Accesso al cibo e
ruolo delle politiche agricole
Seminario di Studio in preparazione alla
Giornata Nazionale del Ringraziamento
Roma, 8 novembre 2008
Camillo Zaccarini Bonelli
Mipaaf – Rete rurale nazionale 2007/2013
Quali strumenti per promuovere l’accesso al cibo?
• Aiuti alimentari e allo sviluppo
• Promozione di politiche internazionali, nazionali
e locali adeguate (economiche, cooperazione,
agricole,….);
• Le politiche agricole e rurali giocano un ruolo
strategico per la loro dimensione multifunzionale
Perché le politiche agricole giocano un ruolo
strategico?
• L’agricoltura è caratterizzata, a livello mondiale, da una
straordinaria diversità. Tale diversità ha degli effetti non
solo sulle produzioni alimentari ma ha influssi diretti sui
livelli di occupazione e reddito generati dalle attività
agricole e può avere altresì effetti indiretti importanti
sugli ecosistemi e sul potenziale sviluppo di industrie
e servizi per l’agricoltura e lo sviluppo multisettoriale
delle aree rurali.
• le politiche di accompagnamento possono essere usate
per stimolare gli imprenditori a sviluppare quei sistemi
e quegli stili aziendali che rispondono meglio agli
specifici obiettivi della società.
La necessità di un nuovo contesto istituzionale e
politico di mercato (1)
• Il libero scambio a livello globale non è l’unico
principio ordinatore in grado di garantire l’emergere e
la riproduzione nel tempo di forme di produzione agricola
e commercializzazione capaci di rispondere alle
esigenze ed alle prospettive della comunità
internazionale.
• Come la storia insegna, il libero scambio può anche
risultare in diverse forme di agricoltura “mordi e fuggi”,
nella desertificazione sociale ed ecologica, nella
degradazione del lavoro, nonché dei livelli di qualità e/o
in processi di concentrazione inaccettabili.
La necessità di un nuovo contesto istituzionale e
politico di mercato (2)
• Nella stessa misura, la deregolamentazione può portare a rischi
intollerabili per la sicurezza alimentare, alla propagazione di malattie
trasmesse da animali e di zoonosi, a tendenze regressive rispetto al
benessere animale e di degrado ambientale. Il libero scambio
potrebbe inoltre accelerare i processi di sottosviluppo e bloccare le
forme socialmente desiderabili di crescita endogena.
• In conseguenza di ciò, gli effetti negativi del libero scambio
dovranno essere accertati e corretti attivamente attraverso
politiche complementari. Ciò nell’interesse comune sia della
Unione Europea, sia dei Paesi in Via di Sviluppo. Mediante le
suddette politiche complementari sarà possibile coordinare e
riallineare gli interessi legittimi dei PVS con l’UE e gli altri Paesi.
Quali politiche agricole complementari al libero scambio?
Importanti misure di accompagnamento possono essere trovate e/o
sviluppate nei seguenti ambiti:
• condizionalità dei sussidi agricoli e politiche di qualità alimentare;
• proprietà fondiaria, mercato fondiario e istituzioni collegate (in
aggiunta ad eventuali processi di riforma fondiaria);
• meccanismi legali per il subentro intergenerazionale alla
conduzione di imprese agricole;
• politiche territoriali e agroambientali;
• politiche sociali e fiscali (queste ultime anche al fine di incentivare
l’uso responsabile di risorse limitate)
• politiche di sviluppo rurale;
• Il credito e le infrastrutture per la commercializzazione.
Quali politiche agricole dopo i fallimenti dei Round
negoziali internazionali? (1)
Si ritiene importante promuovere modelli agricoli mirati:
• Alla protezione di sistemi agricoli locali e sostenibili, i quali
svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento di fragili sistemi
ecologici e nello sviluppo delle economie rurali, che hanno poche
altre alternative percorribili;
• Alla diversificazione della produzione agricola preferibilmente
verso prodotti di alta qualità che rispondono ai bisogni della
società e che contemporaneamente creano occupazione e reddito
nelle campagne;
• Allo sviluppo delle capacità imprenditoriali e delle risorse umane
nonché delle strutture istituzionali, soprattutto laddove queste sono
chiamate a supportare le politiche ed i processi di cui ai punti
precedenti a) e b);
Quali politiche agricole dopo i fallimenti dei Round
negoziali internazionali? (2)
Questo implica che l’ UE (così come gli altri partner internazionali) sia
incoraggiata in aggiunta agli interventi di riforma della PAC e alle
convenzioni/accordi commerciali preferenziali:
• a sostenere attivamente la creazione e lo sviluppo di sistemi
produttivi per prodotti di alta qualità nei PVS e, più in generale,
alla creazione e alla diffusione, in tali Paesi, di stili aziendali in linea
con i bisogni, locali, regionali e nazionali.
• La creazione di sistemi di apprendimento e di risparmio che
consentirebbero agli emigrati che lavorano nell’agricoltura
europea, di avere le adeguate conoscenze e risorse finanziarie per
costituire proprie imprese nel caso in cui decidano di far ritorno nei
Paesi di origine. Allo stesso tempo andrebbero predisposti
meccanismi di supporto all’entrata di nuovi emigranti che intendono
lavorare nell’agricoltura europea.
Quali politiche agricole dopo i fallimenti dei Round
negoziali internazionali? (3)
•
•
•
Supportare la capacity building delle amministrazioni agricole dei
PVS attraverso iniziative di cooperazione e gemellaggio (Italia /
Bacino Mediterraneo);
Aiutare i PVS a diversificare i propri canali commerciali e a
ridurne la dipendenza dai mercati del Nord. Devono anche essere
rafforzati gli scambi fra PVS in maniera tale da incoraggiare la
creazione di mercati regionali all’interno e fra i Paesi del Terzo
Mondo.
L’assistenza sottoforma di fornitura di servizi (nuove forme di
energia, trasporti, infrastrutture per acqua potabile e per
l’irrigazione, impianti di trasformazione, infrastrutture per i mercati,
forestazione, ricerca etc.) in modo tale da favorire lo sviluppo rurale
nei PVS. Questi interventi devono mirare a creare nuove
opportunità di lavoro ed a massimizzare l’utilizzo di risorse locali
nelle loro fasi di sviluppo e mantenimento.
Quali politiche agricole dopo i fallimenti dei Round
negoziali internazionali? (4)
• La creazione di canali commerciali preferenziali per il
commercio nell’UE dei prodotti di alta qualità dei PVS.
• Lo sviluppo di un sistema internazionale di “propierty
rights” riguardo alle risorse genetiche;
• Stimolare gli attori locali attraverso la creazione di
partnerships locali per promuovere lo sviluppo locale
(attraverso un approccio bottom up sullo stile
dell’Iniziativa Leader); nonché attraverso la creazione di
networks internazionali per lo sviluppo e la condivisione
delle conoscenze.
Andare alla radice del problema..
• Risulta chiaro che la risoluzione del problema
dell’accesso al cibo, è affidato, prima che a leggi (politica
agricola inclusa) e ad accordi internazionali, per quanto
saggi e lungimiranti, a una trasformazione delle
coscienze illuminate da precisi principi morali,
premessa per l'elaborazione di regole, leggi e accordi.
(CEI 2007).
• Se davvero lo scandalo della fame nel mondo e la crisi
ecologica sono legate a una mentalità errata, a stili di
vita sbagliati, dobbiamo sviluppare una nuova
mentalità, un modo nuovo di relazionarci con
l'ambiente (Ibidem).
Verso una politica agricola “multidimensionale”
Nel tempo i bisogni sono evoluti:
1a dimensione: economico-materiale
2a dimensione: socio-ambientale
3a dimensione da rafforzare: etica
Requisito fondamentale per promuovere politiche
agricole e di sviluppo rurali più efficaci anche sul
fronte della Sicurezza alimentare globale.
Quali iniziative a livello nazionale? (1)
• Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
sta programmando in Italia il primo G8 agricolo (I
semestre 2009) incentrato proprio su temi collegati al
problema dell’accesso al cibo e della lotta alla fame:
• Microcredito
• Cambiamenti climatici
• Gestione sostenibile delle risorse idriche
• Alimentazione e salute
• Sviluppo rurale
Quali iniziative a livello nazionale? (2)
• Occorre promuovere le occasioni di studio, dialogo e di
scambio per una politica agricola multidimensionale.
• L’opportunità offerta dalla Rete rurale nazionale 20072013.
• Lanciare iniziative congiunte come piccolo contributo agli
obiettivi di sviluppo del millennio:
- ad esempio nel 2009 si potrebbe pensare a qualche
evento in occasione 800 nario dell’approvazione della
regola di San Francesco (1209-2009) interprete antelitteram del moderno concetto di sviluppo rurale;
- altro possibile ambito di cooperazione: occasioni
formative per i giovani sulla “cultura rurale” (es.
promozione di circuiti agrituristici per scoutismo).
Grazie per l’attenzione
[email protected]
www.reterurale.it
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