Unità formativa: gestione e programmazione della produzione Dott. Davide Poli Dott. Pietro Giorgi Materiale redatto da LunaeForm S.r.l. Carrara 08-10-2012 I CINQUE ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZIENDA Anzitutto, ci procuriamo un contenitore, più o meno piccolo, più o meno grande Dentro il contenitore inseriamo un complesso, più o meno articolato, di cose Svolgiamo, quindi, un'attività mirata sul complesso delle cose inserite nel contenitore L’azione abbraccia un certo periodo di tempo Procediamo, infine, alla elaborazione dei risultati 2 GLI ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZIENDA Cosa rappresenta il CONTENITORE? L'organismo aziendale 3 GLI ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZIENDA Cosa rappresentano le COSE? Il patrimonio aziendale 4 GLI ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZINDA Cosa rappresenta L’ATTIVITÀ? La gestione aziendale 5 GLI ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZIENDA Cosa rappresenta il IL PERIODO di TEMPO? La dimensione temporale della gestione 6 GLI ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZIENDA Come si esprime l’ ELABORAZIONE DEI RISULTATI? Per mezzo del bilancio di periodo 7 GLI ELEMENTI ISTITUZIONALI DI UN’AZIENDA Persone (conoscenze) Utilizzo (azioni) OUTPUT (prodotti) Contenitore (Case) Patrimonio aziendale (software, hard disk, schede etc) 8 BISOGNO, BENE, PRODUZIONE, CONSUMO: ALCUNE DEFINIZIONI BISOGNO: BENE: SENSAZIONE DI CARENZA DI QUALCOSA ENTITÀ, MATERIALE O IMMATERIALE, CHE SODDISFA IL BISOGNO Tale entità vale in termini di “servizio” 9 BISOGNO, BENE, PRODUZIONE, CONSUMO: ALCUNE DEFINIZIONI IL CONCETTO DI "BENE" VA OPPORTUNAMENTE QUALIFICATO SI DEVE TRATTARE, INFATTI, DI UN "BENE ECONOMICO" 10 LE TRE FASI DELL'ATTIVITÀ ECONOMICA PRODUZIONE REALIZZAZIONE DEI BENI SCAMBIO TRASFERIMENTO DEI BENI CONSUMO UTILIZZAZIONE DEI BENI 11 COSA E’ L'AZIENDA IN TERMINI GENERALI È UN'UNITÀ ORGANIZZATA PER LA PRODUZIONE DI BENI, AL FINE DEL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI DEVE TENDERE ALL'EQUILIBRIO ECONOMICO DUREVOLE 12 COSA E’ L'AZIENDA Ogni azienda può essere osservata come un sistema di forze rappresentate da: i MEZZI, cioè i beni economici destinati alla produzione ed al consumo; le PERSONE, ossia gli individui che a vario titolo partecipano all’attività aziendale; l’ORGANIZZAZIONE, ossia la componente immateriale che combina le risorse individuando le azioni da coordinare, distribuisce le mansioni ed i compiti, attribuisce le responsabilità. PRODOTTO 13 I QUATTRO ELEMENTI CHE COSTITUISCONO L’AZIENDA PERSONE FATTORI PRODUTTIVI 14 I FATTORI PRODUTTIVI ogni elemento che direttamente o indirettamente l’azienda trae dall’ambiente per alimentare la sua attività economica CAPITALE + LAVORO = TRASFORMAZIONE ECONOMICA (processo produttivo) Fattori produttivi generici (denaro e disponibilità finanziarie) Fattori produttivi specifici (beni e servizi) Fattori produttivi a fecondità semplice (p.e. materie prime) Fattori produttivi a fecondità ripetuta (p.e. impianti, macchinari) BENI E SERVIZI IL SISTEMA DELLE AZIENDE SETTORE PRIMARIO SETTORE SECONDARIO AZIENDE DI PRODUZIONE ORIGINARIA AZIENDE INDUSTRIALI AZIENDE COMMERCIALI AZIENDE DI TRASPORTO SETTORE TERZIARIO AZIENDE FINANZIARIE 16 LE QUATTRO FASI DELLA VITA AZIENDALE • PRE-AZIENDALE • ISTITUZIONALE • DINAMICO-PROBABILISTICA • TERMINALE 17 LA FASE PRE-AZIENDALE ARBITRAGGIO Acquisto sul mercato Difficoltà attuative Indisponibilità assoluta o oggettiva (Es. lavanderie automatiche) Indisponibilità relativa o soggettiva (inconciliabile disparità di vedute fra le parti) Costituzione ex-novo Conoscenza preventiva e sistematica delle relative problematiche 18 COSA E’ LA FASE PRE-AZIENDALE L'AZIENDA VIENE "PROGETTATA": VENGONO STABILITE TAV. H LE CARATTERISTICHE DI STRUTTURA E DI DINAMICA DA ASSEGNARE ALL'ORGANISMO AZIENDALE 19 COSA E’ LA FASE PRE-AZIENDALE SI APPROFONDISCONO, IN MODO SISTEMATICO, ALCUNI PROBLEMI FONDAMENTALI: • MERCATO • DIMENSIONE • FINANZIAMENTO SCELTE STRATEGICHE (momento cognitivo) • PROCESSO PRODUTTIVO/ ORGANIZZAZIONE PERSONALE • LOCALIZZAZIONE • FORMA GIURIDICA 20 LE SCELTE STRATEGICHE Piccole aziende Gli studi di fattibilità (O business plan) sono trascurati Medie e grandi aziende Gli studi di fattibilità (O business plan) assumono carattere sistematico Perché? Eccessivamente onerosi Ricerche approfondite 21 1. IL MERCATO di approvvigionamento Mezzi finanziari di sbocco Produzioni compiute Fattori produttivi pluriennali d’esercizio Domanda effettiva 22 2. LA DIMENSIONE AZIENDALE: azienda piccola, media, grande I PARAMETRI DIMENSIONALI STRUTTURALI - lavoro umano - impianti FUNZIONALI - volume d'affari RELAZIONALI - azienda-ambiente - sbocchi di mercato Esempio Mediobanca fa riferimento al numero dei dipendenti tenendo conto del settore di appartenenza. 23 LE PIU’ CONVENIENTI DIMENSIONI INIZIALI • La dimensione minima è quella al di sotto della quale la combinazione produttiva agisce in condizioni di non economicità (Break even point). • La dimensione conveniente tende a garantire il raggiungimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo. 24 LA DIMENSIONE AZIENDALE LA DIMENSIONE MINIMA • TECNICA (il sistema degli impianti) • AMBIENTALE è condizionata dalla COMBINAZIONE di tre variabili... (struttura del mercato) • PERSONALE (spirito imprenditoriale) 25 LA DIMENSIONE AZIENDALE Esplorazione sistematica dei molteplici fattori opportunamente combinati tra loro DIMENSIONE CONVENIENTE INADEGUATEZZA DIMENSIONALE (sovradimensionamento o sottodimensionamento) 26 3. IL FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Occorre valutare il profilo Quantitativo Temporale Qualitativo 27 IL FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO (DAL LATO QUANTITATIVO) SI DEVE TENER • IMPIANTO CONTO DELLE • TRASFORMAZIONE NECESSITA’ DI... • RISERVA Generano quasi esclusivamente flussi in USCITA 28 IL FABBISOGNO di FINANZIAMENTO (DAL LATO QUALITATIVO) LE FONTI DI FINANZIAMENTO SONO SEMPRE DUE Capitale di rischio Capitale di credito 29 LE CARATTERISTICHE DELLE DUE FONTI DI FINANZIAMENTO DI RISCHIO DI CREDITO • NON SOGGETTO A RIMBORSO • SOGGETTO A RIMBORSO • NON COSTOSO IN VIA DIRETTA • COSTOSO IN VIA DIRETTA Rimunerazione variabile, commisurata al risultato economico della gestione Forme di compenso, variamente contrattualizzate 30 4. IL PROCESSO PRODUTTIVO E L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE L’ORGANIZZAZIONE DI UN’AZIENDA È COSTITUITA DALL’INSIEME DI TANTI ELEMENTI DIVERSI, QUALI LA SCELTA DEL PROCESSO PRODUTTIVO, LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA (ORGANIGRAMMA, MANSIONARI, PROCEDURE); I MECCANISMI OPERATIVI (SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE, SISTEMA INFORMATIVO, SISTEMA DI GESTIONE DEL PERSONALE, …); E LO STILE DI DIREZIONE. NON ESISTE A PRIORI UNA ORGANIZZAZIONE AZIENDALE “GIUSTA” 31 LA SCELTA DEL PROCESSO PRODUTTIVO Una classificazione generale dei processi produttivi si basa su tre principali elementi: DIFFERENZIAZIONE e numerosità dei prodotti appartenenti alla gamma grado di STANDARDIZZAZIONE dei prodotti e dimensione dei flussi con cui questi vengono collocati sul mercato modalità con cui si manifesta la DOMANDA (produzione “su commessa” o “per magazzino”) 32 LA SCELTA DEL PROCESSO PRODUTTIVO La tecnologia nei processi produttivi Il ciclo di produzione è imposto dalla tecnologia di trasformazione merceologica dei materiali (aspetti fisici e chimici) sistema tecnico-produttivo strettamente unitario (una “sola grande macchina” – impianti siderurgici, petrolchimici, cementifici, produzione vetro) un insieme di macchine tecnicamente distinte (sequenza non modificabile, obbligata dalle tecniche di trasformazione dei materiali – industria alimentare, 33 tessile – operazioni in successione obbligata) LA SCELTA DEL PROCESSO PRODUTTIVO Tipologie dei processi produttivi PROCESSO PRODUTTIVO SU COMMESSA (Job Shop) PROCESSO PRODUTTIVO A LOTTI PROCESSO PRODUTTIVO IN LINEA CONDIZIONATO DALLE CARATTERISTICHE DELLA MANODOPERA PROCESSO PRODUTTIVO IN LINEA CONDIZIONATO DALLE CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI PROCESSO PRODUTTIVO CONTINUO 34 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE Che Che cos’è un’organizzazione?è Le organizzazioni sono entità sociali, guidate da obiettivi, progettate come sistemi di attività deliberatamente strutturate e coordinate che interagiscono con l’ambiente esterno. 35 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE Le Organizzazioni come Sistemi • Un Sistema è un insieme di elementi interagenti che • acquisiscono input dall’ambiente, li trasformano, e • restituiscono output all’ambiente esterno. • Un sistema può essere Chiuso e Aperto. • Sistema Chiuso = Non dipende dall’ambiente • Sistema Aperto = Interagisce con l’ambiente 36 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE I tre componenti chiave nella definizione della struttura organizzativa sono: La S.O. indica i rapporti di dipendenza formale,compresi il numero di livelli gerarchici e lo span control di manager e supervisori 2) La S.O. identifica il raggruppamento di individui in unità organizzative e di unità organizzative nella totalità della struttura 3) La struttura organizzativa comprende la progettazione di sistemi che assicurino una comunicazione e un coordinamento efficaci e l’integrazione degli sforzi fra unità organizzative 1) 37 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE L’importanza delle Organizzazioni • • • • • • Mettono insieme risorse per raggiungere obiettivi comuni Producono beni e servizi in maniera efficiente Facilitano l’innovazione Utilizzano moderne tecnologie Si adattano all’ambiente in trasformazione e lo influenzano Creano valore per gli stakeholder 38 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE • L’organizzazione dovrebbe essere progettata per fornire un flusso di informazioni sia verticale e sia orizzontale. Se la struttura non soddisfa l’esigenze informative dell’organizzazione, le persone avranno troppe poche informazioni oppure spenderanno tempo nell’elaborare informazioni che non sono vitali , riducendo quindi l’efficacia i propri compiti. Esiste in ogni caso una tensione intrinseca tra meccanismi verticali e orizzontali. Mentre i collegamenti verticali sono progettati principalmente per il controllo, i collegamenti orizzontali sono progettati per il coordinamento e collaborazione, il che implica solitamente una riduzione del controllo 39 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE L’ORGANIGRAMMA Rappresentazione in forma grafica della organizzativa dell’Azienda/Organizzazione struttura • COSA FA VEDERE? • Mansioni, Responsabilità dei singoli organi aziendali (QUADRATINI e RETTANGOLI) • COSA SI EVINCE? • Rapporti gerarchici e funzionali (COLLEGAMENTO TRA I TASSELLI) 40 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE •OBIETTIVI Facilitare la visualizzazione delle funzioni in Azienda Vedere quali sono i poteri decisionali e le responsabilità delle singole persone (UNITA’ PRODUTTIVE) Permettere di individuare i rapporti tra le stesse Funzioni e i Vertici Aziendali (eventuali autonomie e dipendenze) 41 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE • 3 ASPETTI DA CONSIDERARE Obiettivi Aziendali prefissati con i quali l’Azienda deve essere coerente Personale: struttura tale da evitare insoddisfazioni, tensioni, conflitti e considerarne, per quanto possibile, le aspettative Integrazione con il controllo di gestione: la Direzione deve garantire un certo controllo sull’operato di tutto e di tutti. 42 L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE STRUTTURA DELL’ORGANIGRAMMA Insieme di singoli elementi ai quali sono assegnati ruoli, attività e compiti da svolgere nel rispetto di Vincoli e Regole, posti in relazione tra loro per il conseguimento di un FINE COMUNE 43 STRUTTURA FUNZIONALE DIREZ GENERALE DIREZ. AMMINISTR DIREZ. ACQUISTI DIREZ. COMMERC DIREZ. TECNICA DIREZ. PRODUZ. DIREZ. PERSONALE PROGRAMMAZIONE PRODUZIONE MANUTENZIONE STABILIMENTO 1 UFF. MARKETING VENDITE ITALIA VENDITE ESTERO STABILIMENTO 2 STABILIMENTO 3 44 STRUTTURA A MATRICE DIRETTORE GENERALE Staff Funzione 1 Resp MKTG Funzione 2 Resp. Produz. Funzione 3 Resp. Progettaz. Progetto/ Prodotto 1 Resp P1 Progetto/ Prodotto 2 Resp P2 Progetto/ Prodotto 3 Resp P3 45 STRUTTURA PER PROGETTO DIRETTORE GENERALE PROGETTAZ. PRODUZIONE PERSONALE ACQUISTI CAPO PROGETTO 1 CAPO PROGETTO 2 46 5. LA LOCALIZZAZIONE SCELTA DEL LUOGO PIU' CONSONO PER LO SVOLGIMENTO DELL'ATTIVITA' AZIENDALE PROBLEMATICA STUDIATA DA VARI APPROCCI METODOLOGICI: 1. GEOGRAFIA ECONOMICA 2. MACROECONOMIA 3. ECONOMIA AZIENDALE 47 PROFILO ECONOMICO-AZIENDALE ACCERTAMENTO DEI RIFLESSI CHE LA SCELTA LOCALIZZATIVA ESERCITERA' SULL’EQUILIBRIO ECONOMICO DUREVOLE SIGNIFICA SOTTOPORRE AD INDAGINE SISTEMICA I VARI FATTORI DI INFLUENZA DELLA SCELTA 48 LA CONSIDERAZIONE DELLE VARIABILI INFLUENTI LA SCELTA LOCALIZZATIVA SI INQUADRA IN UN PROBLEMA PIU' AMPIO MINACCE ED OPPORTUNITA' AZIENDA RAPPORTO DI INFLUENZA RECIPROCA AMBIENTE FLUSSI DI UTILITA' 49 LA CONSIDERAZIONE DELLE VARIABILI INFLUENTI AMBIENTE GENERICO ELEMENTI ECONOMICI, SOCIALI, GIURIDICI, POLITICI E CULTURALI SPECIFICO MERCATO AMBIENTE IN CUI SI SVOLGONO LE OPERAZIONI DI GESTIONE 50 LA CONSIDERAZIONE DEGLI SVOLGIMENTI PROSPETTICI LA SCELTA LOCALIZZATIVA DEVE POSSEDERE UN CARATTERE NON CONTINGENTE OSSIA DEVE ESSERE ASSUNTA CON LA MENTALITA' DEL LUNGO ANDARE PERCHE' IL PROBLEMA LOCALIZZATIVO E’ RIGIDO E DEVE ESSERE RISOLTO ADEGUATAMENTE PER L'INTERO ARCO DI VITA DELL'AZIENDA 51 GLI ASPETTI SALIENTI DEL PROCESSO DECISIONALE • ACCERTAMENTO DELLE CONDIZIONI CHE INDUCONO L'AZIENDA AD ESPRIMERE UNA SPECIFICA DOMANDA DI "FATTORI UBICAZIONALI" • ACCERTAMENTO DEI LUOGHI ALTERNATIVI CHE EVIDENZIANO UNA SPECIFICA OFFERTA DI "FATTORI UBICAZIONALI" • ATTRIBUZIONE DI UN "PESO RELATIVO" A CIASCUN "FATTORE UBICAZIONALE" LA SCELTA SI ORIENTA SULLA PIU' CONVENIENTE ALTERNATIVA, GIUDICATA NELLA SUA PROIEZIONE FUTURA A LUNGO TERMINE. 52 I FATTORI UBICAZIONALI 1. Materie e prodotti 2. Spese di trasporto 3. Lavoro 4. Economie di agglomerazione 5. Incentivi pubblici 6. Componente extra-economica 53 1. MATERIE E PRODOTTI PESO FISICO delle MATERIE e dei PRODOTTI FONTI di APPROVVIGIONAMENTO MERCATI di SBOCCO Esempio Le aziende industriali di estrazione dello zucchero greggio dalla barbabietola da zucchero. 54 2. LE SPESE DI TRASPORTO Nel tempo… soggettività e variabilità maggiori margini operativi maggiore elasticità localizzativa minor grado di rigidità aziendale maggior mobilità spaziale dell’azienda 55 3. IL LAVORO UMANO PROFILI QUANTITATIVO Manodopera non specializzata QUALITATIVO Manodopera specializzata Componente motivazionale 56 4. LE ECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE DUE TIPI ECONOMIE di URBANIZZAZIONE ECONOMIE di CONCENTRAZIONE TERRITORIALE Fenomeni di concentrazione territoriale di aziende appartenenti a settori operativi diversi Processo di concentrazione territoriale di aziende appartenenti allo stesso settore ECONOMIE di RELAZIONE Esempio: polo conciario di S.Croce Esempio: indotto Piaggio 57 5. GLI INCENTIVI PUBBLICI Fattore “sui generis” DUPLICE FINALITA’ Contrasto alla saturazione localizzativa Valenza localizzativa Legge n. 44/1986 sull’Imprenditoria giovanile SVILUPPO 58 6. LA COMPONENTE EXTRAECONOMICA CONOSCENZE TECNICOECONOMICHE 59 6. LA FORMA GIURIDICA: vincoli/opportunità E’ UNA SCELTA NON TROPPO RIGIDA IN QUANTO E’ POSSIBILE RICORRERE ALL’ISTITUTO DELLA TRASFORMAZIONE COME SEMPRE SI TRATTA DI UN ARBITRAGGIO BASATO SU UN’ATTENTA ANALISI COSTIBENEFICI, SOPRATTUTTO DI CARATTERE PROSPETTICO 60 LE MOTIVAZIONI DELLA SCELTA AZIENDE INDIVIDUALI COLLETTIVE (O SOCIETARIE) Si adattano ad attività di modeste dimensioni Si adattano di solito ad attività di dimensioni più o meno rilevanti 61 L’ARBITRAGGIO DI FORMA GIURIDICA • INDIVIDUALI AZIENDE • COLLETTIVE CONTRATTO DI SOCIETA’ 62 LE PRINCIPALI FORME SOCIETARIE DI PERSONE •S.S •S.n.c. •S.a.s. DI CAPITALI •S.r.l. •S.p.A. •S.a.p.a. COOPERATIVE 63 AZIENDE INDIVIDUALI VANTAGGI • L’IMPRENDITORE E’ SOGGETTO ECONOMICO • L’AZIENDA E’ PIU’ ELASTICA, QUINDI PIU’ ADATTABILE SVANTAGGI • INFLUENZA DELLE VICENDE PERSONALI • L’IMPRENDITORE RISCHIA IN PROPRIO • RISCHIO DI “DISPOTISMO CULTURALE” • ELEVATE DIFFICOLTA’ DI REPERIMENTO DELLE RISORSE MONETARIE 64 AZIENDE INDIVIDUALI La ditta individuale rappresenta una forma giuridica semplice in quanto per la costituzione non sono richiesti particolari adempimenti. Si ha una ditta individuale nel caso in cui una persona fisica organizza e coordina i fattori produttivi necessari per intraprendere un’attività economica (lavoro e capitale) assumendo personalmente il rischi d’impresa. 65 AZIENDE INDIVIDUALI DITTA INDIVIDUALE Impresa familiare Impresa coniugale 66 AZIENDE INDIVIDUALI IMPRESA CONIUGALE Per l’avvio di un impresa coniugale sono necessarie alcune condizioni: 1. La sua costituzione deve avvenire dopo il matrimonio; 2. I coniugi devono essere in regime legale di comunione di beni; 3. I coniugi gestiscono entrambi l’impresa senza alcuna subordinazione. 67 AZIENDE INDIVIDUALI IMRESA FAMILIARE • L’impresa familiare è caratterizzata dal fatto che oltre al titolare, vi partecipano il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo. • I partecipanti all’impresa familiare hanno diritto agli utili. ( FINO AL MAX 49%) 68 AZIENDE SOCIETARIE VANTAGGI • AMPIO VENTAGLIO DI SCELTA • PATRIMONIO SOCIALE DISTINTO • MINORE DIFFICOLTA’ DI REPERIMENTO DI RISORSE MONETARIE SVANTAGGI • MAGGIOR RIGIDITA’ NEGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI • MAGGIORE ONEROSITA’ SPESSO ANCHE DI CARATTERE FISCALE 69 AZIENDE SOCIETARIE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA SOCIETA’ DI PERSONE E SOCIETA’ DI CAPITALI • Nelle società di persone i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per qualsiasi debito contratto dalla società nell’esercizio dell’attività, eventualmente con il proprio patrimonio personale. • Nelle società di capitali i soci rispondono, per i debiti contratti dalla Società, limitatamente al proprio patrimonio conferito nella società e non anche con il proprio patrimonio personale. 70 AZIENDE SOCIETARIE LA SOCIETA’ IN NOME COLLETTIVO (S.N.C.) La società in nome collettivo si costituisce per atto pubblico o scrittura privata autenticata. (E’ dunque necessario il notaio) L’inosservanza di tale adempimento comporta il divieto di iscrizione nel registro delle imprese. L’amministrazione e rappresentanza della società spetta a ciascun socio. Tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali. 71 AZIENDE SOCIETARIE La SOCIETA’ IN ACCOMANDITA SEMPLICE (S.A.S.) La costituzione della società in accomandita semplice deve avvenire mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata. Distinguiamo due categorie di soci: • Accomandanti • Accomandatari I soci accomandatari sono responsabili solidalmente e illimitatamente per i debiti sociali (come i soci di s.n.c.) I soci accomandanti sono responsabili nel limite della quota di capitale sottoscritta (sono i cosiddetti “soci di capitale”) 72 COSA E’ LA FASE ISTITUZIONALE (Fase d’impianto o di costituzione) Si dà inizio alla vita corrente dell’azienda. Quindi, si attuano le ipotesi di fase pre-aziendale. Momento operativo di avvio FASE D’IMPIANTO Gli elementi istituzionali della ragioneria 73 COSA E’ LA FASE DINAMICO-PROBABILISTICA (Fase di funzionamento) In essa si attua… LA GESTIONE 74 COSA E’ LA GESTIONE È l'ATTIVITÀ, effettuata sulle risorse disponibili, per lo svolgimento della produzione ancora meglio: È l'insieme delle operazioni, attuate dalle persone, sulle risorse disponibili, per lo svolgimento della produzione 75 COSA E’ LA FASE TERMINALE È quella in cui si conclude la vita aziendale Può avere: Soluzione fisiologica Cessione Soluzione patologica Liquidazione volontaria (bassa patologia) Liquidazione coatta (alta patologia) 76 LE QUATTRO OPERAZIONI DI GESTIONE • FINANZIAMENTO • INVESTIMENTO • PRODUZIONE • DISINVESTIMENTO (VENDITA) 77 LE QUATTRO OPERAZIONI DI GESTIONE FINANZIAMENTO INVESTIMENTO PRODUZIONE (Trasformazione tecnicoeconomica) DISINVESTIMENTO (VENDITA) 78 LA VALIDITÀ GENERALE DEL CONCETTO DI GESTIONE TUTTE LE AZIENDE DEVONO INFATTI: • reperire un determinato capitale monetario (iniziale e successivo) • acquisire, utilizzando il capitale monetario, i vari fattori produttivi specifici • realizzare, attraverso l'utilizzazione tecnico-economica dei fattori produttivi specifici, il prodotto • collocare il prodotto sul mercato 79