A cura di:
Fagandini Nicolò(IVB);
Smeraldi Laura (IV B);
Ranellucci Matteo (IV B);
Panisi Silvia (IV B);
Zannoni Luca (IV B);
Lasagni Riccardo (V B);
Felisetti Camilla (V B)
“
… nella storia dell'Occidente si è sempre dato per acquisito che
esistesse una differenza tra conoscere i fatti di natura in
modo oggettivo e occuparsi di ciò che fanno gli uomini in
modo più o meno creativo. Come giustificare altrimenti le
opposizioni costitutive del nostro mondo come anima e
corpo, mente e natura, soggetto e oggetto e via dicendo?
Questa frattura fra le due anime dell'Occidente è divenuta
sempre più evidente quando, nell'Ottocento, lo Scienziato e
l'Umanista sono divenuti professioni vere e proprie. Come
sostiene Charles Snow, la reciproca diffidenza tra le «due
culture», la mancanza di comunicazione tra scienziati e
umanisti è uno dei grandi mali della società occidentale.”
(dall’introduzione di A. Lanni al testo “Le due culture” di
Charles P. Snow)
Due culture: vi è davvero una dicotomia così forte fra di esse, tale
per cui cultura umanistica e scientifica rimangano separate? E,
ammettendo che vi sia, è possibile colmarla? Come?
La storia ci insegna che il rapporto tra le due culture è
imprescindibile, basti pensare a movimenti quali l’illuminismo, il
positivismo, alle conseguenze della teoria darwiniana o , come
sostiene il “matematico impertinente” Piergiorgio Odifreddi, alla
matematica, ma ve ne sarebbero a migliaia. Oggi più che ,mai: con
lo sviluppo degli studi e degli esperimenti sulla clonazione, con le
ricerche sull’origine dell’universo andiamo a riflettere su temi che
nel passato,ed ancora oggi, erano stati affrontati dalla
letteratura,dalla filosofia e dalla teologia.
Pertanto ci è sembrato importante e doveroso approfondire ancora
di più questo tema, e nel fare ciò abbiamo deciso che il modo
migliore per compiere questa operazione fosse quello di fare
domande a chi nelle due culture vive ogni giorno, per capire come
gli “scienziati” della nostra scuola vedano gli “umanisti” e
viceversa. Secondo noi infatti, proprio perché l’incontro e la
reciproca influenza tra le due culture deve avere un ruolo di primo
piano nella nostra società, è necessario che esso avvenga proprio
nel luogo in cui la società si forma: la scuola.
“Dio non voglia che la verità debba rimanere confinata alla dimostrazione
matematica!”
(William Blake)
“Se l’uomo non sapesse di matematica non si eleverebbe di un sol palmo
da terra”
(Galileo Galilei)
“Vorrei partire facendo mie le parole che ho avuto il piacere di
ascoltare ad una conferenza: “specializzarsi vuol dire sapere
sempre di più su sempre di meno, per arrivare a sapere tutto di
nulla”. Personalmente, quando insegno, cerco di unire il più
possibile questi due ambiti della vita quotidiana, in modo che i
ragazzi abbiamo la possibilità di capire come sia fondamentale
l’unione delle materie umanistiche e quelle scientifiche. Lo ritengo
però un compito arduo poiché i punti in comuni rimangono
comunque pochi. Nel contesto scuola, è molto difficile creare
collegamenti sia a causa di certe persone che non ritengono
necessaria questa coesione e lasciano volutamente gli ambiti
separati, sia degli alunni che col passare degli anni hanno
assunto un atteggiamento chiuso e talvolta poco elastico”.
(docente di scienze al triennio del Liceo Scientifico)
“
Per quello che posso vedere nella nostra scuola, si cerca, almeno
in parte, di superare quella che è la barriera tra le “due culture”.
Infatti, essendo un liceo scientifico, dedichiamo la maggior parte
delle ore alle materie scientifiche, ma questo non toglie che ci
vengano date delle basi solide anche in quelle umanistiche.
Questo non accade invece in altre scuole come gli istituti
professionali, tecnici o nei licei classici. Certo ,a mio avviso, si
potrebbe e si dovrebbe fare di più per cercare di unire queste “due
culture” e questo è di vitale importanza per cercare di formare
degli studenti che siano il più possibile consapevoli delle loro
scelte e non abbiano solo una conoscenza di tipo settoriale o
troppo specifica.”
(studente di quinta liceo scientifico)
Ciò che da queste brevi interviste abbiamo potuto trarre, così come
dalla lettura dei due testi “I Classici e la Scienza” e “Le due culture”, è
in primo luogo la grande attualità ed importanza di questa tematica:
ovvero quella della necessità di un dialogo fra i vari ambiti dello
scibile.
Se infatti, in un non lontano passato le varie figure dell’uomo di
scienza, così come del filosofo, dell’oratore, o del poeta erano spesso
riunite in alcuni grandi pensatori, dotati di conoscenze approfondite
nei più svariati ambiti del sapere,al giorno d’oggi questo non è più
possibile.
Non solo la crescita in profondità delle singole scienze, ma soprattutto
l’allargamento in orizzontale delle discipline è alla base dello
scollamento culturale:per comprendere anche solo in maniera
superficiale i complessi fenomeni della natura è infatti necessario
ormai possedere conoscenze di base di fisica atomica, cosmologia,
chimica, genetica, biologia e antropologia;così come per orientarsi nel
sociale e sul lavoro è necessaria la conoscenza dei mezzi di
comunicazione informatici, della matematica, delle lingue e dei
sistemi economici.
Se da un lato però quasi tutti ormai sono d’accordo sulla necessità
e sui vantaggi che una unificazione culturale possono portare, è
ancora totalmente aperta la questione su COME realizzarla
concretamente.
Una cosa però è certa: se si mira ad un rinnovamento culturale, il
luogo più adatto per cominciare tale rinnovamento è il luogo in cui
ogni giorno vengono formate le menti degli scienziati e degli
umanisti di domani, ovvero la scuola. Bisogna solo trovare le forze
e le capacità per avviare un processo di riforma,
dell’insegnamento, tanto nei metodi quanto nei programmi
scolastici; e tale rinnovamento dovrà seguire certe direttive di
base, quali ad esempio:
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Un’offerta formativa più ampia e uniformata, che
permetta a ogni studente di scegliere in totale libertà e
pari dignità un percorso di studio, sia in ambito
umanistico che scientifico.
Sovvenzioni statali fornite a tutti gli indirizzi
universitari e una rete più fitta di collaborazioni e
legami con il mondo del lavoro, che valorizzino il lavoro
di tutti gli studenti favorendone l’ingresso in società.
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Corsi di aggiornamento e di approfondimento delle
varie discipline aperti a studenti ed insegnanti, che
permettano non solo di restare continuamente al passo
con le recenti innovazioni, ma forniscano una visione
più ampia e solida delle materie di studio.
Un graduale rinnovamento dei programmi ministeriali,
che sappia rispondere prontamente alle esigenze della
società moderna.
Ma forse un ruolo ancora più importante dovrà essere giocato dal
un senso di comune responsabilità, che da un lato dovrebbe
spingere gli insegnanti a mantenersi il più possibile preparati,
obiettivi, e disposti ad appianare le divergenze in nome di un
comune scopo, e dall’altro dovrebbe indurre gli studenti a
partecipare attivamente alle attività e a cogliere le opportunità che
la scuola offre loro, con una mentalità aperta e ricettiva.
Per concludere vorremmo quindi citare le parole di F. Cavalli
Sforza, che in proposito afferma: “Tanti altri insegnamenti sono
necessari e preziosi;ma è innanzitutto il caso di ricordare che la
lezione più importante che possono portare i primi anni di studio
è di insegnare a imparare: chi impara a usare una lingua
apprenderne altre, chi impara il metodo di una scienza può
acquisirne altre. La conoscenza è un fenomeno unico, per diversi
che siano i saperi. Lo sviluppo di una mente critica e informata è
ciò che permette di orientarsi nella scelta di un curriculum di
studi, come in ogni altra scelta della vita.”
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Introduzione di A. Lanni,C. P. Snow,Le due culture,i
libri di reset - Marsilio
F. Cavalli Sforza,C. P. Snow, Le due culture, i libri di
reset - Marsilio
Ivano Dionigi,I classici e la scienza. Gli antichi, i
moderni, noi. ,intervento di Piergiorgio Odifreddi,
BUR Rizzoli Milano
Citazioni: William Blake, Notes on Reynold‘s
Discourses
Immagini di: Galileo Galilei, William Blake, google
(internet)
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Scuola: numeri o parole