L’autostima.
Tezze, 20 novembre 2010
L’autostima è l’idea che ognuno
ha di sé,
il grado di fiducia nel proprio
valore,
nelle proprie capacità e
nella propria importanza.
Più semplicemente,
è il voto che ci si dà
e quindi
è qualcosa di assolutamente
soggettivo
essendo
il frutto della visione
che abbiamo di noi stessi.
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dott. Claudia Mazzocchin
Alta, bassa, positiva o negativa,
l’autostima
ci appartiene fin dall’infanzia,
alimentata dalle esperienze
che acquisiamo nel percorso della nostra
vita.
Il proprio livello di autostima
nasce da un confronto fra sé e il
mondo circostante,
influenzato dalle relazioni sociali,
prime tra tutte le relazioni familiari
e influenzato dalla nostra vita affettiva.
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dott. Claudia Mazzocchin
“Un bambino quando viene al mondo,
non ha né un passato né esperienze
da cui trarre indicazioni per gestire se stesso,
nessuna scala grazie a cui giudicare le sue capacità.
Deve basarsi sulle esperienze che ha con le persone
che gli stanno intorno e sui messaggi
che esse gli inviano riguardo
il suo valore come persona”
(Satir, 1972)
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dott. Claudia Mazzocchin
Un bambino piccolo si basa
solo su criteri esterni per confermare
il proprio valore personale
e la propria competenza.
Si aspetta che siano persone significative
della sua vita
(genitori, nonni, insegnanti)
a dimostrare amore e approvazione, vivendo
così una totale dipendenza.
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dott. Claudia Mazzocchin
Nel rapporto di dipendenza del
bambino rispetto alle persone
del contesto familiare che lo
circondano, la figura dominante è la
madre;
Poi vengono altri componenti della
famiglia.
Lo sviluppo va da una posizione di
assoluta dipendenza ad una di
progressiva indipendenza da queste
figure,
dalle quali però non si diventerà mai
totalmente indipendenti.
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dott. Claudia Mazzocchin
Particolarmente importante è la relazione
madre-figlio,
perchè la madre offre la prima
“relazione oggettuale” del bambino,
sull’esperienza della quale egli
costruirà
le successive relazioni
interpersonali.
Se questo rapporto manca, o viene
significativamente
alterato precocemente, nel bambino si
generano, dal punto di
vista emozionale, stati carenziali che
influenzano
negativamente, spesso irreversibilmente, il
suo sviluppo psicofisico e sociale.
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dott. Claudia Mazzocchin
Nonostante la mancanza di dati
certi provenienti dalla ricerca,
la cosa importante da ricordare è
il grande peso che il bambino
attribuisce al feedback positivo
da parte delle persone significative
della sua vita; ogni sguardo, commento
azione ha il potere di contribuire al suo
concetto di sé e al suo senso di
valore personale.
(Erikson).
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dott. Claudia Mazzocchin
L’autostima è legata al
sentirsi degno di amore
e
al sentirsi capace!
Sentire di essere unico.
Non dipende quindi
dalla riuscita in sé ma dalla
presenza di un
forte senso di valore personale
che permetta
di affrontare sia i fallimenti
che i successi.
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dott. Claudia Mazzocchin
Un bambino con un
livello di
autostima sano
riuscirà più facilmente a sfruttare
le sue potenzialità
e a formare delle
relazioni positive
rispetto ad un bambino
che soffre di profondi sentimenti di
scarso valore personale.
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dott. Claudia Mazzocchin
Una persona può avere una
bassa autostima
quando ha una negativa visione di sé,
(causate da problemi infantili,
traumi psicologici, violenze …)
e quindi si presenta
eccessivamente timido
con un senso d’inferiorità
nei confronti degli altri
insicuro
incapace di controllare le emozioni
con difficoltà a rapportarsi agli altri
con paura di essere giudicato
frustrato
con la sensazione di non essere capito.
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dott. Claudia Mazzocchin
Camuffando la bassa
autostima con:
Aggressività
Irrequietezza
Falsa sicurezza
Falso orgoglio
e causando conseguenze
negative
con il partner,
le amicizie,
i figli,
nel lavoro
e soprattutto nella
realizzazione personale.
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dott. Claudia Mazzocchin
Il genitore (o le figure di attaccamento) offrono dei
modelli
di identificazione (e quindi da imitare), rispetto alle
quali
il bambino prova una “venerazione” e una
idealizzazione.
Se il modello è troppo rigido e irraggiungibile ciò può
limitare
un sano accrescimento dell’autostima personale.
Con lo sviluppo, soprattutto durante l’adolescenza, il
ragazzo ha
bisogno di mettere in discussione tali modelli,
trovandone di esterni
al nucleo familiare, per poi approdare ad una
individuazione di sé
e ad un autonomia radicata però nel passato e nei primi
modelli avuti.
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dott. Claudia Mazzocchin
Un “adulto significativo” offre:
•Ponte relazionale
primario
che media con l’esterno e
legge le emozioni
del piccolo traducendole
a parole.
•Lodi e consolazione
indipendentemente dalla
“prestazione” del piccolo. La figura
di riferimento ama e accetta
In maniera incondizionata il suo
piccolo. Il valore personale NON
è legato al risultato del compito.
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dott. Claudia Mazzocchin
•Cura e protezione,
rassicurazione a
livello emotivo.
Un abbraccio
•Spinta alla
scoperta e moniti al
pericolo.
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L`autostima. - Corso 1 livello