IL CALVINISMO
Il Calvinismo é un movimento divenuto Chiesa
riformata secondo la parola di Dio di cui fu promotore il
teologo Giovanni Calvino (1509-64). Egli portò a
sviluppi logici estremi la dottrina di Lutero,privandola
di ogni traccia di misticismo e di quietismo dovuta ad
una diversa idea di Dio: Calvino vuole soprattutto la
gloria di Dio, ed essa soltanto,ma egli non predica il Dio
d’amore, bensì il Dio che esige.
Calvino era un uomo di rigido pensiero e di rigorosa
disciplina che mantenne tutta la vita e la sua
concezione é pressoché interamente sviluppata nel
trattato Christianae religionis institutio, pubblicato nel
1536. Suoi punti fondamentali erano la dottrina
dell’elezione e quella della predestinazione, secondo
cui Dio predestina l’uomo alla salvezza o alla
dannazione.
Queste dottrine conferiscono un eccezionale impulso
alla sua prerogativa di un cupo, ma infiammato,
rigorismo, posto al di sopra di tutti i singoli
insegnamenti. La dottrina della predestinazione viene
ulteriormente elaborata sino alla teoria della doppia
predeterminazione: Dio stabilisce arbitrariamente il
destino dell’uomo,sia esso il Paradiso o l’Inferno.
L'eliminazione di tutto ciò che e umano nel processo
salvifico penetra anche nel culto: il puro culto della
parola e ottenuto a prezzo della distruzione di immagini
religiose della quale furono vittime numerose ed
inestimabili opere d’arte (soprattutto in Francia).
Fonti della cognizione di Dio sono: la natura, la
Provvidenza, la Sacra Scrittura e la testimonianza
interiore, ossia la coscienza della propria debolezza di
fronte a Dio. Data l’immediatezza della rivelazione,
tutti gli uomini sono sacerdoti e vi é un’unica,
invisibile, chiesa che, storicamente, si concreta nelle
singole comunità, modellate su quella organizzata a
Ginevra da Calvino stesso. Tali comunità si
identificano con lo Stato che é espressione della
Chiesa e perciò esige dai sudditi un’obbedienza
assoluta.
Per quanto riguarda la dottrina ecclesiastica essa si
poneva nello spirito dell’estremismo ecclesiastico
medioevale e, al pari della dottrina perseguita dai
gesuiti, sosteneva il primato e l’indipendenza
dell’autorità spirituale, unitamente però all'uso del
potere secolare per imporre il suo giudizio
sull’ortodossia e la disciplina morale. In pratica ciò
corrispondeva ad attribuire alla Chiesa entrambe le
"spade", cioè quella del potere spirituale e quella del
potere temporale, affidando anche la direzione
dell’autorità secolare al clero. Pertanto, il calvinismo
diede al clero grande potere e influenza politica e
sociale, pur scavalcando tutti gli altri movimenti
protestanti nella sua opposizione al cerimonialismo.
Solo in un secondo tempo il movimento calvinista assunse
le caratteristiche di un movimento d’opposizione
all’autorità politica e ciò fu dovuto a particolari
circostanze. Il calvinismo cominciò a diffondersi e ad
affermarsi in Europa quando il movimento protestante,
ormai diviso in varie formazioni, aveva perduto molto del
suo vigore iniziale. Esso guadagnò rapidamente terreno
nei confronti del luteranesimo che finì col ripiegarsi su se
stesso, divenendo un fenomeno circoscritto agli Stati
tedeschi e scandinavi dove si era affermato grazie ai
sovrani locali. Inoltre, sottrasse notevole spazio alle
numerose sette anabattiste che, su posizioni
anarchicheggianti, affermavano una totale libertà profetica
antigerarchica.
Col diffondersi del calvinismo, la direzione del movimento
protestante passò nelle mani di uomini che intendevano
propagarlo dal basso, anziché dall’alto, ricorrendo
all’appoggio dei sovrani locali, come aveva fatto il
luteranesimo, riponendo la loro fiducia, anziché nei
principi, nella saldezza delle organizzazioni ecclesiastiche.
Si trattava inoltre di uomini intenzionati a ricorrere, se
necessario, alle armi per affermare i propri principi.
La struttura organizzativa era semplicissima, poiché
ciascuna chiesa aveva un’organizzazione sua propria, con
un pastore e un consiglio di anziani. Irradiandosi da
Ginevra, la dottrina calvinista seguì le linee di minor
resistenza, penetrando soprattutto in quelle aree in cui i
governi risultavano più deboli e maggiore era il
frazionamento politico e amministrativo.
Esso ottenne i suoi maggiori successi nei Paesi Bassi,
divenendo il portavoce della riscossa nazionale contro
la dominazione spagnola; in Scozia, unendosi al
movimento nazionale antifrancese; in Francia dove
particolarmente rilevante era stata l'influenza diretta da
Calvino, francese di nascita e di mentalità, e dove
l’avanzata del calvinismo fu spettacolare e
rivoluzionaria, inserendosi nella lotta tra la corona, che
rappresentava il potere centralizzato e le varie fazioni
aristocratiche, e facendo inoltre leva sul malcontento
popolare.
La sua forza d’urto sollevò gravi preoccupazioni tra i
principi tedeschi che avevano adottato il luteranesimo e
non meno preoccupazioni sollevo nella regina d'Inghilterra,
Elisabetta I, che intraprese una durissima lotta contro i
Puritani. In Germania, la controversia tra luterani e
calvinisti assunse toni di estrema asprezza, ma non portò
alle conseguenze sanguinose che ebbe invece nei Paesi
Bassi, in Scozia, in Boemia e in Francia dove le atrocità
culminarono nel massacro della notte di San Bartolomeo.
Il 24 Agosto 1572.
Il calvinismo si diffuse inoltre in Renania "Ungheria, Lituania.
Polonia. e mise profonde radici in America (Massachussetts)
in seguito all’emigrazione dei Puritani. Le Chiese calviniste
furono il maggiore veicolo di opposizione al governo nel
corso del XVII sec. Ciò avvenne però indipendentemente
dall’intenzione di Calvino che, al pari di Lutero, credeva
nell’obbedienza passiva ed era decisamente legalitario. Fu la
situazione politica del momento a determinare la ferma
opposizione dei calvinisti. soprattutto nei Paesi Bassi, in
Francia e in Scozia, così che le affermazioni del suo
fondatore sul dovere di obbedienza e sull’ingiustizia della
resistenza, affermazioni che erano risuonate naturali a
Ginevra dove i calvinisti detenevano il potere, vennero
annullate e rovesciate dai seguaci di Calvino, e sostituite da
una dottrina che affermava il diritto alla disobbedienza.
Di questa dottrina si fecero assertori soprattutto lo scozzese
John Knox e gli scrittori ugonotti francesi che, pur
affermando la verità assoluta della dottrina cristiana nella
versione calvinista, rifiutavano la dottrina di Calvino
sull’obbedienza passiva e affermavano il diritto di
opposizione al potere regio assoluto. A differenza dei
calvinisti francesi e scozzesi, i presbiteriani inglesi, pur
opponendosi alla Chiesa anglicana e alla supremazia del re,
non ammettevano la ribellione, rimanendo in ciò più aderenti
a Calvino di Knox, Beza e degli scrittori ugonotti.
Comunque, essi ebbero una parte di primo piano nella
rivoluzione inglese del 1642-48, anticipando gli
indipendentisti o congregazionisti che, tra i Puritani inglesi.
furono quelli che ebbero maggiore peso politico e, benché
calvinisti nella teologia, ne avevano semplificato molto la
struttura ecclesiastica, convinti che un corpo di cristiani
poteva formare una congregazione e che questa costituiva
di per sé una Chiesa, senza bisogno dell’autorizzazione né
dei magistrati civili né dei poteri ecclesiastici. In tal modo,
la Chiesa diventava un’associazione volontaria di credenti
e rinunciava all’appoggio delle autorità civili. Così che
Chiesa e Stato si ponevano come due società ben distinte,
indipendenti tra loro per principio.
Un’importante riflessione sulla funzione avuta dal
calvinismo nella formazione della coscienza moderna e
Max Weber (1881-1961), sociologo e storico tedesco. Nel
suo libro "L’etica protestante e lo spirito del capitalismo",
Weber sostiene che la nuova forma di capitalismo
derivasse dall’etica calvinista, prendendo in esame cinque
punti fondamentali:
l) Esiste un solo Dio che ha creato il mondo e che lo
governa impossibile da conoscere dall’uomo, che e essere
finito.
2) Dio ha già predestinato ognuno di noi alla beatitudine o
alla dannazione senza che noi possiamo modificare quello
che lui ha già stabilito della nostra vita.
3). Dio ha creato il mondo solo per la sua gloria.
4) L’uomo. se fosse destinato alla beatitudine, deve
comunque lavorare per la gloria divina e per creare il regno
di Dio in Terra.
5) I piaceri terreni, la natura stessa dell’uomo e la carne
sono peccati che portano alla morte. La salvezza dell’uomo
non può essere che un regalo, dono di Dio.
In questo modo Weber eliminava definitivamente la
concezione dell’elemento mistico, affermando infine che
non vi è corrispondenza tra Dio essere infinito, e l’uomo
essere finito. L'etica calvinista era collegata alla
concezione antiritmica che portava la coscienza al
riconoscimento di un ordine naturale che la scienza
doveva esplorare. Riguardo la teoria della
predestinazione, i calvinisti vedevano il segno della
certezza della salvezza nel successo mondano nella
propria professione.
Quindi essi ritenevano che la vita terrena condotta
positivamente fosse una prova del dono divino
dell’elezione. Attraverso il lavoro l’uomo può ingannare
l’angoscia di sapere se eletto oppure no.
E’ qui che può essere individuato lo spirito capitalistico:
lavorare in modo razionale in funzione del proprio
profitto e non spenderlo, ma rinvestirlo continuamente.
D’Antonio Maria Carmela - De Martino Chiara
Classe IA – Liceo Classico “Torquato Tasso” (SA)
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Diapositiva 1 - Liceo Classico Torquato Tasso