Seminario sul Sistema Statistico Europeo
La sfera reale nell’integrazione europea
Jacopo Di Cocco
Scuola di Economia, Management e Statistica
Università degli Studi di Bologna
23/04/2014
Punti della lezione
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3.
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10.
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14.
L’unione doganale dei beni
La politica agricola comune
I servizi e i riconoscimenti delle professionalità
La libera circolazione dei fattori e il diritto di stabilimento
La tutela della concorrenza e la politica regionale
Dal mercato comune aI mercato unico e la legislazione
L’unione monetaria
L’unione economica, quella fiscale e quella politica
La domanda e l’offerta, le attivazioni impresse e ricevute
Mercato interno e mercato estero
La produzione, la struttura produttiva, la produttività,
Fattori e misure della competitività,
Lo sviluppo e la sostenibilità
Gli operatori: produttori e consumatori
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L’unione doganale dei beni
Scaletta
■ Niente dazi interni
■ Niente contingenti interni
■ Tassazione indiretta armonizzata
■ Tariffa doganale comune
■ Dazi esterni come risorsa comune
■ Libera pratica
23/04/2014
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La politica agricola comune
■ Protezione comune dei prezzi agricoli
■ Difesa dei redditi agricoli
■ Condizioni comuni dei consumatori
■ Politica strutturale comune
■ Significativo assorbimento di risorse comunitarie
■ Politica commerciale comune
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I servizi e i riconoscimenti
delle professionalità
■ Diritto di prestare servizi per tutti i clienti comunitari
e esteri sia in loco sia dalla propria residenza
■ Le professioni che richiedono garanzie per gli utenti
devono rispondere a professionalità riconosciute
dai singoli Stati secondo specifiche comunitarie.
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La libera circolazione dei fattori
e il diritto di stabilimento
■ Libera circolazione dei lavoratori dipendenti
■ Libera circolazione dei lavoratori autonomi
■ Diritto di aprire attività e imprese in tutto il territorio
■
■
■
■
dell’Unione
La nazionalità può essere rilevante solo per le
funzioni pubbliche
Diritto di partecipare in condizioni di parità a
imprese di paesi terzi e di acquisirle
L’insediamento di imprese estere risponde a regole
comuni
I versamenti pensionistici possono essere trasferiti
nel successivo Stato di residenza.
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La tutela della concorrenza
e la politica regionale
■ La concorrenza tra le imprese comunitarie e quindi
anche con quelle estere non deve essere falsata da
regole nazionali e aiuti di stato.
■ È vietato l’abuso di posizione dominante
(legislazione antimonopolistica) sia da parte di
imprese comunitarie che estere.
■ Le deroghe per favorire lo sviluppo delle regioni
sfavorite
devono
essere
accordate
dalla
Commissione.
■ Il controllo della concorrenza sul mercato è affidato
alla Commissione, che può adottare anche sanzioni
pecuniarie.
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Dal mercato comune aI mercato unico
e la legislazione armonizzata
■ Oltre l’unione doganale e le libertà di prestazione e
stabilimento si è voluto che il mercato comunitario
divenisse un mercato unico ossia del tutto analogo
ad un mercato interno.
■ La dimensione del mercato interno è quella
dell’intera unione, i paesi che entrano vi giungono
tramite fasi transitorie fissate dai trattati di
adesione.
■ Gli Stati non possono adottare norme qualitative o
anche di confezione che impongano ai produttori di
attivare specifiche linee produttive per il proprio
paese.
■ Norme qualitative comuni e in assenza
riconoscimento automatico delle regole nazionali
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L’unione monetaria
■ L’oscillazione dei cambi generava effetti analoghi ai
dazi e problemi e dirottamenti dei traffici per la
difesa dei prodotti agricoli
■ Furono quindi attivati forme di controllo dei cambi e
unità di conto comunitarie (ECU)
■ I risultati non furono soddisfacenti e pertanto si è
arrivati all’UEM e alla creazione dell’euro come
moneta unica e all’istituzione della BCE e del
SEBC.
■ Il valore iniziale dell’euro, ereditato dall’ECU, era
realizzato tramite un paniere ponderato che dava
quello del dollaro, inizialmente lo assunse
superiore, poi cadde e quindi di nuovo lo superò.
9
L’unione bancaria, quella fiscale,
quella economica e quella politica
■ Si sarebbe dovuto proseguire con l’unione bancaria, l’unione
■
■
■
■
fiscale e l’unione politico-economica, ma sino alla crisi del
2009 il problema è stato accantonato ora questi obiettivi
sono stati adottati.
L’unione bancaria significa che la garanizia della solvibilità
bancaria, la loro organizzazione e la vigilanza sulle stesse è
di competenza comunitaria.
L’unione fiscale che si devono definire criteri comuni per le
imposizioni e il bilancio comunitario deve essere in grado di
garantire la stabilità.
L’unione politico economica che si devono avere strumenti
per garantire la stabilità degli Stati membri e il
perseguimento della piena occupazione.
L’unione politica che gli organi comunitari, con forme
democratiche, devono poter assumere tutte le decisioni utili
a perseguire gli obiettivi inclusi nei trattati.
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La domanda e l’offerta,
le attivazioni impresse e ricevute
■ Un mercato unico, un’unione doganale e una
politica economica comune implicano
un’attendo esame della domanda e
dell’offerta e delle attivazioni ricevute e
impresse secondo i modelli economici
condivisi.
■ I principali modelli sono quelli keynesiani e
quello leonteviano delle tavole input-output.
■ Quindi larga parte delle statistiche del ESS
riguardano i dati di questi due modelli.
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Mercato interno
■ Il mercato interno (internal o single market) è così definito:
“The internal market of the European Union is a single market in
which the free movement of goods, services, capital and persons
is ensured and in which European citizens are free to live, work,
study
and
do
business.
Since it was created in 1993, the single market has opened more
to competition, created new jobs, defined more affordable prices
for consumers and enabled businesses and citizens to benefit from
a
wide
choice
of
goods
and
services.
The European Union is working towards further simplification of
the regulations which still prevent citizens and businesses from
making the most of the advantages of the single market.”
■ Quindi nel mercato unico la domanda e l’offerta di beni e servizi, e
dei fattori operano alle stesse condizioni di un mercato interno.
Gli operatori e i cittadini si possono muovere liberamente.
■ Le residue differenze fiscali e normativi mantengono vantaggi
ingiustificati nelle residenze delle imprese, vedi FCA.
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Il mercato estero
■ Il mercato estero è disciplinato dall’Unione in conformità
■
■
■
■
degli accordi internazionali (WTO e ZLS conformi)
conun’unica cintura doganale tendenzialmente decrescente;
è quindi uniforme per tutti i paesi membri.
L’offerta e la domanda estera sono quindi orientate
esclusivamente dalla struttura produttiva, qualità dei prodotti
e competitività dei singoli paesi.
Per i paesi dell’UEM la moneta unica, con un cambio unico
verso le divise estere, evita che ci siano effetti analoghi ai
cambi.
I diversi saldi positivi o negativi verso i paesi terzi
richiederebbe saldi analoghi in valore assoluto, ma contrari
di segno verso gli altri paesi membri. Il tendenziale pareggio
nel medio periodo sarebbe l’ottimo. Quindi la domanda
interna dovrebbe uguagliare il PIL.
Si discute della responsabilità di correzione dei saldi elevati.
13
La produzione, la struttura produttiva, la
produttività
■ La produzione è definita in conformità al SEC/SNA e misurata
■
■
■
■
■
■
dal PIL per l’economia dal VA per i settori e le branche.
Le dimensioni, la proprietà, la specializzazione merceologica,
delle unità produttive raccolte in branche
La struttura produttiva è principalmente caratterizzata dal
rapporto VA / PIL da quello occupazione di branca /
occupazione totale, dalla VA / fatturato (redditività o alto e
basso valore aggiunto)
Il rapporto tra produzione (VA) e fattori impiegati (quantità o
costo) misura la produttività, vi sono più misure di produttività
La produttività è collegata alle tecnologie, organizzazioni
adottate e al pieno impiego delle risorse produttive.
A parità di PIL o VA la produttività è inversamente correlata
con l’occupazione.
Da qui la “necessità” della crescita per ridurre la
disoccupazione.
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Fattori e misure della competitività
■ La competitività è la capacità di concorrere sul mercato da parte
dei produttori, come singoli o come branche.
■ È una caratteristica essenziale per restare inseriti con vantaggio in
unione economica e in un’economia globalizzata
■ Abbiamo quindi una competitività interna all’UE e una estera o
globale
■ Della produttività si individuano i fattori che la favoriscono; il WEF
(World Economic Forum) ha individuati 9 fattori rilevanti.
■ L’Istat ha presentato un rapporto che usa 40 indicatori
■ La Commissione europea ha lanciato il programma:
Competitiveness and Innovation Framework Programme (CIP)
L’Eurostat calcola alcuni indicatori per la competitiveness
■ Le banche centrali si basano essenzialmente sui prezzi ponderati
alle esportazioni e sui cambi effettivi
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I rapporti con il resto del mondo
■ I rapporti con il resto del mondo sono inclusi in appositi conti
del SEC, redatti dagli uffici statistici, e nelle Bilance dei
pagamenti, redatte dalle banche centrali; seppur con diverse
presentazioni i dati dei due insieme sono coerenti.
■ I flussi tra l’economia interna e quelle esterne riguardano:
importazioni ed esportazioni di beni e servizi, redditi,
trasferimenti, diritti su patrimoni reali (materiali e immateriali)
e finanziari
■ I flussi possono essere articolati per origine e provenienza
ed in particolare quelli entro l’Unione Europea (altri paesi UE
e istituzioni comunitarie) sono distinti da quelli con il resto
del mondo.
■ Oltre ai conti e alla B.d.P. gli enti redattori redigono tavole
più dettagliate per soggetti coinvolti, destinazioni e origini.
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Indicatori e dati sui rapporti
intracomunitari e esteri
■ Gli indicatori sono molteplici e si possono trovare nei siti delle
fonti indicate comunitarie (Eurostat, BCE) e internazionali o
calcolare con i dati che forniscono;
■ I principali saldi (differenze tra entrate e uscite) sono: bilancia
commerciale, saldo delle partite correnti, accreditamento o
addebitamento secondo il saldo, riserve;
■ Rapporti caratteristici con il resto del mondo:
Grado di dipendenza = m/y
Propensione ad esportare = x/y
Grado di apertura = (x+m)/y
■ Ragioni di scambio:
Deflatore esportazioni: dx=x/xc
Deflatore importazioni: dm=m/mc
Ragioni di scambio: dx/dm se = 1 ragioni immutate se < 1
peggiorate se >1 migliorate
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Lo sviluppo e la sostenibilità
■ Lo sviluppo, o più semplicemente la crescita, è desiderata
■
■
■
■
per aumentare i redditi e la soddisfazione dei bisogni, ma
ora soprattutto sostenere l’occupazione.
L’aumento della produzione e dei conseguenti impieghi, a
mix produttivo e tecnologie costanti, comporta un aumento
delle emissioni e un maggiore uso delle risorse naturali.
Questi effetti della produzione sull’ambiente compongono
un’apposita matrice (NEMEA) e vengono largamente stimati
con il modello Input-Output che consente non solo di stimare
i fabbisogni diretti e indiretti di materiali e le emissioni, ma
anche di seguire l’evoluzione delle tecnologie utilizzate.
Esiste anche una matrice dei costi sostenuti per il
risanamento ambientale.
La considerazione dei costi ambientali implica nuove
definizioni di costi produttivi, di valore aggiunto e di
risparmio, nonché il calcolo di appositi indicatori (cruscotto).
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Gli operatori: produttori e consumatori,
pubblici, privati interni, privati esteri,
settori e branche produttive, i
■ La contabilità economica che ha una base macro, e le altre
statistiche, anche per ragioni di segreto sui dati individuali,
mostrano i risultati per insiemi territoriali o tipologici.
■ I due ruoli principali sono quello di produttori e utilizzatori, i
diversi soggetti possono svolgere entrambi i ruoli.
■ I soggetti, classificati in settori e branche, sono ulteriormente
articolati in sotto-settori (specializzazione e proprietà:
pubblici, privati interni ed esteri) e gruppi di attività (vedere
NACE su Eurostat e ATECO su ISTAT).
■ È evidente l’interesse di disporre dati articolati per operatori
raggruppati per tecnologie seguite, comportamenti
economici analoghi e funzioni economico sociali perseguite.
19
Alcune conclusioni intermedie
■ I dati predisposti dagli enti statistici europei e nazionali, ed in
particolare quelli selezionati dal Servizio Statistico Europeo,
danno un’informazione ampia delle realtà dell’economia
reale del continente e di quelle dei paesi membri dell’UE e
dell’UEM.
■ Evidentemente si potranno richiedere in futuro ulteriori
informazioni quantitative ufficiali, ma è quello che risulta
ancora carente è l’utilizzazione intelligente di questi dati e
degli indicatori che se ne possono ricavare per una
conoscenza e valutazione dei risultati e delle persistenti
strozzature.
■ Conoscenza e valutazioni utili sia per gli operatori
economici, sia per gli esperti, sia per politici, sia per i
cittadini elettori al fine di decisioni condivise a livello
continentale e nazionale.
■ Le esercitazioni devono ovviamente limitarsi a serie scelte.
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Alcuni riferimenti a dati europei
■ Purchasing power parities in Europe and the world
■ The 2011 results of the International Comparison Program
■
■
■
■
■
EU, US and China together account for half of world GDP
Update of the SNA 1993 and revision of ESA95
Fourth quarter of 2013 Household saving rate stable at
13.0% in the euro area and down to 10.6% in the EU28
Household real income per capita increased by 0.2% in the
euro area
Eurostat: Statistics Database
ECB: Statistical Data Warehouse
I conti dell’area euro
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La metodologia input-output
realizzazione e sue applicazioni
■ Le tavole dell’offerta, degli utilizzi e input-output sono
realizzate dai paesi membri, e da queste per l’UE e l’UEM
secondo la metodologia pubblicata dall’Eurostat: Eurostat
Manual of Supply, Use and Input-Output Tables alla quale è
associata una nota tecnica
■ Il capitolo 15 del manuale “Applications” mostra gli esempi
quantitativi e i modelli di utilizzo delle tavole Supply, Use (o
Make) e di quelle simmetriche Input-Output. (vedere indice
al lucido successivo)
■ Tra le elaborazioni di quelle indicate nel manuale ci sono:
■
SIF European exports 2000-2007: direct and indirect effects on employment and
labour income in the EU 27 and euro area
■ SIF CO2 emissions induced by EU's final use of products are estimated to be 9
tonnes per capita
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Siti
■ http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/
■
■
■
■
■
■
■
ess_eurostat/introduction
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/
eurostat/home/
http://ec.europa.eu/index_it.htm
http://www.europarl.europa.eu/portal/it
http://www.european-council.europa.eu/homepage.aspx?lang=it
http://www.consilium.europa.eu/council?lang=it
http://eur-lex.europa.eu/
http://curia.europa.eu/
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Indice del capitolo 15 del manuale
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■
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15. APPLICATIONS
15.1 Introduction
15.1.1 Input-output tables
15.1.2 Input-Output coefficients
15.1.3 Static input-output model
15.1.4 Price model
15.1.5 Central model of input-output analysis
15.1.6 Basic input-output models with input and output coefficients
15.1.7 Indicators and multipliers
15.2 Other applications
15.2.1 Input-output models with endogenous final demand
15.2.2 Linear programming models
15.2.3 Dynamic input-output models
15.2.4 Other input-output models
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Bibliografia
■
■
■
■
■
■
■
■
Dennis Swann, L’economia del Mercato comune europeo, 3. ed. italiana a cura
di Alberto Majocchi, Bologna, Il mulino,1989
Mercato unico, moneta unica : una valutazione dei benefici e dei costi potenziali
della creazione d' una unione economica e monetaria / studio della Direzione
generale "Affari economici e finanziari". - Lussemburgo : Ufficio delle
pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1990
Commissione delle Comunità Europee, Dal Mercato unico all'Unione europea,
Commissione delle Comunità Europee. - Luxembourg : Ufficio delle pubblicazioni
ufficiali delle Comunità europee, 1992.
Stefano Casini Benvenuti, Alessandro Cavalieri, Cristina RaffaelliMercato unico e
integrazione europea: applicazione di un modello multiregionale input-output ai
paesi europei ed alle regioni italiane. - Milano : F. Angeli, ©1993.
Roberto Santaniello, Il mercato unico europeo,- 3. ed. aggiornata. - Bologna : Il
Mulino, 2007
Il vostro mercato unico?: l'atto per il mercato unico per l'economia sociale di
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Modelling inflation in EU accession countries: the case of the Czech Republic,
Hungary and Poland, R Golinelli, R Orsi - 2002 - econstor.eu
Bridge models to forecast the euro area GDP, A Baffigi, R Golinelli, G Parigi International Journal of Forecasting, 2004 - Elsevier
25
Riferimenti
■ Jacopo Di Cocco:
■ [email protected]
■ Ricevimento: mercoledì dalle 9,30 alle 10,30.
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Scarica

L`unione monetaria