IL MANIERISMO
IL TERMINE MANIERISMO DERIVA DALLA PAROLA
MANIERA
UTILIZZATA PER LA PRIMA VOLTA DA GIORGIO VASARI PER INDICARE “LA BELLA MANIERA” O LO
STILE CON CUI DIPINGEVANO I GRANDI ARTISTI COME LEONARDO, MICHELANGELO E
RAFFAELLO E CHE I PITTORI A LORO SUCCESSIVI DOVEVANO IMITARE O SEGUIRE.
DATA FONDAMENTALE PER IL MANIERISMO É IL 1527, ANNO DEL SACCO DI ROMA, CHE PORTÓ
ALLA DIASPORA DI TUTTI GLI ARTISTI ATTIVI A ROMA IN QUEL PERIODO. OGNUNO DI LORO
TROVÓ LAVORO IN ALTRE CITTÁ NON SOLO ITALIANE
ALCUNI TRA I GRANDI ARTISTI
MANIERISTI FURONO AIUTANTI DI
RAFFAELLO E TRA LORO I PRINCIPALI
FURONO:
GIULIO ROMANO
PERIN DEL VAGA
POLIDORO DA CARAVAGGIO
OGNUNO DI LORO FUGGÍ DA ROMA E RIPARÓ
IN DIVERSE CITTÁ:
GIULIO ROMANO ANDÓ A MANTOVA
PERIN DEL VAGA A GENOVA
POLIDORO DA CARAVAGGIO IN SICILIA
Perin del Vaga
La lotta tra dei e giganti
1531-1533
affresco
Genova, Palazzo dei Principi
IL MANIERISMO SI SVILUPPÓ A PARTIRE DAL CENTRO ITALIA (ROMA e FIRENZE) CON ARTISTI
COME GIORGIO VASARI, ROSSO FIORENTINO, PONTORMO e BRONZINO.
Giorgio Vasari
Casa Vasari
Arezzo
Giorgio Vasari
Sacra Famiglia con san Giovannino
1538-1540,
olio su tavola; cm 116,5 x 93,5
Firenze, Galleria degli Uffizi
PER POI SVILUPPARSI IN TUTTA ITALIA, CON ESPONENTI SIA EMILIANI COME PARMIGIANINO, SIA
VENETI COME TINTORETTO.
ALCUNI ARTISTI MANIERISTI SI
SPECIALIZZARONO
NELLA
DECORAZIONE A GROTTESCHE
DECORAZIONE AD AFFRESCO O IN
STUCCO CON ELEMENTI DECORATICI
RIPRESI DALL’ARTE ANTICA:
• animaletti fantastici
• sfingi
• tralci o girali vegetali
• putti
• conchiglie
• maschere
LA
DIFFUSIONE
DI
QUESTA
DECORAZIONE VA DI PARI PASSO CON
LA RISCOPERTA E IL RECUPERO
DELL’ARTE ANTICA AVVIATA PROPRIO
DURANTE IL CINQUECENTO.
IL TERMINE GROTTESCA DERIVA DA
GROTTA, NOME ASSEGNATO AGLI
EDIFICI
SEMISEPOLTI
RISALENTI
ALL’EPOCA DELLA ROMA IMPERIALE E
PER LA SALVAGUARDIA DEI QUALI
RAFFAELLO VENNE NOMINATO DAL
PONTEFICE SOPRINTENDENTE ALLE
ANTICHITÁ
IL MANIERISMO SI SVILUPPÓ ANCHE NELLA SCULTURA CON IL FIAMMINGO JEAN DE BOULOGNE
NOTO IN ITALIA CON LO PSEUDONIMO DI GIAMBOLOGNA (1529 – 1608)
Mercurio Volante
1564 circa,
bronzo, 170 cm
Firenze, Museo del Bargello
Il ratto delle Sabine
1582 circa,
marmo, 410 cm
Firenze, Loggia dell’Orcagna
IL MANIERISMO SI SVILUPPÓ ANCHE NELLA SCULTURA CON L’ITALIANO BENVENUTO CELLINI (1500-1571)
Su una base di ebano
siedono le figure di Nettuno
(personificazione del mare,
con il tridente e seduto su
una conchiglia, circondata
da animali marini) e Cerere
(personificazione
della
Terra, regge una cornucopia
ed è affiancata da vari
animali terrestri).
Le loro gambe si intrecciano
come la terra e il mare.
Accanto a Nettuno si trova
una navicella per il sale.
Accanto a Cerere un
tempietto per il pepe.
Saliera di Francesco I
1540 -1543
ebano, oro e smalto, 31,5 x 33,5 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum
Perseo e Medusa
1545 -1554
bronzo
Firenze, Loggia del Lanzi
IN QUESTO PERIODO SI DIFFONDONO ANCHE
LE WUNDERKAMMER (CAMERE DELLE MERAVIGLIE)
E I BOSCHI DEI MOSTRI
Pirro Liguorio
Giardino dei mostri di Bomarzo, Viterbo,
1552
Giambologna
Appennino
1571 circa
Pratolino (Fi), Parco villa Demidoff
LE CARATTERISTICHE PRINCIPALE DELLO STILE MANIERISTA SONO:
• LE POSE ARTICOLATE FINO ALLA CONTORSIONE
• LE ESPRESSIONI ESASPERATE
• LE PROPORZIONI DEFORMATE
• LE FORME ALLUNGATE
• LA PROSPETTIVA VIENE SPESSO ABBANDONATA
• I COLORI INNATURALI E ACIDULI
GIORGIO VASARI
San Luca dipinge la Vergine
1565, affresco
Firenze, Chiesa della S. Annunziata
PARMIGIANINO
La conversione di San Paolo
1527-28
olio su tela, 177,5 x 128,5 cm
Vienna, Gemaldegallerie
FONDAMENTALE DIVENTA IL DIPINGERE O LO SCOLPIRE ANNULLANDO OGNI SENSAZIONE DI
FATICA E CREANDO L’ILLUSIONE DELLA FACILITÁ DI ESECUZIONE DI QUALSIASI OPERA D’ARTE
E IL VIRTUOSISMO DEGLI ARTISTI.
BARTOLOMEO AMMANNATI
La fontana del Nettuno
1563-1565, marmo
Firenze, Piazza della Signoria
AGNOLO BRONZINO
Allegoria di Venere, Cupido e il Tempo
1544-1545,
olio su tela, 146,5 x 116,8 cm
Londra, National Gallery
JACOPO CARRUCCI detto PONTORMO (1494-1557)
Il Pontormo si formò presso le botteghe di Leonardo e di Andrea del Sarto
e lavorò esclusivamente in ambito fiorentino al servizio della famiglia
Medici.
Forse compì alcuni viaggi a Roma, ma la sua biografia è poco nota,
benché celebri ed importanti sono i suoi diari nei quali annotava non solo
ogni lavoro svolto ma anche ogni guadagno e ogni spesa.
I contemporanei, ed in particolare Vasari, lo descrivono come un artista
tormentato e solitario
“Nella sua segregazione popolata di gigantesche
forme in disfacimento, agitata di gesti che paiono
brancolamenti sovraumani, i suoi amici vano a
cercarlo, quasi con sgomento di saperlo là
solo…”
E. Checchi (critico)
Giuseppe e Giacobbe in Egitto
Dalle Storie di Giuseppe
1517-18
Olio su tela,
Londra, National Gallery
LO SPAZIO IN CUI SI SVOLGE LA SCENA É IRREALE, NON
RAPPRESENTA IL PAESAGGIO NATURALE MA LO STATO
D’ANIMO PIÚ PROFONDO DEL PITTORE. MOSSO DA
TORMENTI E PAURE EVIDENZIATE NEL TONO DI PENOBRA
DELLO SFONDO.
L’UNICO ACCENNO ALLA NATURA É DATO DALLA NUVOLA.
I CORPI SONO ALLUNGATI NELLE PROPORZIONI E PRIVI DI
VOLUME.
LA LORO DISPOSIZIONE CREA UNA SPIRALE CHE SI
RESTINGE VERSO L’ALTO CHE CULMINA NELLA FIGURA
DELLA MADDALENA
LA LUCE FRONTALE IRRADIA I CORPI IN PRIMO PIANO E
ANNULLA OGNI DEFINIZIONE PLASTICA.
LE VESTI SONO ADERENTISSIME AL CORPO E DIVENTANO
UNA SECONDA PELLE.
I COLORI SONO ACIDI E INNATURALI, FORTEMENTE
CANGIANTI E SI CREA IL CONTRASTO TRA I TONI CALDI
DEL PRIMO PIANO E I FREDDI DEL SECONDO
LE FIGURE SULLO SFONDO APPAIONO LEGGERE E
SENZA PESO, SOSPESE NELL’ARIA.
LE FIGURE IN PRIMO PIANO APPAIONO IN EQUILIBRIO
PRECARIO SULLE PUNTE DEI PIEDI
Curiosità: appare per tre volte l’autoritratto del pittore
Trasporto di Cristo al sepolcro
1525-1528
olio su tavola, 312 x 192 cm
Firenze, Santa Felicita, cappella Capponi
Bill Viola, 1995
LO SPAZIO IN CUI AVVIENE L’INCONTRO È DEFINITO DA
ALCUNE SEMPLICI ARCHITETTURE.
LE DUE DONNE RITRATTE DI PROFILO SI GUARDANO
NEGLI OCCHI ALLA PRESENZA DI ALTRE DUE FIGURE
FEMMINILI
FRONTALI
CHE
GUARDANO
LO
SPETTATORE. LA VERGINE E SANT’ELISABETTA
ACCENNANO AD UN MOVIMENTO CHE SI PONEN IN
NETTO CONTRASTO CON L’IMMOBILISMO DELLE ALTRE
DUE DONNE
La visitazione
1528-1529
Olio su tela, 202 x 156 cm
Carmignano (Prato), Chiesa di San Michele
LA LUCE FRONTALE ILLUMINA LE FIGURE E LASCIA IN
PENOMBRA LO SFONDO.
I PANNEGGI DELLE VESTI SONO VAPOROSI E SENZA
PESO, DIPINTI CON COLORI CANGIANTI E UTILIZZATI
SEGUENDO LA REGOLA DEL CONTRAPPOSTO
(Inversione dei due colori dominanti tra le figure)
GIOVANBATTISTA DI JACOPO detto ROSSO FIORENTINO (1494-1540)
ROSSO NACQUE E SI FORMÓ A FIRENZE MA
FONDAMENTALI PER LUI FURONO I VIAGGI A
ROMA DURANTE I QUALI EBBE LA POSSIBILITÁ DI
VEDERE
E
STUDIARE
LE
OPERE
DI
MICHELANGELO ED ENTRARE AL SERVIZIO DI
PAPA CLEMENTE VII.
Giorgio Vasari,
Ritratto di Rosso Fiorentino
DURANTE IL SACCO DI ROMA VENNE
CATTURATO E FATTO PRIGIONIERO, E
UNA VOLTA LIBERO FUGGÍ DA ROMA
PER NON FARVI PIÚ RITORNO. SI
RECÓ AD AREZZO MA IL PITTORE NON
OTTENNE
GRANDE
FORTUNA
PERTANTO NEL 1530 DECISE DI
TRASFERIRSI IN FRANCIA ALLA
CORTE DEL RE FRANCESCO I.
PER IL RE DI FRANCIA PROGETTÓ LA
GRANDE GALLERIA DEL CASTELLO DI
FONTAINEBLEU(1533-1539)
PROSPETTIVA E PROPORZIONI TIPICHE DEL RINASCIMENTO
VENGONO ABBANDONATE CON FIGURE ALLUNGATE,
SPIGOLOSE E SENZA PESO.
I PANNEGGI E LE VESTI NON SONO IN MORBIDO TESSUTI MA
APPAIONO RIGIDI (come fogli di carta accartocciata)
NON COMPARE ALCUN ELEMENTO NATURALE
GLI UOMINI SULLA SCALA CERCANO DI TOGLIERE DALLA
CROCE IL CORPO LIVIDO DI CRISTO, E ASSUMONO POSE
INNATURALI, COME INNATURALI SONO LE DISPOSIZIONI
DELLE SCALE POGGIANTI ALLA CROCE
I GESTI E LE ESPRESSIONI DI SAN GIOVANNI, DELLA
VERGINE E DELLE PIE DONNE SONO DRAMMATICAMENTE
ESASPERATI ED ENFATICI
I COLORI ACIDI E FREDDI SONO INNATURALI E CANGIANTI E
COMPLEMENTARI, UTILIZZATI PER ACCENTUARE L’EFFETTO
DI TENSIONE DRAMMATICA
La Deposizione dalla croce
1521
olio su tavola, 333 x 196 cm
Volterra, Pinacoteca civica
FRANCESCO MAZZOLA detto IL PARMIGIANINO (1494-1540)
PARMIGIANINO NACQUE A PARMA IN UNA FAMIGLIA DI
PITTORI.
LA SUA FORMAZIONE AVVENNE STUDIANDO GLI ARTISTI
LOCALI
MA
FONDAMENTALE
PER
LUI
FU
IL
TRASFERIMETNO A ROMA NEL 1524. QUI STUDIÓ LE
OPERE DI MIUCHELANGELO E DI RAFFAELLO.
FUGGÍ DA ROMA NEL 1527 E FECE RITORNO A PARMA
DOVE RINNOVÓ LA PITTURA E LO STILE IN CHIAVE
MANIERISTA.
Autoritratto
1523-1524
Vienna, Gemäldegarie
È
STATO
UN
GRANDE
SPERIMENTATORE
COME
TESTIMONIA IL SUO AUTORITRATTO
ALLO SPECCHIO CONVESSO
A PARMA REALIZZÓ ALCUNE OPERE
IMPORTANTISSIME
COME
GLI
AFFRESCHI CON LE VERGINI SAVIE E
LE VERGINI FOLLI NELLA CHIESA DI
SANTA MARIA DELLA STECCATA (a
destra)
LE PROPORZIONI DELLA MADONNA E DEL BAMBINO SONO
MOLTO ALLUNGATE
IL VOLTO DELLA VERGINE È UN OVALE PERFETTO
TIPICHE DEL MANIERISMO È IL GESTO LEZIOSO DELLA
MANO DESTA DI MARIA.
IL CORPO DEL BAMBINO ADDORMENTATO È IN UNA POSA
INNATURALE PER IL SONNO E SEMBRA PREANNUNCIARE IL
DRAMMA DELLA SUA MORTE.
INFATTI LA STRUTTURA DELLA COMPOSIZIONE (La Madonna
con in grembo il Bambino) RICORDA QUELLA DELLA PIETÁ.
MOLTI SONO I RIFERIMENTI SIMBOLICI AL TRAGICO DESTINO
DI CRISTO:
• LA COLONNA INTERROTTA SENZA CAPITELLO
• IL CIELO PLUMBEO
LA FIGURA DI SAN GIROLAMO, DOTTORE DELLA
CHIESA, È MOLTO PIÚ PICCOLA E NON RISPETTA LE
REGOLE PROPORZIONALI
Madonna dal collo lungo
1539 circa,
olio su tela 219x135 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi
GIULIO PIPPI detto ROMANO (1499 – 1546)
NACQUE E SI FORMÓ A ROMA COME ALLIEVO E
COLLABORATORE (PRIMO AIUTANTE)
DI
RAFFAELLO NELLA DECORAZIONE DELLE
STANZE VATICANE E ALLA MORTE IMPROVVISA
DEL MAESTRO NE PRESE IL POSTO PER LA
DECORAZIONE DELLA QUARTA E ULTIMA
STANZA DEDICATA A COSTANTINO.
È STATO UN ARTISTA ECLETTICO SI DEDICÓ
ALLA PITTURA, ALLA DECORAZIONE E
ALL’ARCHITETTURA.
DOPO IL SACCO DI ROMA FUGGÍ DALLA CITTÁ
E SI RIFUGIÓ A MANTOVA DOVE FEDERICO II
GONZAGA, LO NOMINÓ PREFETTO GENERALE
DELLE FABBRICHE CITTADINE E PITTORE DI
CORTE.
PER LA CITTÁ DI MANTOVA AVVIÓ UN
PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
CON LA REALIZZAZIONE DI MOLTISSIMI NUOVI
EDIFICI SIA CIVILI CHE RELIGIOSI.
Tiziano,
Ritratto di Giulio Romano
Mantova, Palazzo Te
LA SUA OPERA PIÚ CELEBRE RESTA PALAZZO
TE PER LA REALIZZAZIONE DEL QUALE
LAVORÓ COME ARCHITETTO E PITTORE.
PALAZZO TE A MANTOVA
Il palazzo venne commissionato da Federico II Gonzaga (ritratto a fianco),
figlio di Isabella d’Este (ritratto in basso) e Francesco Gonzaga, importanti
mecenati, anche di Leonardo da Vinci,
Il Palazzo è una villa di delizia, un luogo cioè dove i signori di Mantova
potevano svagarsi, divertirsi e riposarsi.
Il nome di Palazzo Te deriva dall’isola del Teieto, una delle tre isole di
Mantova, su cui sorge.
Il Palazzo venne costruito tra il 1524 e il 1527
La decorazione ad affresco venne realizzata tra il 1527 e il 1530
È un edificio a pianta quadrata con al
centro un grande cortile quadrato, un
tempo abbellito da un labirinto, con
quattro entrate sui quattro lati.
L'entrata principale verso la città è una
loggia, la cosiddetta Loggia Grande,
all'esterno composta da tre grandi arcate
su pilastroni bugnati.
Il palazzo ha proporzioni insolite: si
presenta come un largo e basso blocco, a
un piano solo, la cui altezza è circa un
quarto della larghezza. Tutta la superficie
esterna è trattata a bugnato (comprese le
cornici delle finestre e delle porte) e
presenta un ordine gigante di paraste lisce
doriche. Gli intercolumni non sono tutti
uguali a dare un'impressione di disordine.
Pare che il palazzo fosse anche dipinto, in
origine, ma i colori sono scomparsi e le
pitture sono visibili solo negli affreschi
delle preziose stanze interne.
LA SALA DEI CAVALLI
Giulio Romano dipinge veri e propri ritratti dei cavalli di Federico II
LA SALA DI PSICHE
LA SALA DEI GIGANTI
QUESTA È
LA
SALA IN CUI LA
STRAVAGANZA MA
ANCHE LA FORZA
DELLO
STILE
MANIERISTA
SI
MANIFESTA
NEL
MODO
PIÚ
EVIDENTE.
LA DECORAZIONE
È CONTINUA IN
TUTTA LA STANZA
DALLE PARETI AL
SOFFITTO E CREA
L’ILLUSIONE
DI
UNO
SPAZIO
APERTO FATTO DI
ROCCE E ALBERI,
IN CUI I GIGANTI
CHE
AVEVANO
OSATO
SFIDARE
GLI DEI, VENGONO
SCONFITTI
E
ABBATTUTI
DA
ZEUS.
GIULIO ROMANO VUOLE STUPIRE L’OSPITE CHE ENTRA NELLA STANZA: LE FIGURE SONO ENORMI E DEFORMATE E
CON I LORO MOVIMENTI A SPIRALE CREANO IN CHI GUARDA, LA SENSAZIONE DI ESSERE SCHIACCIATI.
I COLORI SONO BRILLANTI E CANGIANTI, COME RISULTA TIPICO DELLO STILE MANIERTISTA.
NELLA
VOLTA
SONO RITRATTI
GLI
DEI
DELL’OLIMPO
CHE GUIDATI DA
ZEUS
(CHE
SCAGIA I SUOI
FULMINI)
PUNISCONO
I
GIGANTI
COLPEVOLI DI
AVERLI SFIDATI.
GIULIO ROMANO CREA L’EFFETTO DI UN SOFFITTO SFONDATO APERTO VERSO IL CIELO E CREANDO L’ILLUSIONE DI
UNO SPAZIO MOLTO Più ALTO E AMPIO, DALLA FORTE VERTICALITÁ
Uno strano pittore:
GIUSEPPE ARCIMBOLDI detto L’ARCIMBOLDO (1527 – 1593)
ARCIBOLDI NASCE E SI FORMA COME PITTORE
A MILANO MA LAVORÓ SOPRATTUTTO ALLA
CORTE DEGLI IMPERATORI
MASSIMILIANO II e
RODOLFO II D’ASBURGO
DI CUI DIVENNE PITTORE
TRASFERENDOSI A PRAGA.
DI
CORTE,
VENNE APPREZZATTO DA RODOLFO II, AMANTE
DELLE CURIOSITÁ E DELLE “COSE STRANE”
PER IL SUO GUSTO ALLEGORICO E IL MODO
DEL TUTTO PARTICOLARE DI REALIZZARE
RITRATTI FRONTALI, DI PROFILO E DI TRE
QUARTI UTILIZZANDO OGGETTI O ELEMENTI
NATURALI
“LE TESTE DI ARCIMBOLDO SONO MOSTRUOSE PERCHÉ RIMANDANO TUTTE, QUALE CHE SIA LA
GRAZIA DEL SOGGETTO ALLEGORICO, AD UN MALESSERE SOSTANZIALE: IL BRULICHIO. LA MISCHIA
DELLE COSE VIVENTI, DISPOSTE IN UN DISORDINE STIPATO.”
(R. BARTHES – critico)
LE TESTE
REVERSIBILI
DI
ARCIMBOLDO
IN QUESTO RITRATTO VIENE CELEBRATO IL POTERE
DELL’IMPERATORE CHE VIENE EQUIPARATO AL DIO
VERTUMNO, DIO ROMANO DELLE STAGIONI CHE
REGNA SULLO SCORRERE DEL TEMPO E IL MUTARE
DEL CLIMA.
ANCHE SE I LINEAMENTI DELL’IMPERATORE SONO
RICONOSCIBILI, NON SI TRATTA DI UN VERO E
PROPRIO RITRATTO MA LA SOMIGLIANZA è RICREATA
UTILIZZANDO FIORI, FRUTTI E VERDURE DI TUTTE LE
STAGIONI
il naso è realizzato con una pera
le guance con due pesche
la bocca con ciliegie e fragoline
le palpebre con baccelli di piselli
la fronte con una zucca …
VERTUMNO
E
RITRATTO REALE DELL’IMPERATORE
Vertumno o Ritratto di Rodolfo II
1590 c.
olio su tela, 70,5 x 57,5 cm
Stoccolma, Castello si Skokloster
Il bibliotecario
1566 circa
olio su tela ; 97 x 71
Stoccolma, Skoklosters Slott, Styrelsen
L’Inverno
LE QUATTRO STAGIONI
1573
Olio su tela, 66 x 50 cm
Parigi, Musee du Louvre
La Primavera
L’Estate
L’Autunno
L’Acqua
I QUATTRO ELEMENTI
1566
Olio su tela, 66 x 50 cm
Vienna, Kunsthistorischer
L’Aria
La Terra
Il Fuoco
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