La cultura spezzata. Per un’educazione alla complessità Conversazione di Stefano Quaglia Verona, Educandato “Agli Angeli”, 9 settembre 2006 Venezia, Convitto nazionale “M. Foscarini”, 2 dicembre 2006 La cultura spezzata Il pensiero, la parola, la realtà “Aristotele e i suoi seguaci assunsero, e i ‘grammatici speculativi’ medioevali lo enunciarono esplicitamente, che la struttura linguistica riflette la struttura del mondo: che le parole significano le cose e il loro modo di "essere", come "sostanze" o come "accidenti". E' a causa di questa corrispondenza fra i modi di "essere" e quelli di "significare” che è possibile la conoscenza del mondo. Le categorie di "essere", "significare" e "capire" erano conformi l'una all'altra; e si riteneva che la conformità dei tre gruppi di categorie giustificasse l'intima e indissolubile connessione della filosofia, della grammatica e della logica.” JOHN LYONS Introduzione alla linguistica teorica. II La grammatica, Roma Bari 19812, pp.. 354 sg. La cultura spezzata La frattura fra logos e techne è iniziata nella seconda metà dell’Ottocento con la separazione netta fra il sapere speculativo e il sapere applicato Le scienze hanno dialogato con la tecnica fino, forse, a farsene assorbire Il segno del tempo “L'istruzione scolastica deve essere considerata come un'esperienza storica che rappresenta un modo particolare d'organizzazione conoscitiva” (NORBERTO BOTTANI, La ricreazione è finita, Bologna Il mulino, 1986) Sapere, Pensare e Vivere “Mediante lo studio delle conoscenze scolastiche (...) si acquisiscono gli schemi mentali che permettono di organizzare le esperienze conoscitive e di ordinare la costruzione della realtà.” (BOTTANI) Lo studio di diverse aree del sapere deve integrarsi in una visione globale dotata di senso e questa non si raggiunge se non attraverso l'accordo dei docenti sugli obiettivi. La conoscenza delle discipline deve essere la garanzia non (solo) di una competenza settoriale, ma di una ampia flessibilità intellettuale. Le due culture “Sono convinto che la vita intellettuale, nella società occidentale, si va sempre più spaccando in due gruppi contrapposti. (…) Letterati a un polo e Scienziati all’altro, i più rappresentativi dei quali sono i fisici. Tra i due gruppi, un abisso di reciproca incomprensione: qualche volta (particolarmente tra i giovani) ostilità e disprezzo, ma soprattutto mancanza di comprensione.” CHARLES. P. SNOW, Le due culture, Milano 1964 Le due culture “Se l’uomo potesse venir compreso in se stesso, prescindendo dai suoi rapporti col mondo, allora l’umanesimo tradizionale avrebbe perfettamente ragione di sostenere che la vera cultura non ha nulla a che fare con la ricerca scientifica. Se invece l’uomo non può venir studiato al di fuori del mondo in cui vive e opera, allora la ricerca scientifica – anche la più specialistica – che arricchisce giorno per giorno la nostra conoscenza dei processi naturali e ci rende vieppiù padroni di essi, assume un vero significato culturale in quanto ci porta a una più profonda comprensione dell’uomo.” L. GEYMONAT prefazione a CHARLES. P. SNOW, Le due culture, Milano 1964 I ragazzi hanno un’esperienza unitaria e una percezione complessiva della realtà. Quanto più è frammentata la loro esperienza, tanto più rischia di essere confusa La struttura interiore della loro formazione. La visione chiara dei problemi è una conquista difficile, e deriva anche dall’abitudine a leggere la “confusione” della realtà mediante criteri chiari di giudizio e di valutazione. Se la proposta educativa sarà unitaria, organica, non distraente, ma complessa e flessibile, l’effetto educativo dell’esperienza scolastica sarà quello di una sicura capacità di lettura del reale. “La tesi pichiana è veramente notevole: ogni realtà esistente ha una sua natura che condiziona la sua attività per cui il cane vivrà caninamente, e leoninamente il leone. L'uomo invece non ha una natura che lo costringa; non ha un'essenza che lo condizioni. L'uomo si fa agendo, l'uomo è padre a se stesso” (GARIN) Analfabetismo nella prima metà del secolo Ventesimo coincideva con la mancanza di qualsiasi competenza strumentale relativa al leggere, scrivere e far di conto Oggi è analfabeta chi non sa leggere un’elementare indicazione in inglese e non sa aprire un messaggio di posta elettronica. Analfabetismo Oggi, è analfabeta chi non sa estendere il livello di comunicazione al di là della propria sfera locale. Le competenze professionali sono sempre maggiori e non si trasmettono per mimesi operativa come in passato, in bottega, ma da riviste, da libri, da opuscoli, da comunicazioni on-line, da testi insomma, nei quali risiede un sapere che esige di essere acquisito criticamente ed innestato con capacità creativa sulle competenze precedenti, per rianimale ed aggiornarle. Un orientamento che valorizza La massa degli studenti che frequentano la scuola all’inizio del XXI secolo è come un nubifragio, giustamente pieno di energia, travolgente e incontenibile. Occorre far sì che la forza d’urto di questi ragazzi non si abbatta ciecamente sulla scuola, come un ciclone, che dopo aver martoriato una regione si affievolisce e disperde, riducendosi ad un debole venticello che alita su un territorio devastato, ma sia raccolta e incanalata lungo percorsi che, accogliendola e contenendola, la potenzino e la valorizzino.