SCUOLA PRIMARIA di PASPARDO Istituto comprensivo di Capodiponte Lavoro di ricerca su: - la “castagna” - il “mulino Tobia di Cimbergo ” - il “Consorzio della castagna” a.s. 2007 - 2008 frutto del castagno LA CASTAGNA è il tipi caratteristiche Consorzio cenni storico-geografici i poeti farina tipi al caratteristiche “virtù” raccolta o “abbacchiata” medicinali e terapeutiche MULINO proprietà conservabilità cosmetiche varie ricette La castagna è il FRUTTO “albero del pane” caratteristiche detto “pane dei poveri” • Il castagno è stato considerato anche l’ albero del pane, perché nei momenti di difficoltà ha rappresentato per le popolazioni di montagna un prezioso alimento ( dal potere nutrizionale ricco e completo), che la natura offriva con gran generosità. Tipi … di castagno Il castagno appartiene alla famiglia delle fagacee e comprende diverse specie: europea (castanea sativa), cinese e giapponese. Il castagno europeo è un albero ad alto fusto, dall’ampia chioma alta e folta, e può vivere e produrre frutti per centinaia d’anni. Se lo si lascia crescere liberamente può raggiungere dimensioni enormi: è celebre il castagno dei cento cavalli, che cresce sulle pendici dell’Etna, in Sicilia, oggi diviso alla base in due tronconi tra i quali passa un viottolo: si dice che abbia 4.000 anni ed è così chiamato perché sotto la sua amplissima chioma potevano trovare riparo cento cavalli. Il castagno: cenni storico-geografici Varie sono le teorie sul castagno in Italia. Quella che sembra avere più credito fa risalire l’esistenza del castagno ad oltre 10.000 anni or sono e che la sua scomparsa sia avvenuta a causa dell’ultima glaciazione, per essere successivamente reintrodotto dall’uomo, che lo ha importato dall’Oriente, più precisamente dall’Asia Minore. Il castagno predilige zone climatiche comprese tra i 300 e i 700 metri s.l.m.e può sconfinare fino ai 1000 metri, in situazioni particolarmente favorevoli. L’attuale area di vegetazione non corrisponde a quella naturale, poiché l’uomo ne ha ampliato a dismisura la diffusione, sia per scopi alimentari che per il largo impiego nelle diverse forme di utilizzazione del suo legno. In Italia il castagneto da frutto lo troviamo in particolare nelle Prealpi (Piemonte e Lombardia) e sugli Appennini (Emilia Romagna e Calabria). •In Vallecamonica il castagno è molto diffuso sul versante sinistro del fiume Oglio ( troviamo castagneti a partire dall’Alta Vallecamonica fino ad Iseo), invece è quasi totalmente assente sul versante opposto. Il castagno: “caratteristiche” Il castagno giovane ha un tronco diritto e liscio , color bruno chiaro; il castagno vecchio è coperto di una corteccia bruna e screpolata. Di solito questa pianta raggiunge dieci metri d’altezza, ma qualche castagno gigante può raggiungere anche i trenta metri. Le foglie, lanceolate e con il margine seghettato, sono lunghe quindici venti centimetri. Il castagno fiorisce in Maggio-Giugno. I suoi fiori sono di due specie: - alcuni sono ricchi di polline giallo (fiori maschili); quando questo viene portato via dal vento, i fiori seccano e cadono; - altri fiori (femminili), invece, ricevono il polline trasportato dal vento e dagli insetti (impollinazione), si ingrossano e diventano castagne. La produzione dei frutti inizia verso il 16° anno di età; un albero produce da 20 a 30 chilogrammi di castagne l’anno. La castagna: il “pane dei poveri” Se si chiede a un montanaro di dire la prima cosa che gli viene in mente quando pensa ad una castagna, se ne avrà una risposta immediata e scontata: miseria. Nelle valli bresciane e bergamasche, dove fino agli anni ’60 era diffusa la povertà e le condizioni di vita erano al limite della sopravvivenza, la castagna era un ingrediente presente nella dieta quotidiana, tanto da essere considerata il “pane quotidiano”. Anche i bambini crescevano a castagne, che erano consumate come un moderno snak o una caramella … Insomma, era un vero e proprio ingrediente “salva-vita” per intere generazioni di montanari e pastori, oggetti di un mercato di scambio nelle valli: cereali contro castagne. Inoltre veniva utilizzata nell’alimentazione di alcune specie di animali, ad esempio i suini, ai quali migliorava la qualità della carne e del lardo, che diventava di colore più roseo e di sapore più dolce. La castagna: CARATTERISTICHE Questo delizioso frutto giunge a maturazione tra Settembre e Ottobre. E’ uno dei frutti rimasti immuni da inquinamento e da trattamenti chimici; la polpa e infatti protetta da più strati: riccio,buccia e sansa. Il riccio: è la parte verde e spinosa in cui sono racchiuse una, due o tre castagne e si apre in quattro parti quando secca, lasciando cadere i frutti al suolo. polpa buccia piumetto La polpa è la parte commestibile della castagna; bianca e molto nutriente, è protetta da due bucce: la buccia esterna è bruna, lucida e dura, più chiara alla base perché unita al riccio; quella interna, che avvolge la polpa, è la sansa, “bionda”, sottile e pelosa. nasello germe sansa La castagna: varietà Nella Vallecamonica maturano quattro tipi di castagne: “tempurà”(detta anche “plata” o “platèla”): castagne adatte a fare le caldarroste; la buccia è di color marrone chiaro; “catòt”: castagne meno buone e meno “nobili” delle “tempurà”. Generalmente vengono bollite o seccate. “salvadiga”: castagne più chiare delle altre, con la buccia molto attaccata alla polpa e molto amara. Non è adatta a fare le caldarroste e, in passato la si utilizzava nella alimentazione degli animali. “castagna amara di ippocastano”: non è commestibile. Il suo riccio è povero di spine. LA CASTAGNA … “raccolta”… La maturazione delle castagne, con la conseguente apertura del riccio che le racchiude, avviene sulla pianta ed è abbastanza lenta, per cui a volte è necessario anche un mese di tempo prima che avvenga la loro completa caduta a terra, da dove vengono “raccolte” . …o “abbacchiata” Per i frutti che perdurano sulla pianta ci si avvale di lunghe pertiche (bacchi), con cui percuotere i rami. Questa pratica, chiamata“abbacchiatura”, presenta però degli inconvenienti, quali il danneggiamento dei giovani rami. a La castagna: “Virtù” Alla castagna può essere attribuito un aggettivo raro: frutto naturale. Il suo riccio, infatti, la “protegge” da trattamenti chimici e dall’inquinamento. E’ molto nutriente: fornisce 250 calorie ogni 100 grammi ed i suoi componenti si avvicinano a quelli del frumento: glucidi, lipidi, sali minerali (potassio, fosforo, ferro e calcio), a cui si aggiungono molte vitamine (B1, B2 e soprattutto C), che resistono alla cottura se si toglie la buccia. La castagna è molto digeribile e i suoi zuccheri sono facilmente assimilabili. “Proprietà medicinali, e terapeutiche” La castagna: La quantità della vitamina C che contiene, paragonabile a quella dell’arancia e del limone, la colloca tra gli anti-infettivi e previene le malattie del freddo. L’infuso e il decotto sono indicati per affezioni bronchiali e diarrea, mentre l’infuso di foglie è ottimale per gargarismi in caso di infiammazioni della bocca e della gola. Sono consigliate per chi soffre di stipsi, perché sono un’ottima fonte di fibre e svolgono un’azione lassativa naturale. Consumata tre volte alla settimana, arrosto oppure cotta, è un toccasana contro anemie e affaticamento. Sono sempre più numerosi i bimbi affetti dal morbo celiaco, grave forma di allergia al glutine del grano e a tutti i cereali, riso escluso. Una valida alternativa alle solite farine è data dalle castagne, un prodotto già usato diffusamente nel secolo scorso e ora tornato alla ribalta. Con la farina di castagna, dall’alto valore nutritivo ed esente da qualsiasi inconveniente provocato da allergie, possono essere preparati tutti i cibi che tradizionalmente vengono realizzati con farina di grano e perfino pasta, pane e pizza. continua Una ricetta terapeutica “Castagne e miele contro stanchezza e anemia” * Mescolate 100 grammi di farina di castagne Questa crema è perfetta per la prima colazione: con 2 grossi bicchieri di acqua e 2 cucchiai di miele. * Fate cuocere per 5 minuti mescolando. _._._._ La castagna: “Proprietà può essere consumata con lo jogurt o condita con uvetta, noci o altra frutta secca tritata. cosmetiche” Sul piano cosmetico, l’acqua in cui sono state cotte delle castagne può essere usata dopo lo shampoo, per esaltare i riflessi dei capelli biondi, mentre la polpa schiacciata dei frutti bolliti, inglobata in una maschera, ha azione emolliente. La castagna: la “conservabilità” La castagna è un frutto di difficile conservabilità, quindi, se non viene venduta fresca, è necessario adottare vari metodi di conservazione: *CURATURA IN ACQUA FREDDA: le castagne vengono immerse in contenitori pieni di acqua per circa 7-8 giorni, effettuando frequenti ricambi. In seguito i frutti vengono sistemati in locali arieggiati, dove devono essere rivoltati spesso per facilitare la loro asciugatura. *STRATIFICAZIONE IN SABBIA O SEGATURA: le castagne, dapprima selezionate, vengono stratificate per uno spessore di circa 20 cm. In sabbia asciutta o segatura e, con tale metodo, si possono conservare fino al periodo primaverile. *RICCIAIA: questo metodo, invece, consiste nell’accumulare le castagne, che si trovano ancora all’interno del riccio, in una buca, ricoprendo poi il cumulo con materiale naturale, quale foglie, ricci e terra. Per mezzo della fermentazione che avviene all’interno della massa, si creano condizioni favorevoli per un’ottima conservazione dei frutti. continua (…continua… ”Conservabilità” ) *SURGELAZIONE: si attiva con temperatura di -20° C. ed è indispensabile per conservare il prodotto per lungo tempo. *ESSICAZIONE: si fa ricorso a particolari locali di piccole dimensioni in cui le castagne vengono stratificate su un “graticcio” di legno, sotto il quale viene tenuto acceso un fuoco moderato per circa 20 giorni. Le castagne hanno un calo di peso notevole ( 60-70%) dopodiché vengono sbucciate e confezionate per la vendita:sono le “biline” *DISINFEZIONE IN ACQUA CALDA: Questa pratica avviene sistemando le castagne in contenitori con acqua calda a 50° C. per circa un’ora. Anche in questo caso i frutti dovranno poi essere asciugati. Oltre che con i più noti sistemi di conservazione, le castagne si possono conservare anche in alcool, candite o sotto forma di marmellata. La castagna: “impiego in cucina” L’utilizzazione delle castagne in cucina è molto varia: Oltre alle classiche bollite ( “teteghe” ) e arrostite ( “mondine” o “mondole” ), le castagne si prestano per la preparazione di varie ricette. Con la farina di castagna ( farina de “schèlt” ), infatti, si possono preparare polenta ( “schèlt” o “pult”), puré in accompagnamento a carni, zuppe, torte, biscotti, frittelle e pasta. IL MULINO DI CIMBERGO: “cenni storico – geografici” E’ difficile stabilire quando il mulino è sato introdotto a Cimbergo, ma sicuramente si tratta di un periodo molto antico, intorno alla metà dell’800 d.C. Una volta, a Cimbergo c’erano due mulini situati nella località “Maendola”. Grazie alla disponibilità dell’acqua del torrente “Varecola”, erano funzionanti tutto l’anno. Tra il 1944 e il 1945, sfruttando un breve periodo favorevole all’agricoltura, il vecchio “mulino Tobia” tornò a funzionare. E’ posizionato in mezzo a una delle più belle vallate della zona e rappresenta una meta turistica e didattica imperdibile per le sue rarità, visto che è rimasto l’unico funzionante sul territorio. Il “mulino Tobia” fa parte della storia, della cultura e della tradizione del paese di Cimbergo: è ancora una antica costruzione che mostra il trascorrere del tempo, perché mantiene, quasi intatta la parte interna in legno e pietra antica. continua IL MULINO DI CIMBERGO: “cenni storico – geografici” Ci sono due macine funzionanti: una serve per macinare castagne e granoturco, l’altra per la segale, il frumento e il grano saraceno. I fondali delle macine, utilizzate anche adesso, provengono da un antico mulino, di proprietà Fasanini, che era situato sotto la galleria che separa Cimbergo da Paspardo, poiché aveva cessato di lavorare, dopo aver ceduto l’acqua del torrente Re, che usava per la macinatura, all’E.N.E.L. Attualmente la macina utilizzata maggiormente è quella delle “biline”, castagne essiccate sulla “grat” ( graticola di rami di pino intrecciati) e del frumento. foto mulino continua IL MULINO DI CIMBERGO: “notizie sulla macinatura” Attualmente la macina utilizzata maggiormente è quella delle “biline”, castagne essiccate sulla “grat” ( graticola di rami di pino intrecciati) e del frumento. Per macinare un quintale di castagne servono dieci ore, perciò i mugnai trascorrono giorno e notte al mulino e vengono retribuiti non in denaro ma con dieci chilogrammi di farina per ogni quintale di castagne ( 2 kg. Per il mulino e 8 kg. Per il mugnaio). Dalla macinazione delle castagne si ricava solo farina, mentre dal granoturco, oltre alla farina, anche la crusca. La seconda macina è utilizzata per il frumento, la segale e il grano saraceno. Per macinare un quintale di frumento servono cinque ore; per un quintale di segale sette ore; per un quintale di grano saraceno quattro ore, sempre se c’è l’acqua del torrente. Dalla macinazione di questi tre cereali non si ricava solo farina, continua ma anche il “bugat” ( integrale + crusca ). (…continua…) IL MULINO DI CIMBERGO: “notizie sulla macinatura” Per sollevare i vari sacchi viene usato il “tone“ (gru artigianale),e per schiacciare cereali e castagne la “martèla”, che ritmicamente batte perché azionata dalla grande ruota esterna. Tutto il lavoro della macinatura avviene grazie alle ruote poste all’esterno del mulino, azionate dall’acqua del torrente “Varecola”. Attraverso uno sbarramento, l’acqua viene deviata in un canale e da qui precipita in una condotta inclinata, che va a colpire le pale delle ruote. Queste sono formate da assi perpendicolari tra loro, dotate di denti in legno, disposti in modo che ingranino l’un con l’altro. All’albero centrale sono fissate delle assi in legno che formano i raggi della ruota. Su di esse sono disposte a raggiera delle tavole (“pale”), sulle quali va a sbattere l’acqua, producendo il ritmico movimento della ruota. Molto importante è pure lo “sguscia orzo”, formato da una base in legno dentro la quale sono inseriti due vasi di granito contenenti l’orzo che viene sgusciato tramite il movimento ritmico di due pistoni sollevati dall’ ”alber”, mosso dalla ruota esterna. Per sgusciare 20 chili di orzo servono 36 ore. ISPIRA I …POETI La castagna La castagna La castagna cresce in montagna. Essa è marrone e grassottella, La castagna lucida, ovale e molto bella. cresce in montagna: Si trova nei ricci la castagna è grassottella che son degli impicci. ed è molto bella. Con la castagna si fa la farina La castagna è un frutto buono che si trasforma in polentina. e per tutti è un bel dono. La castagna Quando cuoce nella padella cresce in montagna, salta come una monella. Il riccio nei castagneti, Il riccio spinoso cari ai poeti. è tanto barboso; spina tantissimo ed è bruttissimo. Il suo contenuto è veramente buono, c proprio un vero dono. o n E’ marroncino t i come un cioccolatino n ed è rotondo u a (Poesie dei bambini) come il mondo. La castagna Il castagno Il castagno, un albero grande come Carlo Magno. Tu sei la risorsa del nostro pianeta, amato e descritto da ogni poeta. Il tuo tronco è un concentrato di felicità e nel mondo infondi gioia, con la tua grande semplicità. Le castagne sono il tuo frutto e per questo ti ringrazia il mondo tutto. Ai piedi della montagna tu riposi e nessuno strapparti una foglia osi!!! La tua chioma spettacolare tutti i passanti si fermano ad ammirare. Il castagno, un albero maestoso, rende tutto il creato più meraviglioso! Tu, o castagno, doni ossigeno a tutto il mondo e ogni giorno ci levi un po’ di morte di torno. (Poesie dei bambini) È bella la castagna, è liscia e ben vestita; È frutto di montagna, è dolce e saporita. Se vien dalla padella col nome di bruciata la castagnetta bella è subito sbucciata. Se vien dalla pignatta col nome di “ballotta per tutti i denti è fatta perché morbida e cotta. Se vien dal seccatoiio si serba per l’annata, e con piacer l’ingoio che sembra zuccherata. Insomma in cento modi si mangia la castagna. Cantiamo pur le lodi del frutto di montagna. Il “Consorzio della castagna” ha sede a Paspardo, in località Deria, con ufficio a Paspardo. E’ nato nel 1996 per iniziativa della locale Amministrazione Comunale e di un gruppo di cittadini privati di 17 Comuni ( tra cui Paspardo e Cimbergo), compresi tra Edolo e Pisogne, accomunati dalla volontà di recuperare e rivalorizzare quel grande patrimonio di Castagni della nostra Valle, abbandonati dopo la “grande fame”. OBIETTIVI:* promuovere il risanamento e la valorizzazione economicoproduttiva dei castagneti; * recuperare la tradizione della castagna; * creare opportunità di lavoro e di commercio. PRODOTTI: -castagne secche e farina; -biscotti : castagnoli (con il 16% di farina di castagne); -le delizie (con il 23 % di farina di castagne); -i mielotti (con il 38% di farina di castagne e miele di castagno; -la grappa di castagne. Le esperienze di Ricerca e Sviluppo promosse dal Consorzio della castagna sono svolte in collaborazione con gli Istituti di Coltivazioni Arboree e di tecnologie Alimentari della Università di Milano.