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LUGLIO
2010
Gita all’Abbazia Staffarda “cuore” di Cistercensi e Templari ai piedi del Monviso
Nel territorio del comune di Revello, a 9 km da Saluzzo,
lungo la strada che da Saluzzo conduce a Cavour,
isolata nella campagna è situata l'Abbazia di Santa
Maria di Staffarda, fondata agli inizi dell'XI secolo su un
precedente luogo di culto.Non è certa la sua prima
occupazione da parte dei monaci cistercensi,
sicuramente Celestino II la indica nel 1144 come
appartenente a quest'ordine. I monaci si resero
benemeriti per il dissodamento delle terre circostanti
allora in parte paludose e incolte. Esistono documenti in
cui si ritiene fondata il 25 luglio 1135 da Manfredo I del
Vasto, primo signore di Saluzzo, alla presenza del
monaco Pietro, discepolo di S. Bernardo.Il monastero
godette fin dalla sua origine della protezione di Papi e di
Imperatori e fu oggetto di ampie donazioni di terre
soprattutto da parte dei marchesi di Saluzzo, che
avevano il patronato dell'Abbazia e dei Pontefici del
tempo, ma anche dei Monferrato e dei Savoia.
L'Abbazia che divenne presto la congregazione
cistercense più celebre del Marchesato di Saluzzo, è
una filiazione della Badia di Tiglieto, fondata anch'essa
da S. Bernardo. Staffarda si sviluppò enormemente
durante il XII e il XIII secolo costituendo un
fiorentissimo centro agricolo, dove si svolgevano fiere e
mercati e, essendo diventata una potenza economica,
veniva dato a prestito anche il denaro.Con gli inizi del
Trecento, però ebbe inizio un periodo di decadenza
favorito dall'aggravamento della situazione economica e
dai danni causati dalle guerre: il numero dei monaci finì
per ridursi a sei nel 1419. Dal XV secolo venne conferita
in commenda a ecclesiastici secolari che ne godevano
unicamente i redditi senza preoccuparsi
di curarne lo sviluppo.
In seguito al passaggio del Marchesato di Saluzzo ai
Duchi di Savoia (1601), sancito dalla pace di Lione, Carlo
Emanuele I scambiò la Bresse ed altri possedimenti
d'oltralpe con il saluzzese, e, nel 1607,lo stesso Carlo la
affidò all'ordine dei Foglianti ed avocò a sé
l'amministrazione dell'abbazia come ente disgiunto dal
monastero.Gravemente danneggiata, in particolare
l'archivio, la biblioteca, parte del chiostro e del refettorio,
nella celebre battaglia di Staffarda del 1690, durante la
guerra tra la Francia di Luigi XIV ed il Duca di Savoia
Vittorio Amedeo II, in cui le truppe francesi del Catinat
vinsero le truppe austro-piemontesi comandate da
Vittorio Amedeo II, venne restaurata nel 1715 dall'abate
commendatario cardinale d'Estrées, con l'aiuto finanziario
dello stesso Vittorio Emanuele II, alterando purtroppo le
originali forme gotiche dell'architettura. E’ di questo
periodo la definitiva abolizione delle risaie dai tenitori
circostanti e la bonifica delle acque stagnanti ritenute
causa dell'insorgenza di febbri.Nel 1750, con bolla del
Papa Benedetto XIV, l'Abbazia ed i suoi patrimoni
vennero trasferiti all'Ordine Militare dei Santi Maurizio e
Lazzaro; i monaci rimanevano sotto il controllo di un
abate claustrale e l'ordine si incaricava del loro
mantenimento. Le truppe francesi danneggiarono
nuovamente il chiostro nel 1799; l'Ordine fu soppresso e
l'Abbazia secolarizzata come accadde per tutti i beni
ecclesiastici del Piemonte. Soppressa nel 1802, la
commenda venne ripristinata con la Restaurazione e
tutt'oggi l'abbazia è di proprietà dell'Ordine
Mauriziano.Nel 1923 l'Ordine Mauriziano iniziò importanti
lavori di restauro che restituirono al monastero l'antico
carattere cistercense, anche se oggi necessita di urgenti
lavori di recupero.
In viaggio in pullman da
Torino a Staffarda
si parla, si ride,
e ci si rilassa
La giornata è soleggiata
tutto
promette per il meglio
Alcune immagini dell’Abbazia di Staffarda
esterno e interno
Nell'abside, posto
sull'Altare Maggiore che
domina la navata centrale, è
visibile il polittico di
Pascale Oddone(1531), in
legno scolpito policromo
dipinto e dorato, composto
da un corpo centrale in cui
sono rappresentate scene
della vita della Vergine e di
Gesù, da una predella e da
due sportelli esterni dipinti
che chiudono la parte
centrale, in cui sono
rappresentati l'arcangelo
Gabriele e S. Bernardo,
l'Annunziata e S.
Benedetto.
I soci APiCE intervenuti alla gita all’ingresso
dell’Abbazia di Staffarda nella classica foto di gruppo
Il socio Piero Borgazzi ha fatto da
perfetto cicerone spiegandoci con
dovizia di particolari storici e
artistici questa Abbazia
che figura tra i
massimi monumenti medioevali
del Piemonte
Seconda meta della gita era Bibiana,
in Bassa Val Pellice, presso
l’ “Agriturismo del Molino” di Luca Bertotto
dove è stato servito un delizioso pranzo
Il simpatico e bravissimo
chef Luca Bertotto
con la moglie
grande cuoca e
grande padrona di casa
Lo chef Luca ha ricevuto
dal presidente A.Pi.C.E.
la nostra medaglia
come segno di
ringraziamento
per la calorosa ospitalità
Tante belle
Immagini
dei
partecipanti
che gustano
i deliziosi
cibi
altre foto dei commensali
In compagnia
non manca
il buonumore,
l’appetito e
l’amicizia
Nel pomeriggio sotto il portico dell’agriturismo ci siamo riuniti
per dare dei piccoli gadget ai bambini e ai soci anziani
in ricordo della bella giornata trascorsa
Altri momenti di relax prima del rientro a Torino
AL
PROSSIMO
ANNO!
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