La Realtà di Pier Paolo Pasolini e Poesia multimediale di Biagio Carrubba. Vivaldi - Primavera Epigrafe <<Se un poeta non fa più paura è meglio che abbandoni il mondo>> di Pier Paolo Pasolini Introduzione al poemetto La Realtà in Poesia in forma di Rosa di P.P.Pasolini Il poemetto La Realtà fu scritto da Pasolini nel 1962 e fa parte della raccolta Poesia in forma di Rosa (1961-1964). Pasolini pubblicò la prima edizione nell'aprile del 1964 e la seconda edizione nel giugno dello stesso anno, apportando alcune importanti modifiche. Nell'edizione di giugno manca la sezione numero 4 che aveva il titolo Il libro delle croci, ed altre modifiche non sostanziali. In questa edizione, il libro è composto da sette parti più un'appendice. La prima parte ha per titolo La Realtà ed è composta da sei componimenti poetici che sono: 1) Ballata delle madri, 2) La Guinea, 3) Poesie mondane, 4) Supplica a mia madre, 5) La ricerca di una casa, 6) La Realtà. Questa prima parte è composta da poesie brevi, da poesie monostiche e da poemetti come La Realtà che dà il titolo all'intera parte e la chiude. Testo della poesia Oh, fine pratico della mia poesia! Per esso non so vincere l'ingenuità che mi toglie prestigio, per esso la mia lingua si crepa nell'ansietà che io devo soffocare parlando. Cerco, nel mio cuore, solo ciò che ha! A questo mi son ridotto: quando scrivo poesia è per difendermi e lottare, compromettendomi, rinunciando ………. Versi 1 -9 Testo II Non lo nascondo, se nulla ho mai nascosto: l'amore, non represso, che mi invade, l'amore di mia madre, non dà posto a ipocrisia e viltà! Né ho ragione per essere diverso, non conosco il vostro Dio, io sono ateo: prigione solo del mio amore, per il resto libero, in ogni mio giudizio, ogni mia passione. Io sono un uomo libero! ………. Versi 132 - 139 Testo III Dentro i ventri delle madri, nascono figli ciechi - pieni di desiderio di luce – sbilenchi - pieni d'istinti lieti: e attraversano la vita nel buio e la vergogna. Ci si può rassegnare – e i feti viventi, povere erinni, possono in ogni ora della loro vita, tacere o fingere. Gli altri dicono sempre che non bisogna essergli di peso. Ed essi obbediscono. Si tinge così tutta la loro vita di un colore diverso. E il mondo – il mondo innocente! - li respinge. …….. Versi 247 - 258 Testo IV Ah negri, Ebrei, povere schiere di segnati e diversi, nati da ventri innocenti, a primavere infeconde, di vermi, di serpenti, orrendi a loro insaputa, condannati a essere atrocemente miti, puerilmente violenti, odiate! straziate il mondo degli uomini bennati! Solo un mare di sangue può salvare, il mondo, dai suoi borghesi sogni destinati Versi 376 - 384 Testo V a farne un luogo sempre più irreale! Solo una rivoluzione che fa strage di questi morti, può sconsacrarne il male!>> Questo può urlare, un profeta che non ha la forza di uccidere una mosca – la cui forza è nella sua degradante diversità. Solo detto questo, o urlato, la mia sorte si potrà liberare: e cominciare il mio discorso sopra la realtà. Versi 385 - 393 Sintesi schematica Il poemetto La Realtà presenta questa sintesi schematica: 1) Preambolo: versi 1 – 33; Valore pragmatico della poesia: perdita dei suoi amici poeti padani 2) I tema: versi 34 – 130; Attrazione e amicizia verso le sudate comitiva di maschi adolescenti 3) II tema: versi 131 – 165; Descrizione della sua indole: libertaria, libertina, volitiva e volubile 4) III tema: versi 166 – 174; Ritorno alla sua giovinezza conformista e fascista Sintesi schematica II 5) IV tema: versi 175 – 195; Ritorno al presente e alla sua diversità sessuale e culturale e la differenza con tutti i normali e la ricerca di altri diversi come gli ebrei, i negri e ogni umanità bandita 6) V tema: versi 196 – 201; La strada della salvezza, cioè la poesia 7) VI tema: versi 202 – 219; Ricordo della sua fanciullezza e della sua identità "di diverso" e la sua accettazione di essa contro i pregiudizi della società 8) VII tema: versi 220 – 246; La consapevolezza della sua perdita dell'amore etero sessuale e la sua vita di cieco a cui non può sottrarsi e sa che non può sfuggire al suo destino assurdo 9) VIII tema: versi 247 – 258; Solidarietà alle sofferenze degli infelici e dei figli ciechi Sintesi schematica III II Parte 10) IX tema: versi 259 – 271; Descrizione dell'Italia che dà soltanto servi e scene espressionistiche 11) X tema: versi 272 – 309; Descrizione dei giudici di un processo contro di lui 12) XI tema: versi 310 – 346; Descrizione del pubblico ministero che accusa il poeta 13) XII tema: versi 347 – 387; Arringa e accusa del poeta contro i giudici definiti "umili per viltà e ossequienti per timidezza"; Incitamento ai negri e agli ebrei di odiare il mondo dei borghesi e di fare la rivoluzione solo la quale può cambiare la società borghese 14) XIII tema: versi 388 – 397; L'appello finale del poeta come profeta che sa che soltanto nella sua diversità trova la sua forza con la quale urlare e così liberare la sua sorte per cambiare la realtà Parafrasi sintetica Preambolo (versi 1 -33) Oh, fine pratico della mia poesia! Questo fine mi toglie molto prestigio e mi crea molta ansietà. A causa degli insulti che ricevo scrivo poesia per difendermi e rinuncio alla mia dignità. Ho perso la mia compagnia dei poeti per i quali contano soltanto le pure relazioni di passione e pensiero. Soltanto la luce di aprile mi incoraggia e mi da fiato pere reggere la vita. Parafrasi sintetica II II Tema (versi 131 – 165) Io non ho ragione per essere diverso non conosco il vostro Dio, io sono ateo prigioniero soltanto del mio amore libero in ogni mia passione. Io sono un uomo libero sesso, morte, passione politica sono il semplice oggetto a cui io do il mio cuore elegiaco. La mia vita non possiede altro. (versi 136-145) Parafrasi sintetica III XII Tema (versi 343 – 387) Arringa del poeta contro i giudici: Voi siete uomini formali – umili per viltà, ossequienti per timidezza siete persone: in voi e in me, si consumi il rapporto: in voi, di arido odio, in me, di conoscenza. Ah Negri ed ebrei, povere schiere di segnati e diversi, odiate, straziate il mondo degli uomini borghesi! Solo un mare di sangue può salvare il mondo dai sogni borghesi che farebbero del mondo un luogo sempre più irreale! Solo una rivoluzione che fa strage dei borghesi può esorcizzare il male. (versi da 358 – 387) XIII Tema (versi 388 – 393) Questo un profeta (io) che non ho la forza di uccidere una mosca può dire. E la mia sorte si può liberare dopo avere detto tutto questo, dopo avere profetizzato la rivoluzione e soltanto dopo la rivoluzione la mia sorte si potrà liberare e il mio discorso sulla realtà potrà cominciare. (versi 388 – 393) Il messaggio Il messaggio del poemetto è quello di affermare con enfasi e convinzione che l'amore è una forza primordiale anche nella forma deviata dalla normalità. Pasolini non rinnega l'amore eterosessuale ma accetta con orgoglio e con piacere la sua diversità sessuale poiché fa parte della natura umana che accomuna così tutti i diversi del mondo. Come scrive nei versi 105 – 108: Meglio la morte/che rinunciarvi! Io devo difendere/questa enormità di disperata tenerezza/che, pari al mondo, ho avuto nascendo. Analisi della forma Genere Poemetto di argomento esistenziale e politico. Metrica Terzine di endecasillabi irregolari con rima incatenata ma molte volte libera. Le figure retoriche Le figure retoriche sono moltissime: Enjambement (Versi 3-4) "la mia/lingua" Ossimori (Verso 12) "stanca e vitale" Catafore (Verso 10) "quel mio cuore elegiaco" Allitterazioni (Verso 15) "pian piano" Interiezioni (Verso 1) "Oh" Esclamazioni (Verso 1) "Oh, fine pratico della mia poesia!" Ellissi (Verso 37) "nelle sudate" Vox Media (Verso 26) "la sua felicità primaverile" Sintagmi originali (Verso 41) "nell'orgasmo della città festiva" Similitudini (Verso 44) "come di cuccioli lupi" Domande retoriche (Verso 69) "ma in che cosa sperano?" Apostrofi (Verso 376) "Ah negri, ebrei, povere schiere" Iperbati (Verso 239 – Verso 244) "assurdo" "è questo ordine prenatale" Il linguaggio poetico Il linguaggio poetico del poemetto è ricchissimo di immagini originali e di figure retoriche che innalzano lo stile manieristico a uno stile iper realistico. Le immagini raffinate danno al poemetto un livello molto alto di ricercatezza e di originalità. La lexis La lexis del poemetto è curiale, aulica, personale e a tratti di maniera, nell'accezione di stile e tecnica particolare di un poeta. La lexis di Pasolini, che si snoda nel poemetto, lo fa assomigliare a un abito femminile rinascimentale il quale è ricco di merletti, frange, trine, e pizzi che rendono l'abito classico, ornato e decorato, dandogli una eleganza raffinata, curiale e cortese. Il tono emotivo Il tono emotivo del poemetto è veramente molto intenso e duro poiché è pieno di sentimenti negativi, ostili, come sono i sentimenti che il poeta scaglia contro i cosiddetti normali, che lo giudicava un mostro e un anti sociale. Già nel preambolo del poemetto, Pasolini, esprime la sua acrimonia contro chi lo insultava e lo criticava in quegli anni e lui si lamenta che ciò gli causa la perdita dei suoi amici poeti padani. La bellezza della poesia A questi due motivi di fascino "personali", aggiungo gli altri motivi di bellezza oggettivi del poemetto: il primo motivo è dato dalla eleganza curiale ed aulica della lexis di Pasolini; il secondo motivo è dato dalla grande quantità di figure retoriche incluse nel poemetto; il terzo motivo è dovuto al fatto che Pasolini esprime sentimenti negativi, ostili come la disperazione, l'odio, la ribellione contro l'ordine borghese anziché l'integrazione e l'amore verso gli altri. Un'ultimo motivo di bellezza del poemetto sta proprio nel fatto che esso riesce a suscitare e a risvegliare in me, sentimenti, emozioni, speranze, immagini molto sentite negli anni '70, adesso sopite da molti anni, ma mai rinnegate. La bellezza della poesia II Il poemetto "La Realtà" e l'intero libro si pongono come "underground", contestatari ed alternativi agli altri poeti e alla cultura borghese. I motivi dell'alternatività del libro derivano dal fatto che è uno dei pochi, se non il solo, di quegli anni che parla di politica in modo chiaro e netto e in particolare il poemetto indica nella rivoluzione la strada maestra da percorrere per la liberazione di tutti i reietti del mondo. Nella parte finale del poemetto, Pasolini ci dà una ricostruzione icastica e cruda della rivoluzione e della apocalitticità del mondo perché si scaglia contro i borghesi ed esprime il sogno di una rivoluzione anarchico-comunista globale. Una bellissima frase di Pasolini è: <<se un poeta non fa più paura è meglio che abbandoni il mondo>> che appunto testimonia il suo essere contro il sistema borghese in ogni occasione con tutte le sue opere. Il fascino del poemetto sta dunque in questo: suscitare e risvegliare in me e nei lettori riflessioni politiche presenti, passate e future, vive ancora oggi e mai abiurate. Questo lavoro è stato fatto per la parte informatica e di super visione al testo da Carmelo Santaera (a sinistra) e per la parte letterario-poetica da Biagio Carrubba. Biagio Carrubba Pier Paolo Pasolini e Questo bellissimo poemetto di Pier Paolo Pasolini mostra tutta la grandezza del poeta e lo colloca tra i più grandi della II metà del novecento. Modestamente, anche io mi riallaccio al suo filone politico – sociale scrivendo poesie post moderne sugli avvenimenti politici attuali. Poesia multimediale completata tra il 4 e l’11 febbraio 2008. Biagio Carrubba