Differenze e analogie
Lo Statuto Albertino fu molto importane per la
storia d’Italia. Concesso da Carlo Alberto nel
1848, fu esteso al Regno d’Italia nel 1861 e
rimase in vigore fino all’avvento del fascismo. Lo
stato fu diviso in 59 provincie rette da un prefetto
che rappresentava il governo centrale.
A loro volta erano divisi in circondari con a capo
un prefetto e in comune comandate da un
sindaco.
La società italiana e il territorio si divisero in
Paese legale (retto in Parlamento) e Paese reale
(i cittadini che non potevano far udire la loro
voce).
Nelle campagne lo Stato non si interessava della
gente, riscuoteva le tasse e costringeva i ragazzi a
diventare militari (coscrizione militare
obbligatoria).
Pur con tutti i suoi limiti, lo Statuto Albertino
trasformava il regno di Sardegna da Stato
assoluto in Stato costituzionale.
I deputati erano infatti liberamente eletti,
seppure con suffragio censitario.
Prima pagina dello Statuto
Lo Statuto del Regno o Statuto
Fondamentale della Monarchia di
Savoia 4 marzo 1848, noto come
Statuto Albertino dal nome del re
che lo promulgò, Carlo Alberto di
Savoia, fu la costituzione adottata
dal Regno sardo-piemontese il 4
marzo 1848 a Torino.
Nel preambolo autografo dello
stesso Carlo Alberto viene definito
come «Legge fondamentale perpetua ed
irrevocabile della Monarchia sabauda».
Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d'Italia, lo Statuto Albertino divenne la carta fondamentale della nuova
Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti
legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido fino all'entrata in vigore della Costituzione della
Repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948.
Dopo la concessione della costituzione (poi abrogata) nel Regno delle Due Sicilie, anche per il Regno di Sardegna: Carlo
Alberto in fretta e furia fece redigere una dichiarazione di principi che saranno alla base dello Statuto (termine ripreso
dalla tradizione di Amedeo VIII di Savoia) e che vennero proclamati al popolo l'8 febbraio 1848, tre giorni prima che il
Granduca di Toscana prendesse la stessa decisione ed un mese prima di Pio IX. Tali basi, indicate in quattordici punti,
vennero formalmente concesse per la “benevola generosità del sovrano”.
Il Consiglio di Conferenza, incaricato di redigere lo Statuto, ebbe come principale obiettivo quello di individuare, tra i
modelli costituzionali europei, quello maggiormente congeniale al Regno di Sardegna, e che producesse il minor
cambiamento possibile all'interno degli assetti istituzionali. Questo modello venne individuato nella Costituzione
orleanista del 1830 e in quella belga del 1831. Pochi giorni dopo, tra il 23 e il 24 febbraio la Rivoluzione spazzava via da
Parigi sia la monarchia sia la Costituzione. La sommossa parigina, che portò poi al potere Luigi Napoleone Bonaparte,
eccitò gli animi anche in Italia e fece balenare nella mente dei liberali più accesi e rivoluzionari l'idea di una Repubblica
tale che quindi la promessa delle “basi” di Carlo Alberto sembrava ormai troppo limitata. Tuttavia ciò non mutò le
posizioni del Re che il 4 marzo promulgò lo Statuto.
Essendo lo Statuto albertino una carta ottriata , riveste una particolare importanza il suo preambolo. L'assolutismo
illuminato, ultima evoluzione dello Stato di polizia, è estremamente evidente: «con lealtà di Re e con affetto di padre Noi
veniamo a compiere quanto avevamo annunziato ai nostri amatissimi Sudditi», così come è evidente la riserva mentale
con cui lo Statuto viene concesso, laddove - celando le forti motivazioni sociali che hanno indotto Carlo Alberto ad
emanare questo atto - si afferma «di Nostra certa scienza, Regia autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio, abbiamo
ordinato ed ordiniamo in forza di Statuto e Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia, quanto
segue».
È inoltre da notare come lo Statuto non sia mai qualificato con il termine Costituzione.
STATUTO ALBERTINO 1848
Costituzione Italiana 1948
1
LA RELIGIONE CATTOLICA APOSTOLICA E ROMANA È
LA SOLA RELIGIONE DELLO STATO. GLI ALTRI CULTI
SONO (VALDESI ED EBREI) TOLLERATI .
TUTTE LE CONFESSIONI RELIGIOSE SONO UGUALMENTE
LIBERE DAVANTI ALLA LEGGE
2
LO STATO E’ RETTO DA UN GOVERNO
MONARCHICO. IL TRONO È EREDITARIO SECONDO
LA LEGGE SALICA (SOLO I DISCENDENTI MASCHI
POTEVANO DIVENTARE RE).
L’ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL
LAVORO.
LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO.
3 IL POTERE LEGISLATIVO SARÀ ESERCITATO DAL RE E DA DUE
CAMERE: IL SENATO E LA CAMERA DEI DEPUTATI.
LA FUNZIONE LEGISLATIVA È ESERCITATA
COLLETTIVAMENTE DALLE
DUE CAMERE.
4
TUTTI GLI ABITANTI DEL REGNO SONO UGUALI DINANZI ALLA
LEGGE. TUTTI GODONO I DIRITTI CIVILI E POLITICI E SONO
AMMESSI ALLE CARICHE CIVILI E MILITARI.
TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITÀ SOCIALE E SONO
EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONI DI
SESSO, DI RAZZA, DI LINGUA, DI RELIGIONE, DI OPINIONI
POLITICHE, DI CONDIZIONI POLITICHE E SOCIALI.
5
LA LIBERTÀ INDIVIDUALE È GARANTITA, NESSUNO PUÒ
ESSERE ARRESTATO O PORTATO IN GIUDIZIO, SE NON NEI CASI
PREVISTI DALLA LEGGE.
LA LIBERTÀ PERSONALE È INVIOLABILE. NON È AMMESSA
NESSUNA FORMA DI DETENZIONE, DI ISPEZIONE, O
PERQUISIZIONE PERSONALE… SE NON PER ATTO MOTIVATO
DALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA.
STATUTO ALBERTINO, 1848
COSTITUZIONE ITALIANA 1948
6 LA STAMPA SARÀ LIBERA, MA UNA LEGGE
CONDANNA GLI ABUSI.
TUTTI HANNO DIRITTO A MANIFESTARE
LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA
PAROLA, LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI
DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUÒ ESSERE
SOGGETTA A CENSURA
7
IL PARLAMENTO È FORMATO DA UNA
CAMERA DEI DEPUTATI ELETTA A SUFFRAGIO
CENSITARIO (PIÙ RICCHI) E UN SENATO
NOMINATO DAL RE
IL POPOLO ELEGGE LA CAMERA DEI
DEPUTATI E IL SENATO DELLA REPUBBLICA. IL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
NOMINA I MINISTRI.
8.
IL RE CONTROLLA IL POTERE LEGISLATIVO,
ESECUTIVO E GIUDIZIARIO.
IL POTERE LEGISLATIVO( FARE LE LEGGI)
APPARTIENE AL PARLAMENTO.
IL POTERE ESECUTIVO (APPLICARE LE
LEGGI) SPETTA AL GOVERNO.
IL POTERE GIUDIZIARIO (FARE I PROCESSI) È
AUTONOMO (ORGANIZZATO DAI
GIUDICI).
Il 2 Giugno 1946 gli Italiani vennero
chiamati a votare, dopo tanti anni che non
esercitavano più il voto.
Dovevano scegliere se l’Italia doveva
restare una monarchia o diventare una
repubblica.
Inoltre elessero i componenti
dell’Assemblea Costituente, che avrebbe
avuto il compito di scrivere la
Costituzione per l’Italia.
L’attuale Costituzione italiana fu scritta dall’Assemblea costituente, eletta nel 1946,
ed entrò in vigore il I Gennaio del 1948
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statuto e costituzione in fieri