno strano “caso”
Piombo
Nx  Noe  x
Calcestruzzo
 = coefficiente di attenuazione/assorbimento
 = 1/ = libero cammino medio
10
N
8
6
4
2
0
0
20
40
60
80
100
120
spessore
INTERAZIONE
CON I
NEUTRONI
Interazione con i neutroni
I neutroni, infine, perdono energia tramite le interazioni con i
nuclei degli atomi dei materiali attraversati. In un ampio
intervallo di energia, tra circa 10 keV e 10 MeV. Il principale
meccanismo di interazione con la materia è la diffusione
elastica con la messa in moto di nuclei di rinculo,
principalmente i protoni dell'idrogeno. A energie molto basse,
al di sotto di 0,5 eV, prevalgono invece le reazioni di cattura
da parte dei nuclei, con emissione di raggi gamma e altre
particelle.
Trattandosi di radiazioni indirettamente ionizzanti, anche per i
neutroni si può tentare di introdurre in linea di principio lo
“spessore emivalente” (HVL), sebbene molto meno
significativo che nel caso dei fotoni.
Vari meccanismi di interazione
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Particelle cariche