ISTITUTO CENTRALE PER I BENI SONORI ED AUDIOVISIVI I supporti Cilindro dal 1877 agli anni ’30 durata circa 2’- 4’ minuti Disco 78g dal 1900 fino agli anni ’50 Long Playing 33 g dal 1941 anni’ 80 45 g. dal 1950 agli anni ‘80 CD dal 1981 ad oggi Filo metallico dagli anni ‘30 fino agli anni ’50 varia Nastro magnetico dal 1935 fino agli anni ’80 varia Audiocassetta dagli anni’60 ad oggi varia durata 6’-7’ durata fino al 40’ durata 6’-7’ durata fino a 80’ Patrimonio dell’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi Tipo di supporto Cilindri di cera Lacche 33gg Num. Supporti 2.500 300 78gg 51.392 Nastri a bobina 13.560 CD standard 96.000 VHS Standard PAL BETACAM SP 5.943 250 Dischi 33gg 132.284 Dischi 45gg 36.565 Musicassette 7.443 Dischi di cartone 6.000 DVD TOTALE 15.000 367.237 COMPITI DELL’ISTITUTO CENTRALE PER I BENI SONORI E AUDIOVISIVI A SEGUITO DEL D.P.R. 233/2007 PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE DEL 15 DICEMBRE 2007 E DECRETI MINISTERIALI DEL 7 OTTOBRE 2008 Art. 1 Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi 1. L’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, di seguito denominato Istituto, svolge, con valenza sull’intero territorio nazionale, attività di documentazione, valorizzazione, restauro, conservazione, ricerca e consulenza sui documenti sonori e audio-visivi appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici, anche non territoriali, nonché alle persone giuridiche private senza fine di lucro. 2. E’ destinatario del deposito legale come previsto dalla L. 106/2004 e dal successivo regolamento (DPR 3 maggio 2006 n. 252). 3. L’Istituto: svolge attività per la valorizzazione e fornisce i servizi di fruizione del patrimonio audio-visivo anche attraverso la rete del Servizio Bibliotecario Nazionale; svolge attività finalizzate alla collaborazione e alla partecipazione a programmi europei per la conservazione, la valorizzazione e la fruibilità del patrimonio audio-visivo; promuove e coordina iniziative nel settore della catalogazione, della valorizzazione, della fruizione e della conservazione della documentazione audiovisiva in collaborazione con organismi di ricerca italiani e internazionali; promuove e coordina progetti e attività per lo sviluppo della cooperazione tra gli archivi audiovisivi pubblici e privati italiani anche in accordo con le istanze locali, finalizzate ad iniziative di censimento, di inventariazione, di catalogazione, di valorizzazione e di fruizione del patrimonio audio-visivo; raccoglie, conserva e rende fruibile la memoria delle tradizioni popolari nonché della società, della cultura e della lingua italiana anche attraverso l’acquisizione di registrazioni audio-visive. 4. L'Istituto per i Beni Sonori e Audiovisivi esplica altresì le seguenti funzioni: promuove e coordina l'attività di catalogazione, di documentazione, di trattamento digitale dei beni sonori e audiovisivi conservati in archivi e biblioteche pubbliche e ne cura l'unificazione dei metodi di catalogazione, documentazione, valorizzazione e trattamento digitale; promuove la diffusione degli standard (catalogazione, conservazione, digitalizzazione ecc.); partecipa alle attività per la produzione degli standard (catalogazione, conservazione, digitalizzazione ecc.); svolge attività di formazione degli operatori del settore, in collaborazione con enti pubblici e privati e università; pubblica e cura la diffusione dell’Archivio Nazionale dei Beni Audiovisivi; promuove la diffusione della conoscenza del patrimonio audio-visivo nazionale; promuove e coordina attività per lo sviluppo della cooperazione tra gli archivi audiovisivi anche in accordo con le istanze locali, con il riconoscimento delle reciproche competenze, finalizzate ad iniziative di censimento, inventariazione e catalogazione anche attraverso l’utilizzazione dei servizi di rete; raccoglie, elabora, diffonde la documentazione relativa al patrimonio audiovisivo nazionale ai fini di una sua migliore conoscenza, tutela e fruizione attraverso pubblicazioni e studi; provvede alla conservazione, catalogazione, digitalizzazione e fruizione del patrimonio già della Discoteca di Stato e fornisce i relativi servizi di accesso e di informazione anche presso la sede del Museo dell’Audiovisivo; collabora con la RAI - Radiotelevisione Italiana e con gli enti radiotelevisivi ai fini di un reciproco scambio di informazioni e di competenze in merito ai rispettivi patrimoni di registrazioni sonore e video, al fine di garantire una più efficace conservazione e gestione dei documenti ed una loro migliore conoscenza; corrisponde con istituti e enti di studio e di ricerca, pubblici e privati, nazionali ed internazionali con particolare riferimento alle tecnologie e alle tecniche applicate al settore; svolge attività nel campo della conservazione dei supporti e del restauro sonoro di documenti sonori e audiovisivi con particolare riguardo a quello rari e di pregio, a scopo di studio e con l'ausilio di mezzi sperimentali, in collaborazione con istituti di ricerca italiani e stranieri; presta consulenza e assistenza scientifica e tecnica agli organi periferici del Ministero e a istituti pubblici e privati. 5. A seguito di convenzioni specifiche, l’Istituto può esplicare la propria attività anche a favore di Enti Pubblici Stranieri. L’attività dell’Istituto può essere espletata, previo accordo, anche su beni sonori e audiovisivi di proprietà privata, purché siano di eccezionale valore storico-documentario, ovvero assumano particolare rilievo per l’attività di ricerca tecnicoscientifica o per l’attività dell’Istituto. 6. L’Istituto collabora con Istituti, italiani e stranieri, interessati all’attività di documentazione, valorizzazione, restauro, conservazione, ricerca e consulenza sui documenti sonori e audio-visivi. 7. L’ Istituto svolge altresì attività di aggiornamento professionale dei dipendenti pubblici che siano operatori nel settore del restauro e conservazione dei beni audiovisivi, tramite convenzioni con gli enti pubblici di appartenenza. Tale attività può essere espletata anche a favore di privati, su espressa richiesta. 8. Al conseguimento dei fini istituzionali l’Istituto provvede con le risorse finanziarie di bilancio ordinarie e straordinarie; con i proventi derivanti dallo svolgimento delle sue attività istituzionali e dalle attività di pubblicazione e collaborazione con soggetti pubblici e privati; con erogazioni liberali; con i contributi di amministrazioni ed enti pubblici e privati italiani, dell’Unione Europea nonché di organizzazioni internazionali finalizzati ad attività rientranti tra i propri compiti istituzionali incluse le attività di studio e di ricerca. 9. Al fine di un ottimale utilizzo delle risorse, della diffusione e della qualità dei servizi, l’Istituto coordina la propria attività con quella degli altri Istituti centrali e ad autonomia speciale, vigilati e coordinati dalla Direzione Generale competente. La Discoteca di Stato "Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di disciplinare e sviluppare, mediante la istituzione di una Discoteca di Stato, la raccolta e diffusione di dischi fonografici riproducenti la voce di cittadini italiani benemeriti della Patria..." Vittorio Emanuele III decreta, con legge del 10 agosto 1928, la nascita della Discoteca di Stato. Gli inizi • La Discoteca di Stato nacque come archivio di voci; al Capo del Governo era riservata la scelta delle persone di cui raccogliere la voce e i prescelti erano iscritti in un apposito albo d'onore. • Due sono le figure alle quali, sotto diversi aspetti, è da attribuire la paternità ideale della Discoteca di Stato: Rodolfo De Angelis e Gavino Gabriel. • Tra il 1924 e il 1925, Rodolfo De Angelis - un personaggio inserito nell'ambiente culturale futurista, soprattutto teatrale, autore ed interprete di famosissime canzonette - iniziò ad incidere su 78 giri le voci di militari protagonisti della grande guerra, di uomini di governo, di scrittori e poeti. • Queste voci avrebbero costituito la raccolta discografica "La Parola dei Grandi". Nelle aspirazioni di De Angelis questa raccolta era la base di un lavoro su più vasta scala che solo un istituto pubblico, da creare, avrebbe potuto proseguire. Nel 1927 vendette il suo materiale alla Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra che si impegnò, con successo, a sostenere il progetto di questo istituto che vide la luce nel 1928 a Roma. La Discoteca di Stato, già nel ‘32 allargò gli orizzonti culturali, ancora sostanzialmente legati alla vocazione propagandistica e celebrativa del Regime, nominando Direttore un etnomusicologo, Gavino Gabriel, e prevedendo, con una legge del ’34, l’estensione delle sue attività “anche a manifestazioni interessanti la cultura nazionale, scientifica, letteraria e le tradizioni ed i costumi del Paese”. Si comincia a delineare uno dei compiti fondamentali dell’Istituto: la documentazione sonora sistematica del patrimonio di cultura orale ed etnomusicale della Nazione (Nel 1962 l’ Archivio Etnico Linguistico-Musicale (AELM) una delle raccolte più significative dell’Istituto. Fu possibile raccogliere materiale prezioso riguardante, ad esempio, la narrativa popolare, lo stato dei dialetti italiani, la musica liturgica tradizionale, le testimonianze raccolte di comunità italiane residenti all’estero, etc. Negli anni ’50, la Discoteca iniziò ad effettuare le prime registrazioni che contribuirono ad aumentare il patrimonio “esclusivo” dell’istituto. Nel 1975, infine, il Ministero per i Beni culturali e ambientali assegnò alla Discoteca il compito di “provvedere all’acquisizione, documentazione, conservazione e divulgazione di tutto il patrimonio sonoro nazionale e delle fonti della storia italiana, nonché dei documenti sonori di produzione internazionale di particolare interesse e rilevanza”.