Amelia Goffi Progetto didattico di carattere interdisciplinare VIIIa Direzione Didattica Scuola elementare Don Bosco – classe quinta Ipertesto elaborato in seguito al 2° Corso di formazione per il personale docente e dirigenziale della scuola nella Regione Veneto ed organizzato dal Centro Interdipartimentale dei Diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova. Questo progetto nasce come naturale continuità logica del progetto “Il mio diritto è il tuo”, già affrontato nello scorso anno scolastico dai ragazzi di questa scuola, e che trattava della scoperta dei bisogni fondamentali come diritti universalmente riconosciuti, avviando i ragazzi verso un concetto di legge come tutela dei diritti e come dovere al rispetto degli stessi. Anno scolastico 2002 / 2003 STRATEGIE FINALITA’ L’identità di gruppo OPERATIVE La tutela dell’identità: LA LEGGE L’identità mia e tua Caratteristiche fisiche Ciò che si fa La sessualità Caratteristiche psicologiche Definizione di IDENTITA’ Ciò che si crede o si sa LA PROPRIA CULTURA Le emozioni, gli affetti Il proprio nome MODALITA’ DI LAVORO La storia personale: l’autobiografia Progetto interdisciplinare per la classe quinta elementare FINE Referenti: A.Goffi, M.A.Nichisolo Raggiungere la consapevolezza di sé come individuo e come soggetto in relazione Il confronto fra culture diverse: prendere coscienza della propria cultura e del suo significato, comprendere e accettare le culture differenti. Conoscere il concetto di diritto come difesa della propria identità. L’utilizzo di strategie è stato ritenuto necessario e funzionale alla comprensione dei discorsi di analisi affrontati, che risultano essere molto complessi per ragazzi della scuola elementare. Si è scelto, quindi, di utilizzare : La Finestra di Johari Il Circle time Diverse forme e modalità di scrittura Il progetto riguarda una indagine sulle relazioni, e, di conseguenza, sull’autoconsapevolezza del proprio comportamento e quindi del sé. I fondamenti teorici e le modalità di lavoro sono stati ricavati, fra gli altri, dall’opera di Joseph Luft, Dinamica delle relazioni interpersonali. La finestra di Johari, ed. ISEDI. In particolare l’autore richiama ipotesi teoriche sulle quali costruisce un modello di consapevolezza con il duplice scopo di: 1 - “sviluppare i problemi fondamentali dell’interazione umana 2 - chiarire l’apprendimento interpersonale e il processo di apprendere ad apprendere” (vedi op. cit.). Le modalità di applicazione dello schema nel presente lavoro consistono nel fare continui riferimenti al tipo di analisi che si sta facendo: per esempio, se si analizzano le caratteristiche fisiche di una persona, ci si riferisce al quadrante 1 della finestra, mentre se si considerano i suoi segreti, le sue aspirazioni, si sta operando all’interno del quadrante 3. Questo permette al ragazzo di avere un concreto riferimento iconico per concetti astratti e complessi. Nel contempo, visualizza i diversi aspetti come parti di un’unica identità. segue L’attività del “Circle Time” riguarda la capacità di ascolto, di racconto di sé, delle proprie emozioni e dei rapporti interpersonali di ciascuno. Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire sono perciò quelli legati ad una corretta ed aperta capacità di comunicazione verbale: Saper ascoltare Saper rispettare il silenzio ed il turno di parola Riuscire ad esprimere il proprio pensiero con chiarezza Saper cogliere dai racconti dei compagni un’attinenza con la propria esperienza Comprendere le motivazioni e le connessioni logiche di un’azione o di un ragionamento Essere capaci di rivedere le proprie convinzioni alla luce di nuove esperienze o spiegazioni Condividere l’emozione propria con i compagni Comprendere ed interpretare l’emozione dei compagni Il discorso si dipana svolgendosi attraverso i collegamenti che si creano fra i reciproci racconti fino a trovare un nodo comune di coesione fra le diverse esperienze. Il lavoro si concretizzerà in disegni o strutturazioni grafiche significative per il gruppo o in semplici rielaborazioni operate a livello corporeo. Il nodo fondamentale è comunque la condivisione, attraverso lo sguardo che non esclude nessuno e l’intervento personale di ciascuno, che crea un clima di complicità, rispetto e, perciò, accettazione di tutti. È un momento di grande importanza quello in cui il ragazzo ripensa alle conversazioni, alle discussioni ed a quanto svolto nel gruppo (nel “circle time” o nell’analisi e nei riferimenti alla finestra di Johari). Ancora più importante è l’esternazione del proprio pensiero. Per questo motivo, si è pensato di concretizzare ogni tappa raggiunta con un personale contributo, sotto forma di testo, o di poesia o di altro tipo di comunicazione scritta. Il modello di riferimento è organizzato in 4 quadranti che permettono ciascuno l’esplorazione di uno degli aspetti del problema considerato, riuniti poi in unità dal concetto di unica finestra, di cui i diversi quadranti possono rappresentare le parti. Quadrante 1: l’area aperta Quadrante 2: l’area cieca Quadrante della consapevolezza: il sé o il gruppo conosciuto da se stessi e dagli altri. Quadrante delle inadeguatezze: il sé o il gruppo sconosciuto a noi ma conosciuto agli altri. Quadrante 3: l’area nascosta Quadrante 4: l’area ignota Quadrante della discrezione: il sé o il gruppo conosciuti da noi ma non dagli altri. Quadrante dei talenti, delle possibilità: il sé o il gruppo ignoti a noi e agli altri. Lo schema riportato è tratto dalla rappresentazione di Luft, mentre le specificazioni che lo adattano a questo tipo di lavoro sono state elaborate dalla psicopedagogista del Circolo, dott. Nichisolo. Organizzazione: Le due classi saranno riunite in un unico gruppo e formeranno 3 sottogruppi gestiti dall’insegnante, dalla psicopedagogista e dallo psicologo tirocinante che l’affianca. In ogni sottogruppo si tratterà lo stesso argomento, che poi, in un momento finale di condivisione, verrà riportato al gruppo unitario. Metodologia operativa Gli interrogativi sorti durante le conversazioni ed i racconti di sé, verranno sistematizzati ed organizzati in una mappa cognitiva. Dopo ogni discussione nel cerchio è prevista una produzione personale: poesia, testo, disegno Al termine di una conversazione sull’identità di ogni singolo sottogruppo si riporterà un gesto, o un pensiero, al gruppo intero, da fissare nella Finestra di Johari collettiva Il percorso prevede uno specifico intervento per ognuno dei punti del diagramma iniziale. Le modalità ed i contenuti specifici di quel momento del percorso faranno parte della programmazione dei diversi insegnanti di classe. Alcuni interventi, di carattere più specificamente trasversale, invece, sono stati qui analizzati e riportati. Durante i lavori nel “Circle time”, o durante discussioni e confronti, verranno messe in evidenza le emozioni che ciascuno vive in rapporto al cambiamento del proprio corpo, alle esperienze di vita che vive, alla relazione con gli altri. Una delle finalità del presente lavoro,ed obiettivo specifico di questa parte del discorso, è la presa di coscienza di queste emozioni, la condivisione riguardante il cambiamento fisico, o le aspettative e le speranze per il futuro. In questo contesto le emozioni, ed i sentimenti maggiormente analizzati saranno quelli riguardanti il rapporto fra compagni, ed in prospettiva, fra adulti, sia dal punto di vista sessuale, come necessario punto di partenza per una educazione specifica, sia dal punto di vista culturale, come confronto fra identità nel singolo e fra etnie nei gruppi. In questa parte del percorso il discorso diventa più specifico, riguardante un aspetto emozionale e poi scientifico di grande attualità ed urgenza per ragazzi di questa età. Nel progettare l’itinerario didattico di educazione sessuale, quindi, si è dato ampio spazio alla riflessione sul significato e le conseguenze di un valido rapportarsi fra persone di sesso diverso e, come conseguenza, all’affettività ed allo stare bene insieme come fondamento del rapporto di coppia. Dal punto di vista metodologico, il discorso è stato progettato dopo una rilevazione statistica sulle scelte dei genitori degli alunni ed uno sulle conoscenze che gli stessi bambini hanno dell’argomento, in modo da avere una base di partenza il più possibile oggettiva. Questo stesso tipo di indagine presso gli alunni è previsto a scadenze periodiche, al termine di ogni unità didattica, con modalità variabili a seconda delle esigenze per verificare l’acquisizione degli obiettivi previsti, ma anche, spesso, all’inizio dell’unità didattica come mezzo per conoscere l’itinerario più idoneo per affrontare il discorso. Percorso didattico specifico Il confronto fra due identità diverse, può essere confronto a livello fisico, che rimanda perciò ad un discorso di educazione alla sessualità, oppure un incontro-scontro fra opinioni diverse, fra stili di vita o gusti contrapposti. Importante, quindi, una riflessione su che chi è “l’altro”. Presto si scoprirà che i ragazzi, tenderanno a minimizzare le differenze di gusti o opinioni per scoprire affinità con compagni appartenenti allo stesso gruppo culturale, tendendo a vedere vistose diversità in compagni di altra nazionalità, soprattutto se con colore di pelle diversa. Si coalizzeranno, cioè, contro il “diverso”, come hanno bene imparato dagli adulti. Riflettiamo, perciò, sul concetto di alterità etnica con i ragazzi, e sul vissuto reciproco: possiamo chiedere chi è per noi lo straniero. Forse rappresenta l’altro che in qualche modo minaccia la nostra identità culturale e sociale. Dalla famiglia, spesso, il ragazzo riporta queste convinzioni. Ma noi, possiamo suggerirgli, come siamo visti dall’immigrato? Anche noi siamo l’altro, detentori di quel benessere e di quella sicurezza che ciascuno vorrebbe, con abitudini e convinzioni differenti, cittadini di un mondo del quale vorrebbe far parte. “…sono gli immigrati a percorrere in senso contrario il viaggio dell’antropologo, portando gli “altri” (cioè se stessi) tra di “noi”, per l’aspirazione a partecipare al nostro mondo (il che, spesso, richiede loro un non indifferente spirito di osservazione di noi come “altri”!), spingendoci ad interrogarci su che cosa costituisca la nostra identità (o la nostra differenza),…” (F.Gobbo, Pedagogia interculturale, Carocci, Roma, 2000) Il concetto d’identità personale, quindi, si scontra, o si confronta, con quello dell’ “altro”. Ed è in questo modo che si afferma come unica. A questo punto è bene ricercare le affinità fondamentali. Ci si può rifare ad un percorso già effettuato, di riconoscimento dei bisogni fondamentali di tutti i ragazzi, cioè dei DIRITTI UNIVERSALI, come a base salda su cui costruire l’accettazione delle diversità Il concetto di identità personale è un insieme unitario determinato, e poi influenzato nel suo evolversi, da molteplici fattori: biologici, psicologici, psicanalitici, sociologici, politici ecc., tanto da renderne difficoltosa una definizione univoca. Il diritto all’identità può essere definito come il diritto di essere se stessi ovvero il diritto a distinguersi ed essere distinto dagli altri, il diritto a vedersi riconosciuta la propria unicità. Particolare interesse riveste anche il diritto all’identità culturale, che può considerarsi intrinsecamente collegato al concetto di identità personale, anzi, ne costituisce una delle componenti, da cui traggono sviluppo scelte e storia di ciascuno In classe si partirà da una conversazione, poi dibattito, cercando tutte le specifiche componenti dell’identità, ma poi l’insegnante dovrà raggruppare tutto in un concetto unitario. Ed è appunto nella storia personale, forse, che possiamo ritrovare l’unicità in cui far convergere quella pluralità di aspetti che caratterizzano la specificità di una persona, come sostiene Zeno Zencovich. Zencovich afferma, infatti, che l’identità personale costituisce una sintesi della storia di ciascun soggetto, che consente di identificarlo con una persona ben precisa. Essa si caratterizza per un aspetto interno, come intrinseca qualità del soggetto, e per un aspetto esterno, come affermazione di tale qualità nella vita di relazione. Per i ragazzi il discorso deve essere semplificato, mantenendo inalterato il concetto base. L’importante è che il ragionamento, la riflessione comune, porti verso il concetto di STORIA DI SE’, che i ragazzi a questa età colgono benissimo, come il concetto che raccoglie insieme i diversi aspetti della propria identità in evoluzione. In questa particolare fase del discorso, oltre ad affrontare il concetto generale di cultura, già di per se stesso ostico ai ragazzi di questa età, è necessario soffermarsi sul confronto fra la MIA cultura e quella dell’ “ALTRO”, soprattutto se venuto da lontano. Importante è arrivare a definire la cultura come l’insieme delle convinzioni, abitudini, usi, tradizioni di un gruppo di persone, specificando che queste caratteristiche sono sempre in movimento, anche all’interno del gruppo, e che perciò questo insieme SI MODIFICA nel tempo, in continuazione. Infatti, nell’affrontare il concetto di cultura scopriremo presto come i nostri ragazzi sono spesso irrigiditi in concetti acritici su che cosa è bene fare, e credere, e che cosa no. Compito dell’insegnante diventa, a questo punto, proprio riflettere sulla diversità di credenze e abitudini, magari suggerendo opportuni confronti, con l’aiuto anche dei ragazzi stranieri eventualmente presenti (per esempio, è bene partire da abitudini o usi neutri, come le diverse festività di inizio anno, o i diversi tipi di giochi ecc. e metterli a confronto per scoprire come non tutto ciò che riteniamo immutabile lo deve necessariamente essere). L’importante è non sottolineare le diversità “difficili”, soprattutto dove politicamente sfruttate, ma ricercare, come suggerisce Duccio Demetrio, le affinità, in modo da riuscire ad evolversi dalla didattica interculturale verso quella transculturale. Per i ragazzi, la scoperta di affinità importanti (come i doveri etici e la convivenza civile) all’interno delle diversità di abitudini di vita è rassicurante. Segna la scoperta dei reali valori universali. Qui è diretto il riferimento al percorso precedente: “Il mio diritto è il tuo” , ed anche alla sua seconda parte che trattava i Diritti dei minori attraverso l’analisi di alcuni punti della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. A questi riferimenti ci si aggancia per esaminare, in modo semplice vista l’età degli alunni, la normativa nazionale ed internazionale riferita al concetto di identità. Iniziamo perciò, con la definizione di legge che avevamo stabilito gli anni scorsi: La LEGGE è una regola stabilita per tutta la società dai nostri rappresentanti al governo. Indica i nostri DOVERI. Nasce perché siano rispettati i nostri DIRITTI. • Dichiarazione universale dei diritti umani (adottata e proclamata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite 10 dicembre 1948). • Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (adottato dall’Assemblea Generale il 16 dicembre 1966). • Patto Internazionale sui diritti civili e politici (adottato dall’Assemblea Generale il 16 dicembre 1966 ). Per approfondire, vedi nel dettaglio Costituzione Italiana, art.2: “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”. DIRITTO ALL’IDENTITA’ NORMATIVA INTERNAZIONALE a) Dichiarazione universale dei diritti umani (adottata e proclamata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite 10 dicembre 1948). Art.18: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.”. Art.19: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”. Art.26, 2° comma7 : “L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.”. Art.27, 1°e 2° comma “ 1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici. 2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.”. Art.29, 1° comma: “Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità”. segue b) b)Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (adottato dall’Assemblea Generale il 16 dicembre 1966). Art.13, 1° comma : “Gli Stati del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo all’istruzione. Essi convengono sul fatto che l’istruzione deve mirare al pieno sviluppo della personalità umana ed al senso della sua dignità e rafforzare il rispetto per i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali. Essi convengono inoltre che l’istruzione deve porre tutti gli individui in grado di partecipare in modo effettivo alla vita di una società libera, deve promuovere la comprensione, la tolleranza e l’amicizia fra tutte le nazioni e tutti i gruppi razziali, etnici o religiosi ed incoraggiare lo sviluppo delle attività delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.” Art.15,1° comma, lettere a) e c): “1. Gli Statiparti del Presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo: a) a partecipare alla vita culturale. … c) a godere della tutela degli interessi morali e materiali scaturenti da qualunque produzione scientifica, letteraria o artistica di cui egli sia l’autore.” c) Patto Internazionale sui diritti civili e politici (adottato dall’Assemblea Generale il 16 dicembre 1966 ). Art.18, 1°, 2° e 3° comma: “1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di sua scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, e sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell’osservanza dei riti, nelle pratiche e nell’insegnamento. 2. Nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano menomare la sua libertà di avere o adottare una religione o un credo di sua scelta. 3. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere sottoposta unicamente alle restrizioni previste dalla legge e che siano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell’ordine pubblico e della sanità pubblica, della morale pubblica o degli altri diritti e libertà fondamentali.” Art.19, 1°comma: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni”. Art.24, 2°comma: “Ogni fanciullo deve essere registrato subito dopo la nascita ed avere un nome.”. Art.27: “In quegli Stati, nei quali esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche, gli individui appartenenti a tali minoranze non possono essere privati del diritto di avere una vita culturale propria, di professare e praticare la propria religione, o di usare la propria lingua, in comune con gli altri membri del proprio gruppo.”.