• Il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali
DSM IV,creato dall’American Psychiatric Association
(APA), definisce tre criteri diagnostici per la
definizione del ritardo mentale (American
PsychiatryAssociation2002)
A. Funzionamento intellettivo significativamente al
di sotto della media.
B.
Concomitanti deficit o compromissioni nel
funzionamento adattivo attuale.
C. L’esordio è prima dei 18 anni.
Fa riferimento all’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS). Quest’ ultimo, a differenza
del DSM che utilizza un sistema di riferimento
multiassiale, presenta criteri di classificazione
dei disturbi mentali di tipo descrittivofenomenologico (Soresi S., 1998).
Sia il DSM IV che l’ICD 10 suddividono il ritardo
mentale in quattro livelli di gravità. Il DSM IV
tiene conto dell’errore standard di misura di
alcuni test psicometrici, quantificabile in 5 punti.
Per questo motivo nelle diverse condizioni è
presente un’oscillazione di 5 punti nei criteri di
inclusione.
- R.M. Lieve, con un Q.I. che varia da 50-55 a
70-75
- R.M. Moderato, con un Q.I. oscillante da 35-40
a 50-55
- R.M. Grave, con livelli di Q.I. da 20-25 a 3540
- R.M. Gravissimo, con un Q.I. inferiore a 20-25.
• Il bisogno di nuovi linguaggi condivisi, in grado di
facilitare la comunicazione, e di nuovi modelli esaustivi
per una migliore comprensione di una condizione
complessa, quale è quella del RM, si collega alla
necessità di superare l’inutile contrapposizione tra
modello medico e modello sociale
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) già
intorno agli anni ’70, consapevole della mancanza di
strumenti in grado di rilevare i livelli di
compromissione, incaricò una équipe di specialisti di
redigere una appendice all’ICD.
Questo testo trovò grande diffusione tra gli operatori
dell’assistenza e della riabilitazione.
Cerca di cogliere ciò che può avvenire in associazione
e come conseguenza ad una malattia, superando
l’ottica bio-medica basata sullo schema EZIOLOGIAPATOLOGIA-MANIFESTAZIONE CLINICA, e utilizzando
un approccio che include anche gli aspetti psicosociali.
MENOMAZIONE
DISABILITA’
HANDICAP
Lo strumento, International Classification of Impairments,
Activities, and Participation (IC DH-2), di cui
recentemente è stata pubblicata la versione definitiva,
denominata classificazione Internazionale del
Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF),
presenta importanti innovazioni sul piano del linguaggio
e sul piano concettuale
Strutture e
funzioni
corporee
(ex
menomazio
ne)
Attività
Personali
(ex
disabilità)
Partecipazi
one
Sociale (ex
handicap)
Strutture e funzioni corporee rilevano alterazioni
funzionali e strutturali dell’organismo, perdite o
anormalità riguardanti la struttura del corpo, le
funzioni fisiologiche e quelle psicologiche.
le Attività Personali indicano qualunque cosa
una persona compia, a qualsiasi livello di
complessità; da attività semplici a complesse che
possono subire limitazioni inerenti la natura, la
durata e la qualità.
la Partecipazione Sociale che riguarda
l’interazione tra le menomazioni, le attività e i
fattori contestuali, in tutte le aree e gli aspetti
della vita umana che possono subire restrizioni
inerenti la natura, la durata e la qualità.
• Nell’ICIDH-2, in base all’accordo raggiunto dagli
esperti che hanno lavorato alla revisione, viene
ridefinito lo schema precedente, il cui risultato
rappresenta la nuova prospettiva, adottata dall’OMS,
inerente i fenomeni di compromissione
I fattori ambientali rappresentano quei fattori
estrinseci alla persona e includono elementi
dell’ambiente naturale (tempo o spazio), ambienti
costruiti dall’uomo (strutture, arredamenti,ecc.), gli
atteggiamenti, i costumi, le regole e istituzioni, e gli
altri individui
I fattori personali includono sesso, età, forma fisica,
stile di vita, abitudini, educazione, istruzione,
professione, esperienze presenti e passate, modalità
comportamentali, carattere, stato psicologico e tutte le
altre caratteristiche che possono intervenire
nell’esperienza delle compromissioni
denota un’interazione dinamica tra le Funzioni e
Strutture Corporee, le Attività, le Condizioni di salute, i
Fattori contestuali (ambientali e personali).
La Partecipazione riguarda tutte le aree e gli aspetti
della vita umana, il cui carattere complesso è
modulato dalla società.
I recenti modelli hanno spostato l'attenzione
sulla valutazione globale della condizione
e sulla interdipendenza tra gli elementi che
concorrono alla sua definizione.
Restano da considerare criteri e strumenti
necessari per attuare nel modo più
proficuo tale valutazione.
‘
‘
“assessment”= accertamento
analisi funzionale delle abilità, delle competenze e dei prerequisiti che il soggetto possiede ad un dato momento del suo
sviluppo e all'interno di un preciso contesto di stimolazioni,
finalizzato non ad un giudizio ma alla determinazione di
obiettivi educativi, se del caso, riabilitativi.
Nel 2007 è stata pubblicato l’ICF-CY che copre
una fascia d’età che va dalla nascita a 18 anni.
Risponde all’esigenza di cogliere, attraverso
l’aggiunta di contenuti e dettagli più consoni
alla fascia d’età trattata, le funzioni e le strutture
corporee, le attività e la partecipazione e gli ambienti
specifici dei neonati, bambini , adolescenti.
STRUMENTI UTILIZZABILI PER
L’ ACCERTAMENTO DI FUNZIONI E
ABILITÀ NEL RITARDO MENTALE.
• SONO COSTITUITI DA STIMOLI
• GLI STIMOLI SONO RAPPRESENTATIVI DI UNA CERTA
FUNZIONE O AREA DELLA PERSONALITÀ CHE SI VUOLE
SOTTOPORRE AD INDAGINE
• RISPOSTE DEL SOGGETTO VENGONO CODIFICATE IN MODO
OBIETTIVO
• SULLA BASE DEI PUNTEGGI STANDARD COSÌ OTTENUTI, È
POSSIBILE QUANTIFICARE LE DIFFERENZE TRA SOGGETTI
NELLE PRESTAZIONI AL TEST E QUINDI NELL'AREA
PSICOLOGICA DI CUI IL TEST È RAPPRESENTATIVO
NELL'ASSESSMENT EDUCATIVO E RIABILITATIVO
I TEST PSICOMETRICI PRESENTANO PERÒ DELLE
DIFFICOLTÀ DI ORDINE SIA PRATICO CHE
TEORICO.
“AFFIDARE IL TESTING - COME SPESSO AVVIENE - AD UNA ÉQUIPE
ESTERNA AL CONTESTO EDUCATIVO O RIABILITATIVO INDUCE
PROBLEMI DI TIPO RELAZIONALE CON GLI INSEGNANTI E I
RIABILITATORI, CHE FINISCONO COL DELEGARE AGLI ESPERTI LA
'DIAGNOSI' DI EVENTUALI PROBLEMI DEI SOGGETTI LORO
AFFIDATI, RICHIEDENDO IL RISULTATO DI QUESTA DIAGNOSI,
UTILIZZABILE SOLO A FINI 'ETICHETTATORI', IN UNO SPIRITO CHE È
ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA ANALISI FUNZIONALE CHE È
INDISPENSABILE PREMESSA DI OGNI CORRETTO LAVORO
EDUCATIVO E/O RIABILITATIVO.”
• La valutazione di tipo normativo - tipica del test psicometrico è finalizzata alla classificazione 'diagnostica' ed è in genere
preliminare e solo indirettamente connessa all'intervento
didattico ed educativo.
• L'assessment dei potenziali evolutivi mira ad accertare quanto
una certa abilità è attualmente sviluppata ed è pertanto
direttamente legato all'intervento di potenziamento della
abilità stessa, ove essa risulti inadeguata per l'obiettivo
educativo o rieducativo.
Feuerstein (1979) ha riassunto in alcuni punti fondamentali le
differenze fra le tradizionali tecniche psicometriche e un
assessment dinamico (da altri autori definito funzionale)
Aspetti come la motivazione , l’adattamento
alle istruzioni sono essenziali nell'assessment
dinamico, in quanto danno informazioni sul
modo di procedere del soggetto.
Aspetti che nei test psicometrici vanno invece
evitati in quanto alterano la attendibilità e la
validità
I test misurano il prodotto (il grado di
efficienza) delle funzioni cognitive
Un assessment dinamico deve cogliere
soprattutto il funzionamento più o meno
adeguato rispetto agli obiettivi del processo
cognitivo.
Nell'assessment dinamico le risposte
'particolari', fuori dalla norma,sono invece
rivelatrici di particolari modalità di
funzionamento utilizzabili per l'addestramento.
Nei test le risposte “particolari” vengono
semplicemente scartate come prestazioni casuali
o comunque come errori.
Nei test psicometrici la complessità e difficoltà delle
prove resta costante per tutti i soggetti.
Nell'assessment dinamico questa complessità e
difficoltà è flessibile e va continuamente aumentata
in relazione alle capacità dimostrate dal soggetto.
AREA COGNITIVA
AREA AFFETTIVORELAZIONALE
AREA LINGUISTICA
AREA SENSORIALE
AREA MOTORIOPRASSICA
AREA
NEUROPSICOLOGICA
AREA DELLE
AUTONOMIE
• L'assessment comprende aspetti relazionali - legati alla
interazione soggetto-operatore - e non soltanto di testing
obiettivo (che pure è opportuno includere); in esso vanno
distinte la valutazione degli eventuali deficit e la valutazione
dei potenziali presenti e utilizzabili per l'apprendimento.
• Il concetto di ‘psicometria ,
dell’attendibilità e validità ad
esso connesse - va ridiscusso per
finalizzarlo all’uso nella diagnosi
UNA PERSONA VIENE DEFINITA ‘IN RITARDO’RISPETTO
ALLA NORMALITÀ DELLO SVILUPPO COGNITIVO E
SOCIALE, IN BASE A CRITERI DESUNTI SOPRATTUTTO DA
TEST PSICOMETRICI.
IL RIFERIMENTO A CRITERI NORMATIVI HA SENSO SOLO SE
UTILIZZATO PER PROGRAMMARE UNA RIABILITAZIONE PIÙ
MIRATA E DI VERIFICARNE L’EFFICACIA MEDIANTE UN
CONFRONTO IN DIVERSI PERIODI TEMPORALI.
Le recenti prospettive teoriche sui criteri diagnostici del
Ritardo Mentale, rappresentano un notevole
avanzamento nella sua comprensione che riconosce una
componente essenziale nella sfera adattiva
nella relazione tra la persona e l’ambiente proprio per
l’introduzione degli elementi contestuali (ambientali e
personali) nella valutazione della condizione di ritardo.
Parte da una specifica condizione
di salute (un disturbo, una malattia
o trauma)
Rileva le menomazioni nel
funzionamento mentale ed
intellettivo, ed eventualmente anche
sul piano corporeo
Mette in relazione questi
aspetti con i fattori ambientali,
intesi come influenza esterna sul
funzionamento dell’essere umano e
con i fattori personali, intesi come
attributi personali che influenzano
dall’interno il funzionamento.
Evidenzia le limitazioni e le
difficoltà che un individuo può
trovare nello svolgimento delle
attività e le restrizioni alla
partecipazione alla vita di
relazione ed al contesto sociale;
Gli strumenti di assessment devono essere usati in modo
diversificato a partire dai :
criteri ricavati su popolazioni normali,
all’interno di campioni omogenei di soggetti
portatori di deficit
risponda a obiettivi diversi e usi modalità diverse, integrate tra
loro.
Analisi delle funzioni e delle abilità per tracciare un profilo
individuale di esse, al duplice fine di:
 programmare l’intervento più appropriato per quello specifico
soggetto, scegliendo le aree più deficitarie su cui centrare
prioritariamente l’attenzione;
 verificare periodicamente gli effetti degli interventi
attuati.
Malattia:Trisomia21
Minorazione:Ritardo mentale medio
Disabilità:Nell’acquisizione di conoscenze
Gravità: prestazione con aiuto
Prognosi: possibilità di miglioramento
Handicap: Occupazionali- Istruzione scolastica
Condizione di salute:
Trisomia21
Ritardo mentale:
medio
Funzioni e strutture del corpo:
problema medio
Funzioni cognitive:
No problema di attenzione ,No problema struttura cerebrale
Attività e partecipazione:
nell’imparare a fare calcoli il problema all’interno della classe che frequenta è lieve,nonostante il grave
problema di capacità. Ha un problema importante a giocare con gli altri nella sua attuale situazione
di vita,nonostante le sue buone competenze .
Fattori ambientali:
prodotti e tecnologie speciali per l’istruzione: un software dedicato,costituisce un facilitatore per fare
calcoli semplici.
Fattori personali:
attualmente il soggetto in questione non ha nessun rapporto amicale con i coetanei.
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IcfII - ISTITUTO COMPRENSIVO "G. LOMBARDO RADICE