La Controriforma
Palestrina
e la Missa Papae Marcelli
La vita e le opere
Giovanni Pierluigi da Palestrina fu il compositore che
realizzò pienamente i principi musicali stabiliti dalla
Controriforma.
Solo a Roma tali regole vennero osservate rigorosamente.
Nato a Palestrina tra il 1525 e il 1526, Palestrina lavorò
sempre a Roma presso le maggiori cappelle papali.
Morì nel 1594 e venne sepolto nella Basilica di San Pietro
in Vaticano.
Palestrina scrisse opere sia sacre che profane.
Rinnovò lo stile della messa, ancora legato al modello dei
compositori franco-fiamminghi, attraverso:
- l’alternanza di parti polifoniche e omofoniche;
- l’uso della coralità nei suoi vari aspetti (coro a quattro
voci, doppio ecc.);
- la creazione di melodie morbide ed eleganti;
- l’impiego di una scrittura polifonica chiara, che metteva in
risalto la parola.
Riforma
e
Controriforma
La Riforma
Nel 1517 il monaco agostiniano Martin Lutero affisse sul
portale della cattedrale di Wittenberg (Germania) le sue
famose “95 tesi”.
In esse attaccava la corruzione della Chiesa e soprattutto
la scandalosa vendita delle indulgenze, cioè la remissione
dei peccati ottenuta a pagamento.
La sua Riforma, che portò alla nascita della Chiesa
protestante o luterana, coinvolse tutti gli aspetti della
religione cattolica, dai sacramenti alla musica.
I canti in latino della liturgia cattolica erano ormai
incomprensibili per i fedeli.
Nacque così il corale riformato, un canto religioso in
lingua tedesca.
Le melodie del corale erano semplici da ricordare e
in stile omofonico.
La melodia si ripeteva uguale nelle strofe e poteva
essere:
- ricavata da un canto gregoriano preesistente;
- di nuova invenzione;
- ripresa da una famosa canzone popolare.
La Controriforma
La Chiesa di Roma reagì alle accuse di Lutero con la
Controriforma.
Le discussioni si svolsero a Trento in un Concilio che
durò molti anni (1545-1563), alla fine del quale vennero
stabilite delle regole severissime anche per la musica.
Le caratteristiche della musica della Controriforma
- La messa, in lingua latina, era cantata da musicisti di
professione.
- Nella composizione di messe e mottetti venne vietato l’uso
di riprendere melodie profane preesistenti.
- La polifonia fu semplificata per non rendere
incomprensibile il testo.
- La musica era eseguita “a cappella”, cioè solo vocale;
l’unico strumento ammesso fu l’organo.
- Vennero proibite tutte le sequenze tranne Victimae
Paschali Laudes, Veni Sancte Spiritus, Lauda Sion, Dies
irae. Nel 1727 verrà aggiunto anche lo Stabat Mater.
La messa
La messa musicale è l’insieme dei brani che
accompagnano il rito.
Questi brani trovarono una loro sistemazione definitiva già
nel V secolo e in questa forma sono giunti fino ai nostri
giorni.
Si dividono in canti dell’Ordinarium e del Proprium
Missae (Ordinario e Proprio della messa).
L’Ordinarium Missae prevede cinque canti “fissi”, il cui
testo è sempre uguale durante tutto l’anno liturgico.
Sono:
1) Kyrie Eleison
2) Gloria
3) Credo
4) Sanctus
5) Agnus Dei
Il Proprium Missae include cinque canti “variabili”, con il
testo cioè che cambia a seconda del periodo dell’anno
liturgico (Avvento, Natale, Quaresima ecc.).
Sono:
1) Introitus
2) Graduale
3) Alleluja
4) Offertorio
5) Communio
Missa Papae Marcelli
di G.P. da Palestrina
La Missa Papae Marcelli (Messa di Papa Marcello) è la
sintesi delle regole della Controriforma in musica.
In essa Palestrina raggiunse un perfetto equilibrio tra parti
polifoniche e omofoniche.
La chiarezza del testo è massima anche nelle parti
polifoniche.
È stata scritta per un coro a sei voci:
1) Soprano
2) Contralto
3) Tenore 1
4) Tenore 2
5) Basso 1
6) Basso 2
Kyrie dalla Missa Papae Marcelli di G.P. da Palestrina
Fine della prima invocazione “Kyrie Eleison”
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