Tra pittura e cinema
la storia interminabile delle immagini
a cura di
Marina Pellanda
Tempo e spazio
Il Carpaccio narra, instancabilmente narra.
Roberto Longhi, Viatico per cinque secoli di pittura veneziana
Vittore Carpaccio, Il sogno di Sant’Orsola (1495), olio su tela
274 x 277 cm, Venezia, Gallerie dell’Accademia
Inutilmente tenterò di descriverti la città. Potrei dirti di
quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli
archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i
tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla.
Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure
del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato.
Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte: la città
dice tutto quello che devi pensare,
ti fa ripetere il suo discorso.
Italo Calvino, Le città invisibili
Nella vecchia aula buia di Storia dell’arte, davanti
allo schermo delle proiezioni su cui la lunga canna
manovrata dalla sua mano andava a toccare certi
punti, certe giunture significative, per il nostro occhio
interno: quell’occhio che attendeva di essere
arricchito. Cominciava a bassa voce quasi parlando
a sé stesso attento alla precisione interna del suo
dettato.
Francesco Arcangeli (1970)
Sullo schermo venivano proiettate delle diapositive. I totali
e i dettagli dei lavori, coevi, eseguiti nello stesso luogo da
Masolino e Masaccio. Il cinema “agiva” sia pure in quanto
mera proiezione di fotografie. E agiva nel senso di una
“inquadratura” rappresentante un campione del mondo
masoliniano, in quella continuità che è appunto tipica del
cinema, si “opponeva” drammaticamente a una
“inquadratura” rappresentante a sua volta un campione del
mondo masaccesco.
Pier Paolo Pasolini, 1970
Vittore Carpaccio, L’arrivo a Colonia, tempera su tela, 280 x 255 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia
Noi spaziali trasmetteremo per la prima volta nel mondo
attraverso la televisione, le nostre forme d’arte basate
sui concetti dello spazio.
Noi spaziali ci sentiamo gli artisti di oggi, perché le
conquiste della tecnica sono ormai al servizio dell’arte
che noi professiamo.
Lucio Fontana, Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione,
1952.
Per Fontana che da questo punto di vista denota piena
osservanza al Futurismo, l’arte è un sistema unitario che
assume la totalità del mondo in senso storico, anche
come complesso di funzioni scientifiche e tecnologiche.
Arte guarda essere,
o, più esattamente,
lo mette in luce.
Lucio Fontana, 1949
Gli artisti anticipano gesti scientifici,
i gesti scientifici
provocano sempre
gesti artistici.
Lucio Fontana
Andy Warhol, Empire, (1964)
Andy Warhol, Shadows, 1978
La data della creazione di Shadows è anche quella della morte di
de Chirico, ed è strano che la coincidenza (de Chirico muore il 19
novembre e Warhol inizia la sua serie nel dicembre dello stesso
anno) sia passata inosservata. Non credo di commettere un errore
vedendo nella creazione di Shadows la diretta conseguenza della
scomparsa di uno degli ultimi rappresentanti dell’avanguardia
storica. La mostra equivale quindi al riconoscimento di un debito
nei confronti di de Chirico. Se ha anche la connotazione di un
assassinio, questo è di ordine simbolico e concerne il concetto di
“originale”. Alle storie d’ombra del maestro italiano Warhol fa
succedere delle ombre senza storia la cui serialità altro non è se
non il riflesso dell’irrevocabile scomparsa del racconto pittorico.
Victor I. Stoichita, Breve storia dell’ombra. Dalle origini della pittura alla Pop Art.
Andy Warhol, Gold Marylin Monroe, (1962), riporto serigrafico su tela e
olio su tela, 211,4 x 144,7 cm, New York, The Museum of Modern Art
Le immagini di Andy Warhol comprimono lo spazio e il
movimento nel tempo, svelando la illusorietà dei
margini come quando si viaggia e il paesaggio
attraverso i finestrini si presenta come l’esempio più
compiuto e sensibile dell’equazione della nostra vita, in
quella similitudine tra la tela, la pellicola e il
procedere,segmento dopo segmento, verso un fine con
gli occhi ben aperti.
Anche quando l’immagine viene concepita come
un’icona che assomiglia per certi versi al mondo in cui
viviamo, ciò che più conta non sono i segni del
mondo ma i segni dell’autore: la verità dell’immagine
si radica in colui che ne è la fonte o che l’utilizza
attraverso una relazione che nella maggior parte dei
casi è una relazione indiziaria.
Il linguaggio non rende l’uomo migliore ma più potente.
Hobbes, Il Leviatano (1651)
Facciamo finta che il vetro sia diventato morbido come la
nebbia, e che possiamo passare dall’altra parte. Ecco
guarda: sta diventando una specie di brina, proprio in
questo momento, te lo dico io!
Andare di là sarà facilissimo!
L. Carrol, Attraverso lo specchio
Vincent Van Gogh, Campo di grano con corvi, (1890), olio su tela,
50,5 x 103 cm Amsterdam, Van Gogh Museum
Akira Kurosawa, Sogni, (1990)
Assai gentil modo di facezie è ancor quello che consiste
in una certa dissimulazione, quando si dice una cosa e
tacitamente se ne intende un’altra. Non dico già di
quella manera totalmente contraria, come se ad un
nano si dicesse gigante, e ad un negro bianco; o vero,
ad un bruttissimo, bellissimo, perché son troppo
manifeste contrarietà, benché queste alcuna volta
fanno ridere; ma quando con parlar severo e grave
giocando si dice piacevolmente
quello che non s’ha in animo.
S. Agostino, De mendacio
Jacopo Carrucci detto il Pontormo, Deposizione, (1526-28), olio su tavola,
313 x 192 cm Firenze, Chiesa di Santa Felicita
Pier Paolo Pasolini, La ricotta, (1963)
Giovanni Battista di Jacopo detto Rosso Fiorentino, Deposizione,(1521)
olio e tempera su tavola,375 x 196 cm Volterra, Pinacoteca
Pier Paolo Pasolini, La ricotta, (1963)
Andy Warhol, Orange Disaster, (1962)
riporto serigrafico su tela, 124 x 80 cm Colonia,
Museen der Stadt
David Cronenberg, Crash, (1996)
Filmografia
Sleep (1963)
Kiss (1963)
It (1963)
Empire (1964)
di Andy Warhol
La ricotta (1963)
di Pier Paolo Pasolini
Week-end (1967)
di Jean-Luc Godard
F come falso/Verità e menzogne (1973)
di Orson Welles
La zona morta (1983)
La mosca (1986)
Il pasto nudo (1991)
Crash (1996)
ExistenZ (1999)
di david Cronenberg
Sogni (1990)
di Akira Kurosawa
Gattaca (1997)
di Andrew Nicoll
Bibiliografia
R. Longhi, Viatico per cinque secoli di pittura veneziana, in Da Cimabue a
Morandi, Milano, Mondadori Editore 1973
I. Calvino, Le città invisibili, Torino, Einaudi, 1973
A. Bonito Oliva (a cura di), Warhol verso de Chirico, Milano, Electa, 1987
G. Joppolo, Per una lettura dei manifesti e scritti teorici sullo spazialismo, in
Fontana, Museo d’Arte moderna, Centro Georges Pompidou, 1987
E. Crispolti (a cura di), Centenario di Lucio Fontana, Milano, Edizioni Charta,
1999
V. I. Stoichita, Breve storia dell’ombra. Dalle origini della pittura alla Pop Art,
Milano, Il Saggiatore, 2000
M. Bettettini, Breve storia della bugia. Da Ulisse a Pinocchio, Milano, Raffaello
Cortina Editore, 2001
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