Introduzione
Il lavoro qui proposto è il frutto di un’esperienza
didattica fatta nella classe 3^”F” della S.M.S
“G.Pascoli” di Aversa, nell’anno scolastico
2007/08.
Tale lavoro, che si è concluso con la produzione
di questo libro(certamente dilettantesco, ma
non privo di pregi), ha avuto come scopo quello
di portare i ragazzi a riflettere sul contrastante
cammino di un secolo, il “900”, volto da un lato
verso il progresso, la civiltà, il benessere, la
pace, dall’ altro verso la violenza, lo sterminio, i
genocidi, la guerra.
Ma soprattutto, ha avuto come scopo primario
quello di promuovere, proprio partendo dagli
orrori della guerra, un’educazione alla pace.
Un’ educazione che, senza dubbio, si rende oggi
quanto mai necessaria, perché malgrado la
volontà degli Stati di avanzare verso quegli
obbiettivi comuni di solidarietà, di
collaborazione, di pace, la violenza continua ad
esplodere sempre più intorno a noi e la guerra
continua ad investire un numero sempre più
impressionante di Stati. Ed è proprio il
convincimento che spetta soprattutto a noi
docenti il compito di lavorare per la pace che
spiega il motivo di questa nostra esperienza
didattica.
Straordinario, devo dire, è stato l’interesse dei
ragazzi e sorprendente il loro coinvolgimento,
tanto che essi possono a ben ragione, dirsi i
veri protagonisti di questo lungo, ma
interessante cammino.
Pertanto, utile ed importante momento educativo
è stato a mio avviso questo lavoro, perché, al di
là del risultato raggiunto, ha portato se non altro
i ragazzi a comprendere come la guerra sia
sempre la denuncia della vittoria finale
dell’egoismo, dell’istinto, della parte bestiale
che è nell’uomo.
Il ‘900 cultura e caratteri
“LE STRADE DEL
PROGRESSO”
Il XX° secolo saluta l’ affermazione
della civiltà industriale e l’ esplorazione
di nuovi mondi. Nel 1909 l’ americano
R.Peary tocca il polo nord.
Robert Edwin Peary
Robert Edwin Peary è stato un esploratore
statunitense che ha sostenuto di aver
raggiunto per primo il Polo Nord. Nel
1891-1892, benché ferito ad una gamba,
con un lungo tragitto in slitta giunse
all'estremo lembo settentrionale dell'isola.
Seguirono altre numerose spedizioni in
Groenlandia, da una delle quali riportò una
meteorite di ferro quasi puro del peso di
700q. Dopo due tentativi nel 1902 e nel
1905, falliti per la stanchezza e le
difficoltà, sostenne di essere riuscito a
toccare per primo il Polo Nord il 6 aprile
1909.
Vi giunse con 4 eschimesi e 40 cani da
slitta. Alcuni storici polari ritengono che
Peary fosse onesto nella sua convinzione
di aver raggiunto il polo, mentre altri
sostengono che fu colpevole di falso o di
aver deliberatamente esagerato i
particolari della sua spedizione finale.
Amundsen Roald
Roald è stato un esploratore norvegese
delle regioni polari. Condusse la prima
spedizione capace di raggiungere il Polo
Sud nel 1911 – 1912. Amundsen arrivò al
polo il 14 dicembre 1911, 35 giorni prima
della spedizione guidata da Robert Falcon
Scott.
In precedenza Amundsen aveva già dato prova
del suo valore guidando la spedizione che nel
1905-1906 a bordo della nave Gjöa (o Gjøa)
aveva compiuto la prima traversata del
Passaggio a Nordovest dalla baia di Baffin allo
stretto di Bering. La missione ottenne anche un
altro importante risultato scientifico riuscendo a
determinare la posizione del polo magnetico
boreale Amundsen tentò di raggiungere anche
il Polo Nord. Provò prima con gli idrovolanti ma
non ebbe successo.
Nel 1911 il norvegese A.Roald giunge al polo sud
ed apre la strada alla conoscenza dell’ultimo
continente ancora inesplorato: l’Antartide. Si ha
uno sviluppo rapido e un’intensificazione dei
trasporti e delle vie di comunicazioni. Si
ampliano le reti ferroviarie e si ha un consistente
sviluppo del commercio marittimo, con la messa
a punto della turbina a vapore. Che rende più
elevate le velocità delle navi e più sicuri gli
spostamenti.
Progresso tecnologico e
scientifico
Si ha l’invenzione del telegrafo senza fili(1899) con
G.Marconi. Il “Biplano” apre la via allo sviluppo
dell’ aviazione.(Flayer). Sulle strade si afferma l’
automobile con il perfezionamento del motore a
scoppio. Nascono i gruppi industriali della
Mercedes,Peageaut,Ford,Fiat. Entrano in scena
nuove fonti energetiche: il petrolio e l’ elettricità,
che sostituiscono il carbone ed il vapore. Edison
inventa la lampadina elettrica.
Lo sviluppo eclante nel settore chimico rivoluziona
l’agricoltura,grazie alla diffusione di fertilizzanti artificiali.
Nel campo della medicina si registrano scoperte che
migliorano le condizioni di salute e fanno calare il tasso
di mortalità. Pasteur scopre le origini batteriche di alcune
malattie e realizza la vaccinazione curativa. Viene
isolato, poi, il bacillo della tubercolosi, il vibrione del
colera, il bacillo della lebbra, dei parassiti della malaria e
della febbre gialla. Nel campo chirurgico si scoprono i
raggi-X che permettono la radiografia e la radioscopia.
EINSTEIN
“Cambiò il mondo”
….. ma col progresso della scienza e della tecnica
si andarono, purtroppo, creando e
perfezionando anche nuove e moderne armi:
mitragliatrici, fucili a ripetizione, aerei di
combattimento, navi corazzate, carri armati,
sommergibili, armi chimiche, gas asfissianti e
paralizzanti. Nel 1905, con l’ enunciazione delle
ipotisi di A.Einstein, che aprì la via all’
utilizzazione dell’<energia nucleare>, si giunse
alla costruzione dell’ arma più micidiale
inventata dall’ uomo: la bomba atomica!
Albert Einstein, nasce il 14 marzo del 1879 a
Ulm, in Germania da genitori ebrei non
praticanti. Un anno dopo la sua nascita la
famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera,
dove suo padre Hermann apre, col fratello
Jacob,una piccola officina elettrotecnica. L’
infanzia di
Einstein si svolge nella Germania di
Bismarck, un paese in via di massiccia
industrializzazione. Nel 1894 la famiglia si
trasferisce in Italia per cercarvi miglior fortuna
con una fabbrica a Pavia, vicino a Milano.
Albert rimase solo a Monaco affinché
terminasse l'anno scolastico al ginnasio, poi
raggiunse la famiglia.
Gli affari della fabbrica cominciarono ad andare male e
Hermann esortò il figlio a iscriversi al famoso Istituto
Federale di Tecnologia, noto come Politecnico di
Zurigo. Non avendo però conseguito un diploma di
scuola secondaria superiore, nel 1895 dovette
affrontare un esame di ammissione e fu bocciato per
insufficienze nelle materie letterarie. Ma ci fu di più il
direttore del Politecnico, impressionato dalle non
comuni capacità mostrate nelle materie scientifiche,
esortò il ragazzo a non rinunciare alle speranze e a
ottenere un diploma abilitante per l'iscrizione al
Politecnico nella scuola cantonale svizzera
progressiva di Aargau. Qui Einstein trovò
un'atmosfera ben diversa da quella del ginnasio di
Monaco. Nel 1896 può finalmente iscriversi al
Politecnico. Lì prende una prima decisione non farà
l'ingegnere ma l'insegnante.
In una sua dichiarazione dell'epoca dirà, infatti,
"Se avrò fortuna nel passare l'esame, andrò a
Zurigo. Lì starò per quattro anni per studiare
matematica e fisica. Immagino di diventare un
insegnante in quei rami delle scienze naturali,
scegliendo la parte teorica di esse. Queste
sono le ragioni che mi hanno portato a fare
questo piano. Soprattutto, è la mia disposizione
all'astrazione e al pensiero matematico, e la
mia mancanza di immaginazione e di abilità
pratica".
Nel corso dei suoi studi a Zurigo matura la sua
scelta: si dedicherà alla fisica piuttosto che alla
matematica.
Si laurea nel 1900. Prende dunque la
cittadinanza svizzera per assumere un impiego
all'Ufficio Brevetti di Berna. Il modesto lavoro gli
consente però di dedicare gran parte del suo
tempo allo studio della fisica.
Nel 1905 pubblica tre studi teorici. Il primo e più importante studio
contiene la prima esposizione completa della teoria della
relatività ristretta. Il secondo studio, sull'interpretazione
dell'effetto fotoelettrico, conteneva un'ipotesi rivoluzionaria sulla
natura della luce; egli affermò che in determinate circostanze la
radiazione elettromagnetica ha natura corpuscolare,
ipotizzando che l'energia trasportata da ogni particella che
costituiva il raggio luminoso, denominata fotone, fosse
proporzionale alla frequenza della radiazione.
Quest'affermazione, in base alla quale l'energia contenuta in un
fascio luminoso viene trasferita in unità individuali o quanti,
dieci anni dopo fu confermata sperimentalmente da Robert
Andrews Millikan. Il terzo e più importante studio è del 1905, e
reca il titolo "Elettrodinamica dei corpi in movimento":
conteneva la prima esposizione completa della teoria della
relatività ristretta, frutto di un lungo e attento studio della
meccanica classica di Isaac Newton, delle modalità
dell'interazione fra radiazione e materia, e delle caratteristiche
dei fenomeni fisici osservati in sistemi in moto relativo l'uno
rispetto all'altro. è proprio quest'ultimo studio che gli valse in
seguito il premio Nobel per la Fisica nel 1921.
Nel 1916 pubblica la memoria: "I fondamenti della
teoria della Relatività generale", frutto di oltre
dieci anni di studio. Questo lavoro è
considerato dal fisico stesso il suo maggior
contributo scientifico e si inserisce nella sua
ricerca rivolta alla geometrizzazione della fisica.
Intanto, nel mondo i conflitti fra le nazioni avevano preso fuoco,
tanto da scatenare la prima guerra mondiale. Durante questo
periodo fu tra i pochi accademici tedeschi a criticare
pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra.
Tale presa di posizione lo rese vittima di gravi attacchi da parte
di gruppi di destra; persino le sue teorie scientifiche vennero
messe in ridicolo, in particolare appunto la teoria della relatività.
Con l'avvento al potere di Hitler, Einstein fu costretto a
emigrare negli Stati Uniti, dove gli venne offerta una cattedra
presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, nel New
Jersey. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista
egli rinunciò alle posizioni pacifiste e nel 1939 scrisse assieme
a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente
Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilità di
realizzare una bomba atomica. La lettera segnò l'inizio dei piani
per la costruzione dell'arma nucleare.
Einstein ovviamente disprezzava profondamente
la violenza e, conclusi quei terribili anni,
s'impegnò attivamente contro la guerra e le
persecuzioni razziste, compilando una
dichiarazione pacifista contro le armi nucleari.
Più volte, poi, ribadì la necessità che gli
intellettuali di ogni paese dovessero essere
disposti a tutti i sacrifici necessari per
preservare la libertà politica e per impiegare le
conoscenze scientifiche a scopi pacifici.
Morì, a Princeton, il 18 aprile 1955, circondato
dai più grandi onori.
Si inaugurava con essa un nuovo tipo di morte e
Hiroshima, in Giappone, fu la prima città che ne
subì gli effetti catastrofici. Seguì, poi, Nagasàki.
La scienza cominciava ad essere usata contro
l’uomo e l’incubo di un conflitto nucleare
accompagna da allora l’umanità.
Il ‘900 è stato il secolo dello straordinario
sviluppo scientifico e tecnologico, che ha
portato ai satelliti, alla bomba atomica, alle
telecomunicazioni. Ma è stato anche il
secolo che ha visto la fine di tante ideologie
politiche nate nell’800. Insieme allo storico
Nicola Tranfaglia, abbiamo tentato di
ricostruirne brevemente alcuni dei tratti
salienti
Filosofia dei primi del ’900
Filosofo più importante: Nietzsche
Contestava la società capitalistica i suoi valori e i risultati ottenuti grazie
alla scienza. Le linee di sviluppo che si affermarono all’inizio del 900
seguirono tutti questa nuova concezione: si opposero al
materialismo positivismo ed esaltarono lo spirito. Tra le varie
correnti filosofiche che ebbero queste idee: l’intuizionismo
di”BELGSON”. neo-idelismo di”CROCE”, programatismo di “JOHN
DEWOY” che esaltavano l’intuizione, la volontà,l’esperienza,
l’attività dell’uomo. Queste filosofie influirono incisivamente nella
cultura del primo 900.
L’arte del novecento
Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX le esposizione d’arte (che
si susseguivano sempre più numerose), le conferenze culturali, le
riviste di moda e d’arte favorirono la diffusione di nuovi linguaggi
artistici nei più svariati settori (pittura, scultura, abbigliamento,
arredamento, oreficeria e fotografia), attraverso l’uso di
tecniche non tradizionali che si avvalevano degli ultimi ritrovati
della tecnologia. Nacque infatti in questo periodo un nuovo
legame tra industria, arte e vita, che permise alla ricerca
artistica di venire applicata alla produzione di largo consumo.
Mobili e oggetti di arredamento prendevano forma dopo attente
ricerche sulla lavorazione del materiale 8da quello più
tradizionale al più innovativo, come il ferro, l’acciaio e, più tardi,
il cemento armato) e dopo accurati studi per cercare di creare
forme eleganti e raffinate. Un gran numero di elementi
decorativi, colline sinuose e motivi floreali inspirati all’arte
giapponese, rivestivano gli oggetti più diversi di uso comune:
cancelli, insegne pubblicitarie, vasi da fiori, lampade, gioielli ecc.
Questo tipo di linguaggio artistico, nato grazie al clima culturale
che seguì l’espansione culturale ed economica di fine Ottocento,
venne chiamato con nomi diversi a seconda dei paesi in cui si
diffuse: Liberty in Italia, Jugendstil in Germania, Secessionismo
in Austria, Modern Style in Inghilterra, Modernismo in Spagna e
infine Art Nouveau in Francia. Nome, questo, conosciuto in tutte
le nazioni perché allora il francese era la lingua usata a livello
internazionale e quindi comprensibile a molti; Parigi era il più
importante centro culturale di questo periodo.
L’Art Nouveau
Nell’architettura l’Art Nouveau si espresse particolarmente bene:
linee ondulate, elementi decorativi floreali, sperimentazione di
nuovi materiali quali la ceramica, le leghe di metallo, il vetro e il
cemento armato, furono fra le caratteristiche principali dei nuovi
edifici. Ecco innalzarsi a Parigi la Tour Eiffel, interamente in
ferro e ghisa, la Mole Antonelliana a Torino e le grandi stazioni
ferroviarie, costruite anch’esse in ferro, ghisa e vetro, di Milano,
Parigi e Londra. Tra gli architetti più significativi dell’Art
Nouveau troviamo il belga Vietor Horta (1867 – 1947) che nel suo
capolavoro, La Maeson du Peuple di Bruxelles (“casa del popolo”,
ora distrutta), creò soluzioni nuove per “sottrarre peso” alla
massa muraria dell’edificio, utilizzando strutture in ferro, vetrate
continue e, soprattutto, avvalendosi della linea curva per rendere
sfuggenti le prospettive. In Spagna, Antonio Gaudì (1852 – 1926)
nella Casa Batlò, nelle decorazioni del Parco Gùell e nella
cattedrale della Sagrada Familia ha dato un’interpretazione
originale della linea curva. Infatti alla funzione decorativa unì
quella strutturale, come nelle famose “colonne inclinate” della
Sagrada Familia, create per assorbire i pesi e le spinte, facendo a
meno dei tradizionali archi rampanti. Gaudì, inoltre, si servì della
ceramica per ottenere vivaci effetti di colore.
Anche l’architetto austriaco Otto Vagner (1841 – 1918)
contribuì a rinnovare l’architettura dei primi del
novecento. In Italia, fra gli esponenti
dell’architettura Liberty merita di essere ricordato
Giuseppe Sommaruga (1867 – 1917) con il suo Palazzo
Castiglioni a Milano, in cui gli elementi decorativi
floreali trovano un perfetto equilibrio con una
struttura rinascimentale barocca. Per gli oggetti di
arredamento, il francese Emile Gallè (1846 – 1904)
ideò eleganti vasi in pasta di vetro colorato, adesso
ricercati come preziosi pezzi di antiquariato; Louis
Tiffany (1848 – 1917) realizzò lampade floreali di
squisita fattura, mentre Charles Rennie Mackintosh
(1868 – 1928), architetto scozzese, produsse originali
sedie e mobili di arredamento.
Nella pittura l’artista che interpretò meglio lo spirito
del secessionismo austriaco, attraverso l’uso di
elementi floreali, decorativi e soprattutto simbolici, fu
il viennese Gustav Klimt (1862 – 1918), i cui dipinti sono
raffinati oggetti dove protagoniste sono la linea, le
forme geometriche e le decorazioni. In Francia un
significativo esponente dell’Art Nouveau fu Enri De
Toulouse – Lautrec (1864 – 1901). Egli ritrasse la vita
notturna della Parigi spensierata di fine ottocento (la
cosiddetta “Belle Epoque”). I suoi schizzi, caricature,
disegni, pitture e cartelloni pubblicitari, testimoniano,
meglio di qualsiasi altra cronaca scritta, i vizi, le virtù e
i divertimenti di una società destinata presto a
scomparire, travolta dalla prima guerra mondiale.
Le avanguardie artistiche in
Europa
Con l’inizio del XX secolo si aprì un periodo complesso. In Europa
si assistette ad un rapido sviluppo tecnologico industriale: si
costruì, ad esempio, il primo aereo, e si svilupparono le teorie
ottocentesche sulla costruzione dell’automobile. Alla fine della
prima guerra mondiale (1914 – 1918) la geografia del continente
venne completamente ridisegnata: le monarchie che avevano fino
ad allora governato l’Europa andarono in crisi; scomparvero
l’impero Austro-Ungarico, l’impero tedesco e quello russo;
crebbero i movimenti nazionalisti in Italia e in Germania e tra il
1917 e il 1922 scoppiò la rivoluzione bolscevica in Russia. Di
fronte a tanti rivolgimenti, sia in campo politico che in campo
economico-industriale, gli artisti sentirono l’esigenza di rompere
con la tradizione e trasformare così il loro linguaggio ricercando
nuove forme di espressione che potessero meglio rispecchiare i
veloci mutamenti in corso.
Questi nuovi orientamenti artistici vennero definiti
“avanguardie” perché costituiti da un numero ristretto di
artisti che cercavano di creare originalissime ipotesi di
cambiamento artistico. Si svilupparono così i movimenti
dell’Espressionismo in Germania e in Francia, del
Cubismo sempre in Francia, del Futurismo in Italia e
dell’Astrattismo un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Dopo la prima guerra mondiale gli artisti continuarono
nella loro sperimentazione, anche se non sempre si
riunirono in gruppo (e quindi le ricerche furono condotte
in modo sia collettivo che autonomo). Le principali
sperimentazioni del primo dopoguerra presero il nome
di Tataismo, pittura metaresica e Surrealismo.
L’espressionismo: i Fauves
Fu nel clima incerto di inizio secolo che si sviluppò, in
Francia e Germania contemporaneamente, il
movimento pittorico denominato Espressionismo. In
Francia questi artisti si chiamarono Fauves
(letteralmente significa “belve”), perché
caratteristica della loro pittura fu il tono acceso dei
colori usati, a cui i pittori davano un valore di
aggressività e forza capace di trasformare la forma e
il disegno. I Fauves cioè cercavano di esprimere le
loro tensioni emotive attraverso e contrasti di colori
puri stesi senza armonia e con un disegno volutamente
deformato. I rappresentanti di maggior spicco furono
Maurice De Vlaminck (1876 – 1958), Andrè De Rain
(1880 – 1954), Henri Matisse (1869 – 1954), Georges
Rouault (1871 – 1958), Albert Parquet (1875 -1947) e
Raoul Dufy (1877 – 1953).
Die Brùcke
In Germania il movimento espressionista venne chiamato Die Brùcke
(“il ponte”) e fu costituito da quattro giovani: Emil Nolde (1867 –
1956), Karl Schmidt-Rottluff (1884 – 1976), Ernst Ludwig
Kirchner (1880 – 1938) ed Erick Heckel (1883 – 1970). Più ancora
dei Fauves, gli espressionisti tedeschi puntarono decisamente
sulla deformazione del disegno e dell’oggetto, realizzata con
linee spezzate o con andamenti sinuosi, e usarono tonalità di
colori più scuri. I loro soggetti si ispirarono alle maschere e alle
sculture africane, con nudi inseriti nel paesaggio per sottolineare
la condizione “naturale” dell’uomo, oppure alle scene urbane
(piazze, strade, periferie, fabbriche, ponti). Le opere del
norvegese Edvard Munch (1865 – 1944) e del belga James Ensor
(1860-1949) possono senz’altro collocarsi anch’esse in questa
corrente. Munch illustrò l’angosciante solitudine umana: basta
guardare il suo Il grido per accorgersi come il pittore sentisse
l’esistenza umana desolante: il volto della persona, deformato
come in una caricatura, urla tutta la sua angoscia.
All’Espressionismo va ricondotta anche l’opera dei pittori
austriaci Egon Schiele (1890-1918) e Oskar Kokoschka (18861980), che affrontarono i fatti più crudi della vita finendo per
scandalizzare il pubblico dei borghesi benpensanti. Più tardi, con
l’avvento del nazismo, la loro arte fu messa al bamdo.
Il Cubismo
Tra il 1907 e il 1911 Pablo Picasso (1881-1972), Georges Braque (18821963), Juan Gris (1887-1927) e Fernand Lèger (1881-1955) fondarono il
Cubismo, uno dei movimenti artistici più innovativi dell’arte moderna.
Nella rappresentazione cubista l’unità della visione compositiva viene
spezzata: l’immagine è scomposta in tanti frammenti e poi ricomposta su
un unico piano, in completa assenza di profondità e di costruzione
prospettica. Ne Il portoghese, di Braque, la figura viene mostrata
contemporaneamente da diverse angolature, cioè da più punti di vista,
offrendoci così una rappresentazione sfaccettata e frantumata.
Picasso, giunto a Parigi nel 1904, divenne presto uno degli artefici
maggiori della nuova cultura internazionale parigina. Dallo studio delle
opere di Cèzanne imparò ad osservare la natura e a leggere gli oggetti
come figure “geometriche”. In altre parole, egli si oppose alla
semplificazione visiva degli Impressionisti, che appiattivano la natura
sulle loro tele, per restituire invece agli oggetti solidità e profondità.
Non solo: egli scoprì fosse possibile costruire i soggetti pittorici, un
bicchiere così come un volto, con pochissimi elementi (linee curve e
spezzate) in grado di suscitare l’immagine reale nella nostra mente.
Quadri come Les Demoiselles d’Avignon, il Ritratto di Ambrosie Vollard
(1909-1910) e Guernica sono fra le massime espressioni dell’arte
moderna per la forte carica emotiva che ci comunicano e per la loro
funzione innovativa.
Il Futurismo
Il Futurismo, nato in Italia come movimento letterario e fondato da Filippo
Tommaso Marinetti (1876-1944), riunì numerosi architetti, musicisti e pittori:
tra questi ultimi vi erano Giacomo Balla (1871-1958), Carlo Carrà (18811966), Umberto Boccioni (1882-1916), Luigi Russolo (1885-1947) e Gino
Severini (1883-1966). Furono i primi artisti delle avanguardie a stilare, nel
1910, un programma preciso dove furono scritte le indicazioni del tipo di
arte che il gruppo aveva intenzione di creare. Il documento – o Manifesto,
così fu chiamato - venne firmato da tutti i componenti del movimento e fu
poi ampiamente divulgato attraverso conferenze e dibattiti. Secondo i
futuristi la nuova realtà della civiltà industriale, dominata dalla macchina e
dai miti della velocità e del progresso, doveva essere interpretata attraverso
la rappresentazione del movimento e della sua durata temporale. Il soggetto
raffigurato, cioè doveva essere descritto in ogni suo movimento, in ogni sua
trasformazione dinamica; per questo gli artisti fecero largo uso della linea.
Umberto Boccioni, la personalità più significativa del Futurismo, sia in
pittura che in scultura, cercò di rappresentare il movimento dei corpi, degli
oggetti e l’energia che lo provoca. Boccioni riuscì ad ottenere questi effetti
di dinamismo deformando e componendo le forme attraverso il colore e le
linee, come in Città che sale, in Stati d’animo e in Dinamismo di un footballer (“calciatore” in inglese). Anche le sculture Forme uniche nella
continuità dello spazio, del 1913, e Sviluppo di una bottiglia nello spazio del
1912 sono realizzate con la stessa tecnica.
L’Astrattismo
Nel 1911 in Germania Vassilij Kandiskij (1866-1944) fondò, insieme a Franz Marc (18801916) e a Paul Klee (1879-1940), un gruppo denominato Blaue Reiter, che significa
“Tavaliere azzurro”. Gli artisti appartenenti a questo gruppo riconoscevano piena
autonomia ai segni e ai colori che esprimevano direttamente i sentimenti dell’artista
senza passare attraverso la rappresentazione della forma reale. Nacque così la
pittura astratta, realizzata solo con l’uso dei colori, delle linee e delle forme
geometriche. Kandiskij nel 1911 dipinse il primo acquerelle astratto, vale a dire non
figurativo, utilizzando semplici linee e macchie di colore liberamente distribuite sulla
superficie. L’attento studio degli aspetti compositivi del punto, della linea, dei colori e
delle forme continuò negli anni successivi e portò Kandiskij a realizzare opere
astratte geometriche che restano fra le più importanti dell’arte contemporanea. Paul
Klee trasformò e trasferì in una rappresentazione fantastica e poetica alcune
immagini prese dalla realtà, come nel Giardino subacqueo. In seguito diversi pittori
studiarono e svilupparono l’Astrattismo, soprattutto gli artisti russi che trovarono una
loro via originale e personalissima. Casimir Malevic (1878-1935) e El Lissitskij (18901941) furono fondatori di una corrente chiamata Suprematismo. Nelle loro opere
l’espressività si concretizza solo grazie alla rappresentazione di figure geometriche e
a precisi rapporti fra i colori e le composizioni. Il pittore olandese Piet Mondrian
(1872-1944) fondò, insieme ad un gruppo di artisti connazionali, un movimento simile
a quello russo, chiamato De StiJI. Mondrian sviluppò i suoi studi sull’arte astratta fino
ad arrivare ad un nuovo principio estetico, il neoplasticismo. Questo principio indicava
come forme essenziali i quadrati, i rettangoli e i colori rosso-blu-giallo, il nero e il
bianco, che per l’artista “simboleggiavano tutti i colori” e gli elementi dell’universo,
mentre le proporzioni dei quadrati erano simboli dell’armonia universale.
Il segreto del cinema, la formula che ha consentito a questo di
diventare una vera e propria arte, che vanta ormai più di un secolo di
vita, consiste forse nella straordinaria capacità che le immagini hanno
di impressionare e di coinvolgere lo spettacolo, come un testo scritto,
e talvolta ancora di più.
Lo spettacolo è una figura che nasce nel Novecento: noi tutti siamo
<<spettatori>> a casa, davanti allo schermo televisivo o al cinema,
quando sediamo davanti al gigantesco schermo della sala. Il rischio che
corriamo tutti è quello di assorbire passivamente le immagini e le
scene senza più esercitare il necessario filtro della ragione, che
seleziona gli eventi a cui assiste e li valuta mentre li comprende. Per
potere assistere alla proiezione di un film, occorre che lo spettatore
sia preparato, che non subisca le scene, ma le <<viva>> con
partecipazione attiva, con consapevolezza: per fare questo occorre
che conosca le tecniche di scrittura filmica, così come per leggere una
poesia è opportuno – per valutarla in maniera lucida e fondata –
conoscere le regole della poesia, della versificazione, della metrica.
Due grandi registi
Woody Allen ( Allen Stewart Konigsberg, New York
1935).
<< I miei film descrivono la New York dei miei sogni, dei
miei desideri, a volte dei miei ricordi. Vivo in una zona
circoscritta. Una mia isola. Lì mi sento sicuro>> :
questo pensa, e fa, il regista più <<metropolitano>> che
esista. Nasce da una famiglia ebraica, non porta a
compimento gli studi, si improvvisa gagman per la tv, si
esibisce nei night, sceneggia nel 1965 un film di Clive
Donner ( Ciao, Pussycat), scrive commedie: una di
queste – Provaci ancora Sam – diventerà nel 1972 un
film con la regia di Herbert Ross e la interpretazione
(smarrita e sorniona, come tutte le altre) dello stesso
Allen, impegnato una patetica sfida con il fantasma di
Humphrey Bogart. Nella regia esordisce nel 1969 con
una farsa spassosa (Prendi i soldi e scappa) che lo vede
anche interprete, come quasi tutti i film successivi. E
con le farse, sgangherate e passabilmente pungenti,
continuerà fino al 1977, quando, per lo e Annie,
imbastirà una commedia autobiografica zeppa di
nevrosi e di tenera autoindulgenza (gli è al fianco
Diane Keaton , che per alcuni anni sarà la sua
compagna) : quattro Oscar lo premieranno.
Qui si apre quella vena riflessiva e autoriflessiva che accompagnerà
l’autore lungo tutta la carriera: con il fianco Intertors (1978) si
ispira alle atmosfere bergmaniane, con il più articolato Stardust
Memories (1980) strizza l’occhio, spiritosamente, a Fellini, ma è
solo con splendida elegia newyorchese Manhattan (1979), percorsa
trionfalmente dalla musica di Gershwin, che riesce a conciliare
cultura, autobiografica e commedia. Ogni volta che ritroverà
questo equilibrio, senza smarrire il giusto sarcastico della battuta,
otterrà risultati eccellenti o comunque interessanti:Commedia
sexy una notte d’estate(1982), la rosa purpureadel Cairo (1985), un
film sul cinema e le sue illusioni, lo straordinario Hannah e le sue
sorelle(1986), una saga familiare dolce-amara che fa coppia con la
successiva in Radio Days (1987), l’agghiacciante referto di Crimini
e misfatti (1989), il ricalco espressionistico con echi kafkiani di
Ombre e nebbia (1992), la elegante parodia del film gangster
Pallottole su Broadway (1994). Tutto gira, a parte Ombre e nebbia,
intorno a New York e agli incubi di un intellettuale infelice. Le
vicende della vita privata (prima la relazione con Diane Keaton, poi
quella con Mia Farrow, bruscamente interrotta, con clamore e
scandali,nel 1992) si sublimano poco a poco spiritosamente e
dolorosamente insieme, nel ritratto dell’americano in crisi
Federico Fellini (Rimini, 1920, Roma 1993)
Nel panorama del cinema italiano occupa posizione
centrale, simbolo di fantasia e di leggerezza, di
umorismo dispettoso, di sentimentalismo. Solo lui
possiede, tutte insieme queste doti. Nasce in
provincia da una famiglia borghese (padre
rappresentante di commercio, madre casalinga) ha
poca voglia di studiare(lo mandano dai preti), sa
soltanto disegnare. Se ne va di casa, sosta a Firenze,
per frequentare Aldo Palazzeschi, raggiunge Roma,
disegna vignette per il settimanale satirico
Marc’Aurelio, evita il servizio militare e si ritrova
sbandato e allegro in una città che affronta
seraficamente il dopoguerra. Esegue caricature ai
soldati alleati, conosce Aldo fabrizio, lo segue in
qualche giro della sua compagnia di varietà. Rossellini
lo invita a partecipare alla sceneggiatura di Roma città
aperta e di Paisà. Nel 1951, mettendo a frutto
l’esperienza fatta con Fabrizi, offre a Lattuada il
soggetto per Luci del varietà e ne diventa co-regista.
Il primo film suo è Lo sceicco biano (1952) com
Alberto Sordi nei panni di un eroe di fotoromanzo.
Grazioso.
Con I vitelloni (1953), Leone d’argento a Venezia,tutti si accorgono del nuovo
autore, ironico e graffiante oltrechè patetico. Ma è verso l’intenerimento
che Fellini – dimentico dello <<scherzo>> interpretato per Rossellini nel
secondo episodio di Amore
(1948) – mostrato di voler procedere. La
strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) grondano malinconia e strazi
(meno, il bibone del ’55 che sta fra i due e non risparmia sarcasmi agli
arricchiti del dopoguerra). Solo con La dolce vita (1959), clamoroso
successo mondiale, Palma d’oro a Cannes – è il primo dei molti premi
importanti che il regista raccoglierà, fra Oscar, Leoni e coppe – Fellini
trova l’equilibrio fra il senimento, l’umorismo, il dramma, la provocazione,
la satira. E in 8’/2 riesce a penetrare dietro le quinte del suo mondo,
affrondando le mani e lo sguardo, non senza pena, nella biografia di un
uomo inquieto: è il suo secondo capolavoro. Il resto è illustrazione
sfavillsante spesso (talvolta smorta) del già detto. Giulietta degli spiriti
(1965), ASmarcord (1973), Il Casanova di Federico Fellini (1976), il
prezioso e angosciato E la nove va (1973) sono le tappe maggiori di una
lunga stagione che vedrà ancora lo stanco Ginger e Fred (1985), il patetico
Intervista (1987), lo scombinato La vocr della luna (1990). Di questo
periodo è uno dei gioielli felliniani, il feroce Prova d’orchestra (1979):
ritratto come gli altri, ma migliori di altri (esclusi i capolavori), dell’Italia
sospesa fra vecchio e nuovo, tremante e sbuffona.
Due grandi attori Italiani
SOPHIA LOREN (Sofia Sciocolone, Roma, 1934)
Nasce a Roma, figlia illegittima. Finisce a Napoli, dove la vita
è fatta di miseria e di arte di arrangiarsi. Ma il miraggio
del cinema attrae la madre nella capitale. Invano. Invece,
per la sua ragazzina – lunga, magrissima – ci sono concrete
possibilità: nel fotoromanzo, fra le modelle e fra le
comparse a Cinecittà. I concorsi di bellezza cui partecipa,
senza vincerli, la segnalano al produttore Carlo Ponti.
Comincia con una Aida (1953) di Clemento Fracassi,
ovviamente doppiata da un soprano. Subito dopo è un bel
personaggio di popolana nell’insolito musical focloristico
Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini, per
ritrovarsi l’anno successivo in una figuretta di spavalda
pizzaiola in L’oro di Napoli, con la regia di quel De Sica che
più di chiunque altro sopra guidarla e ispirarla. Disinvolta e
a tratti volgarmente sfacciata, l’attrice disegna due
brillanti personaggi di ragazze, per così dire, in carriera
(all’italiana), sotto l’affettuosa direzione di un garbato
Alessandro Blassetti: Peccato che sia una canagli (1954) e
La fortuna di essere donna (1956), due significative
commedie. Ponti la porta a Hollywood ma, a parte un certo
successo di pubblico, non ne ricava gran cosa: il film meno
smorto è Il diavolo in calzoncini rosa (1960) di George
Cukor.
Sarà De Sica che le farà ottenere una vera e propia consacrazione
internazionale con un film tutto italiano e tutto letterario, nello
stile del Moravia più spoglio: La ciociara (1960), premio a Cannes,
nastro d’ argento e Oscar. Le successive collaborazioni con De Sica
sono meno esaltanti ( tranne un episodio di Ieri, oggi e domani,
(1963) ma tutte dignitose( con Matrimonio all’ italiana, 1964, da
Filumena Marturano di Eduardo, vince un premio al festival di
Mosca). Il seguito, con De Sica e con altri, è ordinaria
amministrazione, eccettuata la eccellente prova nell’ accorato e
drammatico personaggio della casalinga di Una giornata
particolare(1977), uno dei film più felici di Ettore Scola. Diva altera,
sicura di sè, Sophia Loren combatte gli anni con una costante
presenza ovunque conti: al cinema, nella moda, nella pubblicità . Nel
1994 ritrova il vecchio partner Mastrianni per un melanconico duetto
in Prèt-a’-porter di Robert Altman.
Totò (Antonio De Curtis Gagliardi Griffo Focas
Comneno, Napoli 1898-Roma, 1967).
Sostiene di discendere dagli imperatori di
Bisanzio.E’ il comico-marionetta su cui piu’ si è
discusso. Fenomeno quasi inspiegabile di frenesia
perfettamente controllata, e di uso raffinato
della mimica e del costume( in teatro dove
esordisce nel primo dopoguerra, sulle scene della
rivista, indossa un tight sformato con i calzoni
troppo corti che lasciano scoperti i calzini
violentemente colorati), arriva al cinema nel
1937 ma non trova estimatori. Nel secondo dopo
guerra le cose cambiano, inspiegabilmente. Il
cinema si impadronisce della sua faccia
<<snodata>>, del suo corpo che sembra manovrato
da fili invisibili e del suo farfugliare in italonapoletano che adotta i nonsensi surrealisti,
scaraventandolo in decine di film dal 1947
all’anno della sua morte. Sono vent’anni di
successi clamorosi,ininterrotti, dove non
contano i registri (in semplice veste di tecnici
dei movimenti e delle luci, e di primi spettatori)
e solo conta la sua recitazione scardinata e
meccanica, saltellone e aforistica: le vicende
che, per così dire, interpreta, sono semplici
<<veicoli>> per la sua comicità.
Alcuni titoli: Fifa e arena (1948), Totò le Makò (1949) – la parodia è
uno dei suoi punti di forza-, L’imperatore di Capri (1949), Totò a
colori (1952), Siamo uomini o caporali? (1955). Ma ce ne sono
cento altri, più o meno equivalenti, talvolta con la presenza di un
comicamente ineccepibile Peppino De Filippo in funzione di alter
ego. Di tanto in tanto alla <<maestà>> Totò si accostano anche
registi veri. De Sica e Monicelli sono i due che meglio lo servono,
sebbene lo snaturino, sottraendogli la vena surreale e
macchiettistica: con il primo Totò gira un episodio di L’oro di
Napoli (1954), con il secondo tratteggia una impagabile figura di
ladro in pensione per I soliti ignoti (1958). Pasolini, infine, gli fa
indossare il personaggio del rivoluzionario lunare e furbesco (e
crudele) per Uccellacci e uccellini (1966) e per due deliziosi – e
fortunatamente surreali, azzeccati – episodi da Le streghe
(1967) e Capriccio all’italiana (1967) : l’omaggio più appropriato a
un razza funambolica.
La letteratura del 900
Fra i tanti movimenti letterari
sviluppatisi nel corso del xx secolo
ricordiamo principalmente il
Futurismo ,l’Ermetismo e il
Crepuscolarismo; ognuno di essi
caratterizzato da un diverso e nuovo
modo di pensare che li rendeva
estremamente originali.
Futurismo
Fondato da Filippo Tommaso Marinetti il 20
febbraio del 1909 con la pubblicazione del
“Manifeste du futurisme”, il futurismo segnò in
particolar modo quasi tutto il secolo del 900 . In
questo periodo, infatti , i soliti schemi e pensieri
e le solite tematiche e regole grammaticali che
caratterizzavano la letteratura subirono profondi
cambiamenti sconvolgendola quasi totalmente . I
temi principali individuati da Marinetti si
rispecchiavano tutti nell’amore per il pericolo, nel
culto del coraggio e dell’audacia, nella lotta
contro il passato e nell’esaltazione della guerra e
dell’aggressività; proprio a proposito di
quest’amore verso i conflitti noi ricordiamo la
famosa filosofia di Marinetti che vedeva la
guerra come la sola igiene del mondo.
Altri cambiamenti che il fondatore futurista apportò
alla poesia 900esca furono l’abolizione di diverse
regole grammaticali, facendo si che nascessero
“parole in libertà” capaci di dar vita ad un
“immaginazione senza fili”.
Il futurismo però non si limitò a modificare soltanto i
principi fondamentali della poesia ; un suo
intervento ci fu infatti anche nel campo teatrale .
In questi vediamo appunto un teatro ricco di
improvvisazioni,comicità e serietà misti nello stesso
spettacolo, irrealtà, dinamicità e soprattutto
sinteticità ed autonomia . Abbiamo poi un tipo di
movimento futuristico legato all’ arte nato subito
dopo la pubblicazione del manifesto di Marinetti. In
questa corrente artistica risaltarono altri famosi
futuristi : Boccioni, Severini , Russolo
Filippo Tommaso Marinetti
Filippo Tommaso Marinetti, nasce ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876,
secondogenito dell'avvocato civilista Enrico Marinetti e di Amalia Grolli.
Alcuni anni dopo, la famiglia torna in Italia e si stabilisce a Milano. Fin da
giovanissimi i fratelli Marinetti manifestano uno smisurato amore per le lettere,
ed un temperamento esuberante.
Nel 1894 Marinetti consegue il baccalaureato a Parigi e si iscrive alla facoltà di
Legge di Pavia già frequentata dal fratello maggiore Leone, che morirà nel 1897
a soli 22 anni a causa di complicazioni cardiache.
Trasferitosi all'ateneo di Genova un anno prima della laurea, che conseguirà
nel 1899, collabora all'Anthologie revue de France et d'Italie, e vince il concorso
parigino dei Samedis populaires con il poemetto La vieux marins.
Nel 1902 viene pubblicato il suo primo libro in versi La conquete des étoiles nel
quale già si scorgono i primi versi sciolti e quelle figure che caratterizzeranno
la letteratura futurista.
Vicino all'area politica socialista non vi aderisce mai a pieno per via delle sue
idee nazionaliste, e nonostante la pubblicazione sull'Avanti del suo Re
Baldoria, riflessione politico satirica.
Nel 1905 fonda la rivista Poesia, tramite la quale inizia la sua battaglia per
l'affermazione del verso libero, per il quale dapprima incontra un'ostilità
diffusa. Il 20 febbraio del 1909 pubblica su Le Figaro' il manifesto del
Futurismo, fondato su undici punti che conglobano tutte le arti, il costume e la
politica, facendo del futurismo l'unica avanguardia poliedrica. Il futurismo
dichiara Marinetti: "E' un movimento anticulturale, antifilosofico, di idee, di
intuiti, di istinti, di schiaffi, pugni purificatori e velocizzatori.
I futuristi combattono la prudenza diplomatica, il tradizionalismo, il neutralismo, i musei, il
culto del libro."
La rivista Poesia viene soppressa pochi mesi dopo perché considerata sorpassata dallo stesso
Marinetti, il quale conclude la sua pubblicazione facendo apparire sull'ultimo numero il poema
futurista Uccidiamo il chiaro di luna, atto d'accusa all'arcaico sentimentalismo dominante nella
poesia italiana, e vero e proprio inno alla follia creativa.
Da principio, oltre ai frizzanti e provocatori Manifesti, le serate a teatro sono la principale cassa
di risonanza del futurismo, il pubblico composto da aristocratici, borghesi e proletari, viene
provocato con abilità e maestria e spesso le serate futuriste si concludono con l'intervento
delle forze dell'ordine.
Da principio, oltre ai frizzanti e provocatori Manifesti, le serate a teatro sono la principale cassa
di risonanza del futurismo, il pubblico composto da aristocratici, borghesi e proletari, viene
provocato con abilità e maestria e spesso le serate futuriste si concludono con l'intervento
delle forze dell'ordine.
Nel 1911 allo scoppio del conflitto in Libia, Marinetti, vi si reca come corrispondente per il
giornale parigino L'intransigeant, e sui campi di battaglia trova l'ispirazione che consacrerà
definitivamente le parole in libertà.
Nel 1913, mentre in Italia sempre più artisti aderiscono al futurismo, Marinetti parte per la
Russia per un ciclo di conferenze. Nel 1914 pubblica il libro parolibero Zang Tumb tumb.
Alla vigilia del primo conflitto mondiale Marinetti ed i futuristi si proclamano accesi
interventisti, e partecipano al conflitto, alla fine del quale al leader futurista sono conferite
due medaglie al valore militare.
Alla fine della prima guerra mondiale Marinetti stipula un programma politico futurista, i
suoi intenti rivoluzionari portano alla formazione dei fasci futuristi e alla fondazione del
giornale Roma futurista. Nello stesso anno avviene l'incontro con la poetessa e pittrice
Benedetta Cappa che nel 1923 diventerà sua moglie, e da cui avrà tre figlie.
Nonostante una certa vicinanza all'area comunista e anarchica, Marinetti non è convinto che
una rivoluzione bolscevica come quella russa sia prospettabile per il popolo italiano, e ne
propone un'analisi nel suo libro Al di là del comunismo pubblicato nel 1920.
Il programma politico futurista affascina Mussolini trascinandolo a fare suoi molti degli
innumerevoli punti del manifesto programmatico. Nel 1919 alla riunione al San Sepolcro per la
cerimonia di fondazione dei fasci dei combattenti, Mussolini si avvale della collaborazione dei
futuristi e della loro abilità propagandistica.
Nel 1920 Marinetti si allontana dal fascismo, accusandolo di reazionarietà e passatismo,
rimanendo comunque una personalità rispettata e piena di considerazione da parte di
Mussolini. Durante i primi anni di regime fascista Marinetti intraprende varie tournee all'estero
per la divulgazione del futurismo, durante questi suoi viaggi partorisce l'idea per un nuovo tipo
di teatro, "regno del chaos e della molteplicità."
Il 1922 è l'anno che vede la pubblicazione del, a detta del suo stesso autore, "indefinibile
romanzo" Gl'Indomabili, a cui seguiranno altri romanzi e saggi.
Nel 1929 viene insignito della carica di letterato d'Italia. Seguono la pubblicazione di poemi ed
aeropoemi.
Nel 1935 si reca volontario in Africa orientale; di ritorno nel 1936 comincia una lunga serie di
studi e sperimentazioni sulle parole in libertà.
A luglio del 1942 riparte per il fronte, stavolta nella campagna di Russia. Il suo stato di salute
all'arrivo del rigido autunno si aggrava ulteriormente e viene rimpatriato. Nel 1943 dopo la
destituzione di Mussolini, con la moglie e le figlie, si trasferisce a Venezia.
Verso l'una e venti del 2 dicembre 1944 a Bellagio sul Lago di Como, mentre dimorava in un
albergo in attesa di ricovero in una clinica svizzera, muore a causa di una crisi cardiaca; quella
stessa mattina all'alba aveva composto i suoi ultimi versi.
Di lui ha detto il poeta Ezra Pound: "Marinetti e il futurismo hanno dato un grande impulso a
tutta la letteratura europea. Il movimento al quale Joyce, Eliot, io stesso e altri abbiamo dato
origine a Londra non sarebbe esistito senza il futurismo".
L‘automobile da corsa
Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olî minerali,
avido d’orizzonti, di prede siderali
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!
Che importa, mio dèmone bello?
Io sono in tua balìa! Prendimi! Prendimi!
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d’echi loquaci;
sotto il cielo accecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.
E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime
Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d’abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi!
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l’ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse
Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali
O montagne dai freschi mantelli turchini!
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo!
Su questo mio mostro impazzito!
Stelle! mie stelle! l’udite
il precipitar dei suoi passi?
Udite voi la sua voce, cui la collera spacca
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia
e il tuonar de ’ suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?
Accetto la sfida, o mie stelle!
Più presto! Ancora più presto!
E senza posa, né riposo!
Molla i freni! Non puoi?
Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!
Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebbriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!
FILIPPO TOMMASO MARINETTI
IL CREPUSCOLARISMO
Nei primi anni del 900 nacque in Italia la
corrente letteraria del crepuscolarismo, un
movimento caratterizzato da pensieri e opere
poetiche particolarmente tristi e malinconiche .
I poeti crepuscolari infatti, si consideravano
infelici privi di alcuna capacità di nutrire i
sentimenti, ed erano ogni giorni sempre più
desiderosi di potersi rifugiare nel passato. Nelle
loro poesie i temi ricorrenti erano le stazioni
ferriovarie, i conventi, la noia della domenica,
l’amore con le serve e le malettie.
L’ermetismo
La poesia ermetica,detta anche poesia pura,si sviluppò negli anni
20 e negli anni 30 del xx secolo. Tutte la ideologie ermetiche
si basavano su di un ragionamento centrale , secondo il quale
ogni pensiero di un autore non aveva mai una conclusione
logica ed ogni parola doveva essere letta sotto un’altra chiave
che permetteva di scavare il suo più segreto e remoto
significato; infatti con il passar del tempo, le parole erano
state private del proprio valore originale coperto da numerose
retoriche. Il primo fra tutti i poeti che cercarono il
significato nascosto di ogni vocabolo , fu Giuseppe Ungaretti ,
seguito poi da Quasimodo e Montale.
POESIE DELLA GUERRA
SUL MURO C’ERA SCRITTO
Sul muro c’era scritto col gesso: vogliamo
la guerra. Chi l’ha scritto è già caduto.
B.BRECHT
CHI STA IN ALTO DICE
Chi sta in alto dice: si va verso la gloria.
Chi sta in basso dice:si va verso la fossa
B.BRECHT
Alla fronde dei salici
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
Uomo del mio tempo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore
Salvatore Quasimodo
Generale il tuo carro armato
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente.
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
Perdono Hiroshima
Perdono, Hiroshima.
Perdono per ogni passo
che tocca una ferita, apre una cicatrice.
Perdono per ogni sguardo,
che duole, anche se carezzevole.
Perdono per ogni parola
che turba il cielo in cui cerchi
i tuoi bambini,
popoli di bambini che perdesti per sempre.
Tomba
inesistente. Vento. vento. vento.
E' la loro voce che ora piano suona
ogni giorno più spenta,
solo nel ricordo.
Oh, cimiteri
inesistenti. inesistenti. inesistenti.
Voler piangere e non poter stringere fra le braccia
nemmeno un'urna, una tomba almeno.
Dove sono i tuoi bambini, Hiroshima? Forse
nell'oceano
d'argento indifferente.
Forse nel mausoleo infinito
del cielo.
O forse, proprio su questa terra
che io calpesto.
Ogni passo io lo traccio con timore.
Ogni pezzo di terra
nasconde una bara.
Mi sembra che la terra
da me calpestata gridi: - Mamma.
Ahi, aria di smalto, dammi le ali,
che io mi innalzi leggero
per non urtare col passo delle ferite,
che l'ala mia tagli l'aria, come d'angelo.
Ma sfavillando dalle migliaia di lesioni,
si avvicina Hiroshima a me,
si avvicina e si china piano
e mi fa segno:
vieni, amico
e vedi ciò che è stato,
ciò che è.
E narra.
(Eugen Jebeleanu)
Bombardamento
ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare
spazio con un accordo tam-tuuumb
ammutinamento di 500 echi per azzannarlo
sminuzzarlo sparpagliarlo all’infinito
Nel centro di quei tam-tuumb
spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati)
balzare scoppi tagli pungi batterie tiro
rapido Violenza ferocia regolarità questo
basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno
orecchie
narici
occhi
aperti attenti
stonare professori d’orchestra questi bastonatissimi
suooooonare suooooonare Graaaaandi
fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli
rumori più piccoli minutissssssimi rottami
di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri
quadrati
Tungia sdraiati
dopi ritti
Fiumi Maritza
Monti Ròalture palchi log-
gione 2000 shrapnels sbracciarsi ed esplodere
fazzoletti bianchissimi pieni d’oro Tumtumb
2000 granate
protese strappare con schianti capigliature
tenebre zang-tumb-zang-tuuumtuuumb orchestra dei rumori di guerra
gonfiarsi sotto una nota di silenzio
tenuta nell’alto cielo pal
-lone
sferico dorato sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy .
sulla testa ciaack bello
vampe
vampe
vampe
Vampe
vampe
ribalta dei forti dievampe
vampe
tro quel fumo Sciukri Pascià comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allò Ibrahim Rudolf allô allô
attori ruoli
echi suggeritori
scenari di fumo foreste
applausi odore di fieno fango sterco non
sento più i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcio
Timmmpani
flauti clarini dovunque basso alto uccelli
cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza
verde mandre don-dan-don-din-béèé tam-tumbtumb tumb tumb-tumb-tumb
-tumb
vampe
vampe
forza che gioia vedere udire fiutare tutto
tutto taratatatata delle mitragliatrici strillare
a perdifiato sotto morsi schiaffi traaktraack frustare pic-pac-pum-tumb bizzzzarie salti altezza 200m. della fucileria
Giù giù in fondo all’orchestra stagni
diguazzare
pungoli carri pluff plaff
buoi bufali
inpen-
impennarsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack
lari nitriti iiiiii….. scalpiccii tintinnii 3
battaglioni bulgari in marcia croooc-craac
[LENTO DUE TEMPI] Sciumi Marita
o Karvavena croooc craaac grida degli
ufficiali sbataccccchiare come piattttti d’otttttone
pan di qua paack di là cing buuum
cing ciack [PRESTO] ciaciaciaciaciaak
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi. »
Salvatore Quasimodo
Le dittature
Fascismo in
Italia
1922
Marcia su Roma
Formazione del
primo ministero
Mussolini.
1923
Riforma Gentile.
Approvata la
riforma scolastica
del filosofo
Giovanni
Gentile,che esalterà
il concetto di
nazione e di stato.
1924
Il caso Matteotti.
Si svolgeranno le elezioni politiche e il
partito fascista otterrà la maggioranza.
Giacomo Matteotti denuncerà i brogli
dei fascisti e verrà rapinato e
assassinato. Soppressa la libertà di
stampa.
1926
La polizia segreta.
Si consolida il potere personale del
duce.
Abolite tutte le libertà politiche e
sindacali.
Saranno stabilite dure pene:confino
di polizia,pena di morte,tribunale
speciale e nascerà la polizia segreta
(Ovra).
1929
Concordato
Stipulati i Patti Lateranensi tra la
Santa Sede e il Governo italiano.
La città del Vaticano è riconosciuta
Stato indipendente.
1932
Le grandi bonifiche.
Con Mussolini ci sarà la bonifica
delle paludi Pontine.
Verrà fondata la città di
Littoria,che nel 1945 si chiamerà
Latina
1936
Guerra d’Africa. Le truppe italiane
entreranno ad Addis Abeba e
l’Italia avrà il suo impero.
1940
La campagna in Grecia.
L’Italia invaderà la Grecia durante
la seconda guerra mondiale, ma
subirà una sconfitta in Albania.
1943
L’armistizio.
Il 25 luglio,1943,al Gran consiglio,
Mussolini viene messo in minoranza. Il Re
ordina il suo arresto e lo fa confinare al
Gran Sasso. Viene nominato Badoglio a
capo del Governo,il quale annuncia L’8
settembre l’armistizio con le forze dell’asse.
Il 23 settembre Mussolini fonda la
Repubblica sociale Italiana,con sede a
Salò.
1945
Piazzale Loreto.
Il 24-25 aprile il duce viene
catturato dai partigiani,con
Claretta Petacci.Entrambi sono
fucilati e i loro corpi vengono
esposti in Piazzale Loreto a
Milano.
NAZISMO IN
GERMANIA
30 gennaio 1933
Hitler diventa
Cancelliere.
Di origine
austriaca,Hitler
viene nominato
27 febbraio 1933
Pieni poteri.
20 luglio 1933
Accordo con la Chiesa.
15 settembre 1935
Le leggi razziali.
Comincia la persecuzione
antisemita.
Lo sterminio degli ebrei
Quando, il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa
fece il suo ingresso nel campo di
concentramento di Auschwitz, emerse, in tutta
la sua drammaticità, l’ orrore per l’ olocausto di
un popolo, le cui crude immagini.....
….immortalate dagli operatori sovietici e
mostrate al processo di Norimberga,
come prova contro i crimini nazisti,
sconvolsero il mondo intero .
Gli ebrei furono interdetti dagli uffici,
dalle libere professioni, dalle scuole
ariane, dalle banche; espulsi ed
allontanati dalle loro abitazioni, furono
rinchiusi in appositi quartieri recintati, i
famigerati “ghetti”.
….immortalate dagli operatori sovietici e
mostrate al processo di Norimberga,
come prova contro i crimini nazisti,
sconvolsero il mondo intero .
Gli ebrei furono interdetti dagli uffici,
dalle libere professioni, dalle scuole
ariane, dalle banche; espulsi ed
allontanati dalle loro abitazioni, furono
rinchiusi in appositi quartieri recintati, i
famigerati “ghetti”.
1938
L’Austria diventa tedesca.
Riunificazione Austria- Germania.
10 novembre 1938
La”Notte dei cristalli”.
Vengono ordinati alle SS e alle
SA”atti spontanei”contro gli ebrei.
30000 ebrei verranno arrestati e
avviati ai campi di concentramento.
1939
La Polonia invasa.
Obbiettivo di Hitler:isolare
Danzica e il “corridoio polacco”con
una guerra lampo.
L’Italia invaderà la Grecia
durante la seconda guerra
mondiale,ma subirà una
sconfitta in Albania.
1943
L’armistizio.
Il 25 Luglio,1943,al Gran Consiglio,Mussolini
viene messo in minoranza. Il Re ordina il suo
arresto e lo fa confinare al Gran Sasso. Viene
nominato Badoglio a capo del Governo,il quale
annuncia l’8 Settembre l’armistizio con le forze
dell’asse. Il 23 Settembre Mussolini fonda la
Rep. Sociale Italiana,con sede a Salò.
1940
Hitler attacca la Danimarca e la
Norvegia.
Calpesta la neutralità
dell’Olanda,del Belgio e del
Lussemburgo e,dopo aver aggirato
la”linea Marginot”invade la
Francia ed intra vittorioso a Parigi.
1941
Avanzata verso l’Unione Sovietica.
Dopo i primi successi,le truppe
tedesche stremate dal freddo e dalla
stanchezza,verranno bloccate.
23 Ottobre 1941
L’Olocausto.
Campi di sterminio nei Paesi
invasi e inizio della”soluzione
finale”del problema ebraico.
31 Gennaio 1943
Sconfitta e fine della guerra.
A Stalingrado le truppe
tedesche furono costrette alla
resa!
Ritirata.
30 aprile 1945
La fine di Hitler
nel bunker con la
moglie Eva
Braun.
Fine di un
incubo!
Stalinismo in Russia
dopo la morte di
Lenin,Stalin,col
XV Congresso del
Partito,diviene
capo assoluto del
Partito e del Paese.
Appena eletto farà
espellere
dall’Unione
Sovietica il suo più
accanito oppositore
Trotzkij .
Per il suo regime dittatoriale si
servirà della polizia segreta (GPU)
che avrà la sua sede nella
“Lubianka”.
Nel 1945 parteciperà al Congresso
di Yalta,dove gli Stati alleati
avviarono una nuova spartizione
del Mondo.
Dopo essersi assicurato il totale
monopolio del potere lancerà la sua
nuova politica economica:i piani
quinquennali…
Nasceranno i”kolkoz”,aziende
agricole dove i contadini
lavoreranno collettivamente la terra
di proprietà statale.
Si libererà poi degli
oppositori,cioè,dei nemici del
socialismo,ordinandone o
l’impiccagione o la prigionia nelle
terribili carceri siberiane.
II° metà del 1900
Una nuova “spartizione nel
mondo”
Alla fine della II° guerra mondiale,
dopo la conferenza di pace del
1946, la Germania verrà divisa in
quattro zone di occupazione:
francese, inglese, statunitense e
sovietica.
La stessa capitale, Berlino, verrà
divisa in quattro parti.
Successivamente, le tre zone
occidentali della Germania
verranno unificate e nascerà la
Repubblica
Federale tedesca(con capitale Bonn). Nella parte
orientale, invece, sotto la sfera sovietica,
nascerà la Repubblica Democratica tedesca,
(con capitale Berlino), a regime comunista.
L’Austria si separò dalla Germania e divenne
uno stato indipendente, anche se il suo territorio
fu sottoposto all’occupazione delle Potenze
vincitrici. L’Europa si divise in due: Europa
orientale, (filo-sovietica) e l’Europa
occidentale(con i Paesi alleati degli USA e, tra
questi, l’Italia).
Nasce l’ONU
L’ONU , Organizzazione
delle Nazioni Unite,
nacque nel 1946 con lo
scopo di mantenere la
pace in tutti i Paesi del
mondo. I primi Stati che vi
aderirono furono quelli
che uscirono vincitori
dalla II° guerra mondiale.
L’Italia vi entrò a far parte
solo nel 1955.
L’ONU ha la sua sede a
New York nel famoso
“palazzo di vetro”.
Dopo la II° guerra mondiale nacquero anche
delle organizzazioni comunitarie
europee:la “CECA” ( Comunità Europea
Carbone e Acciaio)1951, la “CEE”(
Comunità Economica Europea o “MEC”).
Lo scopo era quello di realizzare una più
stretta collaborazione fra i vari Paesi così
da aumentare il peso politico ed
economico dell’Europa.
La Germania divisa
( L’età della guerra fredda)
Repubblica Federale Tedesca(RFT) o
Germania occidentale, legata agli USA ed
inserita nella NATO; nello stesso anno le
regioni occupate dall’URSS costituirono la
Repubblica Democratica Tedesca(RDT) o
Germania orientale, alleate dall’URSS.
I due blocchi contrapposti
AMERICA
(NATO= PATTO
ATLANTICO DEL NORD, 1949)
I PAESI CHE VI ADERIRONO:
1)CANADA
2)FRANCIA
3)INGHILTERRA
4)NORVEGIA
5)DANIMARCA
6)ISLANDA
7)PORTOGALLO
8)BELGIO
9)OLANDA
10)LUSSEMBURGO
11)ITALIA(1951)
12)REP:FEDERALE TEDESCA
13)SPAGNA(1982)
14)GRECIA E TURCHIA
URSS
PATTO DI VERSAVIA
I PAESI CHE LO FIRMARONO
1)UNGHERIA
2)POLONIA
3)CECOSLOVACCHI
4)BULGARIA
5)REP.FED.TEDESCA
6)ROMANIA
“GUERRA FREDDA”
Tra USA e URSS, dopo la II° guerra
mondiale, comincerà quella che sarà
definita, a ben ragione, la “guerra
fredda” per indicare il clima di
differenza e di ostilità che si verrà a
creare tra i due Paesi. Il mondo si
dividerà in due blocchi:l’URSS, da un
lato, con la sua potenza militare e il
suo regime comunista(esteso, dopo il
conflitto, a tutti i Paesi dell’Europa
orientale che erano stati liberati
dall’armato rossa: Polonia,
Cecoslovacchia, Ungheria, Romania,
Bulgaria e la Repubblica
Democratica tedesca).
Dall’altro lato l’USA che raccolse i Paesi
dell’Europa occidentale, con un governo
democratico ed una economia di tipo
capitalistico. Nacquero anche alleanze militari
separate:da una parte la NATO(patto
atlantico del nord) con molti Paesi dell’Europa
occidentale, tra cui l’Italia ,alleati con l’USA .
Dall’altra l’URSS e i Paesi filo-sovietici con il
patto di Varsavia(1955).
Col “Piano Marshall”, inoltre, l’America creerà un blocco
contrapposto, sul piano economico, ai Paesi sovietici e
al loro governo comunista. Il blocco comunista creerà il
“Comecon”. Il muro di Berlino(1961) rappresenterà
simbolicamente la linea di separazione tra i due blocchi.
Inizierà la “corsa agli armamenti” la svolta decisiva a
questo stato di tensione arriverà con la morte di Stalin.
Gli succederà a Kruscev. Quest’ultimo inaugurerà una
nuova fase nei rapporti tra i due blocchi. Denuncerà e
condannerà del governo stalinista e produrrà una
profonda trasformazione nella società sovietica.
Approfitteranno di questo nuovo corso i Paesi dell’Est.
Qui inizieranno una serie di agitazioni. Ma la Russia
confermerà il suo controllo politico e militare su questi
Paesi satelliti: Polonia, Ungheria,Romania. Nel 1962,
nonostante il clima di “distensione” tra i due blocchi, il
mondo fu sull’orlo di una guerra atomica. Il governo
sovietico con quello cubano aveva deciso l’installazione
di missili nucleari sovietici a Cuba.
(L’accordo avvenne tra
kruscev e Castro, che,
con una
rivoluzione,aveva portato
nel suo Paese il
comunismo).
L’America dispose subito un
blocco navale per
impedire l’ingresso di
armi sovietiche nell’isola.
Tutto si concluse con un
accordo tra kruscev e il
Presidente americano
Kennedy.
Referendum: scacco a RE
Il 2 giugno 1946, a distanza di poco più di un
anno dalla fine della guerra, l’Italia diede
benservito alla monarchia scegliendo di
diventare una Repubblica. A deciderlo fu
uno scarto di due milioni di voti. Ma non
mancarono i sospetti di clamorosi brogli.
Ascesa e caduta dell’ultimo re
d’Italia
<<Abdico alla Corona del
Regno d’Italia in favore di
mio figlio Umberto di
Savoia Principe di
Piemonte. Vittorio
Emanuele . Napoli, 9
maggio 1946>>.
Con queste poche righe il re
d’Italia lasciò il trono.Ma il
suo successore restò in
carica soltanto pochi
giorni:il 2 giugno, infatti,gli
italiani avrebbero votato
per la Repubblica.
Corriere della sera
è nata la repubblica italiana
MODERNE APOCALISSI
Tra le più gravi apocalissi che hanno macchiato in modo indelebile
l’avventura umana sul pianeta non possiamo dimenticare l’olocausto
ebraico e il genocidio atomico di Hiroshima e Nagasàki. Per ciò che
riguarda il primo lo sterminio degli ebrei,riteniamo utile riportare una
deposizione di Rudolf Hoss, capo delle SS tedesche, sulla “Soluzione
finale” fatta a Norimberga, durante lo storico processo. Egli disse:
La <<soluzione finale>> del problema ebraico significava il completo
sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Mi fu dato l’ordine, nel Giugno del
1941 di creare, ad Aushwitz, installazioni per lo sterminio: Belzec,
Treblinka e Wolzek…. Feci una visita a quello di Treblinka per vedere
come si produceva allo sterminio
LA SOLUZIONE FINALE
Il comandante del campo di treblinka mi disse di aver liquidato 80 000
persone nel corso di semestre. Era stato incaricato di liquidare prima tutti
gli ebrei provenienti dal ghetto di Varsavia. Egli usava monossido di
carbonio. Ma io non ritenni che i suoi metodi fossero molto efficienti, per
cui quando ad Auschwitz organizzai i locali per lo sterminio utilizzai i ciclon
B, acido prussico in cristalli che veniva fatto cadere nelle camere della
morte da una piccola apertura. Per uccidere coloro che vi si trovavano
bastavano da tre a quindici minuti, a seconda delle condizioni
atmosferiche. Sapevamo che le persone erano morte quando le grida
cessavano. In genere, aspettavamo una mezz’ora prima di aprire le porte
e portar via i cadaveri. Poi i nostri commandos speciali toglievano loro gli
anelli e i denti d’oro. Rispetto a Treblinka un altro progresso fu la
costruzione di camere a gas che contenevamo duemila persone alla
volta,mentre a Treblinka le dieci camere a gas potevano servire solo per
duecento ognuna.
IL GENOCIDIO ATOMICO: HIRISHIMA IL GIORNO
DOPO
Esistono deserti di sabbia , deserti di pietre, deserti di ghiaccio, ma
Hiroshima,o per essere esatti il luogo dove un tempo sorgeva
Hiroshima, alla fine di Agosto era un deserto di una nuova specie, mai
vista prima: u deserto atomico, creato dall’homo sapiens, che sotto la
superficie nero-grigia serbava ancora le tracce della sua attività, i miseri
resti della sua specie. A poco a poco, i sopravvissuti venuti da fuori a
ricercare tra le rovine i parenti e gli amici, si erano via via ritirati dal
<<cerchio mortale>> della bomba a due, tre fino a quattro chilometri dal
centro dei suoi effetti più violenti.
Le vie della pace
Le poesie della pace
La non violenza
”L’odio paralizza la vita, l’amore, la
libertà,l’odio confonde la vita, l’amore
l’armonizza, l’odio oscura la vita, l’amore
la illumina”
Martin Luther King
GANDHI
Se da una guerra ci sarà un
vincitore, la vittoria vera sarà
una morte vivente per la
Nazione che riuscirà
vittoriosa.
Le canzoni della pace
La guerra di Piero
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano che ti fan
veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
"Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati, non più
i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente".
Così dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso l'inferno te ne vai triste come
chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve.
Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po' addosso, dei
morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce.
Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di "java" ed
arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera.
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che
aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora, fino a che tu non
lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue.
"E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire, ma il
tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi d'un uomo che muore".
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti i un solo
momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder
perdono per ogni peccato.
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo
momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe
stato ritorno.
"Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio.
Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in
Inverno".
E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile,
dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al
sole.
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il
tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille
papaveri rossi.
Fabrizio de andrè
John lennon
Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today...
Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
Traduzione imagine di John
Lennon
Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva al presente...
Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace...
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno
Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero...
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno
Prima guerra mondiale
28 giugno 1914 Sarajevo
L’ arciduca Francesco Ferdinando venne ucciso con la
moglie a Sarajevo da un giovane studente bosniaco, che,
come tutti i nazionalisti, mirava alla creazione di un
unico, grande Stato slavo sotto la direzione della Serbia.
(Questa faceva parte della regione balcanica, alla quale
erano interessate l’ Austria e la Russia. Famosa
“Questione d’ oriente”!).
Immediata fu la reazione dell’ Austria che inviò un
ultimatum alla Serbia, considerata responsabile dell’
attentato.
La Serbia ritenne quel ultimatum inaccettabile e lo
rifiutò.
Il 28 luglio 1914, l’ Austria dichiarò guerra alla Serbia.
La follia della guerra
“ fallimento della ragione e della pietà”
Cause.
In Europa, agli inizi del 1900, esistevano fra gli Stati molte rivalità e molte tensioni.
Diversi i motivi:
1.Lo scontro di interessi per il controllo dei possedimenti coloniali, che aveva determinato in
ogni Stato una corsa agli armamenti, con enormi vantaggi delle industrie belliche.
2.La forte e crescente ambizione di ogni Stato di espandersi e di costruirsi un proprio Impero.
3.L’affermazione, all’interno di ogni Nazione, di ideologie, come il Nazionalismo e il
Razzismo, con le quali si esaltava la superiorità di una Nazione su un’altra e si sosteneva
l’esistenza di razze inferiori.
4.Il desiderio della Germania e della Russia di riunire nel proprio Stato tutti i popoli di origine
tedesca e slava (pangermanesimo = tutto Germania e panslavismo = tutto Russia).
5.La tendenza degli Stati ad occupare quei territori dell’Impero Turco ormai in disfacimento:
la famosa “Questione d’Oriente”.
6.La nascita in Europa di due blocchi contrapposti: la triplice intesa (Russia,Francia e
Inghilterra) e la triplice alleanza (Italia,Austria e Germania).
7.L’Irredentismo che interessava tutti i popoli sottomessi al dominio straniero.
Prima guerra mondiale
La scintilla
1914: l’ erede al trono austro- ungarico, Francesco Ferdinando, venne ucciso
con la moglie Sarajevo da un giovane studente bosniaco che, mirava alla
creazione di un unico grande stato Slavo sotto la direzione della Serbia (
questa faceva parte della regione balcanica, alla quale erano interessate
soprattutto l’ Austria e la Russia. Famosa “Questione d’ Oriente “).
Immediata fu la reazione dell’ Austria che inviò un ultimatum alla Serbia
considerata responsabile dell’ attentato. La Serbia ritenne quel ultimatum
inaccettabile e lo rifiutò. Il 28 luglio 1914 l ‘ Austria dichiarò guerra alla
Serbia.
-1914- Scatta il gioco delle alleanze e iniziarono le dichiarazioni di guerra.
- La Russia si schiera con la Serbia.
- - la Germania si schierata con l’ Austria(che era unita insieme all’ Italia
dalla triplice Alleanza).
- L’ Italia resta neutrale.
1917 disfatta di Caporetto e
Rivoluzione Russa
La rivoluzione RUSSA
• Mentre ancora infuria la prima guerra mondiale , l’ impero russo
viene travolto da una rivoluzione promossa dai contadini,
operai e soldati. All’ origine della rivolta stanno la protesta
verso il governo assolutista dello zar, il malcontento per le
miserie condizione di vita del popolo e l’ insofferenza dell’
esercito di fronte a un conflitto sempre più disastroso. Con la
vittoria dei bolscevichi di Lenin , che sconfiggono in una guerra
civile le ultime resistenze controrivoluzionarie, nasce l’Unione
Sovietica, il primo Stato nel mondo a struttura socialista.
La Rivoluzione Russa
• Contadini,operai e soldati scendono in piazza per protestare
contro il governo assolutista dello zar e per le misere
condizioni di vita. In più ,i soldati chiedevano la fine della
guerra ( le 5 giornate di Pietrogrado) .
• La rivolta si trasformò in una vera e propria rivoluzione!
• In soli 5 giorni cadeva un regime secolare. Lo zar NICOLA
II fu costretto ad abdicare e arrestato con la famiglia.
GOVERNO PROVVISORIO che cercò di instaurare un
regime di tipo liberale. Questo è contrastato dai “ SOVIET”
(assemblee di soldati e operai). Ciò rende la situazione assai
instabile.
Ritorno di Lenin, capo del partito bolscevico , dall’esilio.
Kerenskij al governo.
Ottobre 1917: seconda rivoluzione.
I Bolscevichi attaccano e conquistano Pietrogrado.
Repubblica socialista.
Primeggiano, nel nuovo governo (formato per la maggior parte
da comunisti), oltre a Lenin, Trotzkij e Stalin.
Elezioni: Lenin non ha la maggioranza dei voti e di fronte il
risultato negativo, scioglie il Parlamento e accentra nelle sue
mani tutti i poteri DECIDE SUBITO IL RITIRO DELLA
RUSSIA DALLA GUERRA con la “pace di Brest-Litovsk”,
1918. Con essa la Russia è costretta a riconoscere l’
indipendenza dell’ Estonia, della Lettonia, della Lituania, della
Polonia e della Finlandia.
Pace con la Germania.
GUERRA CIVILE : tra “armate bianche” (formate da coloro
che erano contrari ai bolscevichi ) e “armate rosse” ( esercito
bolscevico). La guerra durò dal 1918 al 1920 e si concluse con
la vittoria dei bolscevichi.
1922: nasce l’URSS ( Unione della Repubblica Socialiste
Sovietiche con capitale Mosca).
1924: muore Lenin.
La successione fu disputata accanitamente da Stalin e Trotzkij.
Prevalse Stalin: inizio di una feroce dittatura.
2° Guerra Mondiale
-Il 1° settembre 1938 inizia la 2° guerra
mondiale con l’attacco della Germania alla
Polonia.
-Il 3 settembre entrano in guerra la
Francia che fu attaccata dalla Danimarca e
dalla Norvegia mentre la Finlandia è
attaccata dalla Russia.
Nonostante tutte le protezioni che la Francia
aveva creato,la Germania riesce ad entrare
nella nazione occupando solo una parte.
Il paese (la Francia) venne divisa in 2 parti:
-parte della Francia cioè Parigi era occupata
direttamente dai tedeschi.
-altra parte della Francia cioè Vichy era
occupata indirettamente dai nazisti
Tutto questo successe dopo l’armistizio
Intanto il generale De Guelle incoraggiava il
popolo tramite radio,perché fu costretto a
scappare dalla nazione,dicendo:”abbiamo perso
una battaglia ma non una guerra”
Fallisce il tentativo tedesco
Hitler voleva attaccare l’isola della Gran Bretagna con
l’aviazione,le città inglesi subirono grandi
bombardamenti,ma gli inglesi non cedettero,anche
perché avevano dei radar che individuavano gli aerei in
arrivo.
Cosi hitler riceve la prima sconfitta in Inghilterra
L’insuccesso italiano in Grecia è
risolto dall’intervento della Germania
• Nel 1939 l’Italia si trovava in uno stato di
“belligeranza” e dopo essere entrata in guerra e dopo
l’attacco e in africa contro i popoli inglesi 1940
attacca la Grecia che riuscì a sconfiggerla solo grazie
all’aiuto della Germania che occupò tutta la penisola
Balcanica.
• Poi anche in africa riuscimmo a vincere questa
battaglia grazie ai tedeschi.
• Dopo le tante sconfitte Mussolini rinuncia al suo sogno
coloniale
Hitler ordina a tradimento l’invasione
dell’unione sovietica
• Il 22 giugno senza neppure dichiarare guerra
hitler penetra in Russia.
• L’armata però riuscì a bloccare hitler e alla
fine del 1941 il conflitto coinvolge tutte le
nazioni e diventa MONDIALE
Il patto tripartito
• Nel 1940 Il Giappone,l’Italia e la Germania formano il patto
tripartito.
• L’11 dicembre 1941 Roosvelt dichiara guerra al giappone ,con
questa dichiarazione anche l’Italia e la Germania entrano in
guerra.
• Questa dichiarazione era una conseguenza dell’attacco del
Giappone a Pearl Hurbor (base navale americana)
• Nel 1942 tutta l’Europa era sotto il controllo della Germania
dopo di che nascono i movimenti partigiani che avevano la voglia
di resistere e di lottarr contro i fascisti che abusavano la povera
gente e nemici
MODERNE APOCALISSI
Tra le più gravi apocalissi che hanno macchiato in modo
indelebile l’avventura umana sul pianeta non possiamo
dimenticare l’olocausto ebraico e il genocidio atomico di
Hiroshima e Nagasàki. Per ciò che riguarda il primo lo sterminio
degli ebrei,riteniamo utile riportare una deposizione di Rudolf
Hoss, capo delle SS tedesche, sulla “Soluzione finale” fatta a
Norimberga, durante lo storico processo. Egli disse:
La <<soluzione finale>> del problema ebraico significava il
completo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Mi fu dato l’ordine,
nel Giugno del 1941 di creare, ad Aushwitz, installazioni per lo
sterminio: Belzec, Treblinka e Wolzek…. Feci una visita a quello
di Treblinka per vedere come si produceva allo sterminio
LA SOLUZIONE FINALE
Il comandante del campo di treblinka mi disse di aver liquidato 80 000
persone nel corso di semestre. Era stato incaricato di liquidare prima tutti
gli ebrei provenienti dal ghetto di Varsavia. Egli usava monossido di
carbonio. Ma io non ritenni che i suoi metodi fossero molto efficienti, per
cui quando ad Auschwitz organizzai i locali per lo sterminio utilizzai i ciclon
B, acido prussico in cristalli che veniva fatto cadere nelle camere della
morte da una piccola apertura. Per uccidere coloro che vi si trovavano
bastavano da tre a quindici minuti, a seconda delle condizioni
atmosferiche. Sapevamo che le persone erano morte quando le grida
cessavano. In genere, aspettavamo una mezz’ora prima di aprire le porte
e portar via i cadaveri. Poi i nostri commandos speciali toglievano loro gli
anelli e i denti d’oro. Rispetto a Treblinka un altro progresso fu la
costruzione di camere a gas che contenevamo duemila persone alla
volta,mentre a Treblinka le dieci camere a gas potevano servire solo per
duecento ognuna.
IL GENOCIDIO ATOMICO: HIRISHIMA IL GIORNO
DOPO
Esistono deserti di sabbia , deserti di pietre, deserti di ghiaccio, ma
Hiroshima,o per essere esatti il luogo dove un tempo sorgeva
Hiroshima, alla fine di Agosto era un deserto di una nuova specie, mai
vista prima: u deserto atomico, creato dall’homo sapiens, che sotto la
superficie nero-grigia serbava ancora le tracce della sua attività, i miseri
resti della sua specie. A poco a poco, i sopravvissuti venuti da fuori a
ricercare tra le rovine i parenti e gli amici, si erano via via ritirati dal
<<cerchio mortale>> della bomba a due, tre fino a quattro chilometri dal
centro dei suoi effetti più violenti.
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