L’ accusa ha deciso di
mostrare la VERITA’…
1567, a Vetralla si sono verificati svariati crimini: 6
omicidi, 10 furti, 4 uccisioni di animali, tutti riconducibili
alla stregoneria…
MA CHI ERANO LE STREGHE???
Il termine “strega” deriva dal greco e significa
“barbagianni”, uccello notturno che penetrava
nelle case per cibarsi del sangue dei bambini.
Era forse un caso che le vittime dei molteplici
delitti fossero sempre bambini?
La risposta la potremmo trovare proprio nel
processo che stiamo affrontando, che vede
Donna Laurizia come imputata.
Potremmo pensare che i capi d’accusa
provengano soltanto dalla Chiesa
Cattolica,in realtà non è così.
• Infatti abbiamo documenti provenienti da studiosi laici.
Uno dei massimi esponenti della razionalità laica è
rappresentato dalla figura di Jean Bodin, uno degli
intellettuali del XVI secolo più aperti alla tolleranza
religiosa, pronto sempre a contrastare le superstizioni.
• È importante notare come nei suoi trattati ci siano una
serie di dichiarazioni nelle quali appare che un laico
accettava in buona o malafede la cruenta vicenda della
stregoneria.
Un altro studioso che affronta il tema della
stregoneria è Francesco Maria Guaccio
nella sua opera ”Dei segni per riconoscere i
demoniaci e le persone colpite da semplice
maleficio”. Tra i vari sintomi possiamo
riconoscere il parlare lingue ignote o il
comprenderle quando altri ne parlino e
dimenticare ogni cosa che si è fatta o detta.
Capi di accusa:
•
•
•
•
•
- Orazione dell’occhiaticcio
- Testimonianza delle dodici candele
- Poca considerazione per le
testimonianze orali
- Colpa oggettiva sottolineata dalla
tortura
- Corruzione dei funzionari
Orazione dell’occhiaticcio
• Durante il processo l’imputata ripete due
versioni differenti dell’orazione. L’evento
appare insolito in quanto precedentemente
aveva affermato di essere a conoscenza
di una sola formula. Si nota come donna
Laurizia si contraddica sostenendo
entrambe le volte di dire la verità.
Testimonianza delle “dodici
candele”
• Questa è sicuramente una delle più
rilevanti testimonianze. Qui infatti è la
stessa Donna Laurizia ad ammettere che
proveniva dalla sua arte magica la malattia
del marito di Porzia.
Come sostiene Beccaria…
• Il fatto che non si sia mai dato ascolto alle
testimonianze perché ritenute voci soggettive,
vuol dire che anche gli stessi giudici hanno
considerato superficialmente la paura che
nutriva il popolo nei confronti di Donna Laurizia.
Beccaria infatti sottolinea come la credibilità del
testimonio divenga tanto minore quando cresce
l’atrocità del delitto. Le testimonianze di questo
processo non rivelano gravi e atroci crimini ma
denunciano solamente un’analogia secondo la
quale la strega era sempre presente nel
momento in cui accadevano eventi strani e morti
di bambini.
Colpa oggettiva data dalla tortura
• Se Donna Laurizia fosse stata
innocente,quale bisogno ci sarebbe stato
di arrecarle dolore, torturandola? La
tortura,come dice Beccaria,costituisce la
purgazione dell’infamia, dunque Donna
Laurizia è colpevole ed è una strega per il
fatto che è stata torturata senza alcun
dubbio e incertezza.
Corruzione
• Donna Laurizia, prima di questo processo,
fu accusata di stregoneria ma fu rilasciata
per aver corrotto alcuni funzionari. Perché
non pensare che anche i giudici o i
funzionari con cui stiamo interagendo non
siano corrotti? Le donne sono delle
bravissime tessitrici di inganni, infatti
solitamente dietro un volto timido e
ingenuo, rivelano un’ indole calcolatrice e
opportunista.
Analogo processo criminale per la
distruzione delle streghe
• Maria di Nogaredo, Mercuria
• Domenica Chemelli, Menegota
• Lucia Chemelli, figlia di Domenica
Il 15 novembre 1846, Mercuria durante il suo
primo interrogatorio, confessa di essere una
strega istruita da Menegota e da sua figlia Lucia
per le quali aveva rubato il santissimo
sacramento,ossia 4 ostie. Rivela inoltre di aver
partecipato a dei Sabba notturni sotto le
sembianze di un gatto e di essersi unita con il
diavolo. Menegota, interrogata dopo Lucia, in
principio nega.
La stregoneria è ancora presente
tra noi?
• A Benevento, dal Cinquecento ci sono le streghe. Si radunano
là, alla vecchia Maleventum, nello stesso luogo dove sorse
una chiesetta, poi abbandonata, perché il luogo stesso è
pervaso da secoli da oscure maledizioni che lo rendono
pericoloso e spaventoso. Infatti è proprio qui che nel
settembre del 1999 due giovani beneventane, volendo
scoprire la verità sulle streghe che popolano questa zona,
decisero di andare a caccia, seguendo proprio il sentiero dello
stretto e filmando la loro esperienza con la telecamera. Quello
che è successo non può essere paragonato a niente di più a
che una intimidazione, come se le streghe volessero dire” non
cercare di sapere di più” atteggiamento che in più processi è
stato riscontrato nelle imputate e che era tipico anche di
donna Laurizia.
STREGHE proprio perché
DONNE
• Le streghe sono sempre state circospette e vendicative.
Parlano lingue sconosciute che spesso la brava gente
scambia per un sommesso mormorare. Si accaniscono sui
bambini, perche si sa, le streghe nutrono una forte passione
per i “putti”: è frequente infatti leggere negli atti di accusa di
svariati processi, un lungo elenco di uccisioni perpetrate ai
danni di questi innocenti. Spesso e volentieri le fattucchiere
fingono di essere guaritrici, invece con la loro diabolica e
presunta arte medica esse non fanno altro che rubare vite.
Ma perché dovrebbero esistere le streghe? Perché abbiamo
tanti e tali segnali per riconoscerle? La spiegazione è
semplice; le streghe sono donne, per questo più deboli e facili
da controllare, ma anche più dedite al male: il demonio le ha
scelte come sue compagne, e dall'antichità non fa altro che
iniziarle al suo culto.
• Donna Laurizia presenta tutte le caratteristiche
necessarie al riconoscimento di una strega che,
ancora oggi, le procurerebbe un'accusa:è una
ladra, sa di essere colpevole perché ad un primo
processo tenta e riesce a corrompere dei
funzionari,viene riconosciuta come responsabile
della morte di uomini e bambini,conosce strani
intrugli, si comporta ambiguamente, viene più
volte vista in giro a tarda notte sconvolta e
scarmigliata, non più padrona di sé, parla lingue
incomprensibili, si contraddice quando parla
della sua effettiva conoscenza di pozioni ed
incantesimi.
...Le streghe di oggi...
• Ai giorni d'oggi le streghe, però, si sono
“modernizzate”. Rapiscono i bambini nelle
scuole, corrono per le strade della città
bussando alle porte delle case con il solo
intento di terrorizzare la brava gente,
come nel caso della “zucculara”,
continuano ad incontrarsi e a riunirsi sotto
il noce, che è stato sì estirpato da San
Barbato, ma che continua a manifestarsi
ora in un luogo ora in un altro.
...Testimonianza diretta!!..
• I due giovani che sono andati a cercare la verità
lungo la buia strada dello stretto di barbara
raccontano di aver sentito strida, rumori, passi
nel buio, lamenti... ma le streghe non li hanno
raggiunti. Al giorno d'oggi le streghe non
attaccano più clamorosamente come nel
passato.
• Non escono e soprattutto non commettono più
nessun delitto alla luce del sole, hanno aggiunto
alla loro cattiveria un quid in più di subdolo. Oggi
più che mai è necessario guardarsi dalle
streghe….. è necessario.
• Sono rimaste i soliti essere malvagi, con
cattiveria incontrollabile nei confronti degli
innocenti e dei più deboli: personaggi nei quali è
meglio credere, sia perché le testimonianze
sono tantissime e tutte presentano gli stessi
caratteri simili, se non uguali, sia perché di
fronte ad un pericolo cosi grande non possiamo
permetterci di essere scettici. Le streghe sono a
Benevento dal Cinquecento perché è lì che il
demonio ha piantato il suo noce. Ma esse sono
presenti in Italia da molto più tempo.
...conclusione...
• Il caso di Donna Laurizia è esemplare;
tutte le malvagità riscontrate in lei sono le
stesse presenti in tutte le streghe.
CONDANNARE LEI SIGNIFICA SALVARE VITE
INNOCENTI.
• Ora che sappiamo cosa sia una strega
guardiamoci bene intorno, perché al giorno
d'oggi non ne siamo ancora per niente
immuni.
• Concezione della vita (isolamento di
Vetralla; oppressione dello stato sul
popolo; frequenti crimini)
• Superstizioni e dicerie
• Mortalità infantile
• Basse conoscenze scientifiche
• Ignoranza generale
• Differenze di genere (uomo-donna)
• Somiglianza tra testimonianze e loro
affidabilità
• Varie considerazioni
O giudici, signori della corte,
preliminarmente prima di esporre le cause concrete della totale innocenza della
imputata è bene ricordare alcuni elementi circa la cultura e la situazione di Vetralla.
Questo piccolo paesino non sta beneficando di tutte quelle trasformazioni grandi o
piccole che tutta l’Europa sta subendo. Siamo ancora prigionieri di false credenze come
diremo meglio in seguito.
Cari giudici, l’accanimento contro questa povera donna non è altro che il risultato di
credenze e falsi idoli ma anche di uno stato quasi oppressivo, tirannico, medievale. I
nostri popolani sono sottoposti a fatiche strazianti tutto il giorno e come ricorderemo la
maggior parte dei loro figli non raggiunge l’età dei 6 anni. Non stiamo forse dimenticando
e sottovalutando la natura di queste infondate accuse come sfogo di sofferenza? Una
certa voglia di attribuire delle disgrazie, come la perdita di un figlio, ad una povera
innocente?
Cari giudici, vi invito inoltre a riflettere che la vita a Vetralla vale ben poco. Quanti crimini,
furti, uccisioni vi sono stati? Quelli sarebbero da perseguire. Ecco le credenze e uno
stato tirannico a cosa portano: malcontento e odio popolare e la nostra Laurizia non è
altro che un’altra vittima. E’ sorprendente poi come questo odio sia alimentato dalle dicerie.
Vi daremo prova concreta anche dell’incoerenza delle accuse e della loro infondatezza. Il
nostro paesino infatti è legato ad un sistema ancora povero e coercitivo.
Che questa introduzione, o giudici, vi sia d’aiuto per comprendere i nostri principali
argomenti di difesa e il contesto (non considerarlo sarebbe un imperdonabile errore) in
cui esso si svolge.
Superstizioni e dicerie
• La popolazione era disperata e terrorizzata, e non sapendo
come fronteggiare le malattie aveva bisogno di cercare un
facile capro espiatorio da torturare ed eliminare nella folle
speranza di debellare così i flagelli da cui era afflitta.
• Le donne, per alleviare le proprie sofferenze e quelle dei figli,
utilizzavano piccoli “trucchi” tramandati da madre in figlia o tra
compaesane, la maggior parte delle volte malvisti.
• appena una di loro, come ad esempio Laurizia, superava le
conoscenze date e verificate veniva immediatamente bandita
come strega.
• Muratori nota che, quando accadono mali straordinari e non
molto frequenti che causano gravi stragi, il volgo tende ad
attribuire con estrema leggerezza la colpa di questi
avvenimenti a streghe e maghi, giudicando tali povere donne
e uomini che non hanno commesso altro delitto che quello di
essere vecchi.
Mortalità infantile
XVI secolo
• 20-25% fino a 45% nei tempi di crisi (Europa)
• Su 100 bambini delle classi povere ne muore più
della metà (Svizzera)
Oggi :
• Meno del 0,4% (entro un anno); 0,5% (sotto i
cinque anni) (Italia, Europa)
• Oltre il 10% (entro un anno); massimo 28%
(sotto i cinque anni) (nei paesi più poveri)
Basse conoscenze scientifiche
• Malattie infettive che a quel tempo
apparivano incurabili (gli antibiotici non
esistevano); tra gli infetti di vaiolo, colera e
peste bubbonica, fra il 20% e l’80%
morivano.
Ignoranza generale
• Per fronteggiare le innumerevoli malattie si
ricorreva a rimedi che oggi definiremmo
omeopatici (cure poco invasive basate su
elementi naturali).
• Alcuni malesseri esclusivi del genere
femminile come il ciclo mestruale o
contrazioni dell’utero in caso di rischio di
aborto erano visti con ostilità.
Differenze di genere (uomodonna)
• Sesso femminile più soggetto ad accuse di
stregoneria (80-90%)
• Tra il 1400 e il 1540 i processi per
stregoneria contro donne risultano essere
259 e contro uomini 64; le condanne a
morte 105 contro 14.
• La gestione delle conoscenze scientificomediche era degli uomini; le donne erano
per lo più ignoranti.
Somiglianza fra testimonianze e
loro affidabilità
• Molti dei testimoni cominciano il proprio
discorso con: “ho sempre sentito dire che
donna Laurizia fosse una strega”
• Tutti conoscono donna Laurizia ma
nessuno più giurare che sia una strega.
• Bacone sostiene che spesso l’educazione
e la stessa natura umana o la costituzione
individuale portano alla formazione di false
idee, che però chiaramente appaiono vere
all’uomo che le sostiene.
considerazioni finali
• L’imputata fu sottoposta a tortura ma si
limitò ad invocare il nome di Cristo per
trovare la forza di continuare a sostenere
la propria innocenza; la forza e la
resistenza sono segno dell’innocenza
della donna.
• Laurizia ha chiaramente avuto il ruolo di
capro espiatorio.
• SENTENZA N.316
ANNO 2009
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SOCRATICA
• Esaminando i capi di ACCUSA la Corte ha
addotto le seguenti riflessioni:
• La tortura subita da Laurizia non implica il fatto
che la donna potesse essere considerata una
strega dato che a quel tempo la tortura veniva
inflitta indipendentemente dalla presenza di
prove efficaci.
• Il riferimento a Cesare Beccaria, storico del
Settecento, non è da considerarsi consono
poiché all’epoca del processo la considerazione
della tortura era diversa rispetto alla sua.
• Vagliato il documento relativo al processo
del 24 novembre del 1646, l’accusata
Mercuria, avendo confessato di essere
una strega ed anche di aver partecipato a
dei sabba notturni sotto le sembianze di
un gatto e di essersi unita con il Diavolo
stesso, si autodichiara colpevole a
differenza di Laurizia che nonostante le
diverse torture e i diversi interrogatori non
ammette mia la propria presunta colpa.
• Considerata l’accusa addotta da numerosi
testimoni secondo la quale donna Laurizia
è stata vista “in giro a tarda notte
sconvolta e scarmigliata non più padrona
di sé”, ciò non è necessariamente indice di
stregoneria. D’altronde come sappiamo
era diffuso l’uso di sostanze allucinogene
che inducevano a compiere azioni
anomale e inconsuete.
• Valutate le considerazioni proposte dalla
DIFESA, la Corte così si è espressa:
• è bene prendere atto del contesto sociale
del processo a Vetralla:
• Data la mancanza di strutture sanitarie ed
ospedaliere adeguate, medicinali vari, e la
deficienza conoscitiva nell’ambito delle
malattie che causavano numerosissime
vittime soprattutto infantili, non è
appropriato colpevolizzare Laurizia per le
morti dei bambini prese in considerazione
dai testimoni dell’accusa.
• Data la scarsa considerazione delle donne
in quell’epoca, appena una di loro
superava le conoscenze comuni, veniva
ritenuta una strega; di fatto però queste
che venivano considerate pozioni
magiche, non erano altro che semplici
rimedi dei quali Laurizia era a conoscenza
per tradizione.
• Tutti i testimoni dimostrano di non aver
avuto prova concreta del fatto che Donna
Laurizia sia una strega, ma solo per
“sentito dire”; si tratta quindi di idoli e false
nozioni che assediano l’intelletto umano
rendendo difficile l’accesso alla verità
(Bacone).
• I testimoni dell’accusa sono mossi da
un’isteria collettiva di trovare un capro
espiatorio per sfogare la frustrazione
apportata loro dai numerosi disagi
dell’epoca, e non dal reale impulso di
dimostrare la colpevolezza di qualcuno.
• Esaminati attentamente i documenti
ricevuti dai capi di accusa e dalla difesa, la
Corte Socratica ha pronunciato la
seguente sentenza relativa al processo di
Vetralla del 1567.
Riuniti i giudizi,
ha pronunciato la seguente
sentenza :
La Corte Socratica assolve
l’imputata Donna Laurizia
dall’accusa di stregoneria.
DISPOSITIVO
• Così deciso in Roma, nella sede della
Corte Socratica, Palazzo Ostiense, il 20
maggio 2009.
Depositata in Cancelleria il 21 maggio
2009.
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Un processo a Vetralla