La mattina del 17 maggio 2010, dal piazzale del Rione Calenda siamo partiti alle 8.30 circa e siamo arrivati alle 9.00 circa. Guidati dalla guida Matilde, abbiamo visitato gli scavi. Innanzitutto, ci ha spiegato che Pompei fu una delle città che fu sommersa nel 79 d.C. dall’ eruzione del Vesuvio insieme a Ercolano e Castellamare di Stabia. Pompei però non fu distrutta e sepolta dalla lava, ma fu sepolta dalla cenere, dai lapilli, dal pomice e la gente è morta subito soffocata dai gas tossici. La sua origine risale agli Osci, ai Sanniti, ai Greci, agli Etruschi e ai Romani. Nel 1748 iniziarono gli scavi su ordine di re Carlo di Borbone che decise di usare i reperti archeologici solo per scopo collezionistico e per abbellire la sua dimora di Portici. All’entrata, ancora fuori dalle mura, c’è la necropoli, dove seppellivano i morti in vere e proprie casette, poi siamo entrati nella città attraverso la PORTA NOCERA. Grazie a questa visita abbiamo capito quanto sono sviluppate le tecnologie moderne che hanno portato alla luce un intera città e fatto riprendere vita ai suoi abitanti. Questi scavi sono conosciuti in tutto il mondo e siamo fortunati ad averli vicino a noi. Siamo poi arrivati all’anfiteatro cioè l’arena dove combattevano i gladiatori, combattenti chiamati così perché avevano una spada di nome gladio. L’arena era divisa in diverse parti, c’era la zona dove stavano le persone ricche, la zona dove stavano i cittadini e una dove stavano le donne sia ricche che povere. Inoltre, nell’arena c’era anche un’infermeria dove si curavano i gladiatori. Percorrendo la via dell’ Abbondanza abbiamo visto botteghe, case e lavanderie. La bottega chiamata thermopolium vendeva pasti caldi e garum ( un vino caldo con il miele) . Anche allora esistevano le strisce pedonali: erano mattoni che consentivano di attraversare la strada che si trovava a livello più basso ed era molto sporca dal momento che per i rifiuti non c’erano le fognature! Abbiamo visitato anche le lavanderie che non erano simili alle lavanderie di oggi, infatti per lavare i vestiti usavano l’urina umana o di cammello e per togliere la puzza aggiungevano la creta e gli schiavi per lavarla la calpestavano. Davanti a una casa c’erano queste scritte e la guida ci ha spiegato che si usava scrivere sui muri gli avvisi e le pubblicità perché non avevano i manifesti. Dopo siamo andati al foro, la piazza della città dove attorno sorgevano i palazzi più importanti: basiliche e i templi di Apollo e di Giove. Lateralmente c’erano i granai dove dentro si trovavano numerosissimi reperti ancora da catalogare. Abbiamo pranzato sotto il tendone di un bar e infine siamo partiti per tornare a casa.