Screening per l’individuazione
precoce dei Disturbi Specifici
dell’Apprendimento della lettura e
della scrittura in alunni del 1° anno
della scuola primaria
1
DISTURBI SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO
D.S.A.
2
I D.S.A. emergono in età evolutiva, con
l’inizio della scolarità; in prima elementare
è richiesto all’alunno di apprendere a
leggere, scrivere e fare di conto.
L’età minima in cui è possibile avere una
diagnosi di D.S.A. dovrebbe coincidere con
la fine del 2° anno della scuola primaria, in
cui dovrebbe completarsi il ciclo di
istruzione formale del codice scritto.
Tuttavia, esistono segni precoci e
indicatori di rischio già per età precedenti.
Consensus Conference - I Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento: raccomandazioni per la
pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference, (Milano 2007)
3
DISTURBI SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO
CRITERI DI DEFINIZIONE
• Compromissione significativa della funzione;
• Capacità intellettive nella norma;
• Assenza di deficit sensoriali, di danno neurologico, di
disturbi relazionali primari, presenza di normali
opportunità educative.
4
ALTRE CARATTERISTICHE
• Familiarità nel 60 – 70% dei casi;
• Frequente comorbidità dislessia, disortografia e
discalculia;
• Eterogeneità dei quadri funzionali, dei profili
clinici;
• Eterogeneità dei profili di sviluppo, quadro
sintomatologico in evoluzione nel tempo;
• Associazione con disturbi psicopatologici (come
ansia, scarsa autostima, demoralizzazione, depressione,
comportamenti-problema, difficoltà di adattamento sociale,
etc.)
5
DISTURBI SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO
• DISTURBO: alterazione di un processo mentale,
determina disabilità, è invalidante l’adattamento socioambientale, permane nel tempo, si differenzia dalla
DIFFICOLTA’ di apprendimento; in questo caso si ha
un RITARDO che può essere colmato, l’intervento
riabilitativo permette di superare alcuni scogli e l’alunno
può allinearsi alle prestazioni dei compagni .
• SPECIFICO: riguarda solo quella particolare funzione
mentale, le altre non sono compromesse.
• APPRENDIMENTO: acquisizione e automatizzazione di
nuove competenze. Apprendimenti ve ne sono, ma non
attraverso la letto-scrittura. Attenzione a non impedire la
motivazione e la capacità di accedere a nuove
informazioni.
6
QUALI SONO?
• DISLESSIA: è compromessa l’abilità di lettura;
lenta, stentata e costellata di errori.
• DISORTOGRAFIA: è compromesso il processo di
transcodifica del linguaggio verbale; lentezza nella
scrittura, errori di compitazione.
• DISGRAFIA: è compromessa la realizzazione
grafica delle lettere, o anche la capacità di gestire lo
spazio del foglio; coinvolge processi fino-motori per
cui il segno grafico risulta difficilmente leggibile.
7
QUALI SONO?
• DISCALCULIA: sono compromesse alcune
componenti dell’intelligenza numerica quali:
counting, meccanismi di quantificazione,
comparazione, seriazione, strategie di calcolo a
mente, lettura, scrittura e messa in colonna di
numeri, recupero di fatti numerici, procedure del
calcolo scritto.
8
INDICI DI RISCHIO PER LA DISCALCULIA
FINE SCUOLA D’INFANZIA
• Enumerazione fino a dieci;
• Conteggio fino a cinque;
• Principio di cardinalità;
• Comparazione di piccole quantità.
FINE PRIMA ELEMENTARE
• Riconoscimento di piccole quantità;
• Lettura e scrittura di numeri entro il dieci;
• Calcolo a mente entro la decina con supporto
concreto.
Consensus Conference - I Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento: raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della
Consensus Conference, (Milano 2007)
9
DISLESSIA EVOLUTIVA
La dislessia è una disabilità (quindi invalidante,
compromette il normale adattamento socioambientale) di origine neurobiologica (non è
colpa né dell’insegnamento, né del bambino, né
della famiglia).
E’ un disturbo che interessa la componente
fonologica del linguaggio, cioè riguarda i suoni
del linguaggio verbale.
Consiste in un problema di decodifica in lettura,
inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e
alla garanzia di un’adeguata istruzione
scolastica.
10
MODELLO A DUE VIE: LETTURA
Zoccolotti et al. – I disturbi evolutivi di lettura e scrittura – (2005) Carocci
Coltheart et al. (2001)
11
LETTURA
La lettura è un processo ad alta automatizzazione in cui sono
implicate, in brevissimo tempo, elaborazioni molto complesse.
ANALISI VISIVA:
è il passaggio iniziale, comune ad entrambe
le vie di elaborazione, il quale prevede diversi tipi di elaborazione
visiva:
• la stringa grafemica viene identificata come una parola;
• la parola viene segmentata nei singoli grafemi;
• i singoli grafemi vengono identificati anche se rappresentati nei
diversi caratteri;
• viene codificata la posizione relativa di ogni grafema all’interno della
stringa.
12
VIA FONOLOGICA
CONVERSIONE ORTOGRAFICO-FONOLOGICA: si applicano le
regole di transcodifica grafema-fonema, in cui, ad ogni simbolo
grafico, a partire da sinistra verso destra, viene assegnato il
corrispondente suono (fonema).
BUFFER FONOLOGICO: la sequenza di fonemi deve essere
mantenuta in un magazzino di memoria fonologica a breve termine
detto buffer fonologico, che rende possibile la successiva FUSIONE
FONEMICA, indispensabile per verbalizzare la parola intera.
La via fonologica implica un grosso carico di risorse cognitive,
sottraendone così alla comprensione del testo.
13
VIA LESSICALE
La via lessicale permette di leggere parole conosciute e parole a ortografia
irregolare.
Dopo lo step ANALISI VISIVA, inizia un processo di ricerca all’interno del
LESSICO ORTOGRAFICO DI ENTRATA, una sorta di vocabolario interno, in cui
le parole sono immagazzinate nella loro forma visiva.
La parola riconosciuta passa al
SISTEMA SEMANTICO, un magazzino di memoria a lungo termine che ne
delinea il significato.
In seguito, la parola dotata di senso, passa al
LESSICO FONOLOGICO DI USCITA, un magazzino di memoria a lungo termine
in cui le parole sono immagazzinate nella loro forma verbale ovvero
fonologica.
Infine, attraverso il
BUFFER FONOLOGICO, la parola può essere verbalizzata.
La via lessicale permette un accesso immediato al significato e la lettura
veloce di un brano, ma è utilizzabile solo se in memoria sono state
immagazzinate le rappresentazioni ortografiche e fonologiche delle parole,
cioè in seguito all’esercizio.
14
LA DISORTOGRAFIA
La Disortografia Evolutiva è il disturbo della
rappresentazione della struttura fonologica
del linguaggio verbale, è compromesso il
processo di transcodifica orale-scritto.
L’abilità do compitazione, le competenze
ortografiche sono deficitarie.
La scrittura dell’alunno è costellata di errori
e caratterizzata da lentezza.
15
MODELLO 2 VIE: SCRITTURA
Zoccolotti et al. – I disturbi evolutivi di lettura e scrittura – (2005) Carocci
Coltheart et al. (2001)
16
SCRITTURA
L’elaborazione cognitiva che permette di trasformare una
parola udita in parola scritta è illustrata dagli
neuropsicologi con il modello a due vie, poiché è possibile
scrivere parole attraverso una procedura fonologica e una
procedura lessicale.
ANALISI UDITIVA: è il primo passaggio ed è comune ad
entrambe le vie: a questo livello lo stimolo sonoro viene
identificato come una parola.
Altro fondamentale processamento che si verifica a questo
step, è quello della discriminazione uditiva dei fonemi
(suoni), cioè la distinzione di ogni fonema dall’altro;
particolarmente complicata è la discriminazione tra B-P, DT, F-V, C-G, M-N e S-Z.
17
VIA FONOLOGICA
Per mezzo della via fonologica è possibile scrivere parole sconosciute, mai
scritte in precedenza o non-parole.
CONVERSIONE ACUSTICO-FONOLOGICA: a questo livello la parola
viene segmentata in una sequenza di fonemi, per esempio la parola
“casa” viene segmentata nella corrispondente sequenza di fonemi k – a –
s – a; questa è un’abilità metafonologica fondamentale per la correttezza
in scrittura.
BUFFER FONOLOGICO: a questo punto la sequenza di fonemi deve essere
depositata in un magazzino di memoria fonologica a breve termine, detto
buffer fonologico, che consente di tenere a mente tutta la sequenza
fonemica, dal primo all’ultimo fonema nel proprio ordine stabile.
CONVERSIONE FONEMICO-ORTOGRAFICA: è il processo che consente
di trasformare ogni fonema nel suo corrispondente simbolo grafico
(grafema), cioè il suono “a” viene associato al simbolo scritto “A”.
BUFFER GRAFEMICO: infine le stringhe grafemiche passano a questo
magazzino a breve termine che consente di attuare la trasformazione
della sequenza di grafemi in procedure motorie per l’esecuzione.
18
VIA LESSICALE
Per mezzo della via lessicale è possibile scrivere parole irregolari, con
ortografia ambigua (es. squalo o scualo?) o parole regolari già note.
LESSICO FONOLOGICO DI ENTRATA: è un deposito
contenente tutte le parole conosciute dal soggetto, in cui
avviene il riconoscimento della parola udita.
SISTEMA SEMANTICO: la parola riconosciuta attiva le conoscenze
concettuali, contenute nel sistema cognitivo, che ne delineano
significato.
il
LESSICO ORTOGRAFICO DI USCITA: è il magazzino delle
conoscenze ortografiche che permette di rappresentarsi l’ortografia
delle parole in modalità veloce ed automatica.
BUFFER GRAFEMICO: attua la trasformazione della rappresentazione
grafemica nella procedura motoria.
19
PREREQUISITI
O COMPETENZE
METAFONOLOGICHE
LETTURA
• Fusione fonemica
SCRITTURA
• Segmentazione o
Analisi fonemica
20
PARAMETRI DI
VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
DELLA LETTO-SCRITTURA
• VELOCITA’ : lettura/scrittura lenta, stentata;
• CORRETTEZZA : lettura/scrittura costellata di errori.
Gli specialisti, per formulare una diagnosi di Disturbo specifico di
Apprendimento, devono svolgere un’accurata valutazione
neuropsicologica per mezzo di prove specifiche e test
standardizzati e scientificamente validati.
L’età minima coincide col completamento del 2° anno della scuola
primaria.
21
FASI EVOLUTIVE DI ACQUISIZIONE
DELLA LETTO-SCRITTURA (Frith – 1985)
(implicazioni per la riabilitazione)
LETTURA
SCRITTURA
• FASE LOGOGRAFICA: coincide
con l’età prescolare, fino
all’inizio dell’insegnamento
formale; le parole scritte sono
riconosciute “a vista”, trattate
come figure; non c’è
consapevolezza del fatto che i
grafemi rappresentano i suoni
del linguaggio orale.
Inizio di lettura per mezzo di
indici fonetici (es. A di ancora
legge ape), ma manca
l’associazione sistematica del
suono a ciascuna lettera da
sinistra a destra.
• FASE LOGOGRAFICA: a questo
stadio non c’è consapevolezza
che la scrittura sia la
rappresentazione grafica dei
suoni del linguaggio verbale; il
bambino compie
un’associazione tra una
configurazione di simboli
grafici ed un significato, senza
l’intermedio ragionamento sui
suoni; la parola scritta
rappresenta direttamente la
realtà esterna o i concetti.
22
FASI EVOLUTIVE DI ACQUISIZIONE
DELLA LETTO-SCRITTURA
(implicazioni per la riabilitazione)
LETTURA
• FASE ALFABETICA: graduale
acquisizione e
automatizzazione della
transcodifica grafema-fonema;
ad ogni simbolo grafico
corrisponde un suono;
inizialmente non c’è
assemblaggio;
successivamente il bambino
converte in suoni gruppi di
lettere più ampi (sillabe), così
l’assemblaggio è alleggerito;
ad uno stadio alfabetico
avanzato la transcodifica è
silente e si ha la pronuncia
dell’intera parola.
SCRITTURA
• FASE ALFABETICA: ogni parola
udita può essere scomposta in
parti più piccole, inizialmente
sillabe, poi fonemi;
applicazione delle regole di
trasformazione per cui si
associa ogni suono al
corrispondente grafema;
occorre ragionare sui suoni,
eseguendo la mappatura del
linguaggio orale, la
discriminazione uditiva dei
fonemi e la segmentazione dei
fonemi (tenere a mente la
giusta sequenza).
23
FASE INTERMEDIA
SUBLESSICALE
TRANSIZIONE DALLA FASE ALFABETICA A QUELLA LESSICALE
IN LETTURA
IN SCRITTURA
L’alunno opera su unità sempre
Si verifica gradualmente la
più ampie (parti di parola:
memorizzazione delle varie
sillabe, suffissi, prefissi, gruppi
eccezioni alla regola che indica
ortografici complessi, gruppi
un grafema per ogni fonema
grafemici).
(gruppi grafemici complessi),
Ha inizio il processo di
nonché delle parole ambigue.
automatizzazione, cioè il
Ha inizio il processo di
riconoscimento sempre più
automatizzazione,
veloce di parti di parola, a
rappresentandosi la
partire dalle sillabe più
configurazione ortografica delle
frequenti.
sillabe; in seguito scriverà
direttamente la parola, saltando
la segmentazione (via lessicale).
24
FASI EVOLUTIVE DI ACQUISIZIONE
DELLA LETTO-SCRITTURA
(implicazioni per la riabilitazione)
LETTURA
• FASE ORTOGRAFICA O
LESSICALE:l’alunno è in
grado di decifrare gruppi
ortografici complessi e
comincia ad utilizzare la
via lessicale di lettura;
grazie all’esposizione le
parole scritte vengono
memorizzate nel lessico
ortografico da cui è
possibile recuperarne
immediatamente la forma
fonologica (pronuncia) ed
il contenuto semantico
(significato).
SCRITTURA
• FASE ORTOGRAFICA O
LESSICALE: l’alunno è in
grado di scrivere
direttamente la parola,
saltando la
segmentazione (via
lessicale). Si ha
l’automatizzazione delle
varie eccezioni alla regola
che indica un grafema
per ogni fonema (gruppi
grafemici complessi),
nonché delle parole
ambigue (squalo).
25
SEGNI PRECOCI DI RISCHIO
(CARATTERISTICHE CHE E’ OPPORTUNO OSSERVARE)
• Difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonemagrafema;
• Mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura
e in scrittura;
• Eccessiva lentezza in lettura e in scrittura;
• Incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in
modo riconoscibile.
Consensus Conference - I Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento: raccomandazioni per la
pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference, (Milano 2007)
26
ESEMPI CLINICI DISLESSIA
ERRORI DI SUONI
•
Scambi di vocali es. sole x sale
•
Scambi di consonanti:
fonologicamente simili es. chilurgo x chirurgo, es. fento x vento
visivamente simili es. dando x bando
•
Omissione di suoni es. deuncia x denuncia
•
Aggiunta di suoni es. sfrogo x sfogo; tanta x tana;
•
Riduzione di gruppi es. dette x dente
•
Riduzione di dittonghi es. pede x piede
•
Inversioni, migrazioni es. sera x resa
27
ESEMPI CLINICI DISLESSIA
ERRORI DI LETTURA
•
Errori di recupero errato dei di/trigrammi es. magnone x maglione
•
Errori di omissione/ aggiunta di doppie es. cerro x cero, distaco x distacco
•
Errori di recupero del lessico ortografico es. pesce x pace
•
Errori di accentazione es. margìne x màrgine
•
Errori di anticipazione:
Lessicale es. bambino x bambola
Morfologici/Derivazionali es. mangiavano x mangiano, avete x avendo
•
Omissioni di parola
•
Salti di righe
n.b. Gli errori di lettura possono essere revisionati o non revisionati.
28
ESEMPI CLINICI DISLESSIA
•
ERRORI CARATTERISTICI A LIVELLO DI LETTERA:
•
CONFUSIONI PER SOMIGLIANZA FONETICA
DT
VF
BP
CG
RL
•
CONFUSIONI PER SOMIGLIANZA MORFOLOGICA
ae
mn
bd
pq
nu
sz
29
ESEMPI CLINICI DISORTOGRAFIA
(1)
Balcone
Soldi
Gioco
Arancione
Mia
Lunghissimo
Tutta la
Vado
Insieme
Russa
N.P. (fine II elementare)
bacone
sodi
goco
a racone
mi
lugimo
tuala
fa do
in sieme
rusa
Doppie, “H” nel verbo “avere”, accenti, apostrofi (omofone non omografe),
gruppi ortografici complessi.
30
ESEMPI DI ERRORI di
SCRITTURA (2)
E.T. (inizio III elementare)
Casa
Fase
Azzardo
Segno
Bagno
Cuciva
L’ago
Fanno
Facilmente
Nascosto
L’etto
Aggiustato
caza
faze
asardo
segnio
bagnio
quciva
la go
fano
facillmente
nascotto
le tto
aciusstato
ecc. ecc.
31
ESEMPI DI ERRORI di
SCRITTURA (3)
G.M. (fine II elementare)
Fanno
Dimentica
Ho nascosto
Etto
Ha
L’ hanno
Qualcosa
Scherzo
Veglia
fano
dimetica
oncascosto
eto
a
l’ anno
cqualcosa
scerzo
vegla
ecc. ecc.
32
ESEMPI CLINICI DISORTOGRAFIA (4)
• Nei casi in cui risulta deficitario lo step analisi uditiva ed in
particolare la discriminazione uditiva dei fonemi, sarà possibile
riscontrare i seguenti tipici errori:
Casa
caza
Fase
faze
Vado
fado
Soldi
sondi.
• Se è compromessa la fase di conversione acustico-fonologica,
cioè si hanno difficoltà di segmentazione in fonemi, si rileveranno i
seguenti errori:
Balcone
bacone
Dimentica
dimetica.
• L’inefficienza del buffer fonologico può provocare i seguenti errori:
Nascosto
ncascoto.
• E’ necessario che il lessico ortografico in uscita sia preservato
per poter scrivere correttamente le parole contenenti gruppi
ortografici complessi:
Scuola
squola
Veglia
vegla
33
Scienze
scenze.
DISTURBI SECONDARI
• Rifiuto di leggere; evitamento di attività che mettono a
confronto con i limiti;
• Comportamenti – problema: bambino iperattivo,
provocatorio, disturbante, contenimento gravoso;
• Ansia: timore/rifiuto della scuola, demotivazione, sintomi
neurovegetativi come mal di testa, di pancia, vomito,
diarrea, tachicardia etc.;
• Depressione: ritiro in sé stessi, insicurezza, timore;
• Impotenza appresa, autoetichettamenti negativi, senso di
inadeguatezza, di indegnità, di incapacità (bambino che
“getta la spugna”, non vale la pena impegnarsi);
• Altre strategie di evitamento: “fa il simpatico”, giocherella,
riempie i discorsi di facezie, sciocchezze, o comunque di
argomenti non pertinenti.
34
ESITI IN ETA’ ADULTA
• Affaticabilità in tutti i compiti che
richiedono lettura;
• Lettura ancora lenta e faticosa, con
qualche errore;
• Difficoltà di comprensione e di studio;
• Difficoltà con le lingue straniere;
• Bassa stima di sé.
35
GRAZIE DELL’ATTENZIONE
BUON LAVORO !
36
Scarica

DSA Parte teorica